Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Nei - Simboli di bellezza e seduzione o spie di malanni, i nei (o nevi), per quanto piccoli e «inutili», suscitano da sempre un misto di curiosità e timore
• Nei. Simboli di bellezza e seduzione o spie di malanni, i nei (o nevi), per quanto piccoli e «inutili», suscitano da sempre un misto di curiosità e timore. Ma cosa sono queste piccole macchie di colore scuro (dal marrone al nero, ma talvolta anche rossiccio), che segnano la nostra pelle? «Si tratta di agglomerati circoscritti di melanociti, le cellule che producono la melanina, alla quale si deve il colore della pelle. Tendono a essere simmetrici, di forma rotondeggiante, con bordi ben definiti e colorazione omogenea. E di solito non superano i 6 mm di diametro», spiega il professor Luigi Rusciani, responsabile del Centro di dermatologia chirurgica e oncologica del policlinico Gemelli di Roma.
La maggior parte dei nei si trova sul nostro corpo già alla nascita. Altri compaiono subito dopo e altri ancora si sviluppano in età adulta. Il loro numero può variare da poche unità a diverse decine. «Ma nella razza bianca è quasi impossibile trovare adulti senza neanche un neo. Rappresentano, invece, un’eccezione nei neri, che ne hanno pochi e di solito localizzati sul palmo della mano o sulla pianta del piede, dove i melanociti sono pochi». Oltre che sulla pelle, i nei possono comparire sulle mucose (sulla bocca, ad esempio), sulle sclere (la parte bianca dell’occhio) e sotto le unghie. Una volta formati, rimangono stabili nella stessa sede, ma possono cambiare forma, dimensioni e colore. Ed è proprio a questi cambiamenti che bisogna fare attenzione. «Quando, con l’arrivo della bella stagione, la pelle torna libera e visibile, può capitare di accorgersi che alcuni nei sono diversi da come ce li ricordavamo. O, addirittura, se ne possono scoprire di nuovi. In questi casi è importante controllare da soli o con una visita dermatologica che si tratti proprio di nei e non di qualcosa di più serio».
• Nei. Il vezzo delle parigine. Nel XVIII secolo, a Parigi, il neo, vero o finto che fosse, era molto usato dalle dame come strumento di seduzione. Nessuna donna si sarebbe presentata a un ballo senza avere almeno un neo posticcio, detto «mosca nel latte», dipinto o incollato sul viso. Ma anche agli uomini piaceva abbellirsi con pezzettini di seta o di raso, di forme e misure diverse, che arrivavano a essere grandi come una moneta e a volte impreziositi da brillanti. Il marchio del diavolo. Un bel neo intorno alle labbra, sul seno o nella parte interna delle cosce, sarebbe stato sufficiente a farvi bollare come streghe dalla Santa Inquisizione. Nel Medioevo i nei delle donne erano considerati segni della possessione diabolica. Per colpa di quelle macchie molte donne finirono al rogo con l’accusa di aver fatto un patto col diavolo. Dimmi dove ce l’hai... Dicono le credenze popolari che un neo vicino alle labbra indica sensualità e capacità di seduzione. Se invece è sulla mano sono assicurati grande ingegno e astuzia. Sul naso: sincerità e amabilità. Sul calcagno: fortuna e, a volte, invidia da parte degli altri. Sul ginocchio: stravaganza e fiuto negli affari. Sull’ombelico delle donne: prole numerosa.
• Nei. Nella maggior parte dei casi è solo una macchia benigna. A volte, però, può trasformarsi in melanoma, un tumore della pelle tra i più comuni. «Ma attenzione: solo nel 40% dei casi il melanoma deriva da una degenerazione del neo», avverte il professor Rusciani, «altrimenti si manifesta con una macchia che viene confusa con un neo, ma non lo è. Riconoscerlo presto, quando è in fase di relativa quiescenza o di lenta evoluzione, permette di asportarlo in modo radicale e guarire subito senza problemi». Cosa controllare... « più a rischio chi ha la carnagione chiara, chi si abbronza con difficoltà e tende a scottarsi, chi ha i capelli biondi o rossi, gli occhi azzurri o verdi e molti nei. Vanno tenuti d’occhio soprattutto quelli che cambiano dimensioni e quelli che compaiono sulle mucose e sugli occhi. La carnagione scura, mediterranea, invece, è meno vulnerabile». Da non sottovalutare anche il fattore ereditario: «Se in famiglia ci sono precedenti, è bene farsi controllare almeno una volta l’anno». ...E cosa evitare «Bisogna proteggersi dai raggi solari perché le scottature della pelle costituiscono un terreno fertile per il melanoma. Quindi: mai stare troppo al sole, soprattutto nelle ore centrali della giornata. La crema ad alta protezione va messa sempre. Indossate cappelli con visiera e occhiali. Evitate lampade e i lettini solari. E non dimenticate di andare una volta l’anno dal dermatologo per una visita di controllo».
