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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Onorevole si dia un taglio

• Onorevole si dia un taglio. L’Espresso 8 febbraio 2007. Il privilegio parlamentare non ha colore politico, tocca tutte le sponde partitiche, senza riguardi per i limiti d’età. Premia per cominciare il politico di professione, giovane leader di sinistra dal robusto curriculum, come Walter Veltroni, ex vicepresidente del Consiglio. Cinquantuno anni, consigliere comunale dal 1976, deputato dall’87, sindaco di Roma dal 2001, precoce in tutto l’attivissimo Walter è anche uno dei più giovani pensionati del nostro Parlamento: con 23 anni di contributi versati, dal 2005 riscuote dalla Camera un vitalizio mensile di 9 mila euro lordi (che si aggiunge allo stipendio del Campidoglio, di circa 5.500 euro netti). Non senza tormenti: consapevole del trattamento di favore rispetto ai comuni mortali che a partire dal prossimo anno potranno andare in pensione solo a 60 anni, Veltroni fa sapere di avere provato a rifiutare il vitalizio cercando di farlo congelare a Montecitorio; non essendoci riuscito (l’eventualità non è prevista dai regolamenti) alla fine ha deciso di distribuirlo in beneficenza alle popolazioni africane. Il privilegio è cieco al merito e dispensa i suoi vantaggi a prescindere dalle prestazioni lavorative fornite. Toni Negri, leader di Potere operaio, nel 1983 era detenuto per associazione sovversiva e insurrezione armata contro i poteri dello Stato. Per restituirgli la libertà, Marco Pannella lo inserì nelle liste radicali facendolo eleggere in Parlamento. Conquistato lo scranno, Negri mise piede alla Camera solo per sbrigare le pratiche connesse al suo insediamento. Dopo poche settimane, temendo di finire di nuovo in gattabuia, si diede alla latitanza in Francia senza mai più farsi vedere a Montecitorio. Ciononostante, oggi riscuote 3 mila 108 euro di pensione parlamentare senza avere prodotto nemmeno una legge: la sua personale vendetta contro lo Stato borghese. Ecco due delle sorprese che spuntano dalla lista delle pensioni elargite da Camera (in totale, 2.005 per una spesa di 127 milioni di euro l’anno) e Senato (1.297 per 59 milioni 887 mila euro) a favore degli ex parlamentari (nelle cifre sono comprese anche le 1.041 pensioni di reversibilità incassate dagli eredi di eletti defunti) e che per la prima volta ’L’espresso’ pubblica in esclusiva. Viva il cumulo Veltroni e Negri non sono episodi isolati. Il privilegio del vitalizio per deputati e senatori non conosce infatti ostacoli e si cumula con tutti i redditi: si somma all’indennità (198 mila euro l’anno) di chi si è dimesso da parlamentare per entrare nel secondo governo Prodi (tra i tanti, il viceministro all’Economia Roberto Pinza), allo stipendio da lavoro dipendente di chi è tornato a insegnare (Marida Bolognesi, ulivista), alla retribuzione di commissario Enac (Vito Riggio, ex Dc, 150 mila euro lordi l’anno per questo incarico), alle nomine alle varie Authority (Mauro Paissan, Privacy, 144 mila euro lordi). E, soprattutto, si cumula con tutti i livelli di reddito, anche quelli più ragguardevoli. Susanna Agnelli, dinastia Fiat, ha più volte conquistato lo scranno con il partito repubblicano. stata anche ministro degli Esteri e oggi, non che ne abbia bisogno, con 20 anni di contribuzione riscuote un vitalizio di 8 mila 455 euro al mese. Luciano Benetton, anche lui eletto al Senato nel 1992 per i repubblicani, per 2 anni spesi a Palazzo Madama incassa una pensione di 3 mila 108 euro lordi: briciole per un capitano d’industria della sua levatura. O per altre due ex star di Montecitorio, avvocati di professione, titolari di avviatissimi studi professionali, nel 2006 secondo e terzo, dopo Silvio Berlusconi, nella classifica parlamentare dei redditi dichiarati. Si tratta di Publio Fiori e Lorenzo Acquarone. Il primo, ex An, a fronte del milione e 400 mila euro di reddito annuo incassa quasi 10 mila euro al mese di vitalizio; mentre l’altro, Acquarone, Udeur, al milione 300 mila euro di Irpef aggiunge anche 9 mila 400 euro mensili di vitalizio parlamentare. Riforma? Solo per gli altri E sì che i richiami - opportuni - alla fine dello sperpero previdenziale in Parlamento risuonano quotidianamente: giù le mani dalle pensioni, la riforma Maroni e lo ’scalone’ non si toccano, tuona il centrodestra. In pensione a 60 anni se davvero vogliamo risanare i conti pubblici, rincarano i ’riformisti’ di centrosinistra. Tranne poche eccezioni, quelle di rifondaroli, verdi e comunisti italiani, maggioranza e opposizione non sembrano nutrire dubbi sull’inopportunità di riportare a 57 anni il limite per la pensione. "Se si vive sino a 87 anni, come avviene oggi", sentenzia Francesco Rutelli, "nessuno può pensare di avere una pensione da 57 a 87 anni". Giusto. E difatti Confindustria aggiunge che con le nostre finanze disastrate non possiamo permetterci tanta generosità. Mentre la Ue ci marca stretto e invoca misure draconiane per stoppare le pensioni d’anzianità facili e i trattamenti di favore. Ma una cosa balza evidente sfogliando i riservatissimi regolamenti pensionistici: i sacrifici previdenziali non sembrano riguardare i parlamentari. Le regole che si sono date stanno lì a dimostrarlo. Per i deputati è in vigore un regolamento approvato con una riforma dall’Ufficio di presidenza nel luglio del 1997. Recita che gli onorevoli il cui mandato parlamentare sia iniziato successivamente alla XIII legislatura del 1996 conseguono il diritto alla pensione al raggiungimento dei 65 anni. L’unico vincolo è quello della contribuzione: devono essere stati fatti versamenti per almeno cinque anni, quelli di una legislatura piena. Così, almeno per l’età pensionabile, gli onorevoli sembrano allineati al resto della cittadinanza. Ma si tratta di un’illusione. Fissato il limite ecco gli sconti. Sì alla pensione a 65 anni ma, attenzione, l’età minima per il vitalizio scende di un anno per ogni ulteriore anno di mandato oltre i cinque. Sino a raggiungere il traguardo dei 60 anni. Ma non è finita. Una gran parte dei deputati risulta eletta prima del 1996. Per loro resta valida la normativa in vigore prima della riforma. E cosa stabilisce questa normativa? Che si ha diritto al vitalizio all’età di 