Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 5 febbraio 2001
Torniamo sul caso della contessa Agusta, di cui ci siamo già occupati tre settimane fa
• Torniamo sul caso della contessa Agusta, di cui ci siamo già occupati tre settimane fa. Come si sa, il cadavere della contessa Francesca Vacca Agusta, volata giù dalle scogliere di Portofino l’8 gennaio, è stato trovato il 24 gennaio sulla spiaggia di Cap Benat, tra Tolone e Marsiglia. Condizioni: cranio sfondato, varie ferite non mortali, morsicature dei pesci, i piedi ridotti a brandelli, assenza quasi totale di epidermide. La magistratura francese, che ha reso noto il ritrovamento dopo sei giorni, si dice «certa al novanta per cento» che si tratti di lei, ha disposto nuovi accertamenti e non ha intenzione di spedire il corpo in Italia prima di averli effettuati. Stabilito dalla prima autopsia che la contessa non è morta annegata (non c’era acqua nei polmoni), resta incerto se la botta in testa, quella mortale, l’abbia presa cadendo sulle rocce o gliel’abbia data qualcuno. Secondo Dalila Ranalletta, medico legale al policlinico Gemelli di Roma, gli esami non potranno risolvere nulla, «a meno che la ferita non sia ”figurata”, non conservi cioè l’impronta dell’oggetto o della roccia che l’ha provocata. Ma è rarissimo che capiti». Ancora la Ranalletta: «Sia la causa sia l’epoca del decesso sono quasi impossibili da stabilire. (...) Le alterazioni sono molte: pesci, temperatura dell’acqua, il fatto che il cadavere abbia galleggiato o sia stato per qualche tempo sul fondo, o fermo per giorni prima di iniziare il viaggio sospinto dalla corrente. (...) Gli annegati, se l’acqua è fredda, si conservano abbastanza bene. Ma appena estratti recuperano la decomposizione».
• I tre che facevano il girotondo intorno alla contessa. Maurizio Raggio, 41 anni, figlio del proprietario del bar la Gritta di Portofino, amante della Vacca Agusta dall’86 al ’94 e suo complice nel riciclaggio dei miliardi dell’amico Bettino Craxi. Grande amico e confidente della contessa anche dopo la relazione, si stabilisce nella dependance di villa Altachiara, ma viaggia spesso negli Stati Uniti per curare i suoi affari. Tirso Rafael Chazaro Rosario, 50 anni, messicano, da tutti chiamato Tito, fascino del nobile decaduto, conosce la contessa nel 1994, quando lei fugge in Messico con Raggio per sfuggire all’arresto. Diventano amanti. Nel 1997 la Vacca Agusta sconta gli arresti domiciliari in Italia, lui ottiene dalla magistratura il permesso di starle accanto e non lascia più villa Altachiara. Del suo passato si conosce poco. La sua famiglia ha dato i natali a un presidente del Messico e a numerosi gran maestri della massoneria locale. Una curiosità: dall’8 al 12 gennaio, tutti i giornali lo chiamano Roncado Gonzales. Il 12 Raggio sbotta: «Tirso Roncado, e chi è? I vostri colleghi che non parlano messicano avranno capito male. Lui si chiama Chazaro Rosario. Ricordatevelo bene». Susanna Torretta, 30 anni, nata a Rapallo, capelli biondi, aria da Barbie, bella, ambiziosa e intraprendente. Di umili origini, sposata con un avvocato di Santa Margherita, conosce la contessa lavorando nelle boutique più esclusive della zona. Comincia a frequentarla. Un paio d’anni fa lascia bruscamente il marito, s’installa nella villa d’Altachiara e s’affeziona assai al lusso e alla contessa. Spesso girano per Portofino mano nella mano.