• Nei. Ultime tecniche per vincerlo. Ogni anno, in tutto il mondo, si scoprono circa 100.000 nuovi casi di melanoma cutaneo. più frequente nei caucasici che nelle altre razze. La sua incidenza varia, tuttavia, anche all’interno delle popolazioni bianche: in Spagna e in America Latina, ad esempio, viene diagnosticato su 2 abitanti ogni 100.000, mentre in Australia il numero dei colpiti sale a 20. Più frequente in aree molto soleggiate, abitate da popolazioni originarie del Nord Europa con pelle chiara (oltre all’Australia, le Hawaii e Israele). In Italia, negli ultimi cinque anni, il numero dei casi di melanoma è aumentato del 30%: oggi ne sono colpiti 10 individui su 100.000, soprattutto anziani e giovani donne. «L’aumento non deve, però, allarmare», spiega il professor Rusciani, «perché non è dovuto soltanto al fatto che i raggi solari sono diventati ”più cattivi” con la nostra pelle, ma anche e soprattutto alle migliori tecniche che abbiamo a disposizione per individuarlo. Insomma, aumentano i casi, ma diminuisce la mortalità».
• Nei. Con 5 lettere li controlli a casa. Anche se hanno cominciato a modificarsi, i nei procurano fastidi o dolore soltanto quando la degenerazione è giunta a uno stadio molto avanzato», spiega il professor Rusciani. «Per poter intervenire prima di questo momento è importante che ognuno tenga sotto controllo i propri nei e li segua nei loro eventuali cambiamenti». Prima di rivolgersi al dermatologo, è possibile esaminare da soli i propri nei, magari con l’aiuto di un familiare o di uno specchio, per scoprire se qualcuno di loro presenta uno o più elementi che lo rendono pericoloso. Il metodo è molto semplice: tenete a mente le prime cinque lettere dell’alfabeto, a ciascuna di esse corrisponde una caratteristica che dovrebbe farvi sospettare qualche anomalia. Se avete qualche dubbio consultate un dermatologo, altrimenti ripetete l’esame dopo sei mesi. A: Asimmetria. La forma irregolare, con una metà diversa dall’altra, rende il neo atipico e, in qualche caso, pericoloso. B: Bordi. Devono essere arrotondati e omogenei. Se sono frastagliati, irregolari, con un aspetto a carta geografica, c’è qualcosa che non va. C: Colore. Attenzione a un colore troppo carico o non uniforme. Ma anche ai cambiamenti di tonalità: più scuro, più chiaro, rosso o bianco. D: Dimensione. Non deve avere un diametro superiore a 6 mm e non deve cambiare dimensione (di solito si ingrandisce) improvvisamente. E: Evoluzione. Dovete controllare ogni piccolo cambiamento nella forma, ma anche nella consistenza del neo, e intervenire se si gonfia o sanguina.
• Nei. Per i più piccoli. Giocate insieme e fate una mappa. Prima della pubertà i nei non rappresentano quasi mai un rischio. Ma le scottature solari prese da bambini possono favorire lo sviluppo di un melanoma in età adulta. Attenti, quindi, a proteggere i più piccoli con creme e cappellini. molto utile anche fare una mappa di tutti i nei che ci sono sul corpo del vostro bambino. Il disegno vi permetterà di accorgervi dell’eventuale comparsa di nuove macchie o di cambiamenti nella forma o nel colore di quelle già presenti. Meglio ancora, potreste proporre ai vostri bambini di «cercare» insieme a voi i loro nei su tutto il corpo, proprio come fosse un gioco. Coinvolgerli nell’osservazione della propria pelle fin da quando sono molto piccoli, li renderà più responsabili da adulti.