60 anni, riducibili a 50 utilizzando tutti gli anni di mandato accumulati oltre i cinque minimi richiesti. Morale della favola? Con oltre tre legislature, per esempio 20 anni di contributi, si può andare in pensione addirittura sotto i 50 anni. Ancora più generosi si rivelano i senatori: sotto la spinta delle critiche degli anni Novanta, anche a Palazzo Madama hanno varato una riforma previdenziale con la quale gli eletti a partire dalla XIV legislatura del 2001 hanno diritto alla pensione solo a 65 anni e a condizione di aver svolto un mandato di cinque anni. Ma si tratta di pura apparenza. Fatta la norma, cominciano le deroghe. Anzitutto, per coloro che hanno conquistato lo scranno prima del 2001, per i quali il privilegio antico di riscuotere il vitalizio a 60 anni con una legislatura, a 55 con due e addirittura a 50 anni dopo tre mandati resta immutato. Ma un trucchetto c’è anche per gli eletti del 2001: quelli che avranno collezionato un secondo mandato potranno anch’essi scendere a 60 anni. Insomma, chi la dura la vince. Io la preferisco baby Fine delle facilitazioni? Macché. Il comune cittadino può andare attualmente in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni di età. Se lo scalone di Maroni non sarà toccato dal governo Prodi, dal prossimo anno ci vorranno addirittura 60 anni. Deputati e senatori potranno invece affrontare la vecchiaia con il conforto di ricche pensioni-baby. Secondo i regolamenti di Montecitorio e Palazzo Madama il diritto al vitalizio si acquisisce versando le quote contributive (attualmente 1.006 euro mensili) per almeno cinque anni di mandato. Davvero una bella differenza con i 20 anni di contributi minimi richiesti ai cittadini per la pensione di vecchiaia. E non basta. I parlamentari hanno voluto annullare anche gli effetti dell’instabilità politica che in Italia, si sa, porta sovente alla chiusura anticipata delle legislature. Come? Decidendo all’unisono che in questi malaugurati casi 2 anni e sei mesi di effettivo incarico sono sufficienti per il diritto alla pensione. Basta pagare contributi volontari per i due anni e mezzo mancanti. E senza nemmeno affannarsi con i versamenti: agli onorevoli parlamentari è infatti permesso di saldare anche a ’fine mandato e in 60 rate’. Più facile di così! Rivalutazione automatica Acquisito il diritto, si passa all’incasso. Naturalmente, sfruttando un altro privilegio legato al metodo di calcolo del vitalizio. A partire dal 1996, con la riforma Dini, i lavoratori italiani hanno dovuto dire addio al vantaggioso metodo retributivo, che ancorava la pensione ai livelli di stipendio della parte finale della carriera, per soggiacere ai rigori del contributivo, in base al quale l’ammontare della pensione è legato al valore dei versamenti effettuati nell’arco dell’intera carriera. Ancora una volta, deputati e senatori fanno eccezione. Come viene calcolato il loro vitalizio? Sulla base dell’indennità lorda (12 mila 434 euro) e degli anni di contribuzione. A ciascun anno è legata una percentuale: per cinque anni di mandato si ha diritto al 25 per cento dell’indennità (pari a 3 mila 109 euro lordi di vitalizio); per 10 al 38 per cento (pari a 4 mila 725 euro); per 20 al 68 per cento (8 mila 455 euro); fino ad arrivare all’80 per cento dell’indennità per i 30 anni e oltre (9 mila 947 euro). Con una ulteriore blindatura della base di calcolo: la cosiddetta ’clausola d’oro’ grazie alla quale il vitalizio si rivaluta automaticamente essendo legato all’importo dell’indennità del parlamentare ancora in servizio. Niente male davvero, soprattutto se si vanno a vedere le cifre versate dai parlamentari per riscuotere la pensione. Prendiamo il caso di un deputato cessato dal mandato nell’aprile 2006 ed eletto per la prima volta nel ’94. Il suo mandato effettivo è di 12 anni, essendosi la XII legislatura (’94-’96) chiusasi anticipatamente dopo appena due. Ma sommando i contributi versati per riscattare i 3 anni mancanti (36 mila euro) a quelli regolarmente pagati durante il mandato (128 mila euro), l’onorevole neopensionato alla fine avrà versato complessivamente circa 164 mila euro per 15 anni di contribuzione. Un ’sacrificio’ che gli consente di incassare oggi un assegno mensile di 6 mila 590 euro lordi. Con quali altri vantaggi? Nell’ipotesi che abbia oggi 57 anni e che viva fino a 87, come ipotizzato dall’onorevole Rutelli, questo deputato incasserà alla fine 2 milioni 372 mila euro a fronte dei 164 mila versati. Un giochino che farà rimettere alla Camera ben 2 milioni 200 mila euro. E per un solo deputato. Dove porterà l’andazzo? Montecitorio (dati 2006) ha in carico 2005 pensionati (reversibilità comprese): gli costano 127 milioni di euro a fronte dei 9 milioni 400 mila di entrate relative ai contributi versati dai deputati in carica. Altrettanto critica è la situazione al Senato che con le sue 1.297 pensioni spende ogni anno quasi 60 milioni a fronte dei 4 milioni 800 mila di entrate ricavate dai versamenti dei senatori in servizio. Un’autentica voragine con un ’buco’ nel 2006 pari a 174 milioni di euro. Fino a quanto reggerà il sistema? "Noi nemmeno ci poniamo il problema", spiega un funzionario del Senato. Ci pensa lo Stato a ripianare ogni anno il disavanzo. Qualcuno che si scandalizza per queste storture c’è anche in Parlamento. E magari, come il diessino Cesare Salvi, autore con Massimo Villone del bestseller ’Il costo della democrazia’, invoca pure un intervento legislativo per allineare i parlamentari al resto dei cittadini: "Basta con questi scandalosi trattamenti di favore", dice, "ci vuole il contributivo per tutti". Governo con vitalizio Anche il vicepresidente del Senato Milziade Caprili, di Rifondazione, chiede una riforma: "Sarebbe bello se con un atto unilaterale la politica scegliesse la strada di un ridimensionamento dei propri privilegi". Che ci pensi magari il governo, con la prossima ’lenzuolata’ riformatrice? C’è da sperarlo, anche se proprio nei ranghi dell’esecutivo si annida un robusto, nuovo drappello di privilegiati: quello dei parlamentari eletti nello scorso aprile, come Roberto Pinza, imbarcati nel secondo governo Prodi e costretti a dimettersi per gli accordi presi dai partiti della maggioranza. Curioso e fortunato destino, il loro. Fossero restati deputati o senatori non avrebbero potuto riscuotere il vitalizio; come ex, invece, nonostante incassino anche indennità e stipendi proprio in quanto viceministri e sottosegretari "non parlamentari" (198 e 192 mila euro l’anno rispettivamente) possono tranquillamente intascare anche la pensione. In tutto sono 2 viceministri e 18 sottosegretari. Altri tre casi tra i tanti: Ugo Intini, vice di Massimo D’Alema agli Esteri, che oltre alla ’paga’ spettantegli come membro dell’esecutivo, prende un vitalizio di 8 mila 455 euro lordi; Luigi Manconi, sottosegretario alla Giustizia che incassa 4.725 euro e Alfonso Gianni, sottosegretario allo Sviluppo economico, Rifondazione comunista, che a 56 anni riscuote anche una pensione di 6 mila 600 euro lordi al mese. Primo Di Nicola
