Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 12 Sabato calendario

Quando l’economia investe sui single

• Quando l’economia investe sui single. Il Sole 24 Ore 28 gennaio 2007. di almeno 9 miliardi il budget annuale di spesa dei single italiani , che secondo gli ultimi dati Istat sono 5,7 milioni, pari al 10% della popolazione e al 25,8% delle famiglie. La fascia d’età che spende di più è quella dei single under 35, con una cifra mensile di 1.895 euro, seguita da quella intermedia (35-64 anni) con 1.882 euro. Più bassa la spesa degli over 65, che si fermano a 1.296 euro al mese. Il mercato non ha tardato ad adeguarsi a questi dati: negli ultimi anni (si veda l’articolo a fianco) aziende di prodotti e servizi hanno escogitato soluzioni ad hoc per le «persone che vivono da sole» (questa la definizione di single data dal dizionario Garzanti). successo in Italia, ma non solo. I dati più recenti indicano che la percentuale di single, tra gli uomini e tra le donne, è in aumento ovunque. L’ultimo numero viene dagli Stati Uniti, ma il trend è chiaro anche in molti altri Paesi occidentali. Secondo l’ultimo censimento Usa (2005), per la prima volta il numero delle donne americane non sposate ha superato la metà del totale, anche se di un solo punto percentuale. Da Mosca a Berlino Stessa sorte è toccata alla Russia: stando a una recente ricerca dell’istituto di demografia dell’Accademia delle scienze di Mosca quasi la metà delle donne russe sono single. Un altro esempio è la Germania: secondo gli ultimi dati dell’ufficio federale di statistica, il Destatis di Wiesbaden, in un appartamento su due nelle città con più di 500mila abitanti vive una persona sola. Negli ultimi 30 anni il numero dei single tedeschi è fortemente aumentato: se nel 1974 la quota era ancora del 37%, alla metà degli anni 80 era salita al 45% e lo scorso anno al 49 per cento. Quanto all’Italia, tra le donne single, il 61,8% sono vedove, l’11,1% separate o divorziate, il 27,1% nubili. Tra gli uomini il 53,1% sono celibi, il 27,1% separati o divorziati e il 19,7% vedovi. Orgoglio americano Anticipatrice come sempre, l’America ha lanciato qualche anno fa la moda del "single pride", l’orgoglio di essere single, che si esprime anche portando un "right hand ring". L’anello referibilmente di diamanti, come il classico simbolo di promessa nuziale, ma in versione cuori solitari va ora indossato sulla mano destra. Le americane "available and happy", libere e felici, se lo regalano da sole, senza aspettare un ipotetico fidanzato. Quando l’agenzia pubblicitaria Ruta Fox lo lanciò su internet, nel 2004, probabilmente non ne aveva previsto il successo: nel giro di poche giorni 5mila single newyorchesi acquistarono un "anello da mano destra". E l’intuizione della piccola agenzia di New York ha convinto De Beers a seguire la stessa strada. La Dtc, la società controllata dal colosso mondiale dei diamanti che si occupa del marketing e dell’immagine dei gioielli in diamanti, ha creato nuove campagne pubblicitarie per l’Occidente e l’Oriente che invitano le donne a regalarsi un anello Trilogy, se lo desiderano. Inventato da David Lamb, geniale direttore marketing della Dtc, il Trilogy è un anello con tre pietre, che, quando fu concepito, dovevano rappresentare il passato, presente e futuro di una coppia, di un amore. Ma adesso la Dtc invita le donne a comprarselo come simbolo del loro percorso di vita: quello che sono state, che sono, che saranno. E Wal-Mart, la più grande catena al mondo di ipermercati, ha annunciato il lancio di collezioni di gioielli intitolate Indipendenza. Le bizzarrie francesi A Parigi invece spopola l’anello Nozatoo, neo simbolo della rivoluzione single. E sempre dalla Francia arriva un’altra novità, che coniuga due esigenze: quella di fare la spesa e quella di trovare qualcuno per alleviare la solitudine. Nella catena di supermarket parigina Lafayette Gourmet il giovedì sera i single che lo desiderano sono riconoscibili dai "carrelli romantici". Secondo i manager della catena, nei negozi si vedevano troppi ragazzi e ragazze soli che riempivano il carrello di cibo da una porzione. Sembravano tristissimi e alcuni esperti di marketing hanno studiato il modo di trovare loro compagnia. Ed ecco la soluzione: rendere riconoscibili i single appiccicando sul loro carrello o cestino (viola, come il marchio del portale Yahoo! che collabora all’iniziativa) una sorta di cartoncino decorato con il disegno di una coppia che si sbaciucchia. Tutto questo sempre che