Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 febbraio 2006
Un monaco - ”Questo è il liber di un monaco vissuto in una delle abbazie italiane più famose secondo la regola di Benedetto da Norcia
• Un monaco. ”Questo è il liber di un monaco vissuto in una delle abbazie italiane più famose secondo la regola di Benedetto da Norcia. Non posso dichiarare chi sono, vivo nella pace delle notte e dei giorni e ho fatto il voto del silenzio... Ripercorro la mia vita per intendere me stesso e il mio popolo. Non nutro odio alcuno perché sono un monaco e come lo sia diventato lo saprete quando avrete letto queste povere pagine” (re Desiderio).
• Due monasteri. Desiderio, ultimo re dei longobardi (dal dicembre 756), si fece monaco dopo che il suo esercito fu sconfitto da Carlo Magno (era il giugno del 773). passato alla storia per aver costruito in territorio bresciano due monasteri benedettini: uno maschile a Leno e uno femminile a Santa Giulia: qui il Manzoni ambientò la tragedia in versi dell’Adelchi (figlio di re Desiderio) e qui, come da lui narrato, davvero trovò la morte la figlia di Desiderio Ermengarda, ripudiata dopo un anno di nozze da Carlo Magno.
• Due soldi per un dente. In 17 anni di regno, Desiderio non fece nemmeno una legge: ”Visto che ne avevamo già tante e molte non erano osservate, ho trovato inutile farne altre che potessero avere la stessa sorte”. A occuparsi di norme e pene, in effetti, ci aveva pensato re Rotari (636-652) con il suo celebre Editto: 388 capitoli che raccoglievano tutte le leggi civili e penali e sostituivano la faida, una forma di vendetta personale, con il guidrigildo, risarcimento pecuniario dell’offesa. Ad esempio: 800 soldi per un omicidio doloso, 20 soldi per un soldato, pochi soldi per un servo, 2 soldi per un dente fatto cadere, e così via.
• Cavalli. I Longobardi si sentivano tutt’uno con il proprio cavallo, con cui sfilavano, ma anche combattaveno: "E, se la vita finisce, spesso si fanno seppellire assieme all’inseparabile amico".
• Scramasax. ”Ricordo il pugnale, lo scramasax, che mio padre mi prese per il combattimento con un altro giovane mio pari. Quest’arma era tutta lavorata e sapevo ch’era antica e apparteneva all’epoca in cui i Longobardi erano in Pennonia (l’odierna Ungheria occidentale, ndr), terra da cui ci siamo mossi per venire in Italia”.
• Morgengabe. ”Ho davanti agli occhi la bellezza di mia madre che spesso aveva monili di rara qualità: erano molto eleganti e mi diceva orgogliosa ch’erano stati il dono del mattino di mio padre, il morgengabe. Nella nostra tradizione molti beni venivano regalati alla sposa la mattina del risveglio dopo la prima notte di nozze”.
• La tunica. E’ il settembre 773, la capitale Longobardia viene assediata dai Franchi. La storia ufficiale racconta che fu il vincitore Carlo Magno a spedire in convento Desiderio, ma la versione del monaco-re è diversa. "Mi presentai a Carlo nella mia dignità di re dei Longobardi. Avevo la tunica con l’armamento regale e la grande sciabola pendeva dalla cintura istoriata come un ferro arruginito. Non me la fece togliere. Proposi a Carlo un patto d’onore: ”Io vado via, tu resti re dei Longobardi, li ricorderai sempre nel governare, lo scriverai nei tuoi documenti: ricorda, Carolus rex Langobardorum, nessuno saprà che è frutto di un patto d’onore, fra due re, ma tu rispetterai la mia gente, le sue leggi, le famiglie. E farò voto del silenzio... ”".
• Il mantello. Carlo gli procurò un mantello pesante anche se era il 5 giugno del 774. "Mi fece cenno di corprirmi il volto con il cappuccio. Volli togliermi la spada, ma fece un cenno di diniego. ”La strada è lunga e ci sono molti pericoli”. Finiva così il regno dei Longobardi in Italia".