• L’esercito degli ex. L’Espresso 8 febbraio 2007.  Anni di contributi: 5 - Pensioni erogate: Camera: 635 Senato: 426 Anni di contributi: 6-10 - Pensioni erogate: Camera: 589 Senato: 371 Anni di contributi: 11-15 - Pensioni erogate: Camera: 371 Senato: 232 Anni di contributi: 16-20 - Pensioni erogate: Camera: 190 Senato: 111 Anni di contributi: 21-25 - Pensioni erogate: Camera: 105 Senato: 69 Anni di contributi: 26-30 - Pensioni erogate: Camera: 64 Senato: 40 Anni di contributi: oltre 30 - Pensioni erogate: Camera: 51 Senato: 48 Totale Camera: 2.005 Totale Senato: 1.297
• Da Altissimo a Benetton. Da Gava a Zeffirelli. L’Espresso 8 febbraio 2007. Ex ministri, intellettuali, imprenditori, sindacalisti: ecco alcune pensioni eccellenti. Reduci di Tangentopoli: Renato Altissimo 8.828 Salvo Andò 8.455 Giulio Di Donato 6.590 Giusi La Ganga 8.455 Pietro Longo 8.455 Claudio Martelli 8.455 Paolo Pillitteri 4.725 Giovanni Prandini 9.947 Claudio Signorile 9.947 Ex ministri Guido Bodrato 9.947 Vittorino Colombo 6.590 Clelio Darida 9.947 Franca Falcucci 9.947 Mauro Ferri 9.387 Rino Formica 9.387 Carlo Fracanzani 9.947 Giovanni Galloni 9.387 Antonio Gava 9.636 Lelio Lagorio 5.844 Franco Nicolazzi 9.947 Virginio Rognoni 9.947 Vincenzo Scotti 9.947 Mario Tanassi 7.709 Carlo Tognoli 4.725 Politici Giuseppe Arlacchi 4.725 Maura Cossutta 4.725 Nando Dalla Chiesa 6.590 Publio Fiori 9.947 Ugo Intini 8.455 Antonio Marzano 4.725 Luigi Manconi 4.725 Giancarlo Pagliarini 8.455 Claudio Petruccioli 9.387 Roberto Pinza 9.387 Mario Segni 9.947 Elio Veltri 3.108 Professori Alberto Arbasino 3.108 Gaetano Arfè 6.590 Alberto Asor Rosa 3.108 Augusto Barbera 9.387 Filippo Cavazzuti 8.455 Gabriele De Rosa 6.590 Giuseppe Galasso 6.590 Gino Giugni 8.455 Claudio Magris 3.108 Claudia Mancina 4.725 Toni Negri 3.108 Adriano Ossicini 9.947 Armando Plebe 4.725 Paolo Prodi 3.108 Stefano Rodotà 8.455 Giorgio Ruffolo 6.590 Edoardo Sanguineti 3.108 Pietro Scoppola 3.108 Vittorio Sgarbi 8.455 Luigi Spaventa 4.725 Massimo Teodori 6.590 Mario Tronti 3.108 Giuseppe Vacca 4.725 Rosario Villari 4.725 Giornalisti Maurizio Bertucci 6.590 Enzo Bettiza 3.108 Sandra Bonsanti 3.108 Massimo Caprara 8.455 Livio Caputo 3.108 Marco Conti 3.108 Giuseppe Giacovazzo 6.590 Raniero La Valle 8.455 Alberto La Volpe 3.108 Miriam Mafai 3.108 Lucio Magri 9.387 Tiziana Majolo 6.590 Lucio Manisco 3.108 Gianni Manzolini 3.108 Ettore Masina 4.725 Gianluigi Melega 3.232 Alberto Michelini 9.760 Federico Orlando 3.108 Mauro Paissan 6.590 Massimo Riva 4.725 Carlo Rognoni 8.455 Rossana Rossanda 3.108 Eugenio Scalfari 3.108 Giampaolo Sodano 3.108 Gianfranco Spadaccia 5.098 Marco Taradash 7.709 Saverio Vertone 4.725 Sindacalisti Agostino Marianetti 6.590 Pierre Carniti 3.108 Vittorio Foa 8.828 Antonio Pizzinato 6.590 Vito Scalia 9.512 Imprenditori Susanna Agnelli 8.455 Luciano Benetton 3.108 Vittorio Cecchi Gori 4.725 Giancarlo Lombardi 3.108 Antonio Matarrese 7.709 Giulio Savelli 3.108 Magistrati Raffaele Bertoni 4.725 Ferdinando Imposimato 6.590 Filippo Mancuso 4.725 Alberto Maritati 6.590 Tiziana Parenti 4.725 Libero Riccardelli 3.108 Claudio Vitalone 8.455 Avvocati Lorenzo Acquarone 9.387 Raffaele Della Valle 3.108 Alfredo Galasso 3.108 Giuseppe Guarino 3.108 Tina Lagostena Bassi 3.108 Giovanni Pellegrino 8.455 Giuliano Pisapia 4.725 Michele Saponara 4.725 Vincenzo Siniscalchi 6.590 Carlo Taormina 3.108 Giuliano Vassalli 4.725 Spettacolo Carla Gravina 3.108 Gino Paoli 3.108 Pasquale Squitieri 3.108 Franco Zeffirelli 4.725
• La carica dei 2.238. L’Espresso 8 febbraio 2007. L’elenco completo degli 861 ex senatori che prendono il vitalizio parlamentare. Nome per nome, gli anni di contributi e l’assegno mensile. Senato 5 anni di contributi - Importo mensile 3.108 euro: Acone Modestino, Agostini Gerardo, Albani Gian Mario, Aletti Urbano, Andreolli Tarcisio, Armani Costantino, Azzaretti Giovanni, Barra Francesco, Beccaria Giampiero, Bedoni Marisa, Belloni Antonio, Benassi Ugo, Benetton Luciano, Bernardini Carlo, Bernini Carlo, Bertoldi Lionello, Besostri Felice Carlo, Bettiza Vincenzo, Biasco Francesco Saverio, Binaghi Giovanni, Birardi Mario, Bissi Giampaolo, Bodo Giuseppe, Bonatti Emilio, Bonora Cirillo, Boratto Alcibiade, Boroli Silvano, Borzi Giuseppe, Botti Giuseppe, Bruni Giovanni, Buccini Domenico, Busnelli Erminio, Calarco Antonino, Calcaterra Felice, Callari Galli Matilde, Camerini Fulvio, Campopiano Guido, Cangelosi Pietro, Cannariato Girolamo, Caputo Livio, Carniti Pietro Secondo, Cartia Quintino Antonio, Casadei Lucchi Archimede, Cavitelli Giorgio, Cherchi Pietro, Chessa Gianfranco, Chiesura Vittorio, Chimenti Michele, Cisbani Giorgio, Cocciu Mario Giacomo, Coletta Rocco, Colombo Ambrogio, Comastri Giancarlo, Condarcuri Virgilio, Conti Marco, Corasaniti Aldo, Cormegna Gilberto, Corrado Andrea, Corrias Efisio, Cortese Marino, Cortesi Luigi, Craveri Piero, Cravero Dario, Creuso Maurizio, D’Ambrosio Alfredo, D’Urso Mario, Dalle Mura Sauro, De Anna Dino, De Luca Athos, De Notaris Francesco, De Prisco Gerardo, De Rigo Walter, De Toffol Sandrino, Degaudenz Aldo, Dell’Uomo Biagio Antonio, Di Bella Saverio, Di Benedetto Giovanni, Di Benedetto Giovanni, Di Maio Bruno, Di Nubila Mario, Dondeynaz Guido, Duo’ Vielmo, Duva Antonio, Ellero Renato, Emo Capodilista Umberto, Erroi Bruno, Fabiani Piero, Fabj Ada Valeria, Falqui Enrico, Fante Franco, Fardin Gianni, Favaro Gian Pietro, Federici Pasqualino Lorenzo, Ferraguti Isa, Ferrara Pietro , Figurelli Micheke, Fiorillo Bianca Maria, Flammia