Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 12 novembre 2016
I tormenti del Duce in un blocco per appunti
• I tormenti del Duce in un blocco per appunti. Tristezze e paure che affiorano in ogni ricordo, in ogni pensiero. Quei suoi giorni drammatici sono raccolti in ottantotto fogli a quadretti. in pena quello che chiamavano fino a qualche anno prima «l´uomo della Provvidenza». Per la moglie Rachele, per i figli, per se stesso. angustiato, abbattuto. «Il sangue, la voce infallibile del sangue mi dice che il mio astro è tramontato per sempre», scrive. E rincorre con la memoria certi pomeriggi a Villa Torlonia, i suoi incontri con Hitler in Veneto, l´ultimo bombardamento di Roma, gli anni «solari» dell´Italia. Ogni sofferenza è accompagnata da un numero. Dall´1 al 75. il diario della sua caduta. Una cronaca dal 25 luglio del 1943 alla solitudine sulle isole del Tirreno. Prima a Ponza fino al 7 agosto, poi alla Maddalena fino al 27. Sono i Pensieri pontini e sardi di Benito Mussolini.
Quel suo manoscritto - che probabilmente è andato perduto - era stato però fotografato pagina dopo pagina dai tedeschi e custodito in un sotterraneo del Ministero degli Esteri a Berlino. Le riproduzioni sono state ritrovate dagli inglesi nel maggio del ”45, portate in Gran Bretagna e conservate ancora oggi - con altri 650 fascicoli sul Duce - ai National Archives di Kew Gardens nel Surrey, a sud di Londra. Carte classificate con la sigla GFM (German Foreign Ministry) e tutte inserite nell´«Italian Collection».
A scoprire quel blocco per appunti - che i tedeschi avevano catalogato dal numero 263617 al numero 263705 - è stato Mario J. Cereghino, il ricercatore che da anni collabora con gli storici Nicola Tranfaglia e Giuseppe Casarrubea.
Nel dossier «Duce-Dokumente» ci sono le stampe fotografiche degli ottantotto fogli a quadretti del manoscritto originale e poi altre ventotto pagine, una copia battuta a macchina da un tedesco. Una trascrizione imprecisa nella numerazione, come del resto nell´autografo di Mussolini. Semplici distrazioni, verosimilmente, che abbiamo rispettato nella pubblicazione.
Fra i «Duce-Dokumente» c´è anche una lettera di quattro pagine datata Ponza 2 agosto 1943. firmata da Mussolini e ha un´intestazione: «La giornata del 25 luglio». dedicata agli avvenimenti della notte del Gran Consiglio e alle ore decisive del Duce nella giornata seguente. La colazione con la moglie Rachele, alle otto come ogni mattina a Palazzo Venezia, l´incontro nel pomeriggio a Villa Savoia con Vittorio Emanuele III. E poi un capitano dei Reali carabinieri che lo invita a salire su un´ambulanza «perché Sua Maestà mi ha ordinato di proteggere la vostra persona». Il Duce fa sapere che andrebbe volentieri alla Rocca delle Caminate, ma si accorge che la strada che stanno percorrendo «non è la Flaminia ma l´Appia». Un piccolo viaggio verso Gaeta, l´incrociatore pronto a salpare, l´isola di Ponza in lontananza, l´inizio della fine di Benito Mussolini.
nelle pagine della Cultura brani dei diari di Mussolini
• Tutto ciò che accade, deve accadere, perché se non dovesse accadere non sarebbe accaduto.
2. Gli animali sono superiori agli uomini in fatto di gratitudine forse perché hanno l´istinto e non la ragione.
3. Pare che i dittatori non abbiano scelta - non possono perché devono cadere - Però la loro è una caduta che non suscita l´ilarità anche quando non sono più temuti, continuano ad essere odiati o amati.
4. Quella che chiamiamo «vita» non è che un quasi impercettibile «punto» fra due eternità, quella di prima e quella di dopo. - Confortante pensiero.
5. Due libri mi hanno particolarmente interessato in questi ultimi tempi. La Vita di Gesù di S. Ricciotti e Giacomo Leopardi di Saponaro. Anche Leopardi è stato un po´ crocefisso.
6. Secondo Delcroix la vita avrebbe dei cicli settennali, con avvenimenti determinanti… 1922 Marcia su Roma - 1929 Conciliazione fra Stato e Chiesa - 1936 Fondazione dell´Impero - 1943 Caduta - 1950 Già morto finalmente!
