Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 12 novembre 2016
Ha un biglietto da visita inconfondibile: si presenta con bollicine simili alla puntura di una zanzara sparse qua e là su tutto il corpo del bimbo, compresi bocca e cuoio capelluto
• Ha un biglietto da visita inconfondibile: si presenta con bollicine simili alla puntura di una zanzara sparse qua e là su tutto il corpo del bimbo, compresi bocca e cuoio capelluto. Ed è la malattia più frequente nei bambini al di sotto dei 14 anni. «Da un’indagine recente è risultato che la varicella colpisce 53 bambini su mille (pari al 5% della popolazione infantile), seguita dalla parotite con 19 casi», spiega la dottoressa Stefania Salmaso, direttore del reparto di Epidemiologia delle malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
Scampare al rischio di esserne contagiato, per un bambino che si aggiri nelle vicinanze di un piccolo malato, è come vincere un terno al lotto. La malattia si propaga infatti a causa della facilità di diffusione del virus che la genera (Varicella zoster, della famiglia degli Herpes). Basta qualche gocciolina di saliva per rimanere contagiati. «La malattia coinvolge chi è a tiro a partire dal giorno prima che scoppi l’eruzione sulla pelle del bimbo» dice ancora Stefania Salmaso. «Si ripresenta puntuale verso la fine dell’inverno e in primavera. Una volta contratta, bisogna solo aspettare che faccia il suo corso, scandito dalle fasi di trasformazione delle bolle in crosticine».
Una curiosità: «Pochi sanno che, dopo la guarigione, il virus rimane nell’organismo per molti anni, ospitato dai gangli della spina dorsale» spiega Stefania Salmaso. «Talvolta può perfino tornare attivo, in età adulta, causando l’Herpes zoster, più conosciuto come ”fuoco di Sant’Antonio”».
• La varicella coglie quasi sempre mamme e papà impreparati. Eppure, basterebbe sapere che...
Fratellino/sorellina Il dilemma è: lasciarlo contagiare o tenerlo lontano dal bambino malato? Qualsiasi cosa decidiate, tenete presente che la malattia si diffonde rapidamente ed è meno aggressiva con i bambini, mentre dopo i 14 anni aumentano i rischi di complicazioni.
Vaccino Si chiama Oka, si compra in farmacia dietro prescrizione medica e costa 61,97 euro. Va somministrato al bambino verso il 13-14° mese, quando scompaiono gli anticorpi materni, che fino ad allora lo hanno protetto dal virus.
Ritorno a scuola Non c’è una scadenza precisa. Di solito avviene dopo cinque giorni dalla comparsa delle bollicine. Il nullaosta viene dato dal medico scolastico.
Il bagno Soltanto quando le bolle si saranno seccate potrete immergere il bimbo nella vasca riempita di acqua tiepida, in cui avrete fatto sciogliere un pugno di amido (che ha proprietà lenitive). Per asciugarlo, avvolgetelo in un telo di cotone e tamponate delicatamente la pelle.
Esposizione al sole Come tutte le cicatrici, anche quelle della varicella hanno bisogno di qualche cautela se esposte al sole. Prima di un mese dalla guarigione, il bimbo deve restare all’ombra: la pelle potrebbe non rimarginarsi come dovrebbe.
• Varicella. Le fasi:
Nei primi tre giorni. All’inizio il bambino accusa un malessere generale, poco specifico. Poi arriva la febbre, che può salire fino a 39°.
Nei due giorni successivi. Si presentano le bollicine, prima su tronco e addome, poi su tutto il corpo. Non vengono risparmiate le mucose della bocca, i genitali e gli occhi.
Dal sesto al decimo giorno. Le vescicole scoppiano, si seccano e cadono. Anche in questa fase è possibile il contagio a causa del liquido contenuto nelle bollicine.
• Varicella. La cura.
L’antipiretico. Se la febbre è elevata (38°, 39°) il pediatra può somministrare un farmaco a base di paracetamolo per abbassare la temperatura. Ai bambini è sconsigliata l’aspirina.
Per alleviare il prurito. Solo se prescritti dal medico, potete dare al bimbo degli antistaminici.
L’antivirale. Impedisce al virus di proliferare, attenuando i sintomi. L’Acyclovir, per esempio: va dato entro le prime 24 ore dalla comparsa delle bollicine, ma è indicato solo per neonati e bambini con basse difese immunitarie.
• Il nemico numero uno del bimbo con la varicella è il prurito, che comporta l’incontenibile (e legittimo) impulso a grattarsi. Stuzzicando vescicole e crosticine il piccolo rischia però, una volta guarito, di ritrovarsi con una brutta sorpresa: un’antiestetica cicatrice. Che fare? Ecco qualche consiglio che può rivelarsi efficace.
Le unghie. Tagliatele corte per impedirgli di graffiarsi le eruzioni cutanee che prudono (e rischiare segni permanenti sulla pelle). Dovreste anche fargli indossare un paio di guanti di cotone, ma dalla teoria alla pratica...
Se il bambino è nervoso. Il bimbo è irascibile a causa del prurito? Calmatelo con una tazza d’infuso di camomilla e betonica. E se non ha la febbre, non costringetelo a rimanere a letto.
Il rimedio naturale. Tamponate le vescicole con una garza sterile, immersa in un infuso di stellaria, succo di borragine e di amamelide, suddivisi in parti uguali. Applicate l’impacco ogni ora.
Il talco mentolato. utilissimo per dargli una sensazione di freschezza. Spargetelo sulla pelle, ma fate attenzione a non distribuirlo vicino al collo: se il bambino lo inspira, rischia irritazione alla gola e al naso.
Occhio ai tessuti. No a pigiami o indumenti intimi in fibra acrilica. Sconsigliata anche la lana. Eccellenti i tessuti d’origine vegetale. Il cotone, per esempio, non sfrega la pelle (messa già a dura prova dalle bolle e dalle crosticine) lasciandola traspirare liberamente.