Angelo, Follieri Luigi, Fontana Albino, Forleo Romano Cataldo, Fragassi Donato Michele, Frigerio Maurilio, Gaburro Giuseppe, Galeotti Menotti, Galuppo Raimondo, Gambino Vittorio Dante, Garibaldi Renato, Garraffa Vincenzo, Gasperini Luciano, Giacalone Vito, Giollo Roberto, Giorgi Luciano, Girardi Graziano, Girotti Raffaele, Giunta Roberto, Grassani Luigi, Grassini Franco Alfredo, Graziani Augusto Guido, Grossi Giuseppe, Guarascio Giuseppe Paolo, Guarino Antonio, Guerritore Antonio, Guizzi Francesco, Icardi Adriano Angelo, Iervolino Antonio, Jacchia Enrico, La Porta Epifanio, Landolfi Antonio, Latino Carmelo, Lauria Baldassare, Lazzaro Bruno, Leggieri Vincenzo, Leopizzi Giacomo, Liberatori Vittorio, Licini Paolo, Lippi Alessandro, Lo Curzio Giuseppe, Locatelli Giuseppe, Lombardi Enzo Mario Nino, Lombardi Satriani Luigi, Lombardi-Cerri Gian Luigi, Lombardini Sirio, Lopez Gennaro, Loprieno Nicola, Luongo Giuseppe, Mafai Simona, Maggiore Giuseppe, Magliozzi Erasmo, Magris Claudio, Maiorca Vincenzo, Maisano Grassi Giuseppina, Manca Vincenzo Ruggero, Mancia Tommaso, Mancini Gaetano, Mancini Olivio, Manna Luigi, Manno Domenico, Marri Italo, Mascaro Giuseppe, Masiello Cosimo Ennio, Mazzei Luigi, Meo Vincenzo, Meraviglia Roberto, Merigliano Luciano, Michelini Renzo, Minucci Daria, Modolo Maria Antonia, Molinari Mafalda, Moncada Lo Giudice Di Monforte G., Montagna Tullio, Montinaro Orazio, Moretti Luigi, Moro Maria Fida, Moschetti Giorgio, Mundi Vittorio, Mungari Vincenzo, Natali Luigi, Nava Davide, Nistico’ Giuseppe, Nocco Giuseppe Onorato Benito, Palombi Massimo, Palumbo Vincenzo, Panico Pasquale, Panigazzi Luigi, Parisi Vittorio, Pasquali Adriana, Pellegrino Bruno, Pellegrino Salvatore, Perlingieri Pietro, Pessina Vittorio, Pettinato Rosario, Pezzullo Sossio, Piccolo Francesco Raffaele, Pierani Terzo, Pietra Lenzi Enrica, Pinggera Armin, Pingitore Luigi, Pintus Francesco, Pisati Carlo, Pischedda Antonio, Pistoia Francesco, Pizzol Giorgio, Podestà Emilio, Poli Luigi, Polli Carlo, Presti Domenico, Pugliese Giuseppe, Puppi Leonello, Rasimelli Ilvano, Ravaioli Carla, Redi Delio, Regis Claudio, Renda Francesco, Rendina Antonio Pompeo, Rescaglio Angelo, Resta Giuseppe, Reviglio Gfranco, Rezzonico Augusto Guido, Riani Paolo, Riccardelli Libero, Righetti Giuseppe, Riviera Armando, Romania Lionbello Franco, Romei Roberto, Romeo Domenico, Ronzani Pierluigi, Rosati Domenico, Rossi Guido, Rossi Aride, Rossi Angelo Antoni, Rossi Dante, Rotelli Ettore, Russo Ferdinando, Russo Raffaele, Salini Rocco, Sambin Stanislao Alessandro, Sanna Carlo, Saracco Giovanni, Sarto Giorgio, Sartori Aldo, Saxl Johann Paul, Scaglioso Cosimo, Scalone Filippo, Scardaoni Umberto, Scheda Roberto, Sclavi Renzo, Scoppola Pietro, Sella Di Monteluce Umberto Nicolo’, Serra Enrico, Signorino Mario, Sirtori Piergiorgio, Spano Ottavio, Spetic Stojan, Spinelli Francesco, Spisani Gianfranco, Squitieri Pasquale, Stajano Corrado, Stefanelli Armando, Struffi Massimo, Sudano Domenico, Tato’ Filomeno Biagio, Toniolli Marco, Tornati Giorgio, Toth Lucio, Tourn Maria Luisa, Trimarchi Vincenzo Michele, Tronti Mario, Tunis Gianfranco, Valcavi Giovanni Beniamino, Vanzan Nereo, Verzotto Graziano, Vesentini Edoardo, Vevante Scioletti Maria, Vicini Antonio, Viganò Mario, Vinci Luigi, Visca Giuseppe, Vitale Giuseppe, Xiumè Giombattista, Zambrino Arturo Mario, Zancan Giampaolo, Zanella Siro, Zilio Giancarlo, Zotti Enzo 6 anni di contributi . Importo mensile 3.232 euro: Bellafiore Salvatore, Bellafiore Vito, Molinari Emilio 7 anni di contributi . Importo mensile 3.605 euro Malentacchi Giorgio 8 anni di contributi . Importo mensile 3.978 euro: Procacci Giuliano, Secchi Carlo Luigi, Volcic Demetrio 10 anni di contributi . Importo mensile 4.725 euro: Acciarini Maria Chiara, Acquaviva Gennaro, Andreini Elios, Andriani Antonio, Angelin Gastone, Angeloni Alcide, Archiutti Giacomo, Arlacchi Giuseppe, Arnone Luigi, Asirelli Eliio, Baccarini Romano, Baiardi Ennio, Ballesi Carlo, Barbaro Luigi, Battello Nereo, Benedetti Tullio, Benvenuti Roberto, Bernasconi Anna Maria, Berti Antonio, Bertoni Raffaele, Bevilacqua Paolo, Bisso Lovrano, Bochicchio Schelotto Giovanna, Bonatesta Michele, Bondi Giorgio, Bono Vincenza, Brignone Guido, Bruni Emidio, Bruno Ganeri Antonella, Bucci Michele Arcangelo, Callegaro Luciano, Calvi Maurizio, Cambursano Renato, Caponi Leonardo, Cappelli Sergio, Cappuzzo Umberto, Cardinale Emanuele, Carlassara Giovanni Battista, Carpenedo Diego, Carpi Umberto, Carpinelli Carlo, Carri Alessandro, Cascia Aroldo, Casoli Giorgio, Cassarino Giovanni, Cassola Roberto, Ceccato Giuseppe, Cecchi Gori Vittorio, Chinello Ivone, Chiusoli Franco, Cirami Melchiorre, Compagna Luigi, Corallo Salvatore, Corsi Zeffirelli Gian Franco, Covello Francesco Alberto, Crescenzio Mario, Crippa Aurelio Giuseppe, Cusimano Vito, Cutrera Achille, Damagio Daverio, De Guidi Guido Cesare, De Luca Michele, Del Ponte Fausto, Dell’Osso Costantino, Di Benedetto Doriano, Di Corato Riccardo, Di Orio Ferdinando, Di Vittorio Balda, Diana Alfredo, Dinaro Carmelo, Dipaola Giuseppe, Dolazza Massimo, Donato Angelo, Donelli Claudio, Donise Eugenio, Doppio Giuseppe, Fabbrini Fazio, Falcier Luciano, Fassone Elvio, Ferrante Giovanni, Ferrara Nicola, Ferrari Karl, Filippa Andrea, Fimognari Giuseppe, Finestra Aimone, Fiocchi Pietro, Fogu Paolo, Folloni Gian Guido, Fontana Alessandro, Fontanari Sergio, Forni Luciano, Franchi Antonio, Gadaleta Raffaele, Gallo Ignazio Marcello, Gei Giovanni, Giacche’ Aldo, Gibertoni Paolo, Giovanniello Giuseppe, Giustinelli Franco, Gradari Piergiorgio, Granzotto Giorgio, Graziani Antonio, Graziani Enrico Giuseppe, Grazioli Carlo, Greco Mario, Gregorelli Aldo, Guanti Michele, Gubetti Furio, Guglieri Andrea, Guzzetti Giuseppe, Iannarone Michele, Iannone Giuseppe, Imbriaco Nicola, Innamorato Antonio, La Rosa Giuseppe, Lai Angelo, Lasagna Roberto, Lauro Salvatore, Lazzari Elia, Leonardi Ezio, Lipari Nicolo’, Lo Giudice Barbaro, Londei Giorgio, Longo Giorgio, Lotti Maurizio, Luberti Franco, Lubrano Di Ricco Giovanni, Lucchi Giovanna, Lusoli Nello, Maccarrone Pietro, Maconi Loris Giuseppe, Magnalbo’ Luciano, Manconi Luigi, Mancuso Carmine, Manfredi Luigi, Manis Adolfo, Mantovani Silvio, Manzini Giovanni, Margheriti Riccardo, Maris Gianfranco, Marniga