Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
dei Ds il 90% del debito
• dei Ds il 90% del debito. Il Sole 24 Ore 3 luglio 2007. E tuttavia si muove. Dopo l’incremento registrato dal 2004 al 2005 (+6,6%), il debito dei partiti del centro-sinistra ha ripreso lentamente a scendere nei 12 mesi passati, portandosi al livello di tre anni fa: 190 milioni (compresi gli 1,1 milioni della Rosa nel pugno, assente nel 2005). una cifra ancora considerevole, dovuta per quasi il 90% alla forza maggiore della coalizione, i Ds.
Il partito di Piero Fassino ha sempre alle spalle la pesante eredità del Pci. Un fardello che emerge anche prendendo come indice il rapporto debito per elettore: 28,4 euro, ben lontano dai 9,5 dell’Udeur, seconda classificata.
Che il 2006 sia stato un anno positivo per i conti del centro-sinistra emerge anche dall’attivo di bilancio: nessun movimento, a differenza degli anni passati, ha chiuso in rosso, tanto che l’attivo complessivo della coalizione ha sfondato il tetto dei 30 milioni. Al top per la «dote» accumulata ci sono proprio i Ds (+11,8 milioni) seguiti dall’Italia dei valori (+6,5 milioni) e i Verdi (+5,2 milioni rispetto al rosso di 62mila euro del 2005). Solo la Margherita e i Comunisti italiani hanno visto scendere il proprio surplus: rispettivamente a 277mila e 160mila euro. Tuttavia, per i Dl la cifra accumulata nel 2005 è stata di ben 6,6 milioni, mentre per il partito di Oliviero Diliberto il calo è stato tutto sommato contenuto (-15%).
C’è debito e debito
Non tutte le passività sono uguali. La politica di aggressione del debito da parte del tesoriere ds Ugo Sposetti ha avuto il suo effetto facendo scendere le pendenze del partito dai 224 milioni del 2003 ai poco meno di 170 del 2006. Tuttavia il 95% di esso resta ancora verso le banche, di cui oltre la metà a medio termine. Per quel che riguarda invece la Margherita, dal 2005 i debiti si sono dimezzati (da 11,7 a 5,8) e nessuno è verso banche o altri finanziatori. Inoltre non vanno mai oltre l’esercizio successivo.
Anche se la prassi di indebitarsi con le banche non è solo dei partiti storici. C’è solo da un anno, ma la Rosa nel pugno già deve un milione di euro agli istituti di credito. Calano invece in maniera drastica le pendenze verso le banche da parte di Rifondazione comunista (da 1,9 milioni a 573mila), mentre salgono quelle di Udeur (da 3,1 a 4,1 milioni) e Verdi (2,9 a 4,6 milioni). Il segretario amministrativo nazionale del movimento di Clemente Mastella scrive perciò nella relazione al bilancio che «gran parte delle risorse derivanti dai rimborsi statali risultano essere già impegnate per la copertura dei debiti contratti per gli esercizi precedenti»: ragion per cui la «futura gestione mirerà soprattutto a consolidare e, ove possibile, migliorare i positivi risultati raggiunti in termini di economie di spesa, promuovendo una gestione più attenta ed efficiente alla spesa stessa».
Futuro incerto
Il futuro in alcuni casi già presenta il conto per spese avvenire. il caso di Ds e Margherita che dovranno affrontare le spese per la nascita del futuro Partito democratico. Nella relazione al bilancio il tesoriere dei Dl Luigi Lusi parla per il 2007 di «attività svolte unitariamente con i Ds», fra le quali «l’elezione dell’Assemblea costituente del Pd, impegno gravoso sia in termini organizzativi che economici». Anche se - specifica Lusi - si cercherà una sempre maggiore efficienza della struttura amministrativa per diminuire le risorse necessarie alla normale gestione».
