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 2002  agosto 06 Martedì calendario

U’infanzia, quella di Gabriele La Porta, quasi da romanzo

• U’infanzia, quella di Gabriele La Porta, quasi da romanzo. Fin dalle prime ore di vita. «Mia mamma - spiega il direttore di Rainotte - aveva appena 16 anni di differenza con sua madre. Rimasero incinte nello stesso periodo. Ma il bambino di mia nonna morì subito dopo la nascita, mia mamma non aveva latte e quindi io venni allattato da nonna Maria Carla». (Inquadratura su Gabriele La Porta)
• Papà Arturo La Porta, baritono, ha cantato diretto dai più grandi maestri, tipo il mitico Von Karajan. Mamma Antonella, con il cognome d’arte Della Porta, è stata interprete di indimenticati sceneggiati Rai in bianco-nero, da Maigret a Sheridan passando per Davide Copperfield e così via. Genitori sul palcoscenico mentre il piccolo Gabriele, balbuziente fino a 8 anni, in casa della nonna giocava ai soldatini («effettivamente ero un bambino senza troppi sorrisi»). (Inquadratura su Gabriele La Porta)
• Saliva sugli alberi e non voleva più scendere. A 7 anni Gabriele La Porta (nato a Roma il 5 maggio del 1945) è scappato di casa per seguire un circo di zingari. Tre anni dopo, con un libro sotto il braccio, si è allontanato un’altra volta. Tanta ammirazione per la sua maestra Maria Detilectis e la decisione di voler fare l’insegnante da grande. Sempre bravissimo a scuola. Laurea in Filosofia da 110 e lode. (Inquadratura su Gabriele La Porta)
• In Rai dal 1965 come collaboratore. Tre anni dopo il primo contratto. Comunque anche assistente universitario a Filosofia fino al 1982. Responsabile radiofonico del Dipartimento scuola educazione. Nel 1980 con Incontri nella notte inaugura il suo rapporto con la tivvù dei nottambuli. Caposervizio a Televideo, caporedattore nel 1991. Vari speciali su diversi argomenti, dalla magia alla cultura preellenica. Decine di saggi, curatore di antologie di novelle. Dal 1996 Gabriele La Porta dirige Rainotte. (Inquadratura su Gabriele La Porta)
• Asentir lui la sua è una vita sentimentale piuttosto ”confusa” («ho avuto un matrimonio e poi un altro»). Due figli: Antonella, di 32 anni, lavora al Cnr, il trentunenne Michele fa il giornalista. Gabriele La Porta in versione sentimentale si considera tenero, romantico doc («addirittura per amore ho anche deciso di cambiare città»). Il suo tipo di donna? «Nessun modello fisico in particolare, punto piuttosto al carattere. Una donna, a mio giudizio, deve assolutamente avere modi gentili. Le autoritarie mi mettono in difficoltà». (Inquadratura su Gabriele La Porta)
• Tutti i giorni fa jogging nel verde della collina di Monte Mario. «Non per mantenere la linea ma per la salute, per espellere tossine». Gabriele La Porta è alto un metro e 74, pesa 67 chili e confessa di non essere un gran mangione. Non sa comunque dire di no agli ”stuzzichini” ed è un appassionato di vini altoatesini. La sua specialità come cuoco sono gli spaghetti con pomodorini Pachino e basilico. (Inquadratura su Gabriele La Porta)
• Non si piace. Gabriele La Porta allo specchio giura di non essersi mai piaciuto («nel complesso mi sono sempre visto un po’ sgraziato»). Indulgente con il colore azzurro dei suoi occhi, inclemente con il naso che considera troppo voluminoso. Spesso porta i capelli lunghi, non per vezzo ma per distrazione. Gli piacciono molto i profumi. Grande simpatia per jeans e giacche di pelle («pratiche perché non si spiegazzano»). (Inquadratura su Gabriele La Porta)
• Ogni giorno, compresa la domenica, La Porta dedica un’ora a testi di filosofia gnostica e neo platonica («più che leggere, approfondisco. Sarei capace di stare un anno su una pagina di Jung»). Letture dell’infanzia? Le favole dei fratelli Grimm insieme al ”Libro della giungla”. Scrittore preferito, Hermann Hesse. (Inquadratura su Gabriele La Porta)
• Puntualissimo. Costi quel che costi mantiene la parola data. La Porta confessa di essere permaloso, ma aggiunge che la sua imitazione fatta da Guzzanti all’Ottavo nano gli è piaciuta. «Nell’ultima puntata sono stato cacciato dall’antieretico Baget Bozzo-Guzzanti. Una gioia per me che sono biografo di Giordano Bruno». (Inquadratura su Gabriele La Porta)
• Con i suoi programmi va in onda di notte. Di giorno lavora senza tregua. «Il dottor La Porta - conferma la segretaria Lorella Antonini - spesso è in ufficio persino sabato e domenica. Il suo punto debole? La collezione di soldatini, che spolvera personalmente». (Inquadratura su Gabriele La Porta)