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 2006  settembre 23 Sabato calendario

Titoli - Jenny von Westphalen, moglie di Karl Marx, era baronessa e ne andava fiera, tanto da evidenziarlo nei biglietti da visita: "Madame Jenny Marx, née Baronesse de Westphalen"

• Titoli. Jenny von Westphalen, moglie di Karl Marx, era baronessa e ne andava fiera, tanto da evidenziarlo nei biglietti da visita: "Madame Jenny Marx, née Baronesse de Westphalen". Ma siccome né lei né il marito lavoravano, spesso impegnava gli oggetti di valore della sua dote, come la volta che portò al Monte di Pietà l’argenteria con su impresso lo stemma di famiglia, solo che la polizia, credendo che invece si trattasse di merce rubata, arrestò entrambi i coniugi per ricettazione.
• Calligrafia. Due volte, durante i 34 anni vissuti a Londra, Marx si rassegnò a impegnarsi in un lavoro retribuito. La prima volta accettando di collaborare con l’amico Joseph Weydemeyer nel commercio di una nuova vernice, ma poi non se ne fece nulla. La seconda, nel 1862 presentando domanda di assunzione presso l’ufficio di una compagnia ferroviaria inglese, rifiutata per la pessima calligrafia del candidato. Per lo stesso motivo aveva problemi anche con le tipografie, tanto che era Engels spesso e volentieri a trascrivere in bella copia i suoi manoscritti (mettendo in difficoltà gli storici sulla paternità delle opere).
• Convenzioni. Quando finivano i soldi delle eredità e i bottegai non facevano più credito a Marx, c’era sempre Engels a dargli una mano, non facendosi nessuno scrupolo a sottrarre banconote dalla cassa del padre industriale. Non che Marx fosse altrettanto generoso. Anzi, siccome lui e sua moglie non accettavano che Engels convivesse con una Mary Burns, operaia analfabeta, e con la sorella di lei, quando la Burns morì (improvvisamente, di un colpo apoplettico), Marx se la cavò con poche righe di condoglianza, riservando il resto della lettera a elencare i suoi debiti. Al che Engels un po’ se la prese: "Troverai giusto che questa volta la mia propria disgrazia e la tua fredda accoglienza mi abbiano reso impossibile il risponderti prima", mentre tutti gli altri amici gli erano stati vicini, perfino i "conoscenti filistei". Ma bastò che Marx gli scrivesse di essersi pentito subito dopo avergli spedito quella lettera, che Engels lo perdonò.
• Pagliericci. Sua moglie era incinta e Marx, avendo interrotto i rapporti sessuali con lei, pensò bene di approfittare della serva mandata dalla suocera. Si chiamava Helene Demuth, di anni 30. Vivendo in un alloggio di due camere, quando la moglie andava a dormire, Marx si attardava a scrivere in soggiorno, dove avevano anche ricavato un pagliericcio per far dormire Helene. Solo che una sera anche Marx provò quel giaciglio e nove mesi dopo, il 23 giugno 1851, nacque Freddy, che fu subito affidato a un’altra famiglia. Anche quella volta fu Engels a togliere l’amico dai guai, fingendo di essere il responsabile, salvo svelare la verità agli amici sul letto di morte, perché non sopportava di essere accusato di aver trascurato un figlio naturale.
• Cannibalismo. L’adagio "i comunisti mangiano i bambini" ha origine dalla carestia che colpì alcune regioni della Russia nel 1921 come documentato dallo scrittore Michail Osòrgin, redattore del bollettino ”Pomosc” (’Il soccorso”): "La gente mangiava soprattutto quelli che gli erano più vicini, a mano a mano che morivano; si alimentavano i bambini più grandi, ma i neonati, che non avevano ancora imparato a vivere, non venivano risparmiati per quanto magro potesse essere il ricavato. Ciascuno divorava nel proprio cantuccio, non alla tavola comune, e nessuno ne parlava".
• Telefoni. Thierry Gaudin, nel 1988, quando disse che una dittatura non è più in grado di governare lo stato dove il numero di apparecchi telefonici supera il dieci per cento della popolazione, previde il crollo dell’Unione Sovietica, che aveva raggiunto questa percentuale.
• Capi. La tesi formulata da Wilfred R. Bion, che fu presidente della Società Britannica di psicanalisi, secondo cui un gruppo, se lasciato libero di agire spontaneamente, finisce per scegliersi come capo la "persona più malata".