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 2001  settembre 29 Sabato calendario

L’henné è una tintura vegetale che si ottiene tritando foglie di Lawsonia inermis, un arbusto che cresce in tanti continenti, dall’Africa all’Asia, all’Australia

• L’henné è una tintura vegetale che si ottiene tritando foglie di Lawsonia inermis, un arbusto che cresce in tanti continenti, dall’Africa all’Asia, all’Australia. Il nome gli è stato dato nel ’700 in onore dell’esploratore John Lawson che ne parlò per primo in un libro di botanica. L’henné di tutti i giorni è di origine persiana, ma in ogni Paese si usa un nome diverso. I faraoni egiziani lo conoscevano come «pouquer»; le donne indiane come «mehdi» o «mehari»; in Turchia come «khina».
• L’arbusto di henné ha quattro varietà, ma se ne usa solo una, di un colore verdino che va bene sia per colorare i capelli che per «tatuare» mani e piedi. Ci sono zone del mondo dove l’henné viene usato per tingere la seta, proteggere le corna dei buoi o la coda dei cavalli: è infatti considerato una polvere portafortuna. ma se ne usa solo una, di un colore verdino che va bene sia per colorare i capelli che per «tatuare» mani e piedi. Ci sono zone del mondo dove l’henné viene usato per tingere la seta, proteggere le corna dei buoi o la coda dei cavalli: è infatti considerato una polvere portafortuna.
• Il colore dell’henné cambia a seconda di quello che si intende colorare. Sulle mani prende un tono marrone rossastro, sui capelli biondi rosso arancio, su quelli bruni dà riflessi rossastri e su quelli neri solo sfumature mogano. La polvere è sempre più o meno verde. Quella marrone chiara che i parrucchieri chiamano «henné neutro» in realtà è polvere di Cassia obovata, una pianta che rende i capelli più lucidi. Quello scuro, chiamata «henné nero», nella migliore delle ipotesi è polvere di hindigofera (pianta selvatica usata per colorare) oppure è semplice tintura cui si dà quel nome per nobilitarla un po’: le tinture chimiche costano sempre meno della lawsonia.
• Per usare l’henné bisogna essere esperti però non è difficile imparare a usarlo. Basta tenere la pasta in testa il tempo necessario a ottenere il colore di capelli che si vuole: mai meno di due ore, anche se c’è chi la tiene tutta la notte perché i capelli «prendono» sempre in maniera diversa. In generale, più la si lascia in posa più il colore si intensifica. Per tingersi con l’henné ci vogliono una ciotola di metallo e acqua calda. Versate la polvere e mescolatela finché non diventa una pappa molle, applicatela sui capelli asciutti (puliti) e copritela con carta di alluminio. Mentre lo fate, proteggete le mani con guanti di gomma e applicate crema da notte un po’ spessa intorno all’attaccatura dei capelli in modo da non macchiare la pelle. Dopo, lavate i capelli con del sapone tipo Marsiglia e sciacquate con acqua e aceto. Non usate shampoo: l’henné «reagisce» male con prodotti non vegetali.
• L’henné non è innocuo. Rinforza i capelli ma può provocare allergia. Perciò, la prima volta fate sempre un test: mettete un po’ di pappetta di henné sul braccio e coprite con un cerotto. Se entro 48 ore la pelle non si è arrossata, potete tingervi senza problemi. Ma non fatelo su capelli già tinti o decolorati: l’henné non «prende» o li macchia.
• L’henné non copre i capelli bianchi li rende, al contrario, del più sgradevole color arancione che si possa immaginare: meglio dunque evitare. E non pensate neppure di fare una tintura chimica (una di quelle che si comprano al supermarket), se sulle ciocche è rimasta ancora qualche traccia di henné: la guaina con cui l’henné ricopre ogni singolo capello non la lascerebbe penetrare.