Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 12 novembre 2016
Ne berremo un po’ di meno, ma sarà più buono
• Ne berremo un po’ di meno, ma sarà più buono. L’annata 2001 per il vino rosso, secondo le previsioni, sarà ottima anche se un po’ scarsa. Niente di meglio: da anni gli esperti decantano le virtù del vino scuro e invitano a preferire la qualità alla quantità. Basta un’occhiata alla lista dei pregi: «Fa bene al cuore, grazie alle sostanze antiossidanti (primo fra tutti il resveratrolo) che riducono il rischio di trombosi, ritardano l’insorgenza dei tumori e aiutano a mantenersi giovani», spiega Massimo Bertamini, ricercatore del dipartimento di Produzione vegetale dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige (Trento). Studi recenti hanno anche dimostrato che aiuta la conservazione della memoria e previene le malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. A una sola condizione: non esagerare.
• Quello che devi sapere sul vino rosso. Un moderato consumo di vino può ridurre del 20-40 % le conseguenze più gravi delle patologie cardiovascolari.
«Il vino rosso», spiega Christian Zulian del laboratorio di analisi e ricerche dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige, «è la bevanda che contiene più composti fenolici, gli antiossidanti che combattono
i radicali liberi e ostacolano l’invecchiamento delle cellule».
Quale vino scegliere? Quello che nasce dai vigneti di collina: ha più polifenoli.
Per ottenere i maggiori benefici il vino rosso deve essere bevuto sempre durante i pasti.
Quanti bicchieri? Un quarto di litro per i maschi adulti e un paio di bicchieri per le donne è la quantità di vino consigliata dagli esperti
per avere i maggiori benefici.
Astemio è meglio? Sembra di no. «Consigliare a chi beve poco di smettere non serve a niente, anzi» dice Bertamini. «I vantaggi per la salute sarebbero irrisori, mentre aumenterebbe il rischio di patologie cardiache».
• C’è un punto su cui gli esperti non ammettono discussioni: si dovrebbe sempre diffidare dei vini troppo economici. Se al prezzo di acquisto sottraete il costo della bottiglia, del tappo e delle etichette, del trasporto (oltre ai margini di guadagno), resta una somma irrisoria. Un vino buono non può valere così poco. Quanto deve costare una buona bottiglia di vino? Impossibile dirlo: ci sono troppi tipi e troppe annate. Certo è che con meno di 7-8.000 lire difficilmente si acquista un rosso da pasto valido.
• Sulla bottiglia c’è scritta la storia del vino che state per bere. Il problema è che spesso è difficile da decifrare a causa delle tante sigle che la legge impone ai produttori di scrivere sull’etichetta. Le più importanti sono tre.
Doc (denominazione di origine controllata), di solito seguita dalla zona dove il vino è stato prodotto rispettando tutte le procedure di qualità volute dalla legge. Docg (denominazione di origine controllata e garantita): in questo caso le regole di produzione sono ancora più severe e le bottiglie sono numerate. Igt (indicazione geografica tipica): si riferisce alle zone
di provenienza dell’uva.
• Se non avete una cantina può andar bene anche uno sgabuzzino, purché sia buio, fresco e senza riscaldamento. Gli accorgimenti per la corretta conservazione del vino sono pochi, ma importantissimi, vere leggi da rispettare se si vuole avere un buon vino a casa. Regola numero uno: le bottiglie vanno coricate in scaffali di legno, il materiale migliore perché è in grado di assorbire eventuali colpi e vibrazioni. La posizione orizzontale è necessaria perché in questo modo il tappo rimane a contatto con il vino e ne garantisce la tenuta. Regola numero due: l’ambiente deve essere rigorosamente buio, perché la luce è la nemica numero uno del vino. La terza regola riguarda la temperatura della cantina, che deve essere il più possibile costante e compresa tra i 10 e i 15 gradi. L’umidità invece va mantenuta intorno al 70-75 %, in modo tale che il tappo non si asciughi.
• La degustazione del vino rosso. L’esame dei sensi:
*Occhio. Il colore rivela tante cose. L’età innanzitutto: i riflessi violacei, per esempio, sono segno di giovinezza. E poi un’altra regola: il vino di qualità deve essere limpido.
*Naso. Il profumo va annusato più volte per qualche secondo. L’aroma deve essere piacevole, intenso e persistente. Il difetto più comune? L’odore di tappo.
*Gola. l’atto finale dell’esame. Si scopre il sapore, il corpo, la morbidezza e l’armonia del vino. Tutto rigorosamente con pochi sorsi da gustare a lungo.
Gli strumenti per la degustazione.
*Il cavatappi. Maneggiarlo bene è un’arte. Occhio quando inserite il cosiddetto «verme»: la rotazione deve essere lenta fino alla fine, senza mai bucare il fondo del tappo.
*I bicchieri. Con il calice allungato per i rossi molto giovani. Per quelli invecchiati a lungo c’è il classico «ballon»: alto e grande, permette una migliore degustazione.
*La caraffa. Qui il vino molto vecchio si ossigena e sprigiona la sua essenza. Ha la base larga e il collo stretto. Il vino va versato nella caraffa un paio d’ore prima del consumo.