Più rosee sono le previsioni di Rifondazione comunista: il buon risultato elettorale ottenuto alle politiche consentirà al partito di Franco Giordano una base solida per organizzare la propria attività, almeno nell’immediato futuro. «In base alle previsioni che fino a questo momento si è in grado di fare - scrive il tesoriere Sergio Boccadutri - la gestione 2007», nonostante la prevista perdita di esercizio della società editrice dell’organo del partito, «Liberazione», posseduta al 100% dal Prc, «presenterà a nostro parere un avanzo di circa 1,9 milioni che pensiamo debbano essere ulteriormente utilizzati per il finanziamento di investimenti in strutture che che ci saranno richiesti dalle federazioni e dai comitati regionali e insieme per rafforzare la comunicazione politica».
Non si sa ancora, invece, cosa ne sarà della Rosa nel pugno, quindi se ci saranno futuri bilanci da scrivere. Tanto che i tesorieri Maurizio Turco e Oreste Partorelli concludono la nota al rendiconto 2006 in questo modo: l’evoluzione futura è strettamente connessa all’impulso che i partiti costitutori (Sdi e Radicali italiani) riterranno di imprimere alla coalizione.
Otto partiti in cerca di pareggio
Primato «in rosso»
Va alla Quercia il primato del debito annuale e cumulato messo a segno dai partiti della coalizione di Governo negli ultimi quattro anni. Nel 2006 il passivo del partito di Piero Fassino ha raggiunto i 169.478.956 euro; molto meno rispetto agli oltre 224 milioni di quattro anni prima ma pur sempre il debito più alto. Nello stesso anno il«rosso» più leggero è stato quello del Pdci di Oliviero Diliberto, con 159.467 euro
Anche nella classifica che calcola il debito di partito in rapporto al numero degli elettori, i Ds risultano in testa. A fronte dei poco meno di 6 milioni di voti ottenuti al Senato nelle politiche 2006, il partito aveva cumulato un debito di 28,4 euro per elettore. Distaccati tutti gli altri partiti della coalizione: a parte l’Udeur (con 6,9 euro di debito per voto), l’oscillazione non supera i tre euro. I Ds sono primi anche per l’attivo contabile, nel 2006 pari a 11 milioni e 550mila euro
Andrea Marini - Giovanni Parente
• Lo Stato resta il vero «bancomat». Il Sole 24 Ore 3 luglio 2007. Difficile farne a meno. Anzi impossibile. Il rimborso elettorale è di gran lunga la voce maggioritaria sul totale dei proventi dei partiti. Anche nel centro-sinistra. Dove la "forchetta" nel 2006 è oscillata tra il 45,7% (2,7 milioni di euro di contributi) dell’Udeur e il 98,1% dell’Italia dei valori (10,7 milioni).
Nel bilancio allo scorso 31 dicembre sono i Ds la formazione ad aver ricevuto il maggior sostegno in termini elettorali: 32,2 milioni contro i 28,8 del 2005, con un’incidenza sul complesso dei proventi che è passata al 77,1% rispetto all’oltre 80% dei dodici mesi precedenti. Nessuna sorpresa al secondo posto di questa speciale classifica all’interno dell’Unione. La Margherita ha messo a bilancio un’erogazione pubblica di circa 24,3 milioni: una voce che pesa per l’88,8% sul totale dei ricavi da gestione caratteristica.
E, considerato il peso elettorale di ciascuna formazione, non c’è da meravigliarsi neanche per la terza posizione della "top contributi" nella coalizione di maggioranza. Rifondazione, pur con un ampio distacco dalle due "gambe" del Partito democratico che verrà, ha computato nel rendiconto dello scorso anno 12,6 milioni (+25,4% sul 2005). Ma il partito del presidente della Camera ha conosciuto un vero e proprio exploit alla voce «contribuzioni da persone fisiche»: da 1,6 a a circa 4,4 milioni. In pratica un balzo del 173 per cento attribuibile al fatto che « deputati, senatori e parlamentari europei eletti nelle liste del Prc hanno contribuito in misura assai rilevante al finanziamento ed alla iniziativa del partito attraverso le loro sottoscrizioni volontarie, secondo le norme dello Statuto», come si legge nella relazione del tesoriere Sergio Boccadutri. E le previsioni per il 2007 sono ancora più rosee. «Grazie al forte incremento del numero dei parlamentari eletti rispetto alla precedente legislatura», si stima «in circa 6,5 milioni di euro» l’entrata relativa a questo tipo di proventi.
