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 2016  novembre 12 Sabato calendario

Cecilia Bartoli: "Sono figlia d’arte, i genitori - Angelo, emiliano, e Silvana Bazzoni, romagnola, cantavano nel coro dell’Opera di Roma)

• Cecilia Bartoli: "Sono figlia d’arte, i genitori - Angelo, emiliano, e Silvana Bazzoni, romagnola, cantavano nel coro dell’Opera di Roma). Ricordo la felicità e l’eccitazione, insieme ai figli degli altri artisti, quando i miei mi portavano piccolissima dietro le quinte degli spettacoli estivi a Caracalla: erano produzioni colossali, come Aida, irresistibile: appena si poteva noi bambini ci arrampicavamo su leoni e sfingi. Poi ricordo che mia madre, per tenere buoni a casa me e i miei fratelli la domenica pomeriggio, anni dopo, ci faceva fare i vocalizzi. Con mio fratello non funzionò, con mia sorella nemmeno, con me sì" (segue)
• "Ho debuttato con Pippo Baudo. La prima volta è stato davanti al pubblico di Fantastico: Baudo aveva fatto delle audizioni in cerca di talenti, io ed altri del Conservatorio di Santa Cecilia ci ritrovammo con giocolieri, pianisti, due ragazze del circo. Fui scelta, avevo 19 anni, andai per curiosità, per passare un sabato sera diverso. Cantai delle arie di Rossini, la Ricciarelli mi fece da madrina, fu carina, rimase colpita e me lo disse. Il debutto vero fu l’anno dopo a Roma, Rosina nel Barbiere di Siviglia. " (Cecilia Bartoli, segue).
• "Vengo da una famiglia di contadini, ho visto mia nonna cogliere i pomodori sotto il sole delle due, so che cosa vuol dire faticare per vivere, sono cresciuta coi piedi per terra e li mantengo: guadagno molto, ma so quanto costa la verdura. E non scorderò mai mia nonna Libia, ottantenne, che prese per la prima volta l’aereo per sentirmi cantare al Metropolitan: era sbalordita, alla cena sfarzosa dello sponsor miliardario sgranava gli occhi davanti ai vassoi di caviale. Quando poi andai a trovarla, in Emilia, la trovai in soggezione, muta davanti alla minestra che stava cucinando: tutto insieme si era resa conto della carriera che avevo fatto. La abbracciai, si mise a piangere: "Nonna, ma è tutta una bella favola! Non scambierei i tuoi fagioli con tutto il caviale del mondo!" (Cecilia Bartoli, segue)
• Come mai in America la chiamano Cancelia? " un soprannome nato diversi anni fa in America. Ero malata, ho cancellato, capisco la reazione: ci sono i direttori dei teatri, i produttori degli spettacoli, il pubblico... Tutti si arrabbiano. Ma se si sta male non si può andare in scena: per noi cantanti un raffreddore è orribile, una bronchite fatale, si possono danneggiare le corde vocali, si rischiano silenzi di 3-4 mesi. Al Metropolitan di New York se la sono presa, mi dispiace. Ma non si fa un favore al pubblico a esibirsi malconci" (Cecilia Bartoli, segue)
• Viaggia in nave per non prendere l’aereo? "Se devo prendere l’aereo lo prendo. Ma per andare in America, potendo, prendo la nave. Si parte dall’Inghilterra, o dall’Irlanda: in cinque giorni sei di là, ma a volte ho allungato il giro, ho fatto delle piccole crociere per vedere l’aurora boreale e l’Islanda". Ma dell’aereo ha paura? "Ho paura, sì, ma del fuso orario: è più difficile concentrarsi, cantare, l’organismo, almeno il mio, ne soffre parecchio. E poi vuol mettere l’occasione... incontri i delfini, respiri l’aria fresca. Una meraviglia" (Cecilia Bartoli, fine).
• Cecilia Bartoli è alta un metro e 62.