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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Obesi per fare invidia ai vicini di casa

• Obesi per fare invidia ai vicini di casa. Secondo il Mago Forest, al secolo Michele Foresta, i bimbi siciliani negli anni Sessanta (e lui è nato a Nicosia, in provincia di Enna, il 22/2/1961) dovevano per forza essere grassi. «Così tutti pensavano - spiega - che in famiglia il cibo abbondasse». (Inquadratura su Michele Foresta)
• Michele, rimpinzato di pane dalla mattina alla sera («Mamma mi ricattava: non mi faceva giocare se non mangiavo») non è comunque diventato un peso massimo («Un miracolo o forse già una magia»), ma un bambino timido e buonissimo. «E pulitissimo. Figurarsi che sempre, prima di sedermi, stendevo ovunque un fazzoletto candido di bucato. L’avevo visto fare dagli adulti sulle gradinate dello stadio. Mi sembrava una cosa piuttosto elegante». (Inquadratura su Michele Foresta)
• Non poteva allontanarsi neanche per sbaglio. «Ero controllato a vista da mamma, da papà e da mia sorella Luisa. Se gli amichetti si andavano a tuffare nell’abbeveratoio, a venti metri da casa, io li dovevo aspettare al portone. Conclusione? Ho imparato a nuotare l’anno scorso». (Inquadratura su Michele Foresta)
• Ragioniere ma già con la fissa per la magia da ridere. Esordio col mago Nelson, alias Nino Bonelli («Il sosia di Silvan. Però pesava 120 chili»). Il futuro Forest intanto frequenta un corso di mimo e fa il barista. Decide di cercare fortuna come clown. Artista di strada a Londra e a Parigi. Incontro fatale con Renzo Arbore e Nino Frassica a Indietro tutta. Cabaret e tivvù fino alle tre edizioni di Zelig su Italia 1. Ha scritto il libro ”Come diventare maghi in 15 minuti”. (Inquadratura su Michele Foresta)
• In pigiama al centralino del carcere milanese di San Vittore. Il commilitone Foresta Michele era là non per guai giudiziari ma per il servizio militare. «Quella volta mi avevano buttato giù dal letto per rispondere ai telefoni. E comunque l’esperienza nel penitenziario è stata una delle rare parentesi non comiche della mia vita». Oggi è in tivvù ogni sera su Canale 5 con Paperissima sprint e in giro per l’Italia con il suo spettacolo ”Cosa c’ha Copperfield che io non ho”. «A parte Claudia Schiffer non vedo grandi differenze». (Inquadratura su Michele Foresta)
• Russa e non gli presta mai le videocassette sexy. A svelare gli altarini è Lele Micò, amico e compagno di tournée. «Michele è più simpatico nella vita che negli spettacoli. E non si arrabbia neanche quando di notte gli strizzo il naso per non farlo russare». (Inquadratura su Michele Foresta)
• Fiero della ”mosca” che sfoggia sul mento («L’idea mi è venuta guardando ”Pulp fiction”). Ritardatario cronico, almeno di 15 minuti, agli appuntamenti. Abbastanza permaloso: «Le offese me le lego al dito. Poi reagisco esattamente come quando ero bambino, cioè non faccio niente». Legge ogni giorno l’oroscopo dei Pesci, odia chi gli augura ”in bocca al lupo”. (Inquadratura su Michele Foresta)
• In amore ci si lascia sempre in tre». Forest ne è convinto per varie esperienze personali. Da sei anni è fidanzato (lui dice ”chimicamente coinvolto”) con Anna. «Ci ha presentati una mia ex. L’ho audacemente conquistata chiedendole il numero di telefono e poi l’ho addirittura invitata a teatro». Vivono da single in case separate. (Inquadratura su Michele Foresta)
• Uno dei suoi trucchi più straordinari? Quello della banana-delfino: «Ipnotizzo una banana, subito dopo la bendo e lei fa guizzi da una vaschetta all’altra. Si resta a bocca aperta anche quando piego a distanza servizi di posate da 24 pezzi, più i cucchiaini da gelato». Il magico Forest colleziona: libri sui segreti dei grandi prestigiatori, ”automi” (cioè giocattoli animati del primo Novecento), salvadanai made in Usa (confessa di essere un risparmiatore doc). «Ma il pezzo forte del mio appartamento è la porta blindata». (Inquadratura su Michele Foresta)
• Conosce a memoria tutti i nomi di battesimo dei panini degli autogrill sulle autostrade. «Il mio preferito si chiama ”Camogli” e non ho ancora ben chiari gli ingredienti del ripieno». Inutile sottolineare quanto Forest non sia un buongustaio. «Devo viaggiare spesso e vado matto per i piatti che non entusiasmano le donne. Vivrei di trippa e lenticchie». (Inquadratura su Michele Foresta)