7. I pensieri pontini sono finiti perché stanotte all´una sono stato svegliato con queste parole «Pericolo imminente». Bisogna partire. Mi sono vestito in fretta e furia, ho raccolto panni e carte e ho raggiunto l´incrociatore che attendeva, sono salito e ho ritrovato l´ammiraglio Maugeri, il quale mi ha detto che la nuova meta era l´isola di Santa Maddalena in Sardegna.
Oggi il mio pensiero vola a Bruno. il secondo anniversario della sua morte. Nelle circostanze in cui mi trovo, sento ancora più profonda la ferita. Caro Bruno! Ecco che la tua immagine mi è davanti, mentre scrivo queste parole nella nuova casa di esilio...
Il viaggio è durato dodici ore con un mare tempestoso. La villa dove mi hanno condotto apparteneva a un suddito inglese... è circondata da un parco di pini...
Un anno fa circa, visitai la Maddalena, fra l´entusiasmo del popolo. Oggi, arrivo clandestino. Chi sa, se oggi - qualcuno - si è ricordato di mio figlio e di quanto fece nella sua breve meravigliosa vita! Venti anni di lavoro sono stati cancellati in poche ore... Il Fascismo era un´iniziativa che aveva interessato il mondo e indicato nuove vie. Non è possibile che tutto sia crollato… Tutto fu un´illusione?
8. Al termine di questa prima giornata d´esilio alla Maddalena una profonda melanconia mi afferra. Sento che il mio Bruno è - ora - veramente morto!
9. Di me e di queste mie vicende fra pochi anni sarà illanguidito il ricordo e dopo poco, cancellato.
10. Dal 25 luglio a mezzogiorno, non ho più visto giornali. curioso che non senta questa mancanza, io lettore infaticabile di decine di giornali al giorno.
11. Scherzi del destino: dal massimo del potere alla totale impotenza; dalle moltitudini acclamanti, alla solitudine assoluta.
12. Sin dall´ottobre del ”42 io ho avuto crescente il presentimento della crisi che mi avrebbe travolto. La mia malattia vi ha avuto gran parte.
13. In questi ultimi tempi, la richiesta di mie fotografie era molto diminuita e di altrettanto - se non più - era aumentata la mia riluttanza a firmarle.
14. Il film Sant´Elena, piccola isola fu seguito da tutti noi... con un´attenzione accorata. Così finì un grandissimo uomo; perché un uomo di gran lunga minore non potrebbe avere una sorte simile o quasi?
15. Dopo quindici giorni non so ancora che cosa «sono» o piuttosto che cosa sono diventato.
16. Secondo l´ammiraglio Maugeri di Gela non ci sono a La Maddalena che venti giorni all´anno senza vento. Oggi 10 agosto 1943 è uno di questi. Mare che sembra una tavola. Alberi immobili.
17. Talete (?) ringraziava gli dei di averlo fatto nascere: uomo e non bestia, maschio e non femmina, greco e non barbaro.
18. Quando una piramide politica speciale crolla, le conseguenze si fanno sentire sino alla base. Sorge un piccolo problema anche per i bambini che portavano le racchette del tennis.
19. Il mio piantone si chiama Felice Nunzio ed è della provincia di Roma. I piantoni di Ponza si chiamavano Tirella (Frosinone). Tizzoni (Rieti). Minuzie della storia...
20. Quelle che si chiamano dittature nel mondo moderno sono dittature a tipo indiretto collettivo e pare che la loro durata non possa superare il ventennio. Assistiamo però ad un´eccezione: la dittatura del bolscevismo sul proletariato.
21. Stanotte le sentinelle hanno fatto fuoco contro «rumori sospetti».
22. Un uomo che deve essere stato più di ogni altro sorpreso dagli avvenimenti deve essere l´Ambasciatore del Giappone, che ricevetti alle ore 13 del 25 luglio.
23. Le zanzare: l´altoparlante della notte. Ce ne sono troppe qui!
25. Villa Torlonia. Scoppiata la guerra nel giugno del 1940 il primo rifugio di V.T. fu ricavato da alcune grotte... Ma dopo i bombardamenti di Torino e Milano, Genova nell´ottobre del 1942, si disse che occorreva fare un rifugio alla «prova», cioè capace di resistere anche alle bombe di massimo peso... Preventivo 240.000 lire. Durata dei lavori tre mesi…
I lavori divennero più complessi e più lunga la loro durata. curioso che mano a mano che i lavori si avviavano al compimento... la mia antipatia per il rifugio aumentava e non soltanto per la spesa ormai raddoppiata ma per qualcosa di oscuro che sentivo in me. Sentivo, cioè, che una volta finito, quel rifugio sarebbe stato completamente inutile.
