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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Ha ereditato la vivacità dalla mamma tedesca Hildegard

• Ha ereditato la vivacità dalla mamma tedesca Hildegard. La riflessione e la timidezza dal papà Gerolamo, umbro-marchigiano. Lui, Terence Hill (all’anagrafe Mario Girotti), è nato a Venezia il 29 marzo, segno dell’Ariete. Sull’anno di nascita glissa con un bel sorriso (ma è il 1939). Ha due fratelli professori Edoardo insegna geologia a Roma, Piero ha la cattedra di italiano a Baden Baden. (Inquadratura su Terence Hill)
• Sulla guancia di nonna Brigitte ha spalmato una fetta di pane e melassa. Così il piccolo Mario si è preso una sculacciata da mamma. «Non è stata l’unica - racconta ridendo Hill - ho ricevuto un’educazione piuttosto severa. Se tardavo il rientro a casa solo di un paio di minuti lo schiaffo di mia madre era garantito». Infanzia a Dresda (prima di seguire il papà, di professione chimico, anche a Roma e a Varese), a spassarsela con il gioco preferito: il lancio delle zolle d’erba. (Inquadratura su Terence Hill)
• A quattro anni voleva fare l’attore («ma non avevo visto ancora neppure un film»). A dodici ha cominciato a recitare in ”Vacanze con il gangster”, regia di Dino Risi, nel ruolo di un giovane capobanda. Guadagnò 200 mila lire e con 12 mila si regalò una bicicletta. Diploma di liceo classico e la mezza idea di lasciare il cinema per diventare pilota di aerei. (Inquadratura su Terence Hill)
• Confessa di aver sofferto con il cinema fino al trionfo di ”Trinità”, nel 1971: «Sul set in realtà non mi divertivo». Primo ruolo western ancora come Mario Girotti in ”Little Rita nel west”, con la Pavone. Lì è stato notato («forse perché somigliavo a Fanco Nero») e si è ritrovato battezzato Terence Hill al fianco di Bud Spencer in ”Dio perdona e io no’ nel ’67. «Il titolo provvisorio era ”Il cane, il gatto, la volpe”. Io ero il Gatto e andavo allo zoo per studiare il comportamento delle tigri». (Inquadratura su Terence Hill)
• Se volete metterlo in difficoltà non dategli un cazzotto («nei miei film ne ho presi tanti finti e anche quattro punti veri in testa per una panca lanciata male»), ma chiedetegli qualcosa sulla sua vita privata. Tutt’al più conferma di amare molto Lori, sua moglie da 25 anni. E’ grato a chi gli chiede del primogenito Jess e non gli ricorda la fine tragica del figlio Ross, scomparso nel 1990 a 16 anni in un incidente d’auto. Si illumina parlando del successo del suo Don Matteo, campione Auditel di Raiuno. (Inquadratura su Terence Hill)
• Romantico tipo ”cavaliere della Tavola Rotonda”. Gli sarebbe piaciuto essere ”Braveheart” sul grande schermo. «Terence Hill è l’antidivo per eccellenza - spiega Gladys Di Pietro, che ha lavorato con lui nella produzione di Don Matteo - un uomo davvero riservato, discreto. Non parla molto, ascolta i pareri di tutti. E poi fa di testa sua». (Inquadratura su Terence Hill)
• Si guarda allo specchio solo per controllare eventuali chili di troppo. Cultore dei jeans, rinuncia volentieri alle cravatte. Terence Hill proprio non sopporta le occasioni nottambule, adora invece alzarsi il mattino presto. Farebbe a meno dei momenti in cui, all’improvviso, si deprime e vede il ”bicchiere mezzo vuoto” («mi basta fare una bella corsa nei prati per sentirmi meglio»). (Inquadratura su Terence Hill)
• Colleziona matite colorate, ha cassetti pieni di pastelli da tutto il mondo. Per le sue case sceglie arredamenti essenziali in stile ”Shaker”. Terence non legge gli oroscopi perché teme di restarne influenzato («mi suggestiono facilmente»). Orgoglioso della recente ”patente di matto”, cioè della cittadinanza onoraria di Gubbio. (Inquadratura su Terence Hill)
• Da ragazzino aveva il complesso delle gambe storte («da quando alle elementari le compagne di classe fecero il mio ritratto con un treno che mi passava sotto le gambe»). Da un po’ più grande invece non gli garbava quel suo naso perfetto che, insieme agli occhi di un insolito celeste, sono parte integrante del suo fascino. E pensare che lui assicura di non essersi mai accorto di piacere molto alle donne. Fa il pendolare tra il Massachusetts, Roma e Gubbio, dove ha preso in affitto proprio il casolare di Don Matteo. (Inquadratura su Terence Hill)
• Fagioli in scatola o tonno in scatola. Oppure spaghetti aglio olio e peperoncino. Così si sbizzarrisce in cucina Terence Hill che, ovviamente, non ama stare ai fornelli. A tutto vantaggio del suo peso forma: 77 chili per 1 metro e 80 di altezza. Non fuma, ogni tanto magari si concede un bicchiere di vino rosso a pasto. Una debolezza: le mandorle e i suoi derivati, tipo il marzapane di cui va ghiotto. (Inquadratura su Terence Hill)