Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Natalia Aspesi, che è cugina di Anna Piaggi (figlie di due sorelle "presto vedove, che sognavano per lei un posto da telefonista e per me di maestra"), ne ricorda "la divisa perbenista cercamarito della nostra giovinezza, casta gonna di tweed e scoraggiante doppio golfino, ragazza inquieta e ansiosa di un altro allora improbabile destino"
• Natalia Aspesi, che è cugina di Anna Piaggi (figlie di due sorelle "presto vedove, che sognavano per lei un posto da telefonista e per me di maestra"), ne ricorda "la divisa perbenista cercamarito della nostra giovinezza, casta gonna di tweed e scoraggiante doppio golfino, ragazza inquieta e ansiosa di un altro allora improbabile destino"
• Sulla scrivania di Anna Piaggi, "allagata di carte e souvenir, una vecchia, gloriosa lettera 22 rossa, accanto a una bottiglia di champagne". "In questa casa affacciata su un immensio cinguettante giardino privato vive sola, dopo la morte dieci anni fa del marito e compagno di esplorazioni culturali, il fotografo Alfa Castaldi"
• Anna Piaggi fu direttrice di Vanity Fair negli anni Ottanta e di Vogue Italia dal 1988 ("le famose doppie pagine, oasi di tendenze e cultura piaggesca").
• Anna Piaggi. "Saranno in tanti a chiedersi chi sia mai questa signora cui un grande museo straniero (Victoria & Albert Museum di Londra dal 2 febbraio al 3 aprile 2006 - ndr) dedica tanta devota attenzione, esponendo come fossero delle antiche cineserie o dei reperti di civiltà scomparse, tra più di 200 pezzi, un suo paio di guanti verdi Missoni o un disegno di Lagerfeld che la ritrae per le strade di Roma (si immagina il fermento) con una giacca ’visite’ di Worth del 1882, pantaloni da motociclista-postina della Seconda guerra mondiale e bastoncino di ebano, ma anche una cappa rosa di Simonetta Fabiani del 1954, o lei in parrucca da Maria Antonietta, una pezza sull’occhio alla corsara, un lungo abito nero con bolero indescrivibile e guantini optical..."
• Sulla scrittura di Anna Piaggi, Quirino Conti nel libro "Mai il mondo saprà. Conversazioni sulla moda": "Esempio irraggiungibile, nello stile, di cultura, memoria ed enciclopedismo: ma soprattutto di ermetismo. Poiché i suoi lavori sono rompicapo, thriller, gialli alla Ruth Rendell"
• Anna Piaggi. "Venerata all’estero, ovviamente tra i cultori della moda, pure in Italia ha un’eccentrica moltitudine di appassionati. Ogni suo apparire è un evento, una festa, una ragione di privilegio; ci si aspetta sempre, infatti, una sorprendente, nuova messa in scena, quella di una diva che interpretando un suo criptico copione di sovrapposizioni e sedimentazioni vestimentarie, regala scene madri, puzzle rompicspo, melodrammi di massima emozione. Certo, tra chi non è del ramo, la sua immagine, sempre creativa e sempre innaturale, quasi eversiva, può suscitare scompiglio, apprensione, allarme: portinai che corrono in strada per vederla, macchine che frenano all’improvviso, passanti impietriti dallo stupore, bambini felici di precipitare in una fiaba sconosciuta. "Reazioni che non mi turbano, sono inevitabili. Ma questo è il mio modo di essere, e ne sono perfettamente felice" dice Piaggi"
• Anna Piaggi. "Nelle sue strabilianti fashion-performance, nulla è lasciato al caso, e non si riesce a immaginare se per un evento imprevisto, mettiamo, toccando ferro, un incendio, dovesse correre fuori casa all’improvviso senza il tempo di studiare un’uscita solenne adatta al momento: a parte il fatto che di sicuro, nell’archivio paggesco, Moreno le scoverebbe un vecchio casco rosso da pompiere, una sciarpa di Vionnet Bruciata, un paio di stivali recuperati dal terremoti di Messina e, forse, un indispensabile diadema dai cascami di qualche set cinematografico" (segue)
• Anna Piaggi. "Essendo ogni sua apparizione una sceneggiatura attentamente studiata, ne esiste la testimonianza scritta: una serie di quaderni con in copertina la bandiera inglese, diari bizzarri che qualunque museo della moda pagherebbe a caro prezzo. Data, luogo, evento, persone presenti, e per esempio aprendone uno a caso, per un’uscita del 18 gennaio 2004, ecco l’artistico assemblaggio: blouson rosso Dior, T-shirt Gucci, foulard nero, gioielli scaligeri Swaroski anni Cinquanta, cappello di metallo argentato, sciarpa con bandiera americana, stola Dior, guanti Vuitton, pantalone Prada, calzini USArmy...