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 2002  giugno 22 Sabato calendario

Non le è mai piaciuto il suo nome

• Non le è mai piaciuto il suo nome. Lo trova troppo comune. «Nei paesi anglosassoni - spiega la signora Lear - chiamarsi Amanda è come chiamarsi Maria o Giuseppina». Comunque se lo tiene da mezzo secolo cioé dal giorno della nascita: 18 novembre 1949. Primo vagito ad Honk Kong, paese d’origine della mamma con gli occhi a mandorla. Il papà era ufficiale della Marina britannica. (Inquadratura su Amanda Lear)
• Una bella bambina tranquilla (magari sempre un po’ melanconica), figlia unica di genitori presto divorziati, che disegnava dalla mattina alla sera. Inutile chiedere altri particolari sulla sua infanzia. Stando alla diretta interessata la vita di Amanda Lear comincia infatti a 16 anni e coincide con l’incontro con Salvador Dalì. Lui, per via dei suoi capelli biondi, la ribattezza Ginestra. Lei all’epoca studiava Belle Arti a Londra e, per pagarsi le lezioni, faceva la modella. (Inquadratura su Amanda Lear)
• Dal chirurgo plastico nel 1986. Non per piacere ma per necessità: un incidente d’auto procura ad Amanda ferite al viso. Un brutto colpo per la musa (per sua ammissione non solo musa) del maestro Dalì. Uno stop forzato al suo peregrinare musical televisivo tra New York e Madrid, a tu per tu magari con Alfred Hitchcock, con Onassis o con il re di Spagna. (Inquadratura su Amanda Lear)
• L’ha voluta Berlusconi dopo averla ascoltata come cantante di disco music. In Fininvest nel 1981 con Premiatissima. Gli interrogativi che girano su Amanda (è donna? è uomo? si è operata/o a Casablanca?) creano il personaggio. Tutti la cercano. Incuriosisce, non è mai banale. Ad esempio per un talk show di Raitre, l’attuale conduttrice del Brutto anatroccolo di Italia 1 ha messo uomini famosi in mutande, o meglio in pigiama, e li intervistava a letto. (Inquadratura su Amanda Lear)
• A letto, spogliata, gli uomini la guardavano subito ”lì”. «Chissà cosa si aspettavano di trovare. Ed erano molto delusi quando scoprivano che ero una donna normale». Amanda riconosce che aver giocato per anni sull’ambiguità sessuale le è stato di grande aiuto nella carriera. Vent’anni fa a Las Vegas si è sposata, e lo è ancora, con il marchese Alain Philipp d’Argens. «Negli uomini cerco soprattutto una spalla su cui poter piangere». (Inquadratura su Amanda Lear)
• Menefreghista, inattendibile, intelligentissima. Ecco, secondo Marco Balestri, la Lear in tre aggettivi: «Tra Scorpioni - dice il conduttore di Italia 1 - si va molto d’accordo. Unica differenza: Amanda, anche in trasmissione, non stacca mai gli occhi dai ragazzi. Forse è una pornostar mancata. Una Raffaella Carrà in versione sado-maso». (Inquadratura su Amanda Lear)
• Gelosissima fino a controllare le tasche delle giacche del marito («e, fortunatamente per lui, non trovo prove di colpevolezza»). Meglio non farla arrabbiare («i torti me li lego al dito»). Pigra, disordinata, perfezionista. Da un po’ ama dipingere nudi grotteschi dalle tinte forti («invece anni fa dipingevo fiorellini»). Non si perdona nulla, è critica con se stessa al limite della crudeltà. (Inquadratura su Amanda Lear)
• Ha paura della folla, anche della gente che l’avvicina per strada. «Ho rinunciato persino a presentare la serata di Capodanno a Parigi, agli Champs Elisée, perché ho il terrore che, nella confusione, succeda qualcosa di tremendo». Amanda è superstiziosa, ma supera gli amuleti convincendosi di essere una maga. (Inquadratura su Amanda Lear)
• Invidiata da amiche e colleghe per i suoi capelli naturalmente folti e robusti («non so cosa siano i posticci, tutto merito della mia origine cinese»). Amanda, a parte le chiome, allo specchio non manda gridolini di gioia: «Mi vedo centomila rughe, ma non posso non pensare alla splendida Anna Magnani così affezionata alle sue, al punto da non voler ritoccare neppure le foto. Diceva ”ho impiegato tanto per averle”. Io invece mi cambierei dalla testa ai piedi. Compreso il colore degli occhi che già modifico in continuazione con le lenti a contatto». (Inquadratura su Amanda Lear)
• Si nutre a chewing gum e acqua. Così assicura Amanda che aggiunge: «La gomma americana rinforza le mascelle e per mantenere la linea l’unica cosa saggia è digiunare». E fare tanta ginnastica. La Lear, ad esempio, ogni mattina non dimentica la ”tortura” degli addominali. Però le piace cucinare per gli amici nella sua maxi casa in Provenza. Le sue specialità? Involtini primavera e pollo all’aglio. (Inquadratura su Amanda Lear)