Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 12 novembre 2016
Graal - Dopo l’ascensione di Gesù, Giuseppe fondò una comunità, e ogni volta che voleva comunicare col Signore gli bastava rivolgersi al calice per sentire la voce dello Spirito Santo
• Graal. Dopo l’ascensione di Gesù, Giuseppe fondò una comunità, e ogni volta che voleva comunicare col Signore gli bastava rivolgersi al calice per sentire la voce dello Spirito Santo. Quando lui e i suoi seguaci furono colpiti da una terribile carestia, Giuseppe seppe così dal Signore che doveva liberarsi dai peccatori e per far questo doveva costruire un’altra tavola in nome di quella dove si era svolta l’ultima cena (lasciando un posto libero, a simboleggiare quello di Giuda): avrebbe servito un pesce pescato da suo cognato Bron e il calice, che aveva la proprietà di dividere i buoni dai cattivi. Fu così che il calice fu chiamato Graal: "Perché è così gradito e dà una tale beatitudine a chi può restare in sua presenza, che tutti ne provano la gioia che prova il pesce quando sfugge dalle mani di un uomo". Da allora gli eletti rimasti si presentarono ogni giorno alle nove del mattino davanti al calice dicendo che si recavano al servizio del Graal.
• Trinità. Dopo l’epurazione dei peccatori lo Spirito Santo disse a Giuseppe che a tavola il posto di Giuda sarebbe rimasto vuoto finché non lo avesse occupato la terza discendenza di Bron. In effetti Bron e la moglie Enigeus (sorella di Giuseppe) fecero dodici figli, di cui undici si sposarono e uno, di nome Alano il Grosso, rimasto scapolo, diventò il capo degli altri. Giuseppe avrebbe dovuto consegnare il Graal a Bron (da allora chiamato il Re Pescatore, per aver pescato il pesce servito alla seconda tavola), che si sarebbe diretto col suo popolo verso Occidente, nelle valli di Avalon, "perché il mondo va e sempre andrà verso il tramonto" (infatti avaler significa ”tramontare”). Lì avrebbe aspettato il figlio di suo figlio Alano, cioè Perceval, terzo e ultimo a ricevere il Graal, che compiendo così il simbolo della Trinità, avrebbe occupato il posto rimasto vuoto a tavola.
• Demoni. Siccome Eva aveva peccato con una mela Gesù era morto su un albero per riscattare il mondo, dopodiché il Signore era sceso all’inferno per liberare Adamo ed Eva e aveva lasciato sulla terra dei ministri con il compito di salvare gli uomini che avessero compiuto le opere del diavolo, purché si pentissero prima di morire. Insomma, i demoni avevano perso proprio tutto e si riunirono per decidere il da farsi. Escogitarono che uno di loro assumesse forma umana, si unisse con una donna per generare qualcuno che predicasse il male tra gli uomini, e come i demoni avesse la facoltà di conoscere il passato.
• Merlino. La donna prescelta dai demoni era molto pia, ma essendo andata in collera, una sera si era dimenticata di farsi il segno della croce prima di addormentarsi, e così non si accorse quando il diavolo si unì a lei. Quando capì di essere incinta lo disse al suo confessore, Blaise, che le chiese di pentirsi di quella dimenticanza e di rinunciare ai piaceri della carne. Fu così che nacque Merlino, un bambino straordinariamente peloso che sapeva parlare. Grazie al pentimento della madre, ottenne dal Signore la facoltà di conoscere le cose future, che si aggiunse alla facoltà conferita dal diavolo di conoscere tutte le cose fatte e dette nel passato.
• Giudici. A due anni e mezzo Merlino salvò la madre dalla condanna a morte per aver avuto un figlio senza marito. Gli bastò, infatti, fare al giudice il seguente discorso: "Se venissero giustiziati tutti gli uomini e tutte le donne che hanno avuto rapporti carnali con persone diverse dal loro marito o dalla loro moglie, sarebbero già stati arsi più dei due terzi di questa gente". E aggiunse: "Conosco meglio mio padre di quanto tu non conosca il tuo!". Il che fu puntualmente verificato, perché il giudice, compulsata la madre, seppe di non essere figlio del suo legittimo sposo, bensì del suo prete. Così il giudice dovette astenersi dal far condannare la propria madre e la madre di Merlino.