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 1999  agosto 23 Lunedì calendario

Il braccialetto per il controllo a distanza dei detenuti (in realtà è una cavigliera) non pesa più di 100 grammi

• Il braccialetto per il controllo a distanza dei detenuti (in realtà è una cavigliera) non pesa più di 100 grammi. La Bl Inc di Boulder in Colorado (www.bi.com), si proclama leader mondiale del settore e magnifica le prestazioni della trasmittente BI 9010: progettata ergonomicamente, impermeabile e resistente alla pressione fino a 5 metri, invia ininterrottamente un segnale alla centrale di controllo. Negli Usa questo sistema viene applicato ai cosiddetti ”rilasciati sulla parola”. La BI ha addirittura realizzato un modello che permette di controllare a distanza se l’’assistito” ha bevuto un po’ troppo.
• I britannici della ”On Guard+” raccomandano il loro modello a pila con batteria che può durare fino a 12 mesi. Mentre aumentano le richieste di bracciali ”antiallergici”, l’americana Isc ha lanciato un modello ”anti vendetta” che grazie a un computer sistemato nella casa minacciata è in grado di segnalare l’avvicinarsi del sorvegliato. La ”Share” dà in regalo le attrezzature (un po’ come fanno le televisioni digitali col decoder) e si fa pagare solo gestione e servizio di sorveglianza. In Texas il bracciale costa tra le 8 e le 20 mila lire al giorno: pagano i sorvegliati.
• Dale Parent è un veterano della ”Abt Associate” di Cambridge, nel Massachussets, che da circa dieci anni studia l’uso del bracciale negli Stati Uniti: «Si tratta di un prodotto di alta tecnologia che ha costi molto elevati per la Giustizia. Costa comprarlo, costa la manutenzione e costa ancora di più il sistema del controllo a distanza e le risorse umane per farlo funzionare 24 ore al giorno. L’esperienza ha dimostrato che i profitti in termini di prevenzione del crimine che se ne traggono non valgono tante spese. Sarebbe però ingiusto affermare che da noi sia stato un totale fallimento». Perché i profitti non valgono il costo del bracciale? «Perché il soggetto quando si trova fa le mura di casa si suò togliere il bracciale e poi uscire. In molti casi lo mette indosso a un parente, se non al cane. In un’occasione il bracciale di un criminale venne trovato sulla moglie impegnata da ore a lavorare al computer di casa mentre lui era fuori, a commettere altri reati gravi. Paradossalmente in questi casi il bracciale diventa un incentivo, una copertura per i criminali incalliti. Il vero punto debole è che non si può essere sicuri she il criminale si trovi assieme al bracciale».
• In Europa il sistema dei braccialetti è diffuso in Svezia dal 1994 (vale per le pene inferiori a due mesi), in Gran Bretagna dal 28 gennaio di quest’anno (per detenuti con condanne inferiori a 4 anni, porterà un risparmio di 1.380 milioni di lire). In Germania il sistema è utilizzato solo in alcuni Länder, in Belgio si sta sperimentando su 50 condannati con pene inferiori a 6 mesi, in Francia c’è una semplice sperimentazione tecnica.
• La Svizzera si appresta a sperimentare il braccialetto elettronico a partire dal primo settembre e per tre anni in soli 6 dei 26 cantoni del paese: Vaud, Ginevra, Berna, i due semi-cantoni di Basilea e Ticino. Il bracciale - scrive l’agenzia di stampa svizzera ”Ats” - sarà usato per detenuti condannati a pene da uno a sei mesi nei cantoni latini e fino ad un anno nella Svizzera tedesca. In tutto circa 130 ”prigionieri” sconteranno annualmente la loro pena sotto sorveglianza elettronica.
• Secondo Mimmo Domenico Gargano, l’uomo che il 29 dicembre 1997 prese in ostaggio la filiale 32 della Banca Popolare di Milano del quartiere Corvetto (dice che lo fece per amore) vanno bene «Braccialetti, collari, collane, mettessero quello che vogliono». Allora i ”bracciali” non la spaventano? «E che saranno mai. Non sono mica le stelle gialle che i nazisti mettevano sulla schiena degli ebrei. Sono bracciali». Si obietta che potrebbero invadere la privacy del detenuto. «Ma quale privacy? Con il braccialetto controllano se sono in casa. Non sanno mica se sono al cesso o in stanza da letto. E non sanno neanche quello che sto facendo. Anzi, forse eviterebbero parecchi malintesi». Quali malintesi? «Quelli che finisci per avere con i carabinieri quando, giorno e notte, ti vengono a controllare. A me, per esempio, è successo con un maresciallo di Cassano D’Adda. Era venuto a controllare se ero in casa, ma ero in mutande. Allora mia moglie l’ha fatto aspettare fuori. Si è imbestialito. E io peggio di lui».
• Mario Cicala, segretario dell’Associazione nazionale magistrati: «Il mio parere è che sul braccialetto conti l’opinione dei tecnici e della polizia. Qui si tratta di conseguire il controllo - nel rispetto della dignità umana, ovviamente - con il minor numero possibile di personale e con la maggiore efficienza [...] Naturalmente l’efficacia del braccialetto potrà risultare effettiva solo su una criminalità di livello non molto elevato. Su chi, per intenderci, non è disposto all’evasione. Chi è disposto ad evadere, ovviamente, potrà sempre toglierselo e fuggire. Comunque è certo che non possiamo continuare a tenere mezza polizia impegnata a controllare i detenuti agli arresti domiciliari».
• «Ancora non ho capito perché ci si debba innamorare del braccialetto: in Italia basta che uno tiri fuori una proposta, il secondo dica che si può fare, il terzo accetti pure e così... Io non so se questa del braccialetto sia una battuta d’estate o se chi la propone vi pensi veramente. Se ci pensa davvero, allora gli suggerisco di spendere altrove e meglio i soldi che andrebbero trovati per il braccialetto, la gara d’appalto, la centrale di controllo, il personale addetto, gli anni necessari...». E spenderli dove? «Se si devono fare delle spese, piuttosto che per il braccialetto, si facciano per il personale: più assistenti giudiziari, più straordinari negli uffici di esecuzione delle pene, più operatori nei servizi sociali, rinforzi ai tribunali di sorveglianza e al casellario».
• Alfredo Biondi: «Non vorrei che il braccialetto elettronico avesse lo stesso effetto della medioevale cintura di castità, che aprisse, cioè, la strada a soluzioni ”diverse”. Poco conformi, oggi, alla sicurezza, come ieri alla castità...».