26. la prima volta dal ”40, che il Bollettino Italiano parla dell´attività del nemico - sul fronte terrestre - senza accennare minimamente alla nostra. Si può interpretare ciò come una preparazione a comunicare che ormai in Sicilia siamo all´ultima ora.
27. Un partito sciolto, cioè proibito, diventa per molti italiani interessante. Ci provano gusto ad essere fascisti quando con ciò si è «sovversivi».
28. Ricevuta una seconda lettera da Rachele che non sa più nulla di Vittorio. Il tenente Faiola che lo conosce sin da ragazzo, dice che non gli può essere accaduto nulla di ingrato.
29. Nel Partito, accanto alle scorie, c´era il fin fine dei combattenti di tutte le guerre.
30. Stamani le novità sono rappresentate dalla partenza del Colonnello Merli, del Tenente Di Lorenzo e di altri 30 Allievi Carabinieri.
31. curioso che in questi ultimi tempi mi ero stancato di lavorare nella grande sala di P.V. (Palazzo Venezia). Avevo già deciso di trasferirmi al Ministero della Marina... Progetti procrastinati dalla mia infermità.
32. I primi giorni della nuova esistenza - nel mio caso di prigionia - sono veramente interminabili. Poi si riempiono di piccole cose e incominciano a trascorrere.
33. Oggi 13 agosto, una strana inquietudine mi ha afferrato e mi tiene... alle 17 mi viene consegnato il bollettino che annuncia... il secondo bombardamento di Roma. Il mito della città «papale» e perciò risparmiata, è crollato. Così pure l´altra leggenda che Roma veniva bombardata perché sede del Fascismo.
34. Com´è possibile che un capitano aviatore come Vittorio non riesca a dare notizie di sé, dopo ventun giorni dal «cambio della guardia».
35. Gli argomenti di conversazione tra me i miei vari interlocutori si esauriscono e tra poco vigerà la regola della «trappa». Silentium.
36. Non mi sono mai interessato ai giochi delle parole incrociate, alle sciarade, ai giochi enigmistici: oggi in mancanza di libri, avrei modo di ammazzare il tempo, come si dice, prima che il tempo ammazzi me.
37. L´Ispettore di P. S. Polito... è venuto stamani, 14 agosto, qui per un´ispezione e gli ho chiesto di venire a vedermi. Ecco quanto ha detto l´Ispettore: «Ho accompagnato Donna Rachele alla Rocca... Alla Rocca erano già Romano e Anna. Di Vittorio non so nulla... Quanto alla promessa di Badoglio, per voi, non è stato possibile realizzarla, poiché telegrammi concordi del Prefetto, del Questore, del Comandante di Zona facevano prevedere gravi disordini se foste andato alla Rocca...». «Voi dovete sapere che il capovolgimento della situazione è totale. Non solo non si vedono più distintivi in Italia, ma tutti i fascisti si sono più che dispersi "vaporizzati". Le manifestazioni di odio contro di voi non si contano. Io stesso ho visto un vostro busto in un cesso pubblico di Ancona...».
«Si sono fatti molti arresti, ma i capi del Fascismo sono quasi tutti liberi, non escluso il molto odiato Starace. Il Conte Ciano fu visto il 26 in uniforme di ufficiale… Grandi, Bottai e gli altri sono scomparsi dalla circolazione». «Tutta la vostra costruzione è crollata: vi basti dire che capo degli operai è oggi Bruno Buozzi». «Conquistata tutta la Sicilia gli inglesi effettueranno uno sbarco nel mezzogiorno d´Italia… la superiorità aerea degli anglo-sassoni è schiacciante...».
Il Generale Polito mi ha consigliato di stare tranquillo… e ha aggiunto che calmate le passioni sarebbe stato possibile un più equo giudizio, poiché «nessuno può negare che voi vi proponevate di rendere grande e prospero il paese». E ancora «Nessuno vi informava? Che hanno fatto quelli che vi circondavano?».
Il colloquio è durato circa un´ora e mezza. Pur sfumato del «colore» che i funzionari di P.S. amano dare ai loro rapporti, a due conclusioni posso arrivare:
1) che il mio sistema è crollato
2) che la mia caduta è definitiva
Il sangue, la voce infallibile del sangue mi dice che il mio astro è tramontato per sempre
38. Calma di ferragosto: il mare non ha un brivido, l´aria un soffio. Tutto sembra fermo sotto il sole. Anche il mio destino.
39. Nel pomeriggio è venuto a visitarmi il tenente colonnello medico dott. Mendini... mi ha ordinato diverse medicine... Gli ho domandato: Vale ancora la pena? Egli mi ha risposto: Come medico e come uomo, dico di sì.
