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 2016  novembre 12 Sabato calendario

Lo scorso anno ha messo a letto quasi 3 milioni di italiani

• Lo scorso anno ha messo a letto quasi 3 milioni di italiani. L’abbiamo chiamata asiatica, cinese e spagnola, a seconda del luogo in cui è stato isolato il virus. Stiamo parlando dell’influenza, «una malattia virale, in sé non grave, che però si diffonde molto facilmente», spiega la dottoressa Isabella Donatelli, responsabile del Centro nazionale influenza dell’Istituto superiore di sanità. Prepariamoci a farci i conti anche quest’anno: «I primi casi sporadici si hanno di solito già alla fine di novembre, mentre il picco si raggiunge tra gennaio e febbraio. Molto dipende anche dalle condizioni climatiche». L’aria fredda è infatti un veicolo ideale per la trasmissione del virus: «Con la stagione invernale si frequentano luoghi chiusi e affollati, dove il ricambio d’aria è scarso», spiega il dottor Aurelio Sessa della Società italiana di medicina generale. «Ciò favorisce il contagio, che avviene soprattutto a causa del contatto con le secrezioni respiratorie (per esempio la saliva) di persone influenzate». A volte capita di confondere l’influenza con un semplice raffreddore, che non è causato dal virus: «Anche i medici talvolta vengono ingannati», dice la dottoressa Donatelli, «perché i sintomi (febbre, mal di testa, dolori muscolari e mal di gola) sono spesso comuni». Ma qual è la differenza fondamentale fra le due malattie? «La pericolosità. L’influenza è molto più debilitante e temibile, soprattutto per alcune categorie: per esempio, anziani, cardiopatici, diabetici». Sono tre con una caratteristica in comune: si trasformano. così che riescono ad aggirare le difese che l’organismo mette in moto quando si ammala. • tipo a il responsabile (insieme con quello di tipo B) della sintomatologia influenzale classica. • Tipo B Come quello A, è particolarmente aggressivo. Può provocare epidemie. • tipo C Causa di solito un’infezione più leggera, asintomatica o simile al raffreddore.
• Novembre è il periodo migliore per vaccinarsi. L’effetto del vaccino, in commercio già dall’inizio del mese scorso, dura circa 6 mesi: vi mette quindi al sicuro per tutta la durata del periodo clou dell’influenza. Se siete soggetti «a rischio» (vedi riquadro in questa pagina) vi basta andare dal medico di base oppure presso la vostra Asl con la ricetta. In entrambi i casi, la prestazione è gratuita. In alternativa, c’è la farmacia (costo: tra le 20.000 e le 30.000 lire). Non esistono rischi o controindicazioni particolari. sconsigliato però a chi è allergico alle proteine dell’uovo (presenti in quantità minime). La somministrazione avviene per via intramuscolare sul braccio o, nei più piccoli, sulla coscia. Grazie alla vaccinazione si registra un minor numero di ricoveri per complicanze (soprattutto broncopolmonari) e diminuiscono di conseguenza le giornate di lavoro perdute. E lo Stato risparmia: per ogni influenzato il nostro sistema sanitario spende infatti in media 650.000 lire. «Le probabilità di non contrarre la malattia possono raggiungere anche il 60-70%» dice la dottoressa Isabella Donatelli. Ecco perché le persone che appartengono alle categorie a rischio non dovrebbero mai indugiare. Vediamo nel dettaglio di chi si tratta. • Tutte le persone (anche i bambini) a rischio di complicazioni secondarie a causa dell’età (soprattutto se hanno superato i 65 anni) o di patologie dell’apparato respiratorio o polmonare, di malattie metaboliche croniche (diabete mellito, disfunzioni renali, fibrosi cistica). • Chi assiste pazienti ad alto rischio di complicazioni secondarie. • Chi si deve sottoporre a un intervento chirurgico importante. • I bambini che hanno seguito una lunga terapia a base di acido acetilsalicilico.
• Le 6 regole d’oro per evitare il contagio. Cotone e seta sotto il maglione. Quando la temperatura è molto bassa, indossate vestiti che consentono di trattenere il calore del corpo (per esempio il cotone e la seta) sotto gli indumenti di lana. Vi consentirà inoltre di alleggerirvi negli ambienti più caldi. Tieni coperta la bocca. Nelle giornate particolarmente fredde e ventose, mettete una sciarpa di lana o un foulard di seta sulla bocca. In questo modo proteggerete la gola, soprattutto se andate a scuola o al lavoro con il motorino. Stai lontana da chi è influenzato. Non c’è modo migliore per essere contagiati, che frequentare qualcuno che è già ammalato. E allora, oltre a cercare di evitare le conversazioni troppo ravvicinate, ricordate sempre di lavare spesso le mani. Tanta frutta e verdura. L’alimentazione resta un buon metodo per essere sempre in forma. Mangiate quindi molta frutta e verdura e bevete spesso acqua. Non dimenticate la vitamina C: una spremuta al giorno di agrumi è l’ideale. Natura in gocce: ribes e rosa canina. Specie durante questo mese è importante prendere ogni giorno 50 gocce di ribes nigrum (che potenzia le difese immunitarie) oppure di rosa canina (ricca di vitamina C). Possono essere presi contemporaneamente. Ottimi anche per i bambini. Attenzione all’aria secca. In casa la temperatura non deve superare i 20° e l’aria, soprattutto nella stanza da letto, non deve essere troppo secca. Nebulizzate un olio essenziale: il pino favorisce l’espettorazione, l’eucalipto combatte la febbre e la menta è un antibatterico.
