Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 28 maggio 2001
Secondo i dati dell’Ico (International Coffee Organization) la produzione mondiale di caffè prevista per quest’anno è di 114 milioni di sacchi (da 60 chili l’uno)
• Secondo i dati dell’Ico (International Coffee Organization) la produzione mondiale di caffè prevista per quest’anno è di 114 milioni di sacchi (da 60 chili l’uno). La domanda si fermerà a 108,2 milioni di sacchi. Conseguenza: le quotazioni del caffè sono scese ai minimi storici (-25%), tra i 50 e i 60 centesimi di dollaro per libbra. I consumi, cresciuti dell’1%, non sono sufficienti a reggere le quotazioni. Tra le cause della crisi, l’immissione sul mercato di una grande quantità di caffè (di scarsa qualità) da parte del Vietnam, terzo produttore mondiale dopo Brasile e Colombia.
• Secondo un rapporto dell’Oxfam, l’agenzia britannica per lo sviluppo, esiste un "reale pericolo che la crisi danneggi lo sforzo per migliorare gli indici di sviluppo umano fino al 2015". In allarme il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale e quella interamericana. Paesi penalizzati: Honduras (i produttori di caffè chiedono al governo un intervento straordinario a sostegno dell’occupazione) e Brasile, che ricorre alla strategia dello stoccaggio, bloccando le quantità di caffè immesse sul mercato per far risalire i prezzi. In Brasile è in arrivo la stagione delle gelate, molti sperano che ingenti danni ai raccolti possano frenare la caduta dei prezzi.
• Nel corso della conferenza dell’International Coffee Organisation (Ico), apertasi a Londra la settimana scorsa, i produttori venezuelani hanno chiesto di poter ricorrere al baratto: caffè verde contro trattori russi.
• I Paesi produttori di caffè ricevono meno di un terzo dei proventi delle vendite. A guadagnare di più sono le grandi compagnie. Nel 2000 la Nestlè ha aumentato i profitti del 20%. La statunitense Starbucks è salita del 41%.
• La catena americana di caffè Starbucks («caproni delle stelle») sta per aprire i primi locali in Europa. Niente mogano e bronzo come nei caffè europei, piuttosto plastica e metalli lucidi per attirare i giovani. Niente gelati, pizze, panini o altre bevande che non siano il caffè (di tutte le tostature, miscele, provenienze).
• Le bevande al caffè in vendita da Starbucks: "mochacinou" (cappuccino fatto con la Moka), "caffei con lachei", "expresou solou" (o anche "doppiou") e "caffei ristretou". La Starbucks, già presente in 20 paesi, lo scorso anno ha registrato guadagni netti per 350 miliardi su un fatturato complessivo di oltre 5 mila miliardi di lire. Altre catene di caffè: a Londra ci sono "Caffè Nero", "Costa-Cuore d’Italia", "Aroma" e "Caffè Repubblica" (una settantina di locali lanciati da una famiglia di iraniani). In Francia ha un buon successo il "Columbus Cafè".
• In tutto il mondo vengono consumate 761.035 tazze di caffé ogni ora.
• Ogni italiano consuma cinque chili di caffè l’anno. Paesi che consumano più caffè al mondo: Svezia, Norvegia, Finlandia. L’Italia è undicesima con 5 chili a persona. Per lo più il caffè si beve di mattina (75 per cento) a casa (70 per cento), comunque senza superare le tre tazzine al giorno (81 per cento).
• Gli abitanti dell’Abissinia raccoglievano le bacche di caffè e, dopo averle fatte essiccare, le abbrustolivano e con burro e sale ne facevano dei pani aromatici che consumavano durante i loro viaggi. Questa usanza è praticata ancora oggi da alcune tribù africane. Lo stesso facevano gli antichi guerrieri arabi, credendo che questo cibo li rendesse più coraggiosi e aggressivi durante le battaglie.
• Le migliori miscele di caffè: Arabica, Robusta e Liberica. La più rinomata è la varietà ”Moka”, coltivata sopratutto in Arabia, i cui grani piuttosto piccoli hanno un intenso profumo aromatico. Colore caratteristico: verde rame; forma: appiattita ed allungata. Altre varietà: la ”Tipica”, la ”Bourbon” (molto diffusa in Brasile) e la ”Maragogype” , apprezzata per i suoi grani più grossi. C’è poi la Robusta, affine alla Coffea Arabica, i cui rami si incurvano a forma di ombrello, fino a terra. Grani tondeggianti, più piccoli, ma più ricchi di caffeina rispetto all’Arabica, molto profumati. Da poco è stata ricavata ”l’Arabusta”, incrocio tra Arabica e Robusta.
La Liberica proviene dalle foreste della Liberia e dalla Costa d’Avorio, pianta longeva e robusta, ha frutti e semi grandi quasi il doppio di quelli dell’Arabica. I suoi chicci, sebbene di qualità inferiore, danno un caffè profumato e gradevole, con un gusto che, fino a qualche decennio fa, piaceva soprattutto nei Paesi Scandinavi.