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 1998  maggio 30 Sabato calendario

Morire d’orrore

• Nel 1793 fu giustiziata Charlotte Corday, l’assassina di Marat. Si racconta che dopo la decapitazione il boia sollevò la sua testa e la prese a schiaffi sulle guance. I muscoli si contrassero e la bocca si aprì per urlare.
• William Burke, classe 1792, irlandese, contadino, poi calzolaio e fornaio. Nel 1826 lui e sua moglie fecero fecero amicizia con William Hare, ex scaricatore di porto, sposato con la locandiera Liz Legg. Quando nella bettola morì un vecchio soldato, i quattro decisero di vendere il cadavere ai chirurgi che facevano esperimenti di anatomia. Poi presero a uccidere i clienti facendoli ubriacare e colpendoli con forza al naso (in questo modo simulavano una morte da arresto respiratorio). Una volta uccisero due mendicanti, nonna e nipotino. Quando la polizia scoprì tutto, Burke andò al patibolo. Il suo corpo, appeso per tre giorni al portone delle carceri, fu poi regalato a un laboratorio di anatomia. Hare, scarcerato, venne linciato dagli scaricatori del porto.
• Jeanne Weber, domestica, dal 1901 uccise in una decina d’anni sette bambini, tra cui i suoi due figli e due nipotini. Arrestata, processata e assolta, venne sorpresa mentre tentava di strangolare il figlio dei padroni della locanda dove alloggiava. Si impiccò in carcere con un lenzuolo.
• Marcel Petiot, medico, accoglieva ebrei con la scusa di farli espatriare e invece li ammazzava dopo averli derubati. La prima vittima fu un Gushinov che voleva raggiungere i suoi parenti in Argentina. Il 2 gennaio 1942 lo avvelenò, gli rubò i diamanti che teneva nascosti nella cravatta, scotennò il cadavere, gli incise il torace, lo ricucì, lo mise in un forno crematorio. Dopo l’inasprimento delle leggi antiebraiche cominciarono a rivolgersi a Petiot, ormai noto come ”dottor Salvezza”, intere famiglie. La Gestapo pensò in un primo momento a un’organizzazione che faceva scappare gli ebrei all’estero. Cominciò a sospettare la verità quando, dalla Senna, affiorarono i tronchi di alcuni cadaveri. Il 9 marzo 1944, un poliziotto scoprì nel laboratorio in rue Leseur 21 una vasca piena di calce viva con quindici chili di ossa umane. Al processo, cominciato il 18 marzo 1946, il duca di Windsor, ex re d’Inghilterra, era sempre in prima fila. Petiot venne condannato a morte. Avrebbe ucciso, secondo l’accusa, ventisette persone, a sentir lui sessantatré.
• La sera del 20 novembre 1945, tra le 20 e le 23.30, quattro rapinatori mascherati fecero irruzione in una cascina di Villarbasse (a venti chilometri da Torino). Stordirono i dieci abitanti, gli legarono i piedi a blocchi di cemento e li gettarono vivi in una cisterna. Unico superstite, un bambino di 3 anni, che fu lasciato dormire nel suo letto. Gli assassini erano quattro piccoli delinquenti di Mezzojuso (Palermo): Pietro Lalla, trovato morto l’11 aprile 1946; Giovanni D’Ignoti, manovale di anni 31; Francesco La Barbera, garzone di cucina di anni 26; Giovanni Puleo, ciabattino di anni 32. Gli ultimi tre vennero arrestati, processati e fucilati. In Italia furono gli ultimi condannati a morte.
• John George Haigh, alto, muscoloso, ben educato, classe 1909, soprannominato ”il vampiro di York”. Tra il 1946 e il 1949 uccise sei persone per bere il loro sangue. Peter Kurten, detto il mostro di Düsseldorf”, giustiziato il 2 luglio 1931 per aver ucciso e bevuto il sangue di ventotto persone. La sera prima dell’esecuzione chiese una bistecca al sangue. Gliela negarono, si accontentò di due panini al formaggio.
• Leonarda Cianciulli, detta Nardina, morta il 15 ottobre 1970 nel manicomio criminale di Pozzuoli, nota come ”la saponificatrice di Correggio”. Sposatacon raffaele Pansardi ebbe diciassette gravidanze (di queste, tre parti prematuri, dieci bambini morti quasi in fasce). Il 17 dicembre 1939 attirò in casa la zitella Ermelinda Faustina Setti, sua amica, la uccise, amputò la testa con un’accetta, fece a pezzi il cadavere con una sega, mise i tocchi di carne a bollire con sei chili di soda caustica per trasformarli in saponette. Nell’estate del 1940 fece la stessa cosa con un’altra amica, Clementina Soavi. L’anno dopo toccò all’ex cantante Virginia Cacioppo.
• Jeffrey Dahmer, il ”mostro di Milwaukee”, da bambino scarnificava cosce di pollo con l’acido muriatico e collezionava scheletri di scoiattolo. Da adulto attirava ragazzi nel suo appartamento, li drogava, li violentava, li torturava, talvolta mangiava il loro cuore, talvolta gli organi sessuali. Il 23 luglio 1991 la polizia fece irruzione in casa sua. Trovò membra divelte accattastate in casse, due teschi conservati in una scatola da computer, altri in cima all’armadio in camera da letto e in frigorifero. Al processo non gli venne riconosciuta infermità mentale (durante le violenze usava sempre il preservativo). Rinchiuso in un carcere di massimo sicurezza, fu ucciso in bagno da un altro condannato (era il 28 novembre 1994).