• Si dice che siano stati i romani a chiamarla così, perché pensavano dipendesse da quella degli astri. Fatto sta che l’influenza, una delle malattie infettive più diffuse in Italia e nel mondo, torna puntuale ogni autunno in forme più o meno violente. Ma quando possiamo dire con certezza di esserne stati contagiati? «Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità», dice la dottoressa Isabella Donatelli dell’Istituto superiore di sanità, «solo se il paziente presenta contemporaneamente queste tre caratteristiche: febbre sopra i 38°, almeno un sintomo sistemico (mal di testa, brividi, sudorazione accentuata, dolori muscolari, mal di schiena) e uno respiratorio (tosse, mal di gola, naso chiuso) si può parlare di sindrome influenzale». Inoltre «i primi segnali dell’influenza si presentano di solito in modo brusco, soprattutto la febbre, che sale molto velocemente». *Tanto caldo e riposo. Il letto è sempre il rimedio migliore quando siamo sicuri di esserci ammalati. Il caldo e il riposo, non solo evitano le complicazioni, ma ci aiutano anche a guarire più in fretta. «Bere molto durante il giorno aiuta a reintegrare i liquidi che si perdono a causa dell’abbondante sudorazione. Frutta (in particolare spremute di agrumi) e verdura costituiscono l’alimentazione corretta perché molto leggera», aggiunge la Donatelli. I rimedi naturali. Un buon aiuto contro l’influenza può venire anche dall’omeopatia. «Il preparato Belladonna 5CH è ideale contro la febbre, il Mercurius solubilis 5CH contro il mal di gola e l’Aglium cepa per il raffreddore», dice la naturopata Loreta Terra. «Tutti e tre sono compatibili con le medicine tradizionali e adatti anche ai bambini». Per quanto riguarda la fitoterapia, «la propoli è l’antibiotico per eccellenza: si trova in spray, gocce e capsule. C’è anche l’echinacea, uno specifico immunostimolante capace di riattivare rapidamente le nostre difese immunitarie».
• Doveva succedere. A scuola, in palestra o chissà dove: fatto sta che anche quest’anno tuo figlio si è preso la febbre. «Molte forme virali che colpiscono i bambini» dice il professor Renato Vaccaro, direttore della clinica pediatrica dell’Università di Perugia, «sono in realtà sindromi influenzali che presentano sintomi molto simili». *Così la riconosci... Nei più grandicelli, le manifestazioni sintomatiche sono quasi uguali a quelle che si osservano negli adulti: febbre alta, malessere generale, cefalea e dolori muscolari. «Di solito in un secondo momento si respira male a causa del naso chiuso e sopraggiunge secrezione nasale, la gola si infiamma, arriva la tosse secca. Anche gli occhi vengono coinvolti: si arrossano, bruciano e lacrimano molto». Nei più piccoli invece la sintomatologia riguarda più spesso l’apparato respiratorio (gola, laringe, trachea, bronchi e polmoni), ma possono anche essere presenti disturbi di tipo gastrointestinale (vomito e diarrea) oltre alla febbre. *...e così la curi Se il bambino presenta almeno tre di questi sintomi, la prima cosa da fare è metterlo al caldo nel letto. «Con la febbre alta», dice Vaccaro, «va bene la borsa dell’acqua fredda sulla fronte, in modo da favorire l’eliminazione del calore del corpo. Ottime anche spugnature d’alcol. «Ai più piccoli aspirate il muco dalle narici con una pompetta e fate loro dei lavaggi con soluzioni fisiologiche». Ricordatevi sempre di umidificare l’ambiente per farli respirare meglio. Ma prima di somministrare un farmaco, parlate sempre con il pediatra.
• L’alimentazione può aiutarlo a guarire. Rosalba Mattei, docente di Scienze dell’alimentazione all’Università di Siena, ci spiega come. • Colazione Una spremuta di agrumi, fette biscottate o biscotti secchi. • Merenda Uno yogurt o uno spuntino salato. Il panino però non deve essere «al latte» e dentro non devono esserci cibi conservati (come il tonno). • Pranzo Pasta o riso, con olio extravergine d’oliva o salsa di pomodoro. Insalata e un kiwi. • Cena Una minestrina o del semolino. Per secondo, carni bianche o pesce lesso (ma non d’allevamento, più grasso). Da evitare In caso di diarrea, evitate le verdure cotte, specie gli spinaci, e il latte. Niente zuccheri o cioccolata, a meno che il vostro bimbo non abbia l’acetone. Limitate anche i succhi di frutta, che contengono conservanti.