Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Il Sole 24 Ore 11 dicembre 2007
• Il Sole 24 Ore 11 dicembre 2007. Giuliani insiste: i miei clienti sono top secret.
Ieri Rudy Giuliani (nella foto) ha confermato: non diffonderà la lista dei clienti della sua azienda, Giuliani Partners, una società di consulenza per problemi di sicurezza e di lobby. La sede è a New York, a Times Square. Elegantissima, una cinquantina di partner (tutti ex collaboratori politici) che si dividono un fatturato annuale di 100 milioni di dollari. Il corollario è che Giuliani non romperà neppure i rapporti con la sua azienda durante la campagna elettorale. Soprattutto, ha detto, non c’è alcun conflitto di interessi fra il suo ruolo di candidato pubblico da un lato e le relazioni d’affari - in alcuni casi con Governi stranieri - dall’altro. Fin qui tutto potrebbe essere normale. Senonché, ufficiosamente, alcuni nomi si conoscono: il Qatar ad esempio, il cui ministro degli Interni, Abdul al Thani, è stato anche ministro degli Affari islamici ed è considerato un protettore del terrorista Khalid Sheik Mohamed. Poi c’è la compagnia petrolifera Citgo, che ha avuto qualche problema in Texas, e Giuliani Partners è subito intervenuta per risolverli. Peccato che la Citgo appartenga al Governo venezuelano e sia dunque sotto il controllo diretto di Hugo Chavez. Ma Giuliani insiste: «Quel che abbiamo fatto per i nostri clienti è onorevole, etico e utile». Vallo a spiegare agli elettori. Mario Platero
• Il Sole 24 Ore 12 dicembre 2007. Tra i candidati margini sempre più stretti.
Rudy Giuliani e Mike Huckabee (nella foto) sono sempre più impegnati in un testa a testa per la nomination repubblicana alla Casa Bianca. New York Times e Cnn hanno rilevato che l’ex governatore dell’Arkansas, Huckabee, ha ormai raggiunto nelle preferenze nazionali l’ex sindaco di New York, Giuliani. Per Cnn, quest’ultimo ha il 24% dei consensi contro il 22% del rivale. Per il Times la differenza è ancor più ridotta, 22% contro 21 per cento. Anche nel Partito democratico le distanze si sono accorciate. Dopo i recenti exploit di Barack Obama, con i rally assieme a Oprah Winfrey, Cnn vede il vantaggio di Hillary Clinton dimezzato a dieci punti percentuali (30% contro 20%), mentre per il Times la senatrice avrebbe ancora un cuscinetto di 17 punti. I candidati democratici si stanno sfidando sempre più a colpi di appoggi celebri: Obama ha incassato quello dell’attore Will Smith, Hillary sottolinea il sostegno di Barbara Streisand e John Edwards vuole coinvolgere Tim Robbins e Kevin Bacon. (M.Val.)
• Il Sole 24 Ore 13 dicembre 2007. La pop star Madonna voterà per Hillary.
Madonna voterà per Hillary Clinton. La stella della canzone ha un’ottima opinione della senatrice democratica ed aspirante alla Casa Bianca. Anche se per ora, hanno detto i portavoce, non ha ancora deciso ufficialmente di appoggiarla. La battaglia per il sostegno di personaggi dello spettacolo ha già portato molte celebrità a schierarsi. Hillary può contare su Barbra Straisand, Barack Obama su Oprah Winfrey, John Edwards su Tim Robbins. E Hillary è alla caccia di ogni voto: un sondaggio ha rivelato che in New Hampshire, dove si vota l’8 gennaio, il suo vantaggio su Obama è evaporato. Huckabee-Romney,
è guerra di religione
Mike Huckabee prende di mira i Mormoni: l’ex governatore repubblicano dell’Arkansas e favorito dei conservatori sociali si è interrogato sulle convinzioni della fede mormone del rivale Mitt Romney. In un articolo in uscita sul magazine del New York Times, Huckabee si domanda se i mormoni non credano che «Gesù e il diavolo siano fratelli». Romney ha definito le critiche alla sua religione come «antiamericane». E ha attaccato Huckabee per aver difeso aiuti all’istruzione destinati ai figli di immigrati illegali. I sondaggi della Cnn premiano i due John
Il più eleggibile dei candidati democratici contro i repubblicani? A sorpresa, stando ai sondaggi della Cnn, è John Edwards. Il favorito repubblicano contro i democratici? Altrettanto a sorpresa, John McCain. E in uno scontro tra i due, Edwards batte McCain con otto punti di vantaggio. L’ex candidato alla vicepresidenza supera di 25 punti Mike Huckabee, di 22 punti Mitt Romney e di nove punti Rody Giuliani. McCain perde lo scontro diretto diretto con Edwards ma vince per due punti contro Clinton e pareggia con Obama.