Vittorio, Martina Michele, Mascioni Giuseppe, Matteja Bruno, Meoli Delio, Mesoraca Maurizio, Micele Silvano, Mignone Valerio, Milio Pietro, Mininni-Jannuzzi Giuseppe, Miraglia Michele, Mitrotti Tommaso, Mola Antonio, Montagnino Antonio Michele, Montalbano Giuseppe, Monteleone Antonino, Montresori Pietro, Moro Francesco, Murineddu Giovanni Pietro, Naldini Vittorio, Napoli Roberto, Napoli Bruno, Nebbia Giorgio, Nerli Francesco, Nocchi Venanzio, Oriana Giuseppe, Pagani Antonino, Paini Giampolo, Palombo Mario, Pappalardo Ferdinando, Parola Vittorio, Pasinato Antonio, Pasquini Alessio, Pasquini Giancarlo, Pazienza Michele, Pedrazzini Celestino, Pellegatti Ivana, Pellicini Piero, Peluso Umile Francesco, Pennacchio Mauro, Perin Valentino, Perina Francesco, Petrara Onofrio, Petronio Giuseppe Lelio, Petrucci Patrizio, Piatti Giancarlo, Piloni Ornella, Pizzo Pietro, Plebe Armando, Polidoro Giovanni, Pollice Guido, Pollini Renato, Porcari Saverio Salvatore, Prevosto Antonio, Putignano Nicola, Ranalli Giovanni, Reccia Filippo, Ricci Franco, Riva Massimo, Rossanda Marina, Rossi Gian Pietro, Rubner Hans, Russo Giovanni, Russo Giuseppe, Santarelli Ezio, Santi Mario, Sassone Irmo, Scaglione Massimo, Schiano Pietro, Scopelliti Francesca, Sega Vittorio, Sema Paolo, Senese Antonino, Senesi Giovanna, Sgherri Evaristo, Sica Salvatore, Spano Roberto, Staglieno Marcello, Stefani Dante, Stefano Ippazio, Stirati Luciano Fabio, Taddei Maria, Tapparo Giancarlo, Tarolli Ivo, Terracini Giulio Mario, Tirelli Francesco, Tolomelli Araldo, Tomasucci Elvio, Tossi Graziella, Trebbi Attilio, Trifogli Alfredo, Ucchielli Palmiro, Valletta Antonino, Vassalli Giuliano, Vella Bruno, Veltri Massimo, Visconti Roberto, Viserta Costantini Bruno, Visibelli Roberto, Viviani Luigi, Viviani Agostino, Vozzi Antonio, Wilde Massimo, Zuffa Grazia 11 anni di contributi . Importo mensile 5.098 euro: Ligios Stefano Giosue’ 13 anni di contributi . Importo mensile 5.844 euro: Berlinguer Luigi, Brienza Giuseppe 14 anni di contributi . Importo mensile 6.217 euro: D’Andrea Giampaolo Vittorio, Martino Leopoldo Attilio 15 anni di contributi . Importo mensile 6.590 euro: Abenante Angelo, Alberici Aureliana, Amabile Giovanni, Angeloni Luana, Arfe’ Gaetano, Bacicchi Silvano, Battafarano Giovanni Vittorio, Bedin Tino, Bergonzi Piergiorgio, Bevilacqua Francesco, Biscardi Luigi, Bombardieri Vincenzo, Bonaldi Umberto, Bonavita Massimo, Bonazzi Renzo, Bonfietti Daria, Borroni Roberto, Bozzello Verole Eugenio, Brina Alfio, Brunale Giovanni, Bucciarelli Anna Maria, Bucciero Ettore, Busseti Attilio, Butini Ivo, Caddeo Rossano, Canetti Nedo, Cappelli Lorenzo, Carcarino Antonio, Carella Francesco, Carmeno Pietro, Castellani Pierluigi, Catellani Edoardo, Ciacci Aurelio, Cimino Francesco, Cimmino Tancredi, Cioni Graziano, Cipolla Nicolo’ Rosario, Codazzi Alessandra, Colombo Vittorino, Colombo Svevo Maria Paola, Condorelli Mario, Contestabile Domenico, Cozzolino Carmine, Crocetta Budin, D’Alessandro Franca, D’Ippolito Ida, Dalla Chiesa Fernando, Daniele Maria Grazia, De Carolis Stelio, De Cosmo Vincenzo, De Paoli Elidio, De Ponti Ubaldo, Debenedetti Franco, Degola Giorgio, Demasi Vincenzo, Di Nicola Francesco, Di Stefano Corradino, Diana Lino, Dionisi Angelo, Elia Leopoldo, Fabris Pietro, Fallucchi Severino, Fanti Giudo, Fassino Giuseppe, Favilla Mauro, Felicetti Nevio, Ferrara Salute Giovanni, Ferrari Bruno, Franza Luigi, Frau Aventino, Garavelli Walter, Gianotti Lorenzo, Giovannetti Daverio Clementino, Giura Longo Raffaele, Giust Bruno, Gnutti Vito, Gomez D’Ayala Mario, Greco Francesco, Gruosso Vito, Gubert Renzo, Iannelli Francesco, Ianni Manlio, Imposimato Ferdinando, La Russa Vincenzo, Li Vigni Mario, Lorenzi Luciano, Loreto Rocco Vito, Macis Francesco, Magliocchetti Bruno, Manara Elia, Manfroi Donato Michele, Manzi Luciano, Maravalle Fabio, Marchetti Fausto, Marini Cesare Amato, Marinucci Mariani Elena, Maritati Alberto, Martelli Valentino, Martorelli Francesco, Menchinelli Alessandro, Miana Silvio, Micolini Paolo, Migone Gian Giacomo, Minnocci Giacinto, Minucci Adalberto, Monticone Alberto Adalgisio, Mulas Giuseppe, Muratore Antonio, Nepi Gualtiero, Neri Emillio, Novellini Enrico, Onorato Pierluigi, Pace Lodovico, Pasquino Gianfranco, Pedrazzi Anna Maria, Pegoraro Emilio, Pelella Enrico, Peruzzotti Luigi, Pieroni Maurizio, Pinna Mario, Piovano Giorgio, Pistillo Michele, Pittella Domenico, Pizzinato Antonio, Pollastrelli Sergio, Preioni Marco, Rabino Giovanni Battista, Ragno Salvatore, Ravasio Renato, Ricci Raimondo, Rigo Mario, Riva Dino, Robol Alberto, Rosati Luigi Candido, Rossi Raffaele, Ruffolo Giorgio, Sacchetti Walter, Sartori Maria Antonetta, Scamarcio Gaetano, Scognamiglio Pasini Carlo Luigi, Scutari Donato Michele, Sellitti Michele, Senese Salvatore, Smuraglia Carlo, Soliano Francesco, Squarcialupi Vera, Staniscia Angelo, Tabladini Francesco, Talassi Giorgi Renata, Teodori Massimo, Tonutti Giuseppe, Torlontano Glauco, Torri Giovanni, Travaglia Sergio, Turini Giuseppe, Ulianich Boris, Valenzi Maurizio, Vignola Giuseppe, Vignolo Giuseppe, Visentin Roberto, Vitale Giuseppe, Ziccardi Angelo Raffaele 17 anni di contributi . Importo mensile 7.336 euro: Vetere Ugo 18 anni di contributi . Importo mensile 7.709 euro: Lapenta Nicola 20 anni di contributi. Importo mensile 8.455 euro: Agnelli Susanna, Ayala Giuseppe Maria, Barbieri Silvia, Beorchia Claudio, Bernardinetti Marzio, Bettoni Monica, Boggio Carlo, Bompiani Adriano, Bonferroni Franco, Carollo Vincenzo, Castagnetti Guglielmo, Cavazzuti Filippo, Compagnoni Angelo, Conte Antonio, Covatta Luigi, Cuffaro Antonino, D’Amelio Saverio, Danieli Paolo, De Martino Guido, De Sabbata Giorgio, Di Lembo Osvaldo, Di Marino Gaetano, Fontana Elio, Forcieri Giovanni Lorenzo, Forte Francesco, Fumagalli Battistina, Gangi Giorgio, Giovanelli Fausto, Guerzoni Luciano, Lauricella Angelo, Lombardi Domenico Raffaello, Margheri Andrea, Marino Luigi, Masullo Aldo, Meduri Renato, Meleleo Salvatore, Mezzapesa Pietro, Misserville Romano, Moltisanti Maria Luisa, Muzio Angelo, Nespolo Carla Federica, Pacini Arturo, Pagano Maria Grazia, Passigli Stefano, Pastorino Carlo, Pavan Angelo, Pellegrino Giovanni, Pellegrino Giuseppe, Petrini Pierluigi, Pieralli Piero, Piredda Matteo, Provera Fiorello, Romagnoli