il single in questione lo voglia e che sia giovedì sera, unico giorno della settimana dedicato all’iniziativa. Una volta che gli shopper si sono adocchiati tra i pacchetti di cereali o di spaghetti o al banco dei formaggi, possono parlare apertamente mentre fanno la coda alla cassa: una fila speciale è dedicata esclusivamente a loro. Principe azzurro addio In questo processo di cambiamento c’è una schizofrenia. O forse un paradosso. Nel 1780 Nicolas Chamfort scriveva: «La parola più ragionevole e più misurata che sia mai stata detta sulla questione del celibato è questa: qualunque partito tu prenda, te ne pentirai». Probabilmente aveva ragione, come rivelano i dati di chi continua a rivolgersi alle agenzie matrimoniali, sintomo di una tendenza a scansare a tutti i costi la solitudine. Secondo il Rapporto Italia 2004 dell’Eurispes, le agenzie italiane censite sono passate dal 2000 al 2003 da 246 a 436: un incremento del 77,23 per cento. E la presenza è più massiccia nelle grandi città, dove si moltiplicano le occasioni di socialità. Ma, evidentemente, anche quelle di solitudine: Milano ha 31 agenzie e Roma 26. La tendenza alla crescita del numero dei single ha spinto le tradizionali agenzie matrimoniali ad aggiornarsi, oppure nuove strutture ad affacciarsi sul mercato. Esiste ad esempio il «Club per Single Eliana Monti», che nel 2005 ha registrato in tutto il territorio nazionale oltre 20mila iscritti. Roma ne conta 2.200, seguita da Milano con 2.000, Torino con 1.800 e Napoli con 1.200. In aumento anche le iscrizioni da parte dei giovani, soprattutto al di sotto dei 30 anni. Il club, spiega Eliana Monti, titolare dell’omonima agenzia matrimoniale specializzata nella ricerca dell’anima gemella, si propone di diventare un punto di incontro per far considerare gli iscritti parte di un gruppo. Ci sono anche iniziative promozionali, specie per gli over 65, ma le agenzie cercano di andare incontro alle esigenze dei single di ogni età, organizzando cene danzanti, serate etniche, viaggi, passeggiate nei parchi, ma anche lettura dei tarocchi. «Siamo solo agli inizi», dice invece il sociologo Jean-Claude Kaufmann, che dopo il successo internazionale di C’era una volta il principe azzurro (Mondadori) è ormai diventato un portavoce ufficiale dei single: «Il numero di persone sole che stanno bene con se stesse è cresciuto molto e tenderà ad aumentare». Persino l’inossidabile Barbie ha cambiato strategia. Al suo fianco, al posto di Ken, è comparso un nuovo personaggio. E la Mattel ha chiarito: a 45 anni Barbie è diventata single. Ma sarà felice? Giulia Crivelli
• I supermercati si sono subito adeguati. Il Sole 24 Ore 28 gennaio 2007. Monoporzioni di ravioli, cartoni di latte fresco da un quarto di litro, frutta e verdura lavata, mini confezioni di creme. Ma anche elettrodomestici per uso singolo, servizi di lavanderia e stireria a domicilio, mutui personalizzati per chi non deve fare i conti con budget da famiglia numerosa, stanze di albergo senza supplemento singola. E persino sistemi di irrigazione per giardini e terrazzi comandabili da un pc mentre si è al lavoro e servizi di day care per cani, gatti e forse presto furetti, vista la crescente diffusione di questi bizzarri animaletti nelle case italiane. Sono solo alcuni dei prodotti e servizi pensati ad hoc per chi vive da solo e ha esigenze particolari, anche di tempo. «Lo scopo non è vendere più ravioli o latte o carote tagliate, lavate e condite - ci spiega il responsabile marketing di una catena della grande distribuzione -. Prima dell’avvento di questi prodotti i single compravano quelli tradizionali e non c’è una grande differenze per i ricavi delle aziende. Il punto è un altro: fidelizzare i clienti, facendoli sentire accuditi, dando loro la sensazione che vengano riconosciute e legittimate le loro esigenze». A volte però si possono fare errori di valutazione, come nel caso degli elettrodomestici. Già qualche anno fa i più grandi produttori di frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e asciugatrici avevano introdotto modelli da single, partendo dal presupposto che chi vive da solo ha meno bucato da fare, meno stoviglie da lavare e minori esigenze di conservare grandi quantità di cibi e bevande. Ma le vendite hanno fatto flop, nonostante gli sforzi di marketing e comunicazione, soprattutto all’interno dei punti vendita. Secondo gli ultimi dati Gfk, la società che monitora, tra gli altri, il settore degli elettrodomestici, le mini lavatrici e i mini frigoriferi