Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Pasquale Zagaria, ribattezzato Lino Banfi tanti anni dopo addirittura da Totò, è cresciuto tra i fiori
• Pasquale Zagaria, ribattezzato Lino Banfi tanti anni dopo addirittura da Totò, è cresciuto tra i fiori. Li vendeva papà Riccardo nel negozio che aveva aperto a Canosa per risollevare le finanze familiari. Prima si era occupato di semi di porri e di cipolle per il mercato farmaceutico. Nato a Andria (Bari) Lino festeggia 64 anni l’11 luglio. Due fratelli: Giuseppe, agente di custodia in pensione, e Nicola, assicuratore. (Inquadratura su Lino Banfi)
• Un fischietto come regalo di Natale al piccolo Lino che di solito giocava con una spada fatta con il manico della scopa. Malgrado la fatica di mamma Nunzia per far quadrare il bilancio, a casa Zagaria proprio non c’era il superfluo. Però c’era un prezioso teatrino di marionette di legno, che il pestifero Lino aveva imparato a manovrare con bravura. Era capace di dare vita per ore e ore magari all’Orlando Furioso, e dagli amichetti si faceva pagare lo spettacolo: mandorle invece dei soldi. (Inquadratura su Lino Banfi)
• In seminario a 11 anni. Per Lino fu una specie di punizione. Ma era l’unico sistema per farlo studiare e fare contento papà che lo voleva impegnato con il liceo classico. Ma tra preti e aspiranti preti il giovane Zagaria si faceva notare. «Ho capito che il mio destino non era l’abito talare. Perché, ad esempio, tutti ridevano anche se recitavo nei ruoli drammatici di San Pietro o di Giuda?». (Inquadratura su Lino Banfi)
• Aveva deciso di diventare chirurgo, poi a 17 anni scappò con la compagnia di sceneggiate napoletane Arturo Vetrani.
A convincerlo, più del palcoscenico, furono le ballerine. Per nonno Libero di Un medico in famiglia, dal curriculum artistico chilometrico (prossimamente su Raiuno in Vola Sciusciù scritto e interpretato da lui), avanspettacolo fino al 1969. Nel frattempo debutta al cinema con Franchi-Ingrassia, in teatro con Lando Fiorini ed Enrico Montesano: «Là ho sfoggiato per la prima volta in scena il dialetto pugliese». In tivvù a Senza rete nel ’75. (Inquadratura su Lino Banfi)
• Orgoglioso di aver vinto a Montecarlo il premio, consegnato da Peter Ustinov, come migliore attore per il film tivvù Nuda proprietà, accanto ad Annie Girardot e visto in tutto il mondo da 350 milioni di spettatori. A 15 anni ha conosciuto Lucia. Fidanzati per 10 anni. Sposati da 38. «Siamo stati due giovanissimi che si sono innamorati all’unisono come perfetti cretini e non si sono più lasciati». Due figli: Walter, produttore di servizi per i tiggì, e l’attrice Rosanna che gli dato gli splendidi nipoti Virginia e Pietro. (Inquadratura su Lino Banfi)
• Alla figlia, quando lavorano insieme, ”ruba” la cipria. «Non c’è nulla da fare - racconta Rosanna Banfi - papà è un po’ fanatico e molto testardo.
stato il classico padre severo, rompiscatole. E geloso. Il giorno del mio matrimonio si è fatto venire la febbre alta. Però, splendido, ha voluto assistere alla nascita dei suoi nipotini». (Inquadratura su Lino Banfi)
• Non sopporta la banalità, nei fatti e nelle persone. Ordinato quanto basta per ritrovare quello che lascia nei posti più impensati. Non vuole sentir parlare di pollice verde, ma guai a toccargli i suoi quattro adorati cani. Come ”nonno ideale” è stato nominato ambasciatore Unicef per i diritti dei bambini. La definizione di Banfi secondo Banfi? «Sono ”tanto” e voglio fare ancora tanto». (Inquadratura su Lino Banfi)
• Come casalingo è la disperazione della consorte Lucia perché, quando sta ai fornelli, tra pentole e piatti sporchi lascia una cucina sul genere dopo-terremoto. Come artista non è superstizioso, adora i gatti neri e vestirebbe tranquillamente di viola. Come esperto di computer vale poco: gli serve solo per i videogiochi. (Inquadratura su Lino Banfi)
• In tasca sempre un’immagine di Padre Pio: «Non c’è un motivo preciso per la mia affezione al Beato di Pietrelcina. Io non ho mai sentito profumo di rose. So solo che recarmi mezza giornata dove lui è nato mi dà molta serenità. Figurarsi che da bambino quasi quasi ero un po’ seccato se papà voleva portarmi da Padre Pio». Ha imparato a nuotare a sessant’anni per amore della nipotina. Tardivo anche con la patente auto presa a 33 anni suonati. Si definisce ”masochista” perché proprio non riesce a non fermarsi a parlare per strada con chiunque lo riconosca. (Inquadratura su Lino Banfi)
• Dice di odiarsi e di non guardarsi volentieri allo specchio da trent’anni, cioè da quando ha iniziato a collezionare chili in più. Ora che ha raggiunto i 95 dà la colpa alle sue papille gustative troppo vivaci e ai corsi di scuola alberghiera frequentati in gioventù («proprio là ho scoperto che cucinare, soprattutto i primi piatti, mi rilassa»). Unico cruccio estetico: non poter indossare le giacche che gli piacciono. (Inquadratura su Lino Banfi)