Sensibili le impennate nei contributi da persone fisiche e giuridiche per l’Udeur. I primi sono stati pari a poco più di 782mila euro nel 2006 (+1.582%), i secondi invece hanno superato quota 794mila (l’anno precedente erano stati 66.800). Mentre sono scesi i rimborsi elettorali: passati da 3,6 a 2,7 milioni (il 39,7% di questi è la rata annuale per il rinnovo di Camera e Senato).
Per i Verdi il contributo pubblico è stato una vera e propria boccata d’ossigeno nel bilancio 2006. Il rimborso per le spese elettorali è stato infatti di quasi 11,5 milioni a fronte dei 3,6 del 2005. Quindi da sola questa voce è pesata per il 96% sulla variazione complessiva dei proventi tra i due anni solari. Il resto l’hanno fatto soprattutto i «contributi da persone fisiche» (+284.818 euro).
Non mancano infine le spese per il personale. I 244 dipendenti dei Ds sono costati nel 2006 4,4 milioni, poco meno di quanto hanno pesato sulla direzione nazionale della Margherita i suoi 96 stipendiati: 3,8 milioni. Più economica la gestione del personale di Rifondazione comunista: 1,7 milioni di euro per 93 unità (88 inquadrati con contratto del Commercio e 5 con contratto di lavoro giornalistico).
Andrea Marini - Giovanni Parente
• Via le partecipate in perdita. Il Sole 24 Ore 3 luglio 2007. Partiti leggeri. Le partecipazioni sono spesso solo un’eredità dei partiti "pesanti" della Prima Repubblica. Un’eredità che, come una fiamma molto flebile, tende man mano a spegnersi. Rari i casi in cui le quote hanno un valore "strategico", per lo più ancorato alla necessità di avere un proprio organo o una propria rivista ufficiale.
Dal vecchio Bottegone sono rimaste nel portafoglio dei Ds quote in sei società. Ben quattro però sono in liquidazione. Nella relazione sulla gestione del tesoriere della Quercia, Ugo Sposetti, si evince che il 2007 «potrebbe essere quello della chiusura in bonis» di alcune di esse. Le due ancora in attività sono la Sevar, una società che fornisce servizi al partito e a terzi (in particolar modo nelle manifestazioni e nei convegni) e la libreria «Rinascita» a Roma, per la quale dovranno essere intraprese «azioni necessarie al riequilibrio della situazione economica e patrimoniale». Tra quelle in liquidazione ci sono l’Arca e l’Unità editrice multimediale. Retaggi dell’attività di editore-partito. Mentre adesso i Ds hanno dichiarato quale proprio organo il quotidiano «L’Unità», nella cui società editrice (la Nie) non detengono alcuna partecipazione.
Rifondazione, invece, è azionista unico della Mrc (con una quota sottoscritta pari a 510mila euro), la società editrice del giornale di partito «Liberazione». Società cui nel corso del 2006 sono stati versati in conto capitale 1.759.160 euro. Spesso, comunque si tratta di aziende in perdita. il caso della Cooperativa Laerre, partecipata dei Comunisti italiani, che nel 2006 ha registrato un passivo di 122mila euro. la società che edita l’organo del partito - il settimanale la «Rinascita della sinistra» -, nata quando è cambiato il sistema di contributi pubblici ai quotidiani di partito. Prima la pubblicazione era affidata alla Galileo 2001 srl, ora in liquidazione. Il Pdci, comunque, non ha intenzione di abbandonare il proprio organo: nel bilancio è scritto «l’impegno» a puntare sul settimanale quale strumento «di informazione politica».