• Il Sole 24 Ore 15 dicembre 2007. L’italiano Follieri guasta i piani di Bill e Hillary.
Il caso Follieri-Burkle è arrivato a toccare da vicino la campagna elettorale americana: Bill Clinton ha deciso di rivedere i rapporti con il finanziere californiano Ron Burkle, uno dei più importanti finanziatori di Hillary Clinton e uno degli uomini più vicini all’ex presidente americano. Le indiscrezioni di questa rottura sono state anticipate su un sito internet, Huffington Post, e poi riprese dal Wall Street Journal al quale Burkle ha precisato che i rapporti con Bill Clinton si sono indeboliti, ma non necessariamente rotti del tutto. Spiegazione poco convincente, che nasconde il vero problema: con il caso Burkle/Follieri sono emerse per l’ennesima volta nella storia dei Clinton, a partire dal caso Whitewater in avanti, ambiguità sulla provenienza e sulla gestione di proventi finanziari. La "pista dei soldi" dei Clinton insomma, sarebbe tornata a interessare la stampa. Le richieste di spiegazioni del caso Follieri/Burkle si sarebbero fatte sempre più insistenti al punto che l’ex presidente avrebbe deciso di prendere le distanze. Secondo l’Huffington Post, Clinton e Burkle avrebbero avuto un primo scontro verbale il 25 settembre, giorno in cui si apriva la Clinton Initiative a New York, quando il Sole 24 Ore e il Wall Street Journal pubblicarono un’ampia inchiesta sul caso. L’inchiesta rivelava che uno degli uomini più influenti nello staff di Bill Clinton, Doug Band, assistente speciale dell’ex presidente, aveva ricevuto circa 400mila dollari per aver raccomandato Raffaello Follieri, giovane italiano di origine pugliese, prima allo stesso Burkle e poi a un finanziere canadese, Michael Cooper. Follieri si era introdotto nell’entourage di Clinton rivendicando forti appoggi in Vaticano e proponendo progetti immobiliari molto creativi da portare avanti con la Chiesa Cattolica americana. Clinton si interessò personalmente alla vicenda anche perché Follieri, 29 anni, elegante e in apparenza molto ricco, prometteva ricadute filantropiche e si era fidanzato pubblicamente con l’attrice Anne Hathaway (nella foto in basso). Burkle accettò di finanziare Follieri, per poi accorgersi che i suoi investimenti non producevano i risultati voluti, che la Conferenza episcopale americana aveva preso le distanze dall’italiano e che il settore immobiliare si avviava a uno dei momenti più difficili degli ultimi anni. Burkle fece causa a Follieri per recuperare parte dei soldi. Il portavoce di Clinton, Jay Carson, oggi portavoce di Hillary, interpellato dal Wall Street Journal spiegò che i 400mila dollari pagati come commissione per le introduzioni ottenute da Follieri erano stati restituiti, in parte a Cooper, in parte a un amico di Band. Una spiegazione che è parsa ai media americani poco convincente, al punto che secondo nostre fonti, le inchieste giornalistiche proseguono, con grave imbarazzo della campagna di Hillary.
Mario Platero
• Il Sole 24 Ore 16 dicembre 2007. Florida amara per Giuliani, sondaggi in calo.
Rudy Giuliani è nei guai: il sindaco d’America ha scelto di non investire soldi ed energeie nelle primarie repubblicane in Iowa, ma ora rischia di perdere anche New Hampshire e Forida. Mitt Romney lo batte nei sondaggi in New Hamsphire. E soprattutto Mike Huckabee lo supera in Florida, che voterà il 29 gennaio e che Giuliani pensava di avere in tasca. scivolato al terzo posto, con il 19% contro il 27% di Huckabee e il 23% di Romney. Ieri la controffensiva con un grande comizio nello Stato. Il messaggio? lui il candidato della sicurezza nazionale e della crescita economica.
Des Moines, 3 donne
ago della bilancia
Le hanno definite le tre donne più corteggiate dell’Iowa. Sono le esponenti del comitato editoriale del Des Moines Register, il principale quotidiano dello Stato, che nelle prossime ore svelerà il suo appoggio ai candidati. E il giallo è chi sosterrà tra i democratici: le dirigenti hanno avuto incontri deludenti con Hillary Clinton, parsa fredda e tesa, e potrebbero preferirle Barack Obama. La Clinton ha cercato di recuperare con visite al giornale in extremis da parte del marito Bill.
