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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Dice di adorare il chiasso assordante delle discoteche perché gli ricorda le bombe della seconda guerra mondiale

• Dice di adorare il chiasso assordante delle discoteche perché gli ricorda le bombe della seconda guerra mondiale. «Ho trascorso la mia infanzia tra rifugi e incursioni aeree. E un po’ di nostalgia di quel periodo stranamente mi è rimasta». D’altronde il surreale si addice a Giuseppe Caruso detto Pino, palermitano, classe 1934, Bilancia. (Inquadratura su Pino Caruso)
• Papà Vincenzo aveva una bottega di merceria e filati in via dei Materassai («non è strano, a Palermo c’è pure via delle Sedie volanti dove si costruivano le portantine»). I guadagni erano pochissimi («nella scala sociale dopo di noi venivano soltanto gli animali da cortile»). Mamma Rosa, maestra, e una sorella, Vincenza. Dai cinque ai dieci anni PIno ha frequentato le elementari. E lì si è fermato. «La cultura costa mentre l’ignoranza è gratis. E io non mi sono lasciato sfuggire l’opportunità». (Inquadratura su Pino Caruso)
• Ping pong e pallone in parrocchia per le ore libere del piccolo Pino che aveva i calli alle mani. «Mi sono venuti con le scatole di cartone che portavo con papà nella vana speranza di riuscire a vendere qualcosa. All’epoca, naturalmente, giravamo a piedi. Mio padre continuò il suo lavoro anche quando non ne aveva più bisogno. Però ho avuto la grande gioia di riuscire a pagargli un autista». (Inquadratura su Pino Caruso)
• Esordio di Pino raccontato da Pino: «A 16 anni, scambiando il prete sull’altare per un attore, ho deciso di farmi prete. Papà intuisce l’equivoco e si oppone. A 22 anni lo capisco anch’io e voglio darmi al teatro. Ma si oppone lo Stato che mi chiama alle armi. Mi oppongo io ma parto. Mi ammalo di rabbia e, durante la convalescenza, mi presento al ”Piccolo teatro di Palermo” che non è Piccolo come a Milano bensì Piccolo come a Palermo». Così comincia l’avventura artistica di Caruso che dura da 42 anni. Impossibile ripercorrere le tappe dal palcoscenico al piccolo e grande schermo, alla letteratura con cinque libri. Ora è su Raiuno la domenica sera in Non lasciamoci più. (Inquadratura su Pino Caruso)
• Letti separati, in camere separate, da trent’anni. Praticamente da quando si sono sposati. Pino ha incontrato la moglie Marilisa Ferzetti a teatro («era venuta a conoscere un mio collega e rimase folgorata da me»). Hanno un figlio, Francesco: «Quando ero figlio contavano i padri. Ora che sono padre contano i figli. A me non tocca mai». Considera pericoloso il romanticismo che privilegia le ragioni del cuore a quelle del cervello. Non crede di essere un bell’uomo. «Io sono Pino Caruso, il resto non si sa. E poi sono contento di essere io. Fossi stato un altro mi sarei sentito un estraneo». (Inquadratura su Pino Caruso)
• Ha una battuta bruciante per ogni situazione. Tipo «chi dorme non piglia pesci, ma se non vuole pigliarne dormire l’aiuta» o «gli ingorghi piacciono, altrimenti non vi parteciperebbe tanta gente». Caruso non risparmia neanche se stesso: «Mi amo ma non mi contraccambio». (Inquadratura su Pino Caruso)
• Distratto, pigro. Ride spesso? «Mi deprimo facilmente e difficilmente mi esalto. In pratica non mi diverto mai». Ha le idee chiare sulla felicità («esistono individui che non sono contenti se non sono scontenti») e sugli intellettuali («sono cani da guardia delle conquiste civili, qualche volta abbaiano quando i ladri sono già scappati»). (Inquadratura su Pino Caruso)
• Perde occasioni piuttosto che farsi dire di no («l’orgoglio è una forma di autocritica»). Non si considera ancora maturo, anzi è lieto di avere un ritardo di dieci anni su molte cose («e spero che la morte ne tenga conto»). Paura di invecchiare?«C’è un solo modo per non invecchiare: morire primaª (Inquadratura su Pino Caruso)
• Vegetariano integralista. E’ convinto che mangiare carne sia omicidio premeditato e che digerirla sia occultamento di cadavere. Per la serie ”un aforisma tira l’altro” Caruso aggiunge: «La gente mangia carne e pensa che diventerà forte come un bue. Dimenticando che il bue mangia l’erba». Vive in campagna e non fa che sognare una casa al mare. A proposito di sogni: «Non li ho nel cassetto. Non saprei dove mettere la biancheria». (Inquadratura su Pino Caruso)
• Mangia poco non per mantenere la linea (pesa 64 chili, è alto 1 metro e 71) ma perché è stato disabituato al cibo. «Da piccolo riuscivo a riempire lo stomaco una volta ogni due giorni. Poi ho imparato a lasciare sempre qualcosa nel piatto e a non arrivare mai al secondo». Pino è goloso di dolci siciliani. «Che vanno rigorosamente gustati sul posto. I cannoli fatti nel resto d’Italia sono imitazioni mal riuscite». (Inquadratura su Pino Caruso)