40. Quando un uomo crolla con il suo sistema, la caduta è definitiva, specie se l´uomo ha oltre sessant´anni.
41. Dio mi è testimone degli sforzi disperati e angosciosi - dico disperati e angosciosi - da me fatti per salvare la pace nel fatale agosto del 1939. Gli sforzi fallirono. Ciò si deve in parti quasi eguali agli inglesi e ai tedeschi. Agli inglesi per la garanzia data alla Polonia, ai tedeschi che avendo pronta una macchina militare potente, non resistettero alla tentazione di metterla in movimento.
42. Oggi, 16 agosto, ho ricevuto per la prima volta la «Radio Navi» del 14 agosto con notizie da Berlino, Tangeri, Lisbona, Madrid, Istanbul, Stoccolma.
43. chiaro che se il 10 luglio gli anglo-sassoni avessero subito sulla rada di Gela una «Dieppe» in grande stile, oggi non sarei in quest´isola.
44. Come sempre, si vorrà anche nella mia vicenda «cercare la donna». Ora le donne non hanno avuto la minima influenza sulla mia politica. forse stato male. Le donne talvolta vedono - attraverso la loro sensibilità - più lontano degli uomini.
45. Crispi e quel fenomeno complesso che fu allora chiamato «crispismo» caddero sotto la disfatta di Adua e Felice Cavallotti diventò popolarissimo. Anche allora il popolo repentinamente cambiò.
46. Si passa dal massimo dell´esaltazione al massimo dell´esecrazione.
47. Un giorno un papa mi chiamò «l´uomo della Provvidenza». Era l´epoca felice.
48. Se gli uomini rimanessero sempre (parola incomprensibile, ndr) sugli altari finirebbero per ritenersi superuomini, o essere divini: la caduta nella polvere li riconduce all´umanità...
49. ...La perdita di Augusta e di Siracusa... Da quel giorno ebbe inizio l´atto quinto del dramma. Accuse e contraccuse avvelenarono l´atmosfera. Si parlò di tradimento di ammiragli prima per Pantelleria, poi per Augusta...
50. Di tutti i regimi cosiddetti «totalitari» sorti dopo il 1918, quello turco sembra il più solido: vi è un solo partito, quello del popolo, di cui è capo il Presidente della Repubblica.
51. Può darsi che qualche commentatore straniero, abbia sottolineato la volubilità in fatto di convinzioni politiche del popolo italiano.
52. Nuovo pomeriggio - 16 agosto - di grave inquietudine. Ho il sangue in fermento.
53. Penso oggi a tre uomini che pur venuti dal nazionalismo, tanto lume di dottrina, tanto fervore di fede, tanta realtà di leggi diedero al Fascismo: Alfredo… Enrico Corradini, Forges Davanzati.
54. Saranno stati rispettati i «sacrari» del Fascio?
52.Ci fu «congiura» contro di me? Sì, altrimenti non si spiegherebbe il biglietto che il Maresciallo Badoglio mi mandò nella notte del 25-26… e nel quale si parlava di un «serio complotto contro la mia persona».
53. dal 23 ottobre del 1942 che la fortuna mi ha voltato decisamente le spalle. La celebrazione del ventennale fu turbata dai bombardamenti e dall´offensiva nemica in Libia...
54.I miei incontri nel Veneto con Hitler sono stati seguiti nelle due volte da avvenimenti ingrati.
55.17 agosto. Il mare sembra un lago alpino. Una enorme monotonia pesa su tutto...
Stento a credere che in casa Farinacci si siano trovati 80 kg d´oro...
Il Comandante del distaccamento che mi «protegge» è il tenente Faiolo, laziale di Segni... Egli conobbe nel 1935 in Eritrea Bruno e Vittorio, allora adolescenti, andati volontari. Il 24 agosto p.v. si compiono gli otto anni dal giorno in cui partivano dall´Africa...
Erano gli anni 1935-1936 gli anni «solari» nella storia dell´Italia e del Regime. Vale la pena di averli vissuti... anche se oggi, tutte le autorità di Roma sono incapaci di darmi notizie di mio figlio e di mio nipote.
56. ...La morte improvvisa di Bruno fu una predilezione del destino: quanto avrebbe sofferto in questi giorni.
57. Una voce mi dice: se tu fossi morto, non avresti lasciato P.V. e V.T. e la Rocca delle Camminate e i parenti e gli amici e tutto ciò che ti fu caro? La voce non tiene conto che ho lasciato tutto ciò, da vivo. Però è come se fossi morto…
58. Verso le 17 di oggi 17 agosto è venuto - da me cercato - il parroco de La Maddalena... «Lasciate», egli ha detto, «che vi parli sincero: non sempre siete stato grande nella fortuna, ora dovete essere grande nella sventura. Il mondo vi giudicherà più da quello che sarete d´ora in poi, che da quel che eravate fino a ieri...».
