Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
L’ideale sarebbe non cominciare affatto
• L’ideale sarebbe non cominciare affatto. Ma se ormai il vizio è preso, la cosa migliore è smettere e subito. «Smettere di fumare? facilissimo, io l’ho fatto un sacco di volte», diceva lo scrittore Mark Twain, cogliendo l’ostacolo più grosso che si trova di fronte chi decide di dire addio al fumo: il rischio di ricominciare. Dire basta, si sa, non è facile e richiede un grandissimo sforzo di volontà. Eppure i benefici derivanti dall’abbandono della sigaretta sono davvero tanti e, soprattutto, immediati. «Dopo soli 30 minuti il battito cardiaco e la pressione sanguigna si regolarizzano», spiega la dottoressa Gabriella Greco, cardiologa e coordinatrice del Centro per la prevenzione e cura del tabagismo dell’ospedale Santo Spirito di Roma, «dopo circa 8 ore i livelli di nicotina e monossido di carbonio presenti nel sangue si dimezzano e i livelli di ossigeno tornano normali. Entro 5-6 giorni la quantità di nicotina nel corpo si riduce dell’80%, migliorando la qualità di gusto e olfatto».
E i vantaggi non finiscono qui: «In poche settimane la pelle diventa più rosea, rallenta la comparsa delle rughe, i polmoni migliorano la funzionalità facendo scomparire tosse, affanno e i problemi respiratori tipici di chi fuma. Più il tempo passa, più diminuisce il rischio di malattie cardiovascolari insieme al pericolo di contrarre patologie più gravi».
Dopo 10-15 anni dall’abbandono della sigaretta l’aspettativa di vita di un ex-fumatore è uguale a quella di chi non ha mai fumato. L’ideale sarebbe smettere entro i 30 anni, ma i benefici si vedono a ogni età. Per incoraggiare gli indecisi, in queste pagine trovate un elenco dei principali metodi per dire addio al fumo.
• Vive nell’Italia centrale, ha un livello di istruzione medio e un’età compresa tra i 25 e i 44 anni. questo il ritratto del fumatore italiano, come appare da uno studio dell’Istat pubblicato lo scorso anno. In Italia i fumatori con più di 14 anni sono 14 milioni e 800.000, un dato rimasto sostanzialmente stabile dal 1980 a oggi, nonostante si siano moltiplicati i divieti di fumare nei luoghi pubblici e le campagne di sensibilizzazione sui danni del fumo.
*La scelta dei maschi
Un dato confortante viene dai fumatori del sesso forte, diminuiti di oltre il 10% tra il 1980 (quando costituivano quasi il 50% della popolazione maschile) e il 1999. A compensare il calo, però, ci pensano le donne: le fumatrici sono passate dal 16,7% del 1980 al 30% del ’99. Neppure l’arrivo di un bebè scoraggia le tabagiste più accanite. Secondo i dati Istat solo 6 donne su 10 smettono di fumare durante la gravidanza e quasi la metà di queste riprende a fumare dopo il parto, incuranti dei danni che l’esposizione al fumo passivo può causare al neonato.
*Di madre in figlio
Il cattivo esempio degli adulti influisce anche sul comportamento dei ragazzi. Nella fascia d’età compresa tra i 14 e i 24 anni fuma il 35,4% dei giovani che hanno entrambi i genitori fumatori, mentre il dato scende al 15,5% tra i figli di famiglie di non fumatori.
• Il bupropione ti aiuta a resistere.
• Che cos’è
Si chiama Zyban ed è una compressa a base di bupropione, un principio attivo usato come antidepressivo. In Italia è in vendita da alcuni mesi. La terapia dura da sette a nove settimane ed è un po’ costosa. Le pillole sufficienti per il trattamento più breve, infatti, costano circa 320.000 lire.
• Come funziona
Il bupropione agisce sul sistema nervoso aumentando la circolazione della dopamina, una sostanza che combatte l’assuefazione e i fenomeni di dipendenza da fumo, alcol, droghe. Più dopamina circola, dunque, meno si sentirà il bisogna di fumare. Durante la sperimentazione il farmaco si è rivelato efficace per il 44% dei pazienti, una percentuale che però si riduce della metà a distanza di un anno dall’inizio della terapia.
• segnali dell’astinenza dal fumo
• nervosismo o ansia
• sbalzi d’umore
• stanchezza e/o sonnolenza
• depressione
• disturbi del sonno (insonnia, alterazione dei ritmi sonno-veglia)
Se dopo aver smesso di fumare accusi questi disturbi, niente paura: sono soltanto i sintomi dell’astinenza da nicotina e spariranno presto.
Gli effetti della mancata assunzione di nicotina compaiono già poche ore dopo l’ultima sigaretta e, a seconda dei soggetti, possono durare anche alcune settimane prima di scomparire per sempre. In questi
casi può essere d’aiuto l’assunzione,
per un breve periodo, di ansiolitici
o antidepressivi, ma occorre evitare
il fai-da-te e seguire scrupolosamente i consigli del medico.