Ancora diversa è la soluzione adottata dalla Margherita. Il movimento di Francesco Rutelli partecipa in due società editoriali: la Edizioni Dlm srl, con capitale di 10mila euro, interamente detenuto dall’associazione, e la Edizioni Dlm Europa, con capitale sociale di 113mila euro. La quota posseduta dai Dl è del 49% del capitale sociale. La prima impresa è proprietaria della testata giornalistica del quotidiano «Europa», organo del partito, sia in formato cartaceo che telematico. Un sistema che consente di detenere la piena proprietà della testata. La Edizioni Dlm Europa, invece, grazie al contratto di concessione d’uso, è la società editrice del quotidiano.
Andrea Marini - Giovanni Parente
• Nella Cdl boom del debito: +40%. Il Sole 24 Ore 4 luglio 2007. Un’impennata da montagne russe. Cresce il debito dei primi quattro partiti della Cdl. E l’incremento complessivo tra il 2005 e il 2006 è quasi del 40 per cento. Un dato in netta controtendenza con l’anno precedente quando invece il passivo storico delle stesse formazioni si era ridotto nel complesso del 4,4 per cento.
Forza Italia capofila
La formazione di Silvio Berlusconi pesa per il 90% sul totale del debito della Cdl. Proprio come accade per i Ds nello schieramento opposto (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri). Per gli azzurri il balzo in avanti del 38% negli ultimi dodici mesi ha prodotto un effetto trascinamento che ha portato il rosso della coalizione di centro-destra a oltre 175 milioni.
Nel 2006, tuttavia, Fi ha ottenuto uno dei migliori avanzi di esercizio (46,8 milioni di euro). Un risultato secondo solo a quello realizzato nel 2002. I contributi dello Stato (oltre 134 milioni) sono stati il fattore che ne ha consentito la formazione, mentre il totale dei proventi - si legge nella nota al bilancio - «ha abbondantemente coperto gli oneri totali, più che raddoppiati in confronto al 2005, soprattutto a causa della crescita degli investimenti per le spese di comunicazione e elettorali».
I debiti sono schizzati in alto poiché l’incasso di 46 milioni della rata 2006 dei rimborsi elettorali, aggiunto alle fonti di autofinanziamento, è risultato «largamente insufficiente - prosegue la nota - a finanziare il flusso totale delle uscite» per le spese elettorali. Questo spiega anche perché il partito dell’ex premier sia quello con il rapporto debito per elettore più elevato: 17,4 euro. Un valore comunque lontano dai 28,4 euro della Quercia, che è il più alto tra tutte le forze politiche. Nel centro-destra molto più indietro gli altri, con l’Udc che fa segnare un indice pari a 5,2 euro.
Aiuti di Stato
Come per tutti i movimenti politici anche nel centro-destra la fetta maggiore delle entrate è rappresentata dai rimborsi elettorali. Si va dal 90% per Forza Italia fino al 53,5% della Lega. Il Carroccio si distingue per gli alti ricavi ottenuti da attività editoriali e manifestazioni (2,5 milioni). Non di secondaria importanza è la cifra accumulata con le sovvenzioni dei privati (4,9 milioni). Una parte dei quali ha superato i limiti richiesti per la presentazione della dichiarazione congiunta (si veda l’articolo a fondo pagina).
I rimborsi hanno contribuito a una chiusura del 2006 con segno positivo. L’Udc è arrivata a quota +25 milioni, un valore quasi quadruplicato rispetto ai dodici mesi precedenti. Anche in questo caso è stato ascritto a bilancio l’intero importo dei contributi per tutte le tornate elettorali, a differenza degli esercizi precedenti al 2005 quando i versamenti erano inseriti nel conto per la sola quota effettivamente incassata.
Prevale l’ottimismo
I quattro partiti di opposizione affrontano l’esercizio 2007 con prospettive "rassicuranti". Nello scorso aprile, Forza Italia ha perfezionato la cessione dei crediti relativi ai rimborsi per le politiche 2006: il totale incassato è stato di 94 milioni.