continuano a non piacere e presumibilmente la loro produzione verrà progressivamente sospesa. La spiegazione c’è: non è razionale, ma emotiva. I single, stando ad alcune ricerche di mercato, vedono il minielettrodomestico come un oggetto povero, una diminuzione del loro status, piuttosto che come un aiuto alle loro esigenze domestiche. Il successo invece è ormai assicurato per tutto quello che agevola la gestione di pranzi e cene. Negli ipermercati, ma spesso anche nei minimarket di quartiere, si possono trovare prodotti in porzione singola dei più famosi marchi di paste fresche o di piatti pronti e surgelati, da Rana a Buitoni, da Barilla a Findus con i famosi «Quattro salti in padella». E si allargano pure gli spazi delle verdure già lavate, anche in monoporzione. Nonostante questa offerta, la vita da single può essere difficile, persino nelle grandi città. Secondo una ricerca del maggio 2006 dell’Osservatorio Metropolis, la condizione di single a Milano è sempre più complicata. Se è vero che per uno su tre (31%) vivere da soli significa innanzitutto libertà (24%) e divertimento (8%), per gli altri le cose vanno meno bene. Essere single significa innanzitutto stress (21%), disordine (16%), solitudine (14%) e noia (11%). Forse anche per questo nello scorso anno, proprio a Milano, è nata la prima "scuola di sopravvivenza per single", ideata per fornire istruzioni concrete, con un tocco di ironia, ma anche un supporto psicologico. Tra i docenti ci sono psicologi ed esperti di costume e perfino un deejay; molti i corsi, dal Single Feng Shui alla Cleaning Therapy, alla Nouvelle Single Cuisine. Giulia Crivelli
• L’era della flessibilità non nega la famiglia. Il Sole 24 Ore 28 gennaio 2007. L’anno scorso, la crisi della famiglia ha ispirato ad Alfonso Cuarón un film apocalittico e bellissimo: I figli degli uomini. Era ambientato nella Gran Bretagna del futuro, ma avrebbe benissimo potuto essere girato nell’Italia di oggi, dove, si sa, la famiglia è da tempo un organismo in via di estinzione. Rispetto a trent’anni fa, da noi si celebrano 150mila matrimoni in meno all’anno (per non parlare dei figli: 350mila in meno). Da questo campo di macerie sta emergendo un nuovo protagonista: il single. Colui che sceglie di attraversare la propria vita senza costruire legami stabili. Tra il 1991 e il 2001, nel nostro Paese la percentuale di celibi sopra i 24 anni di età è aumentata del 44 per cento. Un vero e proprio boom: oggi i single italiani sono circa sei milioni. Alcuni pensano che sia un puro e semplice indicatore di crisi. I giovani, si dice, non si sposano più perché non riescono a raggiungere il grado di stabilità economica che sarebbe necessario per decidere di fondare una famiglia. E però, come tutte le spiegazioni deterministiche, anche questa coglie solo in parte la realtà. Dagli Stati Uniti, nel frattempo, arriva un segnale importante. Quest’anno, per la prima volta nella storia, il numero delle donne single ha superato quello delle sposate. E non è tanto, da quel che dicono gli esperti Usa, un segno di difficoltà, quanto una questione di scelta. Le donne americane, infatti, sono più forti che mai: economicamente e socialmente. E, da questa posizione di forza, scelgono per la prima volta di non sposarsi: non perché non possano, ma perché non devono. Quello che era, fino a qualche tempo fa, un imperativo sociale, ma anche economico, è diventato un accessorio, come la pashmina o il blackberry. Lo stesso vale, almeno in parte, per l’Italia. Anche da noi, le parole d’ordine della cultura single sono "scelta" e "reversibilità";perché siamo entrati in una fase nella quale, come aveva previsto Sartre molti anni fa, ciascuno di noi ondannato ad essere libero. Libero di scegliere tra 52 marche di yogurt e 126 tagli di jeans, ma anche libero di sposarsi o no, di fare un figlio o no. Le generazioni del post ’68 sono le prime per le quali nulla iù automatico; ogni rito di passaggio che faceva precedentemente parte di un percorso definito a priori ggi sottoposto a un attento ri-esame. Un corollario del desiderio di poter scegliere sempre, poi, uello di non stabilire vincoli che limitino questa facoltà. I legami, in particolare quelli legali come il matrimonio, implicano, di per sé, una limitazione delle proprie possibilità di scelta. A furia di vivere una vita a termine, sul lavoro e nei consumi, le nuove generazioni ci hanno preso gusto e oggi concepiscono ogni impegno a tempo indeterminato come un peso insopportabile. Però devono stare