59. Il tenente Faiolo... ci dice che il Contrammiraglio Bona gli ha detto che... Eden ha dichiarato che «la Libia non sarà più restituita all´Italia»…
60. Un mese fa vidi l´ultima volta a Riccione Romano, Anna, Guido, Adria.
61. Fisso nelle linee che seguono l´atteggiamento di Dino Grandi... dall´inizio del ”43 sino al luglio… Sino al febbraio, tale atteggiamento pareva chiaro. Dopo la crisi ministeriale... cominciò ad essere ambiguo. In taluni circoli lo si chiamava l´«attendista». In altri, lo si definiva senz´altro «anglofilo». Accusa, quest´ultima, ingiusta...
...Rividi il Grandi, il quale mi ringraziò in termini enfatici e mi disse testualmente: «Prima di incontrarti io ero un cronista del Carlino, un modesto giornalista. Tu mi hai creato. Io devo tutto a te. Tutto ciò che sono diventato nella vita, è opera tua. La mia devozione per te non ha limiti, perché - lasciamelo dire - ti voglio anche bene».
Era sincero? In quel momento lo credetti.
...Le accuse di «attendismo» ripresero...
Giacché manifesto il passato degli uomini che mi furono vicini, parlo anche di Bottai. Come soldato, valoroso; come scrittore velleitario... Più che un volto la sua è una maschera. Non puro sino in fondo al bicchiere...
63. Non ho avuto «amici» nella mia vita e più volte mi sono domandato se ciò fosse un bene o un male. Oggi rispondo che era un «bene». Oggi molta gente è così dispensata dal «compatirmi», cioè dal «patire con me».
64. Chissà se al Museo della Guerra di Milano sono ancora esposti e rispettati i cimeli di Bruno!
65. ...In data 30 (luglio, ndr) Göring mi spediva questo telegramma: «Duce... vi saluto in questa guisa in occasione del vostro compleanno... mia moglie ed io vi trasmettiamo i nostri cordiali auguri per il vostro personale benessere...». Questo telegramma mi ha convinto ancora di più che G. è un amico dell´Italia.
66. Albini: mio errore delusione. Brutto nel volto e nell´anima. Sapeva tutto e non mi ha detto nulla!
67. La mia figura giuridica sarebbe questa? Ex-capo del Governo protetto per sottrarlo al furore del popolo.
68. 18 agosto (1937 o 38?) volo da Roma a Pantelleria e ritorno.
69. difficile esagerare la gravità del trauma psichico da cui deve essere stata colpita nella notte del 25 luglio la Gioventù organizzata nella «GIL»... Questa gioventù che era stata ammirata in quasi tutte le nazioni d´Europa... dove andrà domani? Verso sinistra, verso le idee più estreme; oppure, delusa e sfiduciata non crederà più a nulla e a nessuno.
70. tornato dal Continente un maresciallo, tale Daini di Ciociaria, e ho scambiato con lui quattro parole. un uomo schietto, di modeste facoltà mentali, per cui le sue parole hanno un certo sapore.
71. Fra gli umili che mi hanno servito ne voglio ricordare due: Ridolfi e Navarra. Il primo per vent´anni ha cavalcato accanto a me tutte le mattine o quasi. stato il mio maestro di scherma e di equitazione. Scrupoloso, disinteressato, fedele nel vero senso della parola. Gli avranno fatto delle miserie? Navarra è stato il capo dei miei uscieri… Educato, discreto, rispettoso, anche lui disinteressato. Una parola di elogio va detta anche per il mio autista Borath (il nome esatto è Boratto, ndr) che ha rischiato la pelle con me negli attentati e salvo un cane ucciso a Montefrosinone non ha mai avuto il minimo incidente di macchina, pur essendo portato a correre velocemente.
72. E dopo gli uomini, perché non dovrei ricordare gli animali? Anch´essi sono stati nella mia vita. Sono i nomi dei cavalli Ruzowich, Ziburoff, Ned, Thiene, Fron... E i cani Carlot (brutto ma intelligentissimo), Bar, il cane di Bruno. Esso stette alcuni giorni accovacciato davanti alla stanza di Riccione, dov´erano le cose di Bruno. Fedeltà di una bestia!
73. 19 agosto. Se così può chiamarsi la mia settimana di passione comincia esattamente un mese fa col mio incontro col Führer a Feltre. Tale incontro era stato progettato di una durata di quattro giorni... senonché gli avvenimenti di Sicilia lo fecero anticipare al 19 luglio e ne fissarono la durata a un giorno solo...