An ritiene di aver messo da parte «le opportune riserve per affrontare gli impegni della prima parte dell’anno e quindi non ci dovrebbero essere problemi particolari e non previsti». Anche per l’Udc l’avanzo 2006 in assenza di eventi straordinari «permetterà lo svolgimento dell’attività politica senza la necessità di ulteriori indebitamenti». Idem la Lega, che punta ad aumentare la capacità organizzativa sul territorio.
Quattro partiti in cerca di pareggio
Andrea Marini - Giovanni Parente
• Quattro milioni per i 72 azzurri, centristi «magri». Il Sole 24 Ore 4 luglio 2007. Spesso sono le pedine che portano avanti la struttura centrale del partito, dipendenti che hanno fatto della loro devozione politica un fonte di reddito. Nel centro-destra è Forza Italia il movimento che spende di più per i propri dipendenti: 3,9 milioni nel 2006 per 72 unità, in lieve crescita rispetto alle risorse impiegate nell’esercizio precedente (3,4 milioni). Segue la Lega Nord che ha gestito 66 uomini per il quale ha speso 2,8 milioni, una somma in pratica stabile rispetto ai dodici mesi precedenti. Più contenuto l’esborso per il personale di An, 45 impiegati che hanno pesato sulle casse del partito per 1,4 milioni di euro. Anche in questo caso non ci sono stati grossi cambiamenti sul 2005. L’Udc, invece, è riuscito ad andare avanti con una struttura più snella: appena 30 unità di cui solo 9 impiegati, un dirigente e 20 collaboratori. Il tutto per un costo di appena 793mila euro (nel 2005 la spesa complessiva per il personale era stata di 683mila euro).
Andrea Marini - Giovanni Parente
• Le partecipazioni. Da due partiti fondi per ripianare le perdite delle proprie società immobiliari
An e Lega in soccorso delle controllate. Il Sole 24 Ore 4 luglio 2007. L’importante è partecipare. Chissà se il motto di De Coubertin si addice ai partiti della Casa delle libertà. In realtà Fi e Udc dichiarano di non avere partecipazioni in società. An e Lega, invece, di quote in portafoglio ne hanno. Ma le rispettive controllate non brillano per risultati.
Il partito di Gianfranco Fini detiene il 99,9% dell’Italimmobili e il 99,5% della Immobiliare Nuova Mancini. Due società «strettamente connesse e funzionali all’attività politico organizzativa di An, essendo intestatarie di una serie di immobili utilizzati sia per la sede centrale che per quelle locali», scrive il segretario nazionale amministrativo Francesco Pontone nella relazione sull’esercizio 2006. L’Italimmobili (capitale sociale pari a 1,53 milioni) possiede, oltre a edifici, il 100% della Isve (proprietaria della sede del partito a Venezia) e una quota del valore di 468 euro nell’Immobiliare Nuova Mancini. Lo scorso anno si è chiuso con una perdita di circa 210mila euro. I rapporti finanziari con via della Scrofa consistono «nell’effettuazione di finanziamenti infruttiferi in qualità di soci per sostentare le necessità correnti». Gli immobili sono concessi al partito in comodato e quindi «non vi sono ricavi». La perdita dell’Immobiliare Nuova Mancini è stata invece di poco meno di 116mila euro (valore al 31 luglio 2006). Anche in questo caso, il partito «sopperisce con i propri mezzi finanziari» alle esigenze di conduzione. E lo scorso anno «è stata eseguita una rinuncia parziale dei crediti infruttiferi per 110mila euro» a copertura di perdite dell’esercizio. In perdita pure il «Secolo d’Italia», l’impresa che edita l’organo di partito: l’esercizio si è chiuso col segno meno per 1,12 milioni.