• Nei. Al minimo sospetto fai subito un test. Avete molti nei, la pelle chiara, i capelli biondi o rossi e gli occhi azzurri. Oppure avete eseguito sul vostro corpo l’esame dell’A,B,C,D,E e il risultato non vi ha convinto, per via di quei nei con margini frastagliati, che continuano a crescere. Non esitate a rivolgervi a uno specialista. Soprattutto se qualcuno della vostra famiglia ha già avuto problemi con i nei. Oppure se vi piace rosolarvi al sole e negli anni non siete riuscite a evitare scottature ed eritemi. Gli esami da fare. «La tecnica più accurata e affidabile di cui disponiamo per il controllo e la mappatura dei nei è la dermatoscopia», spiega il professor Rusciani. «Si tratta di un metodo indolore, veloce, che non ha controindicazioni e non richiede alcuna preparazione del paziente». Si esegue con un videodermatoscopio digitale computerizzato, composto da una telecamera a fibre ottiche collegata al computer. «Durante la visita, che si protrae per circa un’ora, il medico fa scorrere la telecamera sul neo, e l’immagine della sua struttura interna, invisibile a occhio nudo, viene riportata su un monitor, ingrandita fino a dieci volte». I check-up annuali «Il computer permette di creare per ogni paziente una cartella personalizzata con la mappa dei nei atipici». Così si potrà confrontare l’immagine archiviata con altre della stessa lesione, raccolte in controlli successivi, e accorgersi di ogni minimo cambiamento. Ricordate, però, di ripetere periodicamente l’esame: «Il neo può cambiare forma velocemente, perciò i controlli sono inutili se non vengono fatti almeno una volta l’anno. E quando si tratta di nei a rischio, anche ogni sei mesi».
• Nei. Non è vero che... Urti o ferite sono pericolosi. I traumi esterni, anche se ripetuti (ad esempio, la cintura dei pantaloni o il reggiseno che premono sul neo), non influiscono assolutamente sulla natura benigna o maligna del neo. Grosso e sporgente ha più probabilità di degenerare in una malattia della pelle. Forse è più fastidioso di quelli più piccoli e piatti perché è più esposto agli urti, ma non è a rischio. Se, però, le sue dimensioni sono il risultato di una crescita improvvisa, bisogna farlo controllare da un dermatologo. Asportarli può essere pericoloso. vero il contrario: se il neo presenta anomalie, dà fastidio oppure è semplicemente brutto, la cosa più giusta da fare, dopo essersi consultati con uno specialista, è toglierlo. Quelli che abbiamo fin dalla nascita sono più a rischio di quelli che compaiono da adulti. Vanno controllati di frequente, ma non sono i più pericolosi. Ci si deve allarmare soprattutto per quelli che compaiono all’improvviso. Se la mamma ha tante «voglie» il bimbo nascerà con molti nei. una credenza popolare, senza alcun fondamento scientifico.
• Nei. Come posso fare per mandarli via? Per togliere i nei esistono due tecniche: chirurgica e con il laser. A indicare la più opportuna dev’essere sempre e soltanto il dermatologo: «Se il neo non presenta elementi che lo rendono pericoloso si può optare per il laser, se invece è sospetto bisogna asportarlo con un piccolo intervento chirurgico», spiega il professor Rusciani, che aggiunge: «Ritengo che il metodo migliore sia sempre quello chirurgico. L’uso del laser, infatti, non consente di sottoporre il neo all’esame istologico che, invece, è sempre raccomandato per scoprire la natura della lesione». Entrambi gli interventi sono ambulatoriali, non richiedono quindi un ricovero in ospedale. Il costo dipende dalla grandezza e dalla sede del neo, ma parte da circa 400 euro. Per quelli a rischio, però, potete rivolgervi alla vostra Asl e farveli asportare pagando solo il ticket. Così funziona un intervento «L’intervento chirurgico, in anestesia locale, dura 10-15 minuti in tutto e dopo circa 7 giorni si possono togliere i punti» dice Rusciani. Per evitare infezioni e garantire una buona cicatrizzazione, si può coprire la ferita con un cerottino ed evitare di bagnarla per tre o quattro giorni. L’intervento con il laser invece è più breve, 5-10 minuti, ma «il tempo di guarigione è più lungo: servono circa 10 giorni e la cicatrice rimane visibile più a lungo».
• Nei. Dall’estetista. Se hanno qualche pelo via libera alle pinzette. Può succedere che su quel bel neo che rende più sensuale la vostra bocca, spunti all’improvviso un pelo. Poi un altro. Al terzo, è il caso di correre ai ripari. Ma i peli che nascono sui nei si possono togliere? «Certo. Ma molti credono che strappare il pelo con le pinzette possa mettere in pericolo la salute e preferiscono quindi usare le forbicine. Così, però, il pelo si irrobustisce e l’operazione va ripetuta ogni giorno», spiega Piera Michetti, estetista a Roma. «Anche con l’elettrocoagulazione non ci sono problemi, ma solo precauzioni: l’ago, ad esempio non deve entrare più di una volta nel poro nella stessa seduta». I costi? «Circa 20 euro ogni mezz’ora».