attenti, i single abituati alla scelta e alla reversibilità permanente. In primo luogo, perché l’eccesso di scelte rischia, in molti casi, di diventare paralizzante. Nei test effettuati qualche anno fa dall’aeronautica militare americana, gli aerei da combattimento con poche funzioni prevalevano sistematicamente sugli apparecchi più sofisticati: perché il pilota con troppe opzioni finisce col diventare più lento, e meno efficiente, del pilota che ha di fronte a se solo un numero limitato di scelte. La reversibilità, di tutte le scelte e di tutti gli impegni, sarà anche una bella cosa. Purché non si dimentichi che la vita, lei, fino a prova contraria non è ancora diventata reversibile. E che a furia di volerle tenere sempre libere, il rischio, prima o poi, è quello di restare a mani vuote. L’era flessibile non ha cancellato la necessità, per ciascuno di noi, di poter contare su punti di riferimento stabili, ai quali ancorare le proprie esperienze. Al contrario, questa esigenza si è forse addirittura accresciuta, anche se, paradossalmente, siamo sempre meno attrezzati per soddisfarla. La vera sfida, oggi, è quella di ricostruire vincoli affettivi e familiari che siano compatibili con le mutate condizioni ambientali. Come hanno scritto due giovani scrittori veneti in un’antologia dedicata proprio a questo tema (I nuovi sentimenti, Marsilio, 2006): «Ci sono sentimenti che hanno resistito caparbiamente all’avvento del nuovo. Ce ne sono altri che sono scomparsi: un po’ alla volta, quasi insensibilmente, o un po’ di colpo di fronte a inaspettati cataclismi culturali. E ci sono sentimenti che sono mutati, per poter sopravvivere (e per permetterci di sopravvivere) in un ambiente mutato. come se al sentimento Amore 1.0 fosse stata sostituita la release Amore 2.0, nuova e più adatta all’uomo del terzo millennio». Speriamo che non sia piena di bachi. Giuliano Da Empoli
• Condy, single per destino. Condoleezza Rice, la donna di ferro dell’amministrazione Bush, ha dovuto più volte spiegare perché è single. In un’intervista a Fox News, nel 2005, le fu chiesto se c’era un collegamento tra la sua folgorante carriera politica e l’essere nubile e senza figli. Lei rispose che non c’era, che si era trattato semplicemente di «destino». Il 12 gennaio è stata accusata dalla senatrice democratica Barbara Boxer di non capire l’angoscia delle famiglie e soprattutto delle mamme dei soldati spediti in Iraq, visto che non è sposata e non ha figli. Clooney, single per scelta. «Sexiest man alive», l’uomo vivente più sexy che c’è: così è stato definito più volte George Clooney, l’attore reso famoso dalla serie televisiva E.R.-Medici in prima linea, che ha saputo poi trovare molte altre strade professionali, anche come regista. Ma che continua a vivere da solo nelle sue numerose e spaziosissime dimore. L’ultima volta che gli è stato chiesto se intendesse finalmente sposarsi (ha 45 anni) ha risposto con una provocazione, assicurando che per un anno sarebbe uscito ogni sera con una donna diversa. Tutto in lavanderia, ci pensa Microsoft. Ritiro e consegna a domicilio Una della incombenze più time consuming è lavare e stirare. Per questo nelle grandi città italiane (e in alcune aziende, come Microsoft e Johnson & Johnson) si stanno diffondendo i servizi di lavanderia. I sacchi vengono ritirati e riconsegnati in pochi giorni. A Milano ad esempio c’aundrynet (www.laundrynet.it). Bambole: la Mattel cambia look e pubblicità Anche Barbie può stare senza Ken Nel 2005 la Mattel, l’azienda che da oltre 40 anni produce le storiche bambole, ha annunciato che Barbie aveva lasciato Ken, il suo atletico e bellissimo fidanzato, adeguando marketing, pubblicità e siti web. Nel 2006 però Ken è ricomparso con un nuovo look: la Mattel ha fatto sapere che vuole riconquistare la sua Barbie. L’Europa importa il «Day care» dagli Usa Gli asili nido per animali La città in cui sono più numerosi è San Francisco, ma dall’America si stanno diffondendo anche in Europa: sono i "day care center" per cani e gatti, sorta di asili nido per gli animali domestici di single che lavorano fuori casa e non vogliono lasciare i loro compagni di vita tutto il giorno soli. Su internet un aiuto a chi parte da sola Viaggiare senza supplementi Le tariffe turistiche per single sono sempre svantaggiose. E se si è donne, viaggiare sole può anche essere pericoloso. Per aiutare a risolvere questi problemi sono nati molti siti. Uno dei più interessanti, promosso dalla regione Toscana, è www.benvenuteintoscana.it.