Anche la Lega ha una controllata che gestisce il patrimonio immobiliare del movimento. La Pontida Fin è al 99% del Carroccio. Il 25 settembre dello scorso anno sono stati deliberati un aumento di capitale sociale da 4,3 a 8 milioni e la copertura delle perdite maturate. Perdite che nel 2006 si sono attestate a 212mila euro. L’altra controllata è la Fin Group. Si tratta della «holding di gestione di tutte le attività commerciali e industriali», spiega il segretario amministrativo federale Maurizio Balocchi nella relazione sul rendiconto annuale. Al 31 dicembre la perdita era di 33mila euro. Il valore delle partecipazioni della Lega nelle due società in termini di patrimonio netto raggiunge però quasi 8 milioni.
Andrea Marini - Giovanni Parente
• Udc più «privata» di Forza Italia. Il Sole 24 Ore 4 luglio 2007. C’è la "solita" Autostrade spa di Roma, vera e propria benefattrice dei partiti, che ha staccato per ognuna delle quattro forze del centro-destra un assegno da 150mila di euro. Una contribuzione (vedi il «Sole-24Ore» di ieri) che si è rivolta con la stessa generosità anche nei confronti dei Ds e della Margherita.
La sorpresa, semmai, viene dall’Udc, che tra tutti i partiti dell’area è quello che nel 2006 è riuscito a raccogliere la somma più alta tra i contributori privati: quasi 6 milioni di euro. Via dei Due Macelli ha staccato anche Forza Italia (3,6 milioni) e la Lega Nord, che comunque con i suoi 3 milioni di contribuzioni liberali ottiene un’ottima performance. Più distante Alleanza nazionale, che ha incassato poco meno di mezzo milione.
Udc e i Caltagirone
Per l’Udc hanno avuto la loro influenza i rapporti di parentela con la famiglia Caltagirone del leader Pier Ferdinando Casini (come noto, compagno di Azzurra Caltagirone). In totale i finanziamenti riconducibili alla famiglia di imprenditori edili ammonta a 800mila euro: Francesco Gaetano ha contribuito di persona con 100mila euro, a cui vanno aggiunti 200mila riconducibili alle società che fanno riferimento a lui (la Pantheon spa 2000 e Igc srl). La moglie Luisa Farinon e uno dei figli (Alessandro, attraverso la Alca 1969) hanno versato altri 100mila euro a testa. L’Altro figlio, Francesco ha contribuito con la stessa somma di denaro. Infine, Gaetano ha versato 100mila euro di tasca propria e altre 100mila tramite la Immobiliare Futuretime srl.
Fi, finanziata e finanziatrice
Rispetto all’Udc, il partito dell’ex premier Silvio Berlusconi si è fermato a quota 3,6 milioni, una cifra che comunque è spalmata tra ben 170 contributori. Di questi, circa 50 sono imprese o associazioni coma la Fondazione Liberal di Roma.
Ad ogni modo, Forza Italia si distingue all’interno del centro-destra anche come partito-finanziatore di altre forze politiche. Poco più di 273mila euro sono state donate ad Azione Sociale, la formazione di Alessandra Mussolini.
Una contribuzione che, con un assegno di 50mila euro si è estesa anche nel 2007. La generosità di Fi si è rivolta poi anche ai piccoli movimenti di area centrista: alla Dc sono state donati 135mila euro e alla Democrazia Cristiana 85mila euro.
Lega e le piccole imprese
Il partito di Umberto Bossi conferma nei dodici mesi passati la sua capacità a saper utilizzare, anche dal punto di vista economico, il suo radicamento nel territorio.
La cifra raccolta supera i 3milioni di euro, distribuiti tra più di 100 finanziatori. L’80% sono piccole imprese del Nord Italia.
An e i parlamentari
Alleanza nazionale, infine, nel 2006 è riuscita a raccogliere poco meno di mezzo milione di euro, grazie, oltre alla Autostrade Spa, ai propri parlamentari.Nel 2007, poi, il movimento di Gianfranco Fini ha dato un contributo di 150mila euro al comitato promotore del referendum elettorale.
Andrea Marini - Giovanni Parente