• La sera in cui la contessa cade giù per gli 80 metri di scogliera davanti a villa Altachiara, in casa ci sono Susanna Torretta, Rosario Chazaro e qualche domestico. Sono le 19. La polizia è avvertita sette ore dopo. Intanto, Maurizio Raggio è a Miami: il fratello della contessa, Domenico Griffagni, lo chiama un paio d’ore dopo la scomparsa. Lui si precipita in Italia. Dal momento in cui mette piede a villa Altachiara, diventa portavoce unico delle persone presenti nella villa la sera della scomparsa. Rilascia interviste, esclude che si tratti di suicidio, descrive i particolari della serata in cui lui non c’era, s’arrabbia con Chazaro perché non è stato sollecito a rincorrere la Vacca Agusta quando lei è scomparsa in giardino. Gli altri, domestici compresi, si asserragliano nella villa e non escono nemmeno per comprar da mangiare. Dalla cronaca di Ugo Cubeddu sul ”Messaggero”: «Telefoni e ti risponde Maurizio Raggio. Si apre il cancello ed esce Maurizio Raggio Stai lì davanti per tutto il giorno e il massimo della soddisfazione è veder uscire il maggiordomo in camicia jeans e scarpe da tennis. (...) Esce una 500 giardinetta verde scuro tenuta da sogno e scarica Maurizio Raggio che va all’hotel Splendido (trenta metri) per farsi intervistare». Gli altri sono «totalmente irraggiungibili, filtrati anche per telefono dall’inevitabile Raggio».
• La contessa ha litigato per undici anni col figliastro Rocky Agusta per la spartizione dell’eredità del conte Corradino Agusta, ricco proprietario di fabbriche di elicotteri, suo marito fino all’85, morto di cancro nell’89. Il 16 novembre 2000 hanno firmato un accordo a Lugano. Rocky le lascia la proprietà delle ville (quella di Portofino, che vale 30 miliardi, quella messicana di Cuernavaca, eccetera) e di vari appartamenti sparsi in Italia, le accorda l’una tantum di 8 miliardi cash e un vitalizio per 18 anni, a partire dal giugno 2000 (800 milioni l’anno nei primi cinque anni, poi 900, poi 1 miliardo). In tutto, una cinquantina di miliardi. Si dice però che la contessa e il figliastro, entrambi probabili titolari di conti protetti, abbiano stipulato in segreto anche un altro ben più sostanzioso accordo, davanti a un avvocato americano. Secondo un legale (che vuol restare anonimo), l’eredità della contessa ammonterebbe a 150-200 miliardi (secondo il notaio svizzero Adolf Hoerler, il patrimonio lasciato dal conte Agusta sarebbe di 536 milioni di dollari, oltre mille miliardi di lire). In ogni caso, la morte della Vacca ha fatto risparmiare a Rocky una ventina di miliardi.
• A proposito di eredità, chi è il beneficiario del testamento? Ci sono almeno due testamenti. In quello ufficiale e olografo, conservato nello studio genovese del notaio Solimena, la contessa lascia i suoi beni al fratello Domenico Griffagni, a tre nipoti e a Maurizio Raggio. L’altro, datato 6 gennaio, scritto a mano dalla contessa ma privo di firma, nomina eredi universali Tirso Rafael Chazaro Rosario e Susanna Torretta. Finora, nessuno ha potuto vedere né l’uno né l’altro.
• Negli ultimi tempi la contessa si arrabbiava spesso con Raggio e Chazaro, ma di Susanna si fidava sempre. «Il testamento? Non sanno che la contessa, negli ultimi tempi, andava dal notaio almeno una volta alla settimana? Si arrabbiava con Raggio e lo diseredava, poi con Tito e diseredava lui. E chi crede che andasse con lei come testimone? Susanna» (un amico di Susanna Torretta, mentre spiegava perché lei non c’entra niente con l’eredità).
• Un ritratto di Francesca Vacca, quando ancora non era la contessa Agusta, ma aveva già la lingua veloce. «Figlia della piccola borghesia milanese, tirata su nel solco della buona educazione d’altri tempi, iscritta alle Orsoline in quel viale Maino che la notte s’animava con le prime lucciole espulse dai casini dalla ”Merlin”, bella, estrosa, prorompente, raccontano che amasse tanto le provocazioni da incendiare i corteggiatori così: ”Salve, sono la Vacca e studio lingue in viale Maino”».