Carettoni Tullia, Scevarolli Gino, Scivoletto Concetto, Segnana Remo, Senese Ignazio Vincenzo, Signorelli Ferdinando, Smurra Francesco, Stanzani Ghedini Sergio Augusto, Triglia Riccardo, Tripodi Girolamo, Turroni Sauro, Urbani Giovanni Battista, Venanzetti Claudio, Ventre Antonio, Vettori Glicerio, Vignola Mario, Vitalone Claudio, Zecchino Ortensio 21 anni di contributi . Importo mensile 8.641 euro: Masciadri Cornelio 22 anni di contributi . Importo mensile 8.828 euro: Foa Vittorio, Signorello Nicola 23 anni di contributi . Importo mensile 9.014 euro: Padula Pietro, Foschi Armando 24 anni di contributi . Importo mensile 9.201 euro: Cinciari Maria Luisa, Scarpa Sergio, Segreto Domenico 25 anni di contributi . Importo mensile 9.387 euro: Accili Achille, Barbi Paolo, Bollini Rodolfo Pietro, Bonalumi Gilberto, Carlotto Natale, Castelli Angelo, Coco Giovanni Silvestro, Corrao Ludovico, Coviello Romualdo, De Cinque Germano, De Zan Fabiano, Dujany Cesare Amato, Fabbri Fabio, Flamigni Sergio, Frasca Salvatore, Lauria Michele, Maffioletti Roberto, Manieri Maria Rosaria, Mora Giampaolo Vittorio, Orsini Bruno, Pala Pietro, Patriarca Francesco, Petruccioli Claudio, Pinto Michele, Pinza Roberto, Pirastu Ignazio, Rampa Leandro, Specchia Giuseppe, Tanga Alfonso, Vedovato Giuseppe, Zito Sisinio, Zoso Giuliano 27 anni di contributi . Importo mensile 9.636 euro: Abis Lucio, Chiarante Giuseppe Antonio, Gava Antonio, Genovese Luigi, Martinazzoli Fermo, Mazzola Francesco, Postal Giorgio 28 anni di contributi . Importo mensile 9.760 euro: Achilli Michele 30 anni di contributi . Importo mensile 9.947 euro: Bosco Manfredi, Cabras Paolo, Carta Gianuario, De Giuseppe Giorgio, Falcucci Franca, Fioret Mario, Florino Michele, Fontana Giovanni Angelo, Orlando Giulio Cesare, Pieraccini Giovanni, Pozzo Cesare, Valiante Mario 31 anni di contributi . Importo mensile 9.947 euro Bersani Giovanni 32 anni di contributi . Importomensile 9.947 euro: De Vito Salverino, Grassi Bertazzi Niccolo’, Tedesco Tato’ Giglia, Zamberletti Giuseppe 34 anni di contributi . Importo mensile 9.947 euro: Baldi Carlo, Cengarle Onorio, Mitterdorfer Karl, Toros Mario, Truzzi Ferdinando 35 anni di contributi . Importo mensile 9.947 euro: Barca Luciano, Bassanini Franco, Boldrini Arrigo, Giolitti Antonio, Lobianco Arcangelo, Macaluso Emanuele, Mancino Nicola, Murmura Antonino, Ossicini Adriano, Pucci Ernesto, Radi Luciano, Riz Roland, Salvato Ersilia, Servello Francesco, Venturi Giovanni
• Scegliete Pier o Ferdinando? L’Espresso 8 febbraio 2007. Pier Ferdinando Casini indossa con ammirevole disinvoltura le contraddizioni di un politico dei nostri tempi. autorevole e divulgativo, cattolico e divorziato, disincantato e risoluto. A soli 51 anni, è un’ex terza carica dello Stato che sta in panchina ma mira lontano. Passa il tempo di lavoro in uno splendido studio che guarda, da due vetrate opposte, San Pietro e il Quirinale. Divide quello degli affetti tra la giovane compagna con bimba piccola e le due figlie adolescenti con le grane dell’età. Sembra insomma aver trovato, in tutti i campi, la sintesi degli opposti. Infatti ci riceve con la cordialità del perfetto ospite e il sospetto del politico avvezzo a fiutar trappole, anche quelle che, in tempi di Pacs e leadership fluttuanti, potrebbero nascondersi in un’intervista sentimentale. Ma poi l’affabilità da bolognese carnale si affianca alla cautela e Casini ci avvolge per due ore in quella sua tipica ridondanza di linguaggio e sonorità di voce che si usavano nei comizi di una volta. Quasi a ricordarci che la sua conciliazione degli opposti viene dal passato e sarà probabilmente usata per afferrare il futuro. Allora, presidente, Berlusconi indica Fini come leader del centrodestra. Poi ritratta. "Io mi tiro fuori, grazie. Un’opposizione seria deve discutere d’altro. E anche noi due, credo". Parliamo di Mastella che la chiama a fare il famoso grande centro? "Ancora peggio. Con tutto il rispetto per le persone, messa così è una caricatura. Per essere credibile, una nuova forza intermedia non deve avere niente a che fare con chi si mette al centro e occhieggia a destra e a sinistra a seconda delle convenienze. Non è questo il mio centro". Qual è il suo centro? "È un centro che esce dai circuiti del palazzo e cerca di coinvolgere le eccellenze dell’industria, dell’economia e della cultura. Poi dopo una battaglia per cambiare la legge elettorale e ottenere una proporzionale alla tedesca, ha il coraggio di sottoporsi al giudizio degli elettori dando soluzioni e non solo emozioni". Lei vola lontano. Ma gli altri la evocano qui ed ora. Che risponde a Fassino che le ha detto telegraficamente: "Deciditi!". "Che ha sbagliato indirizzo. Quello è un telegramma che deve mandare a se stesso in vista del Partito democratico che, se non si dà un grande volto riformista e fa la fotocopia del centrosinistra, nasce morto. Lasciando a noi lo spazio per parlare con quei moderati che si terranno fuori". Insomma, non c’è scampo per nessuno. Ma intanto lei che fa? Guarda e aspetta? "No, faccio l’opposizione che non è, come pensa qualcuno, una maledizione del Signore, ma un ruolo istituzionale dignitoso quanto quello della maggioranza. E poi è anche altro". Che altro? "È un cambiamento di passo. Come nella vita, ci sono momenti in cui si corre e momenti in cui si riflette. L’opposizione è un’occasione per correggere gli errori, riprendere un rapporto con il Paese e fermarsi a pensare ai grandi temi, ai valori veri". Come quelli che la fanno essere contrario a concedere diritti a chi vive in una coppia di fatto? "Guardi, io non ho paura dell’isolamento su questi argomenti. Dico chiaramente che questa storia dei diritti è solo una scusa per dar vita a una specie di matrimonio surrettizio. Glielo dice uno che, per ragioni proprie, ha oggi un rapporto di convivenza senza matrimonio". Come mai questo suo stato non le dà una maggiore duttilità sul tema? "Perché ritengo che di fronte a doveri che non ho assunto, non devo chiedere i diritti corrispondenti. Vuole sapere la verità? L’unica ragione per cui, dal punto di vista dei proponenti, c’è una qualche giustificazione ai Pacs, è la condizione degli omosessuali. Ma bisogna avere il coraggio di dirlo". Però lei non sarebbe ugualmente d’accordo. "Certo che