Il convegno ebbe inizio alle ore 12... il Führer cominciò a parlare per due ore... il mio segretario entrò nella sala e mi consegnò una telefonata da Roma che diceva: «Dalle ore 11 Roma è sottoposta a intenso bombardamento aereo». Comunicai la notizia al Führer e agli astanti... creò un´atmosfera pesante di tragedia...
Terminata l´esposizione del Führer, ebbi un primo scambio di vedute a quattr´occhi. Egli mi disse due cose importanti: la prima che la campagna sottomarina sarebbe stata ripresa con altri mezzi e che a fine agosto la flotta aerea della rappresaglia avrebbe cominciato ad agire su Londra...
Fu solo nell´ora trascorsa in treno che feci chiaramente intendere quanto segue: e cioè che l´Italia reggeva - ora - l´intero peso di due imperi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti... Egli mi disse che avrebbe mandato altri rinforzi aerei e nuove divisioni per la difesa della penisola…
Quando l´aeroplano del Führer partì... decollai anch´io facendo rotta direttamente su Roma... Vidi una grande densa nube che offuscava l´orizzonte. Era il fumo degli incendi della stazione del Littorio… centinaia di vagoni bruciavano, le officine distrutte... lo stesso spettacolo al deposito locomotive e al quartiere San Lorenzo. I danni apparivano immensi. Scesi all´aeroporto di Centocelle. Dirigendomi a Villa Torlonia rimontai un´immensa fiumana di gente che a piedi e con ogni veicolo si dirigeva verso la campagna. La città aveva un aspetto buio… Nei giorni successivi mi recai a visitare alcuni dei luoghi più colpiti... ma ordinai che non se ne parlasse sui giornali.
74. Il molto atteso ammiraglio Brivonesi, tornato stamane 19 da Roma, ha rotto il mio isolamento portandomi una lettera di mia moglie in data 13 agosto, nella quale mi dice che anch´essa praticamente è isolata, che non ha telefono e che vive in continuo allarme, non so se aereo o di altra natura...
Poi in una lettera l´ammiraglio Brivonesi mi comunica... che Vittorio è riparato all´estero ed è stato dichiarato disertore, la qual cosa mi dispiace immensamente, che Vito è alla Rocca... Circa la mia posizione personale niente di nuovo.
75. Qui finisce il primo quaderno dei Pensieri pontini e sardi, ore 15 del giorno 20 agosto 1943.
• Terminata la seduta del Gran Consiglio alle 2,30 circa, rientrai nel mio ufficio, dove fui raggiunto da Scorza, Buffarini, Tringali, Biggini, Galbiati. Fu discusso se tutto ciò che si era votato era legale, ma io non mi interessai gran che alla questione. Scorza, che aveva pronunciato durante la seduta, quale ultimo oratore, un discorso senza colore e forse senza convinzione, chiese di accompagnarmi a casa. Il che avvenne…
Congedato lo Scorza a Villa T., trovai mia moglie - inquieta - che mi attendeva. Colla sensibilità delle donne - coll´intuito delle donne, essa aveva l´impressione che qualcosa di grosso si preparava. Povera Rachele! Quante poche gioie le ho dato e quanti dolori! Non mai durante trenta anni una settimana di pace. Essa meritava, forse, un altro migliore destino, che non fosse quello di essere legata alla mia turbinosa esistenza! Ci scambiammo poche parole e mi addormentai con uno di quei sonni brevi nel tempo e malgrado ciò, eterni, che hanno sempre preannunziato gli eventi decisivi della mia vita.
Alle sette ero in piedi. Alle otto a Palazzo Venezia. Regolarmente, come sempre, da 21 anni, aveva inizio la mia giornata di lavoro. - l´ultima. Nel corriere non vi era nulla di molto importante, salvo una domanda di grazia per due partigiani dalmati condannati a morte. Telegrafai al Governatore Giunta, favorevolmente. Sono lieto - ora - che il mio ultimo atto di governo abbia salvato due vite, anzi due giovani vite...
Rientrai a Villa T… Consumai la solita colazione e trascorsi un´ora a conversare con Rachele, nel saloncino cosiddetto della musica. Mia moglie più che impressionata, era ormai allarmata davanti a qualche cosa che stava per succedere.