• Smettere di fumare con i sostituti. Gomme e cerotti ma con giudizio
• Che cos’è
Per terapia sostitutiva si intendono tutti i trattamenti che prevedono la somministrazione di dosi controllate di nicotina, senza dover ricorrere alla sigaretta. In questo modo il passaggio alla condizione di non fumatore è più graduale e i sintomi dell’astinenza risultano attenuati. La nicotina può essere assunta sotto forma di cerotti, gomme da masticare oppure spray nasale.
• Come funziona
La terapia sostitutiva mira a somministrare all’organismo dosi sempre minori di nicotina (la sostanza principale responsabile della dipendenza dal fumo), prive delle sostanze più dannose per la salute, quelle che derivano dalla combustione della carta e del tabacco. La sua durata è di circa otto settimane. previsto un costante controllo medico ed è richiesto comunque uno sforzo di volontà finale per rinunciare alle dosi anche minime di nicotina. sconsigliata agli ipertesi e ai cardiopatici.
• Smettere di fumare con l’agopuntura
Punture sul naso per perdere il vizio
• Che cos’è
L’agopuntura è una pratica terapeutica dell’antica medicina cinese, che si basa sul presupposto che l’energia vitale scorra lungo determinati canali della superficie corporea (meridiani), sui quali si agisce mediante l’inserimento di aghi sottili.
• Come funziona
Nelle persone che vogliono smettere di fumare, gli aghi vengono posizionati soprattutto in tre punti nevralgici: nelle vicinanze del naso per modificare l’olfatto, al centro dello sterno per eliminare l’ansia e nei piedi per disintossicare il fegato. Vi sono poi i cosiddetti «punti del fumo», cioè i meridiani corrispondenti all’intestino e allo stomaco. L’applicazione degli aghi stimola il nostro corpo a produrre le endorfine, sostanze che trasmettono ai centri nervosi sensazioni di relax e benessere, riducendo lo stimolo di fumare. Se si è molto motivati, la terapia è efficace nell’80% dei casi.
• trova la motivazione
Qualsiasi metodo si scelga per provare a smettere di fumare, prima di cominciare bisogna trovare in se stessi la giusta motivazione. « sui meccanismi che ci inducono a fumare che dobbiamo focalizzare l’attenzione», spiega Timoteo Nori, psicologo clinico del Centro di cura del tabagismo dell’ospedale Santo Spirito di Roma. Il gesto di accendere una sigaretta è spesso legato a particolari momenti della giornata o a situazioni di stress: «Per questo nei corsi antifumo si punta a rompere le vecchie abitudini». Il periodo più difficile arriva un mese dopo la fine del corso: «L’errore è quello di sentirsi troppo sicuri e pensare che se si è riusciti a smettere una volta, si potrà farlo ancora con facilità. Accendere una sigaretta solo per mettersi alla prova significa mandare in fumo il lavoro di mesi se non di anni.
• le altre alternative
• Ipnosi
Bastano due sedute con un terapeuta che cercherà di introdurre nell’inconscio del paziente immagini che inducono repulsione per il fumo.
• Omeopatia
Chi preferisce ricorrere ai metodi naturali ha quattro piante a disposizione: Tabacum, Hypophysis, Echinacea (nella foto) e Natrum chloratyum. Vanno assunte in dosi diverse secondo il consiglio del medico.
• Collutorio
Spruzzato in bocca, a contatto col fumo sviluppa (fino a 8 ore dopo l’uso) un sapore così disgustoso da non andare oltre la prima boccata. ancora in fase sperimentale.
• Vaccino
Si chiama «Ta Nic» e potrebbe arrivare in farmacia tra meno di tre anni. Produce anticorpi che riconoscono e attaccano le molecole di nicotina, come se fossero un virus. Basterà una iniezione ogni 6 mesi per 2-3 anni.
• con lo psicologo
In gruppo si fatica meno
• Che cos’è
La terapia di gruppo si pratica in molti ospedali che hanno istituito centri di prevenzione e cura del tabagismo. Si effettua alla presenza di uno psicologo e di altri medici e può essere associata a terapie farmacologiche.
• Come funziona
il sistema più efficace per smettere di fumare, con una percentuale di successi che sfiora il 90%. Prima di iniziare il corso i pazienti sostengono un colloquio preliminare con i medici che invitano i meno motivati a non iniziare subito la terapia, ma a pensarci su e a ripresentarsi dopo qualche settimana. Durante la terapia, che prevede un ciclo di 10-15 incontri nelle prime settimane (più altri di verifica nei mesi successivi), i pazienti vengono prima informati sui danni che il fumo provoca all’organismo e poi invitati a scavare a fondo nelle motivazioni che li inducono a fumare.