Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 12 novembre 2016
Cattive - "Quando sono buona, sono fantastica
• Cattive. "Quando sono buona, sono fantastica. Ma quando sono cattiva, sono meglio" (Mae West, nei panni di Tira, nel film Non sono un angelo, 1933, di cui scrisse i dialoghi).
• Sorelle. Elisabeth Nietzsche smise di contrastare le relazioni sentimentali del fratello Friedrich a 39 anni, quando finalmente si sposò (con Bernhard Förster e per l’occasione il filosofo le regalò una riproduzione dell’incisione di Albrecht Dürer, Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo). Dopo il matrimonio Elisabeth partì col marito alla volta del Paraguay con quattordici famiglie di purissima razza ariana per fondare una colonia, battezzata ”Nueva Germania”, antisemita, antimodernista, vegetariana, etnicamente pura, luterana. Da lì chiese finanziamenti al fratello, che glieli negò e le scrisse una lettera (ma non gliela spedì), in cui dichiarava di non volere avere niente a che fare con gli antisemiti, anzi, di non vedere l’ora che gli ebrei prendessero il potere in Germania, perché erano la più antica e pura razza d’Europa.
• Signore. Carmen Polo, consorte di Francisco Franco, era anche detta doña Collares, ”la signora delle collane”, per l’abitudine di presentarsi nelle gioiellerie e pretendere le più costose salvo non pagarle. Lei però si faceva chiamare la señora, titolo spettante alle dame dell’alta aristocrazia, e in suo onore doveva essere suonata la marcia reale ogni volta che appariva a una cerimonia ufficiale, privilegio fino ad allora toccato alle regine.
• Ai ren. Jiang Qing, ”Fiume blu”, scelse di chiamarsi così nel 1939 quando sposò Mao Tse-tung, diventando la sua ai ren, ossia la sua ”coniuge”, termine rivoluzionario non sessista, formato dalla combinazione degli ideogrammi di ”amore” e ”persona”. Subentrava a He Zizhen, terza moglie di Mao che lo aveva accompagnato durante la Lunga Marcia in barella, dopodiché era finita in manicomio. Tramò per succedere a Mao, ma dopo la sua morte e con l’avvento del regime di Deng Xiaoping, finì in carcere, dove si spogliava ogni volta che gli inquirenti maschi andavano a interrogarla, per non farli entrare in stanza. Morì nel 1991, dieci giorni dopo la scarcerazione, disposta per motivi di salute. Aveva 77 anni, ma ne dimostrava molti di meno, grazie, si dice, al brodo di otto polli bolliti bevuti ogni giorno per conservare pelle liscia e capelli lucenti.
• Zarine. Elisabetta Petrovna, figlia di Pietro il Grande e di Caterina I, ex lavandaia schiava dell’esercito russo che aveva convinto il sovrano a sposarla e ad eliminare il divieto della successione femminile. Era così bella che il padre la fece ritrarre nuda all’età di sette anni dal pittore francese Louis Caravaque per poterla vedere quando voleva. Diventata zarina grazie a un golpe, nel 1741, a 32 anni, per reprimere l’opposizione, faceva processare formalmente i nemici dal principe Nikita Trubetzkoy, e nascosta dietro una tenda dettava le condanne, tutte a morte, salvo concedere la grazia all’ultimo momento, sul patibolo, e per questo si guadagnò l’epiteto ”la Clemente”. Rimasta nubile, non passava una notte senza un amante, ma piacendole mangiare e bere, ingrassava sempre di più, finché scelse di vestire quasi esclusivamente abiti maschili. Della bellezza delle altre dame era invidiosa, e oltre a farsi grattare i piedi da quelle di corte, spesso e volentieri le schiaffeggiava in pubblico, per capriccio, magari perché si erano appuntate un fiore nei capelli. Afflitta da asma e idropisia, morì a 53 anni.
• Madri. Irene di Bisanzio, successa di fatto al marito Leone IV alla guida dell’impero, per paura che l’opposizione si coagulasse intorno al figlio Costantino, nell’estate del 797, quando lui aveva 26 anni, gli fece cavare gli occhi nella camera della Porpora, destinata al parto dell’erede imperiale, dove era nato, e dove morì. Cinque anni dopo ricevette domanda di matrimonio da parte di Carlo Magno, e stava quasi per accettare, quando fu tradita da alti funzionari contrari all’unione, arrestata ed esiliata a Lesbo, dove morì, dopo un anno, poco più che cinquantenne.