Alle 16 mi vestii in borghese e accompagnato da De Cesare mi recai a Villa Savoia dove S.M. mi attendeva sulla soglia della Palazzina. Il colloquio durò mezz´ora. Al momento del congedo sulla soglia, il Re mi strinse la mano con molta cordialità. La mia macchina mi attendeva dal lato destro della palazzina, ma mentre mi dirigevo da quella parte, un capitano dei Carabinieri si... (parola incomprensibile, ndr) dicendomi: «S.M. mi ha ordinato di proteggere la vostra persona» e poiché io accennavo ancora di salire nella mia macchina, egli mi fece salire su un´auto-ambulanza già pronta da tempo. Evidentemente! Salì con me anche De Cesare. Guardati a vista da due agenti in borghese muniti di moschetti mitragliatori, fecero un lungo accidentato percorso - con sbalzi notevoli - che misero qualche volta in pericolo la stabilità del veicolo.
Dopo una breve sosta in una caserma dei RR.CC., che non ricordo, giungemmo alla Caserma Allievi Carabinieri. Io fui condotto nell´ufficio del Colonnello. Guardie con baionetta furono messe nel corridoio. Da parte degli ufficiali trattamento cordialissimo. Alle ore 1 del 26, il generale Ferone, che avevo conosciuto in Albania, mi portò un biglietto del maresciallo Badoglio che qui trascrivo: «All´Eccellenza il Cav. etc... Il sottoscritto Capo del Governo tiene a far sapere a V.E. che quanto è stato eseguito nei vostri riguardi è unicamente dovuto al vostro personale interesse, essendo giunte da più parti precise segnalazioni di un serio complotto verso la vostra persona. Spiacente di questo, tiene a farvi sapere che è pronto a dare ordini per il vostro sicuro accompagnamento, con i dovuti riguardi, nella località che vorrete indicare». Seguiva la firma autografa.
Dettai una risposta alla missiva del Maresciallo e dissi che sarei andato volentieri alla Rocca delle C… Così trascorse il lunedì. Spesso conversarono come il colonnello Chirico, il maggiore Bonitatibus, il colonnello Tabellini (non dimenticherò la amabilità della di lui moglie che mi mandò tè e gelati di frutta) il Generale Delfini, il medico Ten. Col. Santillo casertano e quindi inguaribilmente afflitto per la soppressione della provincia di Caserta. Fu un errore!
Ero ormai convinto che sarei andato alla Rocca. Viceversa il martedì sera, verso le ore 10, venni fatto discendere e consegnato al Generale Polito, della Polizia Militare, nel quale riconobbi il Commissario di P.S. Polito, che aveva per 17 anni lavorato con me e al quale avevo affidato clamorose e fortunate operazioni di polizia.
Durante il tragitto si parlò del più e del meno, dopo che avevo constatato la direzione della marcia: non la Flaminia, ma l´Appia - meta Gaeta, molo Ciano Corvetta Persefone - con un Ammiraglio, il Maugeri di Gela, decoratissimo e compitissimo...
Sosta a Ventotene e impossibilità di soggiorno. Continuazione verso Ponza, dove arrivavo verso le 11. Non è la residenza che avevo o avrei scelto. Trattamento cordiale. Nel primo giorno il Colonnello Pelaghi e successivamente il Colonnello Meoli e il Tenente Di Lorenzo continuano ad occuparsi con molto tatto della mia "incolumità" personale non so da chi più minacciata, ora, che l´obiettivo dei complottatori è stato raggiunto e la mia persona fisica non ha più alcun valore, cioè, è uguale a quella di uno qualunque.
Ponza 2 agosto 1943
P. S. 1) Questo è un rapporto di natura confidenziale che affido alla discrezione del Colonnello Meoli, il quale non è autorizzato a comunicarlo a chicchessia, salvo decisioni in contrario.
2) Può darsi che alcuni dei giudizi sopra-esposti non corrispondano del tutto alla realtà, data la mia ignoranza su quanto è accaduto dal 25 luglio in poi, dovuta al totale isolamento morale, al quale sono stato da quel giorno sottoposto.
• Il ritrovamento del testo originale, nei "National Archives" di Londra, dei Pensieri pontini e sardi di Mussolini, scritti di pugno dall´ex dittatore, scioglie un vero e proprio piccolo enigma storico. Finora questi Pensieri erano considerati di incerta attendibilità. Del testo si conosceva infatti soltanto una versione sulla cui autenticità c´era qualche sospetto. Ma andiamo per ordine: è una storia complicata.
