Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 2 aprile 2005
My life
• Hope. Se ha avuto un po’ di notorietà, Hope, cittadina di seimila abitanti nel Sudovest dell’Arkansas, a cinquanta chilometri dal confine col Texas, lo deve a Bìll Clinton, che ci nacque il 19 agosto 1946. Per gratitudine un comitato ha pensato di raccogliere dei fondi per restaurare la sua casa d’infanzia, arredarla con mobili e foto d’epoca, e piantare all’esterno l’insegna con su scritto ”Casa natale di Bili Clinton”.
• Inchiesta. Bill Clinton apprese che suo padre aveva avuto tre mogli prima di sua madre, e con loro almeno due figli prima di lui, solo nel 1993, leggendo un’inchiesta pubblicata dal Washington Post giusto il giorno della festa dei papà. Il padre lo aveva visto solo in foto, essendo morto a ventotto anni in un incidente d’auto, quando la madre era incinta di lui.
• Compensazioni. "Mio padre mi ha lasciato la convinzione di dover vivere per due e che in qualche modo il mio successo avrebbe compensato la vita che lui aveva perduto. Conscio che anch’io avrei potuto morire giovane, ho cercato dì trarre il meglio da ogni momento della mia esistenza" (Bill Clinton).
• Genuflessioni. Il primo ricordo di una donna in ginocchio davanti a lui risale all’età di tre anni. Lui era in braccio alla nonna affacciato al finestrino del treno a fare ”ciao ciao” con la manina alla mamma, ma questa, non appena il capostazione suonò il fischietto, scoppiò a piangere e si inginocchiò vicino ai binari, continuando a sventolare la mano (in quel periodo Bill viveva con la nonna a Hope).
• Soglie. Allevato dalla nonna materna, alta un metro e mezzo per ottanta chili di peso, Bill Clinton era un bambino grassoccio e lento, tanto che lo prendeva in giro perfino una bambina ritardata, Mitzi Polk, che almeno sull’altalena ci sapeva andare. Non andava ancora a scuola quando si ruppe una gamba saltando la corda con stivali da cow-boy; a sei anni fu ínvestito da un montone in campagna, mentre la cugina Karla, più alta e più veloce, era riuscita a scappare: "Imparai che potevo prenderle di santa ragione, una lezione che mi è stata molto utile quando ho avuto a che fare con personaggi come Ken Starr" (il procuratore del caso Lewinsky). In bicicletta senza rotelle imparò ad andare solo a 22 anni: "Anche allora mi capitò di cadere, ma lo accettavo come un modo per stabilire la soglia del dolore".
• Lutto. Neì giorni di lutto che nel 1967 seguirono la morte di Roger Clinton, il patrigno a cui deve il cognome, Bill Clinton ìngrassò di cinque chili, perché tutti quelli che andavano in visita, secondo (e usanze, portavano da mangiare a sufficienza per loro e da offrire agli altri visitatori: "Era comunque confortante avere tutto quel cibo e tutti quegli amici".
• Obiettivi. Subito dopo la laurea in legge, per non perdere tempo Bill Clinton si comprò il manuale intitolato ”Come gestire il tuo tempo e la tua vita”, di Alan Lakein, che insegnava innanzitutto a compilare sempre una lista degli obiettivi della vita a breve, medio e lungo termine, contrassegnandoli con le Iettere A, B e C a seconda dell’importanza. L’ex presidente conserva ancora la lista con l’elenco degli obiettivi. A: "Essere una brava persona, avere un matrimonio felice e dei figli, amici fedeli, successo in politica, e scrivere un bel libro".
• Gentilezze. Davvero Bill Clinton non si potrà mai dimenticare della gentilezza riservata da George Bush senior alla figlioletta Chelsea, di tre anni, nell’estate 1983, durante un pranzo all’aperto offerto dal vicepresidente nella sua casa di Kennebunkport. Erano già seduti a tavola quando la bambina si alzò per chiedere a Bush di andare in bagno e quello la prese per mano e la accompagnò personalmente.