Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  giugno 22 Sabato calendario

Colore. Una biografia

• Fritta egizia. "Blu egizio", o "fritta egizia": il più antico pigmento di sintesi, ottenuto dai pittori egiziani nel 2500 a.C. miscelando una parte di calce, una parte di ossido di rame e quattro parti di quarzo, cotte a una temperatura tra gli 800 e i 900 gradi.
• Purpura e buccinum. La produzione della porpora di Tiro era nota in Asia Minore fin dal XV secolo a.C., mentre i Greci ne appresero l’arte dai fenici. Il colorante si otteneva spezzando la conchiglia di due molluschi del Mediterraneo, il buccinum e la Purpura. Il fluido estratto, bianco, esposto al sole e all’aria passava al giallo, al verde, al blu e infine al porpora. Ogni mollusco forniva una sola goccia di colorante. Per produrne un’oncia (una trentina di grammi) erano necessari 250.000 molluschi. La tonalità più pregiata si otteneva mescolando i fluidi estratti dalle due specie. Dai tempi della Roma repubblicana il colore venne riservato a personaggi d’alto rango, poi si arrivò a punire con la morte chi produceva porpora di Tiro al di fuori delle manifatture imperiali.
• Kermes. Tintura rosso cupo, così chiamata nel Medioevo dal sanscrito Kirmidja, "derivato da un verme", estratto da un insetto privo di ali, il Kermes vermilio, che infesta la quercia spinosa, Quercus coccifera. Da "Kermes" derivò l’italiano "cremisi". Nel Medioevo si produceva un altro pigmento rosso di sintesi, ottenuto da zolfo e mercurio, chiamato "vermiglione" proprio per la somiglianza col colore estratto dal kermes.
• Minio. Dal basso latino minium, derivato dalla biacca per ottenere il bianco, in alternativa a una miscela di gesso e ossa macinate. Usato nelle piccole scene che ornavano i codici medievali, da cui miniare, "colorare col minio", e infine "miniatura".
• Spettri. Fino al XV secolo il termine medievale "sinopia" si riferiva sia al rosso che al verde (da Sinope, sul Mar Nero, località d’origine d’un pigmento di ocra rossa). Motivo: i Greci classificavano i colori secondo uno spettro che andava dalla tonalità più chiara a quella più scura e in cui il rosso e il verde si trovavano a metà, ed erano considerati quasi equivalenti.
• Smaltino. Pigmento azzurro cupo, contenente cobalto, già in uso presso Egizi e Persiani. Minerale contenente arsenico, il cobalto, nel XVI secolo, veniva estratto in abbondanza in Sassonia. Poiché danneggiava occhi e polmoni dei minatori fu chiamato Kobelt, come gli gnomi che si credeva infestassero il sottosuolo.
• Giallo indiano. Tra i prodotti importati dalla Compagnia delle Indie orientali dal XVI secolo, il pigmento "giallo oro", in uso in India dal Quattrocento col nome Purrei, venduto in forma di sfere dure e puzzolenti. Solo nel 1883 si scoprì l’origine: nella città di Monghyr, provincia del Bihar nordorientale, alcuni allevatori di bestiame lo fabbricavano con l’urina di mucche nutrite esclusivamente con foglie di mango. La sostanza solida gialla precipitava dal liquido quando era scaldato, dopodiché veniva compressa ed essiccata. Poiché le mucche, private di altre fonti di nutrimento, erano in pessime condizioni di salute, verso il 1890 la legislazione del Bengala vietò la produzione di giallo indiano.
• Verde smeraldo. Emerald Green, cristallo creato nel 1814 dal produttore di vernici tedesco Wilhelm Sattler in collaborazione col farmacista Friedrich Russ, facendo reagire verderame sciolto in aceto con arsenico bianco e carbonato di sodio. Relativamente economico da produrre, diventò popolare per la decorazione d’interni. Stampato a rilievo su carta da parati a buon mercato, quando questa veniva spolverata, liberava particelle tossiche; inoltre, esposti all’umidità, i pigmenti si decomponevano rilasciando arsina, un gas mortale di triidruro di arsenico. Secondo la leggenda, anche Napoleone Bonaparte morì avvelenato dai vapori d’arsenico sprigionati dal verde smeraldo delle pareti umide nella sua dimora a Sant’Elena.
• Tubetti. Inventato nel 1841 da un ritrattista americano, John Rand, il tubetto di stagno sostituì i pacchetti di vescica di maiale nella conservazione dei colori ad olio, ritardando il loro essiccamento. Con grande beneficio degli impressionisti, che amavano dipingere all’aperto: "Senza i tubetti di colore non ci sarebbero stati Cézanne, Monet, Sisley o Pissarro, niente di ciò che i giornalisti avrebbero chiamato Impressionismo" (Renoir).