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 2016  novembre 12 Sabato calendario

Resoconto di una conversazione tra il giornalista del Messaggero Sandro Vacchi e il procuratore della Repubblica e capo della direzione antimafia di Trieste Nicola Maria Pace, 61 anni, lucano, fumatore di sigari

• Resoconto di una conversazione tra il giornalista del Messaggero Sandro Vacchi e il procuratore della Repubblica e capo della direzione antimafia di Trieste Nicola Maria Pace, 61 anni, lucano, fumatore di sigari. Esistono 16 organizzazioni cinesi che praticano il traffico di clandestini Per comprare un cinese, queste organizzazioni versano alla famiglia cinquemila euro. I cinesi entrati in Italia solo da Trieste nel corso dell’ultimo anno ammontano a un valore di 70 milioni di euro. Prima parte del viaggio in aereo di solito verso l’Ucraina. Qui i clandestini sostano dai sei mesi ai due anni. Vengono poi trasferiti a piccoli gruppi verso la Bulgaria, la Romania o la Slovenia. Di qui verranno poi ulteriormente smistati nell’Europa ricca, tra cui l’Italia. Se qualcuno vuole riscattarli a questo punto deve versare all’organizzazione almeno 15 mila euro. Altrimenti le ragazze sono avviate alla prostituzione, gli uomini ai laboratori clandestini. Dal 1998 a oggi gli investigatori triestini hanno fatto condannare 1200 trafficanti e sgominato ottanta organizzazioni. Fra i trafficanti: Xu Bai Lang, molto importante ("uno dei capi della cupola cinese in Europa"). (segue)
• Dalle intercettazioni telefoniche (18 mila con 157 inquisiti) si è capito che all’interno del traffico dei clandestini, va considerato il sottotraffico di organi. "In una, in particolare, si diceva di un italiano incaricato di prelevare a Sarajevo dei ”poveri scemi” cinesi, e di portarli in Occidente uno per volta. Da contatti con diverse polizie europee, la Procura di Trieste ha appreso che il prezzo del riscatto di questi poveracci non erano i trenta milioni di mercato, ma ben duecentomila dollari. Perché? Da dietro la nuvola di fumo, il dottor Pace risponde: «Evidentemente dovevano fornire più organi.» (segue)
• (continua) "Una piccola prova del nove viene dalla Calabria. Un bel numero di curdi sbarcati dalle carrette hanno una cicatrice su un fianco. «Ci hanno tolto un rene, soffrivamo di calcolosi» spiegano. (...) e se l’Italia non fosse soltanto terra di ”ricchi” trapiantati, ma anche sala operatoria? Nelle indagini della Procura la pista del bisturi porta per ora in Turchia, ma il sospetto sfiora anche l’Europa occidentale. «Il traffico è indiscutibile, dobbiamo arrivare al bandolo», dice il procuratore. Gli sono capitati georgiani e bielorussi che si erano venduti un rene per ventimila dollari. Ne hanno incassati tre o quattrocento, una pacca su una spalla e il ricatto: «Il resto quando ci porterai qualcun altro.» (segue)
• continua "Ed ecco la catena di Sant’Antonio del trapianto illegale, fondato su due disperazioni: quella di chi ha bisogno dell’organo e quella di chi ce l’ha. Dove la disperazione è massima, non si contratta, ma si uccide e si espianta tutto, macelleria vera. Le precauzioni col donatore vanno mantenute, infatti, se lo si deve tenere in vita, altrimenti basta una borsa frigorifero, altroché tecnologia operatoria. Ne sanno qualcosa i genitori di una bambina afghana di quattro anni rapita davanti a casa: pochi giorni dopo si sono visti gettare un sacco sulla soglia. Dentro c’era la piccola. Senza occhi, senza reni, senza cuore, senza fegato.In Europa non si arriva (?) a questo, ma il dottor Pace cita il caso di un suo collega bavarese che ha arrestato un tale che offriva in Germania organi umani di vittime di ”incidenti stradali”. Avvenuti dove? A Sarajevo. A lui è capitato invece di stroncare un traffico di neonati non certo destinati alle adozioni clandestine. Ospedale di Melzo, nel Milanese. Una bulgara partorisce un bambino e non lo riconosce: i delinquenti agiscono anche nel rispetto del codice civile. Prima che si faccia avanti il ”padre” a riconoscerlo, alcuni agenti travestiti da infermieri consegnano il neonato al Tribunale dei minori. Fra il 1998 e il 2001 in Italia sono entrati almeno 35 mila clandestini dalla porta di Trieste.(fine)