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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Per battezzarsi ha dovuto rinunciare alla ”s”

• Per battezzarsi ha dovuto rinunciare alla ”s”. Così Demos è diventato Demo con disappunto dei genitori Ivano e Gianna Morselli. Ma ci sono gli zii Iules e Ianes (senza dimenticare nonna Dorgere) a tenere alta la tradizione dei nomi stravaganti tipici dell’Emilia Romagna. (Inquadratura su Demo Morselli)
• Porta fortuna ”pestarla” (almeno così assicurano). Figurarsi quindi se si cade addirittura dentro ad una fogna. E’capitato a Demo Morselli (di Reggio Emilia, classe 1961, segno dello Scorpione) che, da ragazzino piuttosto agitato, si è ritrovato inzuppato dalla testa ai piedi («stavo pescando le rane e sono scivolato con tutta la bici»). E a casa papà Ivano l’ha ”consolato” a suon di cinghiate («erano i metodi educativi delle nostre parti»). (Inquadratura su Demo Morselli)
• Con la tromba a 5 anni. Il piccolo Demo, che si presentava ai concerti di piazza con i capelli impomatati (riga al centro) e lucidissime scarpe nere di vernice, ha cominciato a suonare nella banda cittadina di Rolo insieme agli zii. Debutto sulle note della marcia dell’Aida e del ”Silenzio” di Nini Rosso. (Inquadratura su Demo Morselli)
• Lo chiamavano ”Celestino”: si vestiva sempre di azzurro. E gli amichetti lo prendevano in giro perché era cicciottello. Fino a 14 anni Demo non era felice. «Le faccende sono cambiate quando mi sono iscritto al Conservatorio di Ferrara. Le ragazzine si accorgevano di me e mi preferivano ai bonazzi del paese». Si diploma in tromba a 16 anni. Poi tanti concorsi (vinti) alla Scala e alla Rai. (Inquadratura su Demo Morselli)
• Militare musicista. «Grazie al colonnello Fracasso ho formato una band anche durante la naja». Prima apparizione tivvù nell’orchestra di Azzurro. Due anni con la Premiata Forneria Marconi. Nel 1982 a Fantastico, edizione con Pippo Baudo e Jovanotti, come direttore d’orchestra. «Conoscevo già Lorenzo Cherubini. Mi aveva chiamato un mattino alle 4 per girare il video di ”Penso positivo”». Costanzo non l’ha svegliato all’alba, ma è rimasto folgorato dal giovanotto che teneva a bada i musicisti con uno stile personalissimo. E ha voluto che diventasse la colonna sonora delle serate al Parioli. (Inquadratura su Demo Morselli)
• Gli spunta amorevolmente i capelli con le forbici. Gli fa da manager. E lo adora (ricambiata). Sono marito e moglie dal 1992. La bionda Lucia Montella, in Morselli, parla di Demo come una fidanzatina. «Pensi che ancora si precipita ad aprirmi lo sportello della macchina e non va mai ad una cena senza di me». (Inquadratura su Demo Morselli)
• Odia i numeri pari. Al punto di non fare neppure due gradini alla volta. O uno o tre. Evita persino di comprare auto con la targa pari e così via. Fissato con i pantaloni svolazzanti e con le scarpe da ginnastica ”strane’ (magari al titanio, con i lacci fosforescenti, ecc.). Si scioglie di tenerezza per Silvestro e Titti, coppia di coccolatissimi micioni dei coniugi Morselli. (Inquadratura su Demo Morselli)
• Goloso di cioccolata. «Ma sono rinsavito da quando, alle 8 del mattino, mangiavo focaccia con la mortadella e alle 10 facevo lo spuntino con panini al salame». Fanatico della sua barca a vela («quest’estate a bordo di ”Delù” con Lucia metteremo in cantiere il nostro primo figlio»). (Inquadratura su Demo Morselli)
• Posto d’onore nel suo appartamento romano alla tromba che gli ha regalato Wynton Marsalis. Demo colleziona Cd. Però è anche appassionato di astronomia («ho comprato da poco un telescopio per studiare le stelle»). Medita di cambiare casa il più presto possibile: «Voglio assolutamente una stanza dove gustarmi la musica al volume giusto. Per non sentire più la signora del piano di sotto che bussa con la scopa». Difetti? E’ permaloso, geloso, con le mani bucate. Un pregio? Sincero al punto di arrossire anche per una bugia piccola piccola. (Inquadratura su Demo Morselli)
• Porta i baffi da 12 anni: «Me li ha consigliati Gino Paoli, con cui suonavo in quel periodo, dicendo che somigliavo a Errol Flynn». Le chiome fluenti risalgono invece al1984. Li lava con shampoo delicati da pupo. Demo confessa di guardarsi spesso allo specchio. «Soprattutto per controllare che non ci siano problemi. Guai, ad esempio, se vedo un brufolo. Mi preoccupo, sono ipocondriaco». (Inquadratura su Demo Morselli)