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 2001  aprile 09 Lunedì calendario

«Meglio dentro che fuori» è la parola d’ordine della sesta edizione del Futurshow 3001 («3001 perché è mille anni avanti», spiega l’ideatore Claudio Sabatini)

• «Meglio dentro che fuori» è la parola d’ordine della sesta edizione del Futurshow 3001 («3001 perché è mille anni avanti», spiega l’ideatore Claudio Sabatini). Il fotografo David LaChapelle ha realizzato l’immagine simbolo: una grande chiocciola colorata, cavalcata da una donna nuda con il pancione. Le settecento imprese dislocate sui sessantamila metri quadrati di area espositiva sono state visitate da 479 mila i visitatori (diciottomila in più rispetto alla passata edizione).
• Ultime novità tecnologiche presentate al Futurshow 3001: il TransNote, metà computer e metà blocco note, che attraverso i sensori posti sotto i fogli di carta riconosce i movimenti della biro e trasferisce gli appunti sullo schermo; un monitor con schermo digitale che coordina tutti gli elettrodomestici della casa; una macchina per fare attività fisica, che si collega alla rete e permette di avere lezioni personalizzate con la supervisione, tramite web cam, di un istruttore; il computer dalle dimensioni di un walkman che si attiva grazie ad un sistema di riconoscimento vocale e ha il monitor delle dimensioni della lente di un occhiale; una parure composta da collana con microfono, orecchini che nascondono auricolari, anello che funziona da mouse e orologio con cui è possibile ricevere e leggere messaggi di posta elettronica; il giornale digitale che scarica dal web testi e immagini su pagine durevoli, flessibili e scritte con un inchiostro elettronico sperimentale; un sistema che, applicato alle lavatrici, consente ai consumatori di pagare l’effettivo utilizzo della lavabiancheria, acquistando non più il prodotto, ma i singoli lavaggi.
• Secondo il rapporto Eito, condotto su un campione di 16.078 persone di età superiore ai quindici anni, il telefonino è il prodotto tecnologico più diffuso tra gli Europei (55 per cento), seguito dal personal computer da scrivania (35 per cento). Tra gli intervistati, il 18 per cento è connesso alla rete, il 5 per cento ha il computer portatile e il 3 per cento ha il palmare.
• Un’indagine realizzata in Italia da ”Game Network” rivela che l’87 per cento degli intervistati di età inferiore ai ventotto anni conosce il significato della parola ”cliccare”, mentre negli ultraquarantenni la percentuale scende al 31 per cento. Tra i primi, il 78 per cento sa cosa significa ”chattare”, mentre tra i secondi lo sa soltanto il 20 per cento. Soltanto il 3 per cento dei quarantenni sa cosa significa ”zippare” contro il 34 per cento degli under 28. Tra i quarantenni, uno su quattro sa cos’è la Playstation 2 e il dvd; il 91 per cento ammette che il telefonino gli ha cambiato la vita.
• In Sudafrica, un milione di persone naviga sul web, nessun abitante del Congo si è mai collegato alla Rete e in alcuni regimi islamici, come quello del Sudan, l’uso del computer è punito con la prigione.
• Il primo computer fu inventato nel 1642 dal filosofo e matematico francese Blaise Pascal e si chiamava ”Pascalina”. Pascal costruì per suo padre, che faceva l’esattore delle tasse, una macchina capace di aiutarlo a fare i conti. La Pascalina, o ”Arithmatique”, era formata da una serie di ruote dentate che dovevano essere girate a mano e poteva svolgere calcoli che arrivavano alla cifra 999.999.999.
• Kevin Warwick, professore di cibernetica presso la Reading University di Londra, nel 1998 si è fatto impiantare un chip di due centimetri e mezzo nel braccio per sperimentare l’interazione tra essere umano e sistemi computerizzati. Quando arriva a casa, le porte si aprono automaticamente e si accendono le luci, il computer si avvia e con voce metallica saluta il professor Warwick. A settembre, sarà impiantato un chip anche nel braccio della moglie Irena, poi la coppia si separerà e i due si trasmetteranno le loro sensazioni tramite computer: una carezza sul braccio di Irena negli Stati Uniti sarà recepita dal chip e trasmessa a Londra, al computer di Kevin che sentirà la stessa identica carezza: «Dimostreremo che è possibile controllare il movimento degli arti da lontano. Studieremo la trasmissione del dolore e dei sentimenti. Ci comunicheremo amore o rabbia senza bisogno di parlare o scrivere. Non esagero: stiamo abbattendo le barriere fra uomo e macchina».
• «Poche delle superstizioni che abbiamo ereditato dai nostri avi potrebbero sopravvivere alle rivelazioni che verranno dallo spazio. Mi piacerebbe pensare che nell’immensa banca dati di alcune antiche civiltà siano contenuti gli archivi sulla formazione del nostro Sistema Solare, forse anche della Galassia. Saremo ancora degli umani tra mille anni? Per certi versi, spero di no. Come ha osservato una volta Konrad Lorenz, il famoso etologo: ”Ho trovato il collegamento tra le scimmie e gli uomini civilizzati: siamo noi”» (lo scrittore Arthur C. Clarke).