no. Se nella Costituzione la famiglia è ritenuta un valore, possiamo noi, rispetto ai nostri figli, dire che la famiglia omosessuale è un valore da promuovere?". Forse non da promuovere, ma perché non almeno da riconoscere? Il mondo è ormai pieno di coppie omosessuali. "Nessuna discriminazione, naturalmente. Se due omosessuali desiderano stare insieme, sono liberi di farlo e, in base a una recente sentenza, possono anche passarsi la casa. Ma, a costo di apparire politicamente scorretto, dico che chi corre dietro ai comportamenti e non si sforza di difendere le idee che ci hanno trasmesso i nostri padri, non va da nessuna parte. Il mondo che cambia non è in sé un valore positivo. Il mondo cambia anche in peggio". In quanto a comportamenti, però, lei ha introdotto novità significative. "A che cosa si riferisce?". Al fatto che, da neo presidente della Camera, si è fatto accompagnare al Quirinale dalla sua compagna. Non era mai accaduto. Al Quirinale ci si andava o soli o con la moglie legittima. "È vero, ho fatto una scelta non ipocrita. Ma prima di spiegarle perché voglio ribadire che anche questo fatto non tocca le mie idee sulla famiglia, anzi le rafforza. Semplicemente quel giorno tra la ragion di Stato e la mia vita, ho scelto la mia vita. È stato un modo di dire: "Io sono così. Vado bene, vado male? Fate voi, ma sono così"". È stato il potere che le ha dato il coraggio? In fondo si muoveva come terza carica dello Stato. "Macché! Il potere, mi creda, è un’illusione ottica che dura lo spazio di un mattino". Quindi non lo rimpiange? "No, anche se ho passato cinque anni importanti e, come tutti mi riconoscono, imparziali ed equilibrati. Prima delle elezioni, quando ho capito che potevamo perderle, ero preoccupato di come avrei vissuto intimamente il cambio di status. Mi guardavo avanti e mi interrogavo con inquietudine. Perché al potere ci si abitua facilmente, ma non sapevo se sarebbe stato altrettanto facile staccarsene". Come è stato? "Molto semplice, direi naturale. Dal giorno successivo mi sono appassionato ai miei nuovi compiti, senza nostalgie". Anche perché continua a essere un protagonista della politica. "Certo, anche per questo. Ma non ne sono più neanche un maniaco, come nel passato. Prima l’anteponevo alla vita. Da ragazzo arrivavo alle feste da ballo all’una di notte perché dovevo chiudere le assemblee, oppure raggiungevo gli amici in pizzeria. Ma loro erano stati al cinema, io in giro per le sezioni della Democrazia cristiana. Oggi qualcosa è cambiato. So che non è lì la felicità". Lei sa dov’è? "Per me è nella pienezza della vita affettiva. Nel rapporto con Azzurra e con le mie figlie. Le due grandi hanno su di me un effetto potente. Se con loro tutto va bene, sono sereno al massimo. Se ci sono problemi, entro in una crisi infernale. Con la piccola è ovviamente più facile". Lei è diventato padre in età molto diverse. Ha vissuto la differenza?. "No. Ho sempre cambiato i pannolini e mi sono sempre rotolato per terra per giocare al lupo cattivo. Con i piccoli è facile e riposante. Quando crescono non va così liscia. Io navigo a vista e cerco di cavarmela, ma vorrei avere l’autorevolezza che ricordo in mio padre". Suo padre è stato un politico democristiano, ma non è mai uscito dai confini locali. Non sente mai la colpa di averlo superato? "No, perché lui ha vissuto la mia affermazione politica come un successo personale. Quanto era migliore di me, mio padre!". In che senso? "Era di una cultura enciclopedica e aveva un rigore morale che non gli faceva accettare i compromessi, mentre io ormai so che certe miserie della politica fanno parte delle regole del gioco. È morto nel ’93 e mi manca. Certe volte lo sogno e lo abbraccio nel sogno. Perché, confesso che a me piace baciare, toccare. Trovo che il contatto fisico sia fondamentale". Si intuisce che lei è un tattile. questa fisicità che le ha dato la fama di tombeur de femmes? "Vecchie leggende metropolitane". Davvero? "Mettiamola così: con l’età e con l’esperienza cambia anche il rapporto con l’altro sesso. Quella superficialità che poteva esserci in me vent’anni fa, oggi è scomparsa". Anche perché oggi sta con una donna molto più giovane di lei, ricca, potente e bella. "Discorso a pera il suo. Se il problema fosse legato a bellezza e ricchezza non ci sarebbero più storie. Le posso assicurare che se non c’è altro, un uomo si stanca in quindici giorni anche della donna più bella del mondo". Invece? "Invece dopo il sex appeal, che ti attira emozionalmente ma superficialmente, deve esserci testa, profondità, complessità. Altrimenti non si va avanti". Restiamo in tema. Si considera un uomo bello? "Se fossi il partecipante di un reality mi vedrei brutto, ma nell’ambiente che frequento non posso certo classificarmi tra i peggiori". L’aspetto piacevole l’ha aiutata a farsi avanti in politica? "Magari all’inizio mi ha fatto ascoltare con più attenzione ai primi comizi. Ma è sempre la stessa storia. Come nei rapporti personali, se dopo il primo approccio, non c’è altro, la bellezza vale zero". Allora andiamo anche noi sotto la superficie. Lei è notoriamente un credente. Che rapporto ha oggi con la Chiesa? "Rispetto le sue regole. Vado a messa la domenica e non faccio la comunione perché sono un divorziato. Ma non mi sento ai margini per questo. Se il padre abbraccia il figliol prodigo senza chiedergli dove è stato, penso che la Chiesa possa abbracciare anche chi, come me e altre migliaia di persone che hanno vissuto un fallimento matrimoniale, non ha fatto un percorso esemplare". Lei però racconta una pienezza di vita e di affetti. Non le viene in mente che la Chiesa dovrebbe accogliere comportamenti e figure come la sua? "Certo che mi viene in mente. Ma la Chiesa ha i tempi lunghi e non può affrontare questioni complesse con la flessibilità di un legislatore. Qui si tratta di principi. Pensi, per esempio, ai profilattici. È ovvio che nessuno, anche fra quelli che fanno la comunione tutte le domeniche, rispetta il divieto di usarli. Ma la Chiesa ha una sua impopolarità naturaliter che va rispettata. Sa qual è invece la cosa che mi dà più fastidio nella Chiesa?". Quale? "La stupidità e la banalità di certe prediche domenicali. Non c’è niente di più devastante per la Chiesa di quei preti che parlano solo di povertà e la riducono alla dimensione di una grande Ong. È chiaro che siamo tutti buoni e amiamo i poveri, ma io vorrei un clero che mi aiutasse a guardare le cose e me stesso in profondità". Pensa che questo papa ci stia riuscendo? "Le riflessioni che va facendo hanno tutte una dimensione alta e mi sembra che stia anche compiendo un grande sforzo divulgativo. Quando, da cardinale, venne in visita alla Camera, tenne un’omelia mica facile da capire". Casini, senza troppe perifrasi, cosa vede nel suo futuro? "Osservi le mie due finestre. Una inquadra il Vaticano, l’altra il Quirinale. Per il primo non ho credenziali. Per il secondo, si vedrà". Stefania Rossini
