Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 20 agosto 2005
Salvo complicazioni
• Sindrome di Prader-Willi. Disfunzione ereditaria dell’ipotalamo, che priva del senso di sazietà, inducendo a mangiare molto lentamente ma in continuazione qualsiasi cosa in mancanza di cibo disponibile, perfino spazzatura e cibo per animali. Se il malato non è rigidamente controllato, diventa mortalmente obeso.
• Paradosso del grasso. Quando raggiunge lo stomaco e il duodeno, una piccola quantità di grasso è sufficiente a far scattare i recettori che inviano all’ipotalamo segnali che inducono sazietà. Ma basta anche una piccola quantità di grasso sulla lingua per attivare i recettori della bocca che stimolano l’ipotalamo ad accelerare l’assorbimento e a mangiare più velocemente (masticando di meno). Cosiddetto ”effetto aperitivo”: più il cibo è saporito, più si mangia rapidamente, perché i recettori della bocca si attivano prima di quelli dell’intestino.
• Mantenimento. Analizzando decine di anni di studi sulle diete, nel 1993 una commissione di esperti del National Institutes of Health ha scoperto che dal 90 al 95 per cento delle persone nel giro di un anno riprendono da uno a due terzi del peso perso, e nel giro di cinque anni lo riprendono tutto. Più malleabile l’appetito dei bambini: il 30 per cento degli obesi tra sei e dodici anni, sottoposti a dieta, perdono definitivamente i chili di troppo.
• Interventi. Interventi della medicina ufficiale per combattere l’obesità, falliti per l’incapacità del paziente di mantenere il peso raggiunto: gonfiare palloncini di plastica nello stomaco, asportare il grasso corporeo, prescrivere anfetamine e ormoni tiroidei, distruggere i centri della fame nell’ipotalamo, fissare le mandibole (il meno efficace, perché non impedisce l’assunzione di calorie liquide).
• Bypass. ”Bypass gastrico con ansa alla Roux”, il rimedio di chirurgia radicale più ricorrente per perdere peso (si riduce la capacità dello stomaco con graffe metalliche). In America le domande di intervento sono così numerose, che i chirurghi non riescono a soddisfarle. Riconosciuto dal National Institutes of Health come l’unica forma di terapia efficace per l’obesità patologica, è rimborsato da molte società di assicurazioni (può costare fino a ventimila dollari). Gli esperimenti condotti sui ratti hanno aumentato la probabilità di cancro e non si conoscono ancora gli effetti a lungo termine delle carenze nutritive.
• Indici. Americani afflitti da obesità patologica: più di cinque milioni (il loro indice di massa corporea, il peso in chilogrammi diviso per il quadrato della loro altezza in metri, è superiore a quaranta). Altri dieci milioni sono appena sotto il limite.
• Paraskevidekatriaphobia. Dal greco, ”fobia del venerdì 13”. In base ad alcuni sondaggi, Donald Dossey, comportamentista del North Carolina, ha scoperto che ne soffrono tra i 17 e i 21 milioni di americani, che quel giorno sono afflitti da vari gradi di ansia o modificano le loro attività: compiono rituali prima di uscire di casa, si danno per malati al lavoro, rimandano voli e acquisti importanti, causando alle imprese ogni anno perdite per 750 milioni di dollari.
• Nausea. Dalla parola greca che significa ”nave”, il suo scopo biologico è indurre a vomitare, espellendo tossine quando si è ingerito qualcosa di velenoso. Una delle spiegazioni della nausea da movimento passivo (il corpo è fermo ma si muove nello spazio, come nel caso del mal di mare), è che la sensazione che si prova è simile alle allucinazioni indotte da agenti tossici, dai quali il nostro corpo si difende con la nausea (la nostra specie, infatti, si è evoluta nel periodo del pleistocene, quando l’uomo non aveva occasione di sperimentare il movimento passivo, come in barca).
• Simpatectomia endoscopica toracica. Intervento chirurgico di resezione delle fibre del sistema nervoso simpatico (la parte involontaria del nostro sistema nervoso che controlla il respiro, il ritmo cardiaco, la digestione, la sudorazione e il rossore), eseguito per arrestare i dolori al petto dei cardiopatici non operabili e per combattere la sudorazione al viso e alle mani dei pazienti affetti da iperidrosi. Nel 1992 tre specialisti di Göteborg, in Svezia, la sperimentarono con successo su pazienti che lamentavano la sindrome di rossore intenso o patologico. Eseguita a questo scopo in tutto il mondo, è consigliata solo in casi estremi, per i possibili effetti collaterali: la riduzione del dieci per cento del ritmo cardiaco (che può provocare indebolimento fisico), e la sindrome di Horner (nell’uno per cento dei casi una lesione involontaria dei nervi simpatici che portano all’occhio. Provoca restringimento della pupilla, abbassamento della palpebra e affossamento del bulbo oculare).