Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Giorgio Comaschi

• Giorgio Comaschi. Figlio unico di mamma bolognese? Allora sì che sei viziatissimo e con poca voglia di andare via di casa malgrado la maggiore età. Giorgio Comaschi è categorico: «E’ successo così proprio a me. E’ il rischio che si corre con una madre portatrice sana di tagliatelle al ragù da leccarsi i baffi».
• Giorgio Comaschi. Da bambino sul campo di calcio, dietro la rete, a fotografare gol. «Andavo allo stadio con babbo Nino, che era fotoreporter al ”Resto del Carlino”, e mi divertivo a fare scatti pure io». Il piccolo Giorgio, classe 1954, segno dei Pesci, si dava parecchie arie con gli amichetti perché alla sua cresima erano stati invitati anche Pascutti e Bulgarelli, star del Bologna. Inutile aggiungere che pensava di intraprendere una fulgida carriera da giocatore di serie A.
• Giorgio Comaschi. Collezionava figurine Panini dei suoi idoli del pallone. Ma il giovane Comaschi, arrivato alla soglia della squadra Primavera dei rossoblù, ha smesso di sognare per ”motivi tecnici” («ero bassino per il calcio in un’epoca in cui cominciavano ad andare per la maggiore gli stangoni»).
• Giorgio Comaschi. Ha sempre copiato i compiti di latino e greco al liceo classico («in cambio procuravo biglietti per le partite»). Riformato alla leva per ”asma bronchiale su base allergica” («ad esempio in primavera tra graminacee e polline vado in giro con il naso in mano»). Folgorato da Francesco Guccini all’Osteria delle Dame («cantava delle magnifiche canzoni sull’ipocondria»). Giornalista sportivo per fare contento papà, cabarettista per fare contento se stesso.
• Giorgio Comaschi. Lucio Dalla a mo’ di oracolo. Comaschi ha seguito il consiglio dell’amico cantante conterraneo per lasciare nel 1992 lo sport di ”Repubblica”(è giornalista professionista dal 1978) e tentare la carta tivvù. «E’ stato Giacomo Bulgarelli a chiedermi di condurre Galagol su Tmc con Marina Sbardella. Non mi sono mai pentito di avere accettato». Già inviato speciale a Carramba, attualmente su Raiuno in doppia versione: Mago Zurlof nel Sabato dello Zecchino e tutte le sere con La Zingara Cloris Brosca.
• Giorgio Comaschi. Se ne buggera della ”luna nera”. «Giorgio - spiega la ”zingara” Cloris - non è superstizioso ma dispettoso. Mi punzecchia sempre, però è anche un uomo entusiasta della vita e della tavola. Viene in giro per l’Italia con una mappa di ristoranti da vero buongustaio».
• Giorgio Comaschi. Va a lezioni di tango con Francesco Guccini e rispettive compagne. Ha battezzato i suoi gatti con nome e cognome (sono anche sul citofono): Beppe Piattella e Luna Gamberini in Piattella. Fuma esattamente otto sigarette al giorno. Dorme poco. A volte si sente troppo sopra le righe. Confessa di non fare economia di egocentrismo. Il suo vanto? Essere normale.
• Giorgio Comaschi. Curioso delle donne. Nonostante il matrimonio con Carla, commercialista, e i gemelli di 5 anni Luca e Laura. «Mia moglie, che ho conosciuto nel 1986 su un campo da tennis, non è assolutamente gelosa delle mie molte amicizie femminili. D’altronde lei ha imparato alla perfezione come tenere stretto il filo all’aquilone».
• Giorgio Comaschi. Gli piace il ”brizzolo” dei suoi capelli. Anni fa ha provato a scurirsi le chiome precocemente bianche, ma non è rimasto entusiasta del risultato. Conserva in bacheca i giocattoli di latta della sua infanzia. Ha scritto il libro ”Ciop”, storia surreale di un esserino che vive nella pelliccetta del noto cartoon, e sta completando una guida su Bologna. Ammette di non essere spendaccione: gira in motorino («perché non faccio neanche un passo a piedi»), compra solo automobili usate ed evita i ristoranti troppo cari.
• Giorgio Comaschi. A tavola segue (abbastanza) i consigli del suo amico Morandi. «Gianni considera cibi molto ”velenosi” le carni rosse, gli insaccati, i superacolici ed il latte. Ma come si possono ignorare i salami nella patria dei salami e della mortadella? Però lo faccio anche contento mangiando tanta pasta e tante anguille marinate. Cucinate da altri perché non so neppure prepararmi un uovo al tegamino».