Marco Valsania
• Il Sole 24 Ore 20 dicembre 2007. John McCain torna in scena
Il repubblicano John McCain (nella foto) sembrava sparito dalla corsa 2008. E invece proprio in questi giorni ha improvvisamente ripreso quota. Ha ricevuto l’appoggio di un democratico, il candidato alla vicepresidenza nel 2000 con John Kerry e oggi senatore indipendente del Connecticut Joe Lieberman, evento più unico che raro nella politica americana. Si è anche aggiudicato l’appoggio dei giornali più diffusi in Iowa e New Hampshire: « l’unico candidato che ha dimostrato saggezza in politica estera...era contrario alla strategia Rumsfeld...il suo è il giudizio di cui ha bisogno l’America alla Casa Bianca», ha scritto il New Hampshire Union. Così il 71enne senatore dell’Arizona torna a essere un player, soprattutto in New Hampshire, dove potrebbe conquistare il voto degli indipendenti nelle primarie dell’8 gennaio. Impresa non da poco. Tanto più che dopo essere stato l’uomo di punta dei repubblicani fino all’anno scorso, era poi scivolato al quarto posto nei sondaggi. La sua ascesa conferma che i repubblicani sono confusi: delusi da Giuliani, sospettosi nei confronti del mormone Romney, freddi verso Thompson e preoccupati per l’inesperienza di Mike Huckabee.
(D.Ro)
• Il Sole 24 Ore 27 dicembre 2007. Auguri di Natale: i passi falsi dei candidati.
Auguri di Natale controversi, quelli offerti dai candidati alle elezioni presidenziali americane. Il repubblicano Mike Huckabee (nella foto mentre caccia fagiani) si è presentato in televisione con un maglione rosso davanti a una libreria che, hanno accusato i suoi rivali, era disposta in modo tale da suggerire una croce e lanciare così un indebito appello all’elettorato religioso. Tra i democratici, invece, Hillary Clinton è comparsa accompagnata da una stella di Natale e ha scherzato sui regali che una sua eventuale elezione potrebbe portare ai cittadini americani. John Edwards, a fianco di un albero decorato, ha scherzato meno: ha promesso ai poveri che non saranno mai più dimenticati. Mentre Barack Obama ha puntato tutto sull’immagine di famiglia, apparendo nelle pubblicità sul piccolo schermo a fianco di moglie e figlie. Ma il Washington Post ha lanciato un invito a tutti i candidati: rispettate e onorate le festività natalizie e mettetevi da parte per qualche giorno. Obama mobilita
l’elettorato giovanile
Barak Obama vuole mobilitare gli studenti per vincere in Iowa il 3 gennaio prossimo. Il candidato alle primarie democratiche conta infatti sui consensi dell’80% dell’elettorato democratico sotto i 21 anni, che comprende molti studenti delle università locali non originari dello Stato. Le università, peraltro, terranno aperti i pensionati studenteschi durante le vacanze natalizie per ospitare i 21.000 esterni. Obama, secondo i sondaggi, è in vantaggio con il 41% contro il 19% di Hillary Clinton nella fascia di età tra i 18 e i 44 anni. La Clinton risponde con donne e anziani: tra gli ultra-45enni è in testa con il 31 per cento. E il suo asso nella manica è proprio l’età media dei partecipanti: ai caucus in Iowa è di 54 anni, in maggioranza donne. «Non ho un tumore»,
rassicura Giuliani
Rudy Giuliani (a sinistra nella foto, in una scuola la vigilia di Natale), ricoverato in ospedale il 20 dicembre scorso, ha assicurato di non essere malato di tumore. Il ricovero, avvenuto in Missouri in seguito a sintomi influenzali e a una forte emicrania, era durato una giornata. Nel Duemila Giuliani aveva rinunciato alla candidatura a senatore a New York contro Hillary Clinton per curare un tumore alla prostata. Secondo il New York Times, la campagna elettorale di Giuliani, alla vigilia di importanti appuntamenti, sta vivendo un brutto momento. In New Hampshire
la riscossa di McCain
John McCain parte alla riscossa: il senatore repubblicano dell’Arizona, dato finora per spacciato nella corsa presidenziale, ha raggiunto Mitt Romney nei sondaggi repubblicani in New Hamsphire, il secondo Stato a votare per la nomination dopo l’Iowa. E secondo un sondaggio pubblicato dal Boston Globe, in Iowa McCain tallonerebbe, con il 25% delle preferenze, il rivale Romney accreditato di un 29 per cento. In New Hampshire McCain ha tratto vantaggio dall’appoggio del senatore indipendente del vicino Connecticut, Joe Lieberman, e dai recenti successi militari in Iraq, dove ha sempre sostenuto gli effetti positivi degli aumenti delle truppe americane.
Marco Valsania