Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 4 luglio 2004
Domenica 4/7/1954
• Domenica 4/7/1954. Vince una storia zoppa
Alla libreria Garzanti della galleria Vittorio Emanuele di Milano, Soldati firma al pubblico le copie di Lettere da Capri. Stroncato il 29 giugno da La Stampa: «Questa storia non sta in piedi», il 30 vince il premio Strega di un milione di lire. La votazione funziona così: c’è una prima scrematura, poi ne restano 5 e tra questi si vota il vincente. Tra gli sconfitti del 1954, Cassola e Buzzati.
• Sabato 4/7/1964. Lo Strega è una giungla
Prime polemiche: per il Corsera, lo Strega è «una giungla fatta di caffè e strette di mano», un evento «commerciale e non letterario». I 400 scrittori e critici coinvolti fanno perdere la Califfa di Bevilaqua e vincere L’ombra delle colline di Arpino. La raccomandazione è metodo: la candidatura di ogni concorrente viene accompagnata da una scheda compilata da un critico amico.
• Giovedì 4/7/1974. Petroni vince e contesta
Mille polemiche, la giuria sceglie La morte del fiume, romanzo su fascismo e resistenza. Dopo la premiazione il vincitore Petroni commenta polemico: «Quando eravamo più poveri, eravamo migliori». Campanile è secondo con Gli asparagi e l’immortalità dell’anima. I voti si ottengono con avvolgenti strategie fatte di cocktail, promesse di collaborazioni, telefonate insistenti.
• Mercoledì 4/7/1984. O si vince o si sgomita
Alla cerimonia di premiazione (nel Ninfeo di Villa Giulia) liti per sedersi ai tavoli degli editori. A quello della Bompiani c’è Moravia, al fianco di Rizzoli siede Del Buono. Vittoria annunciata per il saggio-romanzo (più saggio però) su Tolstoj di Pietro Citati, che dichiara: «Mi piace essere premiato, mi piace ricevere regali». Arriva seconda Francesca Sanvitale.
• Lunedì 4/7/1994. Strega sotto sfratto
Il premio a La casa del padre di Giorgio Montefoschi, per la terza volta nella cinquina finale. A dieci anni di distanza ancora seconda Francesca Sanvitale. Dal 20 maggio c’è un’ordinanza di sfratto per la fondazione premio Strega. La cerimonia è poco elegante per le liti tra case editrici che si rinfacciano alleanze occulte, pure per le bibite in lattina e per il menù del rinfresco.