Dopo la caduta del regime, il 25 luglio del 1943, Mussolini, com´è noto, fu arrestato per ordine del re e trasferito prima a Ponza, poi alla Maddalena. Di lì fu poi portato a Campo Imperatore sul Gran Sasso dove venne liberato dalle Ss del capitano Skorzeny. Il suo stato d´animo era di autentica disperazione. Scrive infatti: «Una profonda malinconia mi afferra. Sento che mio figlio Bruno è ora veramente morto». Bruno, aviatore caduto in guerra, era il figlio forse più amato. Aggiunge: «Non so ancora cosa sono, cosa sono diventato»; e constata: «Gli argomenti di conversazione tra me e i miei interlocutori si esauriscono e tra poco vigerà la regola della trappa: Silentium». Vede nel paesaggio qualcosa di mortuario: «Calma di ferragosto, il mare non ha un brivido, l´aria un soffio. Tutto sembra fermo sotto il sole. Anche il mio destino». Si paragona a Napoleone nella sventura. Ponza come Sant´Elena. Annota ancora: «Ho lasciato Piazza Venezia, Villa Torlonia, la Rocca delle Caminate, i parenti, gli amici e tutto ciò che mi fu caro. E ho lasciato tutto questo da vivo. Però è come se fossi morto». E conclude: «Neppure Dio può revocare ciò che è stato».
Il primo documentario che ho fatto per la Rai su Mussolini e il fascismo, Tutti gli uomini del Duce, uscì con la consulenza storica di Renzo De Felice - per me una guida e un maestro - nel lontano 1983. Da allora sull´argomento di documentari ne ho fatti tanti. Credo di essere in assoluto il giornalista che ha più frequentato il materiale fotografico e cinematografico relativo. Ho a suo tempo riscoperto e tirato fuori il filmato sul salvataggio di Mussolini a Campo Imperatore e poi sul suo incontro con Hitler pochi giorni dopo la stesura dei Pensieri. Il Duce ha un cappellaccio a larghe tese, un cappotto scuro sdrucito, è mal rasato, ha una faccia magra e tesa con gli occhi spiritati. l´immagine di un vecchio barbone con alle spalle una vita sventurata, non quella di un capo di Stato.
Occuparsi come ho fatto io per tanti anni di un personaggio così ingombrante determina una forse mal riposta simpatia umana. Il Mussolini dei Pensieri, quest´uomo prematuramente invecchiato, sconfitto, malato, che ricorda il figlio morto, si preoccupa per la moglie Rachele, o per l´altro figlio Vittorio di cui non ha notizie, è indubbiamente patetico. Tuttavia c´è qualcosa che stride, come una sordità morale: il Paese è a pezzi, la politica del Duce ha causato immense sciagure, immensi dolori. Alla tragedia di un popolo martoriato l´ex Duce non dedica nemmeno una riga.
Ma perché finora l´attendibilità di questo testo pareva dubbia? Nell´opera omnia di Mussolini (curata dai fratelli Edoardo e Duilio Susmel) è stata pubblicata - sembra un gioco di parole - la traduzione italiana della traduzione tedesca. L´originale era scomparso. Copre il periodo tra il 27 luglio e il 20 agosto, prima che il Duce venisse trasferito nell´Italia centrale. Lo scritto cadde in mano dei nazisti che lo fecero tradurre. Poteva servire a capire qualcosa della psicologia e delle intenzioni di Mussolini, l´uomo che Hitler in passato aveva tanto ammirato. Di questa traduzione il Führer pare abbia ricevuto una copia accompagnata da un breve resoconto del 25 luglio. Hitler non rinnegò mai Mussolini però qualche dubbio cominciava ad averlo. Si confiderà con una delle anime più nere del nazismo, Göbbels, che scrisse nel diario: «Il Duce non ha tratto dalla catastrofe le conclusioni che il Führer si aspettava. Non pensa a vendicarsi». Conclude: «Il Duce a differenza di Hitler e di Stalin non è un vero rivoluzionario. Il Führer è deluso».
Comunque gli originali del testo dei Pensieri vennero bruciati al momento del crollo della Germania nazista. Un ufficiale delle Ss ne salvò tuttavia una copia appunto nella traduzione tedesca. Se la tenne nascosta per qualche anno poi si decise a farla pubblicare su un giornale austriaco il Salzburger Nachrichten: troppi passaggi. C´era quindi il timore di manipolazioni. Grazie alla copia rinvenuta da Repubblica oggi sappiamo che il testo pubblicato a suo tempo è nella sostanza esatto anche se c´è per la doppia traduzione qualche variazione nella scelta dei vocaboli e nel giro delle frasi. I Pensieri pontini e sardi rivelano quindi davvero lo stato d´animo di Mussolini. Sta per cominciare la Repubblica di Salò, il momento più feroce e forsennato del fascismo. Mussolini, prima di rientrare nella fornace, sembra avere una sola speranza, quella di morire. Firma in quei giorni qualche lettera «Mussolini defunto», il che storicamente non è senza significato. Nelle prigioni americane il passaggio di un condannato a morte viene annunziato col grido «dead man walking», uomo morto che cammina.