Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 27 settembre 1999
l’uomo che fa per voi
• l’uomo che fa per voi. la persona che tutti vorremmo incontrare: quando usciamo di casa nervosi, quando ci torniamo stanchi e depressi. l’uomo giusto per i giorni sbagliati, quando non c’è modo di salvarsi dall’acqua alta della vita, dalle albe tatuate di pioggia e dai tramonti sporchi di nuvole. Quando il cuore è livido e la testa scoppia. Ma va bene anche per i momenti così così, per le mattine sgonfie e per le sere in cui si è più a terra di una gomma bucata. Sissignori, Akira Hareruya è l’uomo dei sogni, è quello che vi rimette a posto, che vi fa sparire frustrazione, stress, rabbia. E anche un po’ di anemia di vita. Se volete incontrarlo, conoscerlo, picchiarlo, vi dovete spostare a Tokyo, in Giappone. Lui si presenterà con una parola sola: «Colpiscimi».
Nossignori, Akira Hareruya non è l’imperatore dei masochisti e nemmeno un produttore mondiale di fruste. solo uno che tira a campare, che si difende come può dalla crisi asiatica che l’ha mandato in bancarotta e l’ha messo in ginocchio, quasi la realizzazione del personaggio del Capro Espiatorio dei libri di Pennac.
• Mister Hareruya è l’uomo con cui prendersela. il primo punching-ball umano. A portata di tutti. Costa molto meno di una seduta psicanalitica, appena sedicimila lire per un minuto. Donne e bambini hanno diritto a metà prezzo. Altro che Tyson, De La Hoya e i ring miliardari di Las Vegas. Il suo ufficio è in strada, in qualsiasi marciapiede del quartiere di Kabukicho, non propriamente zona alta: bar, cinema, ristoranti a poco, poliziotti che chiudono un occhio. Lui vi aspetta lì, vi offre un paio di guantoni e vi spiega le regole: potete colpirlo ovunque, ma non sotto la cintura, per favore non prendetelo a testate e non picchiatelo quando è a terra. Ah, naturalmente il signor Hareruya, che ha 36 anni, non risponderà ai vostri colpi. Cercherà solo di schivarli. Lui è passivo, come un punching-ball.
• Lui sta male, per farvi sentire meglio. Ha quasi sempre il naso che sanguina, l’occhio nero, e le costole fratturate. Anche se non è proprio uno sprovveduto: in gioventù ha fatto il pugile professionista ed è arrivato anche ad essere il numero 17 nella classifica giapponese. E anche se questo mestiere non lo appassiona molto: d’accordo è finito su tutti i giornali e in tv, ma per sua moglie e per i suoi tre bimbi «è un disonore». Ma lui che altro poteva fare se la sua ditta che si occupava di elettricità è stata vittima della recessione e se lui ha un debito che ammonta a quasi due miliardi di lire? In fondo il signor Hareruya anche se in maniera bislacca continua la sua vecchia professione: dà elettricità alla gente, la ricarica. E la studia: «I peggiori sono gli ubriachi, cerco di evitarli perché mi colpiscono subito, senza nemmeno stare a sentire la regole. Anche i pugili e quelli delle arti marziali sono tosti, vengono da me solo per deridermi, per fare i bulli con i loro amici, e per sentirsi grandi».
• Mister punching-ball finora ha avuto duemila clienti. Ne fa 60 a notte, quando le cose vanno bene. Il guadagno medio è di quattrocentomila lire al giorno. Ma ci sono anche delle sere maledette, quelle in cui al mondo gira tutto male e tutti hanno voglia di mordere, be’ quelle sono delle notti benedette per Hakira che riesce a portarsi a casa anche un milione e mezzo. E il suo osservatorio umano è migliore dello studio di Freud a Vienna. Mentre lo picchiate lui vi chiederà di gridare nome, cognome, professione e di che razza di stress soffrite e vi inviterà a tornare a casa portando per sempre con voi il ricordo di una notte straordinaria. Quasi sempre i clienti urlano l’odio per il loro superiore, quanto non ne possano più delle sue carognate. Anche i suoi vecchi boss, quelli che lavoravano con lui nel settore costruzioni, vanno lì a prenderlo a pugni perché gli vogliono bene. Se sei veramente un suo amico gli devi tirare cazzotti per tre round. Hareruya è molto impressionato dalle donne e dai bambini. Dice che sono molto timidi, molto stressati e che avrebbero bisogno di rilassarsi. Eppure con i guantoni non sanno fare granché. Sì, va bene, ci sono le ragazze che urlano bestialità ai fidanzati infedeli e che lo buttano a terra con violenza, ma in genere sono sempre un po’ legate e impacciate. A lui dispiace non riuscire a tirare fuori la loro rabbia, gli sembra quasi di rubare, per questo fa sconti.
Si capisce, il suo non è un lavoro che può durare a lungo. Ma il fatto è che il signor Hareruya non trova altro e che ha fretta di saldare il suo debito. A parole tutti lo incoraggiano, lo invitano a farsi vivo per un posto, poi gli sputano in faccia che la sua credibilità è troppo sputtanata. Solo un piccolo costruttore, il signor Mitsuo Uzumi, passato anche lui tra le miserie della crisi economica, ha offerto un posto da muratore a cento dollari al giorno. Ma Hareruya è sempre lì, sui marciapedi di Tokyo, a fare quello che nessuno ormai nemmeno per amicizia vuole più fare. Il più moderno dei vecchi Samurai: quelli combattevano il mondo, lui lo fa sfogare.