• Trampolino Bologna. L’Espresso 8 febbraio 2007. 1955 Pier Ferdinando nasce a Bologna il 3 dicembre, primogenito di Tommaso Casini, insegnante di lettere e dirigente locale della Dc, e di Mirella Vai, bibliotecaria al Provveditorato. Ha due sorelle e un fratello, che gli somiglia come una goccia d’acqua. 1968-73 Frequenta il liceo classico Galvani e si avvicina alla politica. Nella città rossa e negli anni della contestazione, fonda un gruppetto democristiano. 1974-79 Frequenta l’università ed entra nel direttivo nazionale giovani Dc. L’incarico lo porta a Roma dove conosce Tony Bisaglia diventandone il pupillo. Si laurea in Giurisprudenza con una tesi sulle partecipazioni statali. 1980-82 consigliere comunale della sua città e lavora per un anno alle Officine Reggiane. 1983 Eletto alla Camera, vi tornerà per tutte le legislature a seguire. 1984 Bisaglia muore in un incidente di mare e Pier Ferdinando si avvicina a Forlani. Sposa Roberta Lubich, da cui avrà due figlie: Maria Carolina che oggi ha 16 anni e Benedetta di 15. Da tempo separata, la coppia ha divorziato di recente. 1985-93 Sono gli anni delle ordinarie legislature democristiane, fino alla crisi di Tangentopoli e al dissolvimento della Dc. 1994 Con Clemente Mastella fonda il Ccd ed entra nella coalizione guidata da Berlusconi. Viene anche eletto per la prima volta al Parlamento europeo. 1996 -2000 Si allea con Buttiglione ma perde le elezioni e Mastella se ne va nel centrosinistra. Comincia il legame sentimentale con Azzurra Caltagirone, figlia del noto imprenditore romano. 2001 Con la vittoria del centrodestra, è eletto presidente della Camera, il più giovane dopo la Pivetti. 2004 Dall’unione con Azzurra nasce Caterina. 2006 Alle politiche il suo nome è nel simbolo dell’Udc, ma il Polo perde le elezioni e Casini, oggi all’opposizione, guarda alla leadership del centrodestra.
• Pensioni, stretta in vista su Bankitalia e parlamentari. Il Sole 24 Ore 3 febbraio 2007. Roma. Il Governo prepara la stretta sulle pensioni privilegiate. Nel mirino parlamentari, dipendenti della Banca d’Italia e fondi speciali Inps: dal fondo volo agli elettrici ai telefonici e ai dazieri. Ma non solo. I tecnici del Governo stanno valutando la possibilità di costruire una sorta di nuovo testo unico previdenziale per accorpare attorno alla "filosofia contributiva" tutte le regole pensionistiche delle varie gestioni. Del resto lo stesso memorandum siglato con i sindacati prevede espressamente «il completamento del processo di armonizzazione» di tutte le categorie e il «superamento dei privilegi ancora esistenti nel sistema previdenziale». L’esecutivo, insomma, punta a una sorta di micro-riforma. Resta da vedere come saranno "disegnate" le misure e, soprattutto, se il Parlamento cercherà qualche escamotage. Ieri da Camera e Senato non si è levato alcun commento ai dati diffusi dal settimanale "l’Espresso" sui vitalizi dei parlamentari. I tecnici del Governo già da tempo stanno preparando una sorta di atto di indirizzo, anche perché sulla definizione delle regole di "pensionamento" di deputati e senatori rimangono sovrani i due rami del Parlamento. La questione sarà comunque affrontata anche nel corso del confronto tra Governo e parti sociali. Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, non si può più chiedere a 15 milioni di lavoratori di «lavorare per coprire il buco della previdenza dei parlamentari». Angeletti poi torna a chiedere la separazione delle voci previdenziali da quelle assistenziali e ribadisce il no alla revisione dei coefficienti di trasformazione, ma apre sull’innalzamento dell’età pensionabile. A definire scandalosi e irritanti i privilegi della politica è la Fiom-Cgil mentre la Uil pensionati chiede di "colpire" tutte le situazioni privilegiate. Su questo fronte il Governo sembra intenzionato a presentarsi al tavolo con le parti sociali con una sorta di dossier sulle situazioni anomale rispetto alla traccia "contributiva" della riforma Dini, prime fra tutte le gestioni caratterizzate da un rendimento che sarebbe dello 0,5% e in alcuni casi anche dell’1% superiore a quello dei lavoratori dipendenti: ad esempio quelle del personale della Banca d’Italia e il fondo Inps degli elettrici ed ex Inpdai. Già nell’ultimo rapporto del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale (l’organismo tecnico del ministero del Lavoro) si ricorda che i lavoratori dell’ex fondo trasporti (ora confluito nel Fondo lavoratori dipendenti Inps) possono usufruire di un abbassamento dei limiti di vecchiaia (da 65 a 60 per gli uomini e dal 55 a 50 per le donne). Anche i lavoratori del Fondo Volo (i piloti) possono "uscire" con soglie pensionabili più basse e beneficiano pure di assegni molto più ricchi con pensioni che si avvicinano agli importi degli stipendi. Più alto rispetto alla massa dei lavoratori dipendenti anche il rendimento delle pensioni degli elettrici. E cospicua resta la componente retributiva dei telefonici. M. Rog.
• I Super-vitalizi. Il Sole 24 Ore 3 febbraio 2007. Ecco i vitalizi riscossi dai membri dell’attuale Governo (importi mensili lordi) SOTTOSEGRETARI Famiano Crucianelli 9.947 Giovanni Mongiello 9.387 Lorenzo Forcieri 8.455 Lorenzo Meduri 8.455 Mauro Agostini 6.590 Nando Dalla Chiesa 6.590 Elidio De Paoli 6.590 Alfonso Gianni 6.590 Fausto Marchetti 6.590 Alberto Maritati 6.590 Giampaolo Vittorio D’Andrea 6.217 Maria Chiara Acciarini 4.725 Mario Lettieri 4.725 Luigi Manconi 4.725 Enrico Luigi Micheli 4.725 Antonio Michele Montagnino 4.725 Giancarlo Piatti 4.725 Emidio Casula 3.108 I VICEMINISTRI Roberto Pinza 9.387 Ugo Intini 8.455