Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Il suo nome di battesimo è Emidio

• Il suo nome di battesimo è Emidio. Ma praticamente nella culla è diventato Memo, di cognome Remigi. Papà Ercole era industriale dei filati a Erba, in provincia di Como (dove il cantante è nato il 27 maggio 1941), mamma Maria, casalinga, un fratello, Osvaldo, considerato il rampollo Remigi con la testa a posto. Al contrario di Memo che, sin da piccolo, era piuttosto irrequieto. (Inquadratura su Memo Remigi)
• Bravo a cantare. Ma Memo, da bimbo, sfiniva parenti e amici quando non la smetteva di intonare al pianoforte, che aveva imparato a suonare da solo, ”Il minatore”, ”Balocchi e profumi” oppure ”Cavallino corri e va”. «Il mio pezzo forte - ci tiene a precisare Remigi - era ”E’ arrivato l’ambasciatore con la piuma sul cappello”». Pallido, gracile e con la passione per il pallone. Non aveva il fisico del calciatore però insisteva. «In campo, per lo sforzo, le labbra mi diventavano viola. A quel punto papà mi ha imposto il golf». (Inquadratura su Memo Remigi)
• Tanta ginnastica artistica al collegio dei padri Somaschi per dimenticare il pallone. «Là ho imparato il salto mortale. Lo faccio ancora ed è il mio banco di prova per sentirmi in forma». Proprio tra un salto mortale e un’evoluzione al quadro svedese, Memo si chiedeva se da grande avrebbe voluto diventare ginnasta o musicista. Nel dubbio si è diplomato in ragioneria («malgrado con i numeri non avessi nessun feeling») e ha continuato a non saper leggere la musica, nonostante le lezioni di pianoforte della maestra Ferloni. (Inquadratura su Memo Remigi)
• Militare a Torino con Adriano Celentano alla ”Casa del soldato” («uno dei periodi più divertenti della mia vita»). Specializzato nel golf tanto da gareggiare in Nazionale. Fino al 1964 quando, in uno stabilimento balneare ligure, conosce il compositore ed editore musicale Giovanni Danzi, che gli chiarisce definitivamente le idee. Per Memo niente calcoli ma solo sette note. L’anno dopo è al Festival di Liegi con ”Sì lo so”. Da allora per Remigi, ora nel cast di Raiuno Mattina Estate (a grande richiesta tornerà i primi di settembre e nell’edizione autunnale), successi considerati evergreen da ”Innamorati a Milano” a ”La notte dell’addio”. (Inquadratura su Memo Remigi)
• Parla di Lucia Russo, giornalista, come un innamorato. Si sono incontrati su un campo di golf a Milano. Si sono sposati nel 1966. Sono genitori di Stefano, 30 anni, e nonni di Nicolò e Sofia. Dice Memo: «Se un uomo combina qualcosa nella vita è sempre grazie ad una donna». Il riferimento a Lucia è lampante. «Ero un po’ viziato. Lei ha cercato di aiutarmi a crescere. Cosa mi piace di più in una donna? L’ironia e la dolcezza, la capacità di lasciarsi corteggiare e coccolare. Ed io ce la metto tutta per essere disponibile, per far capire che sono presente in qualsiasi momento». Per la serie ”più sincero di così” Memo Remigi ammette qualche innamoramento extra. (Inquadratura su Memo Remigi)
• La sua specialità in cucina sono ”gli involtini di carne alla Memo”, farciti con prosciutto cotto e frittatine. Il cantante, che ha fatto anche tanta tivvù (da Fantastico nel 1982 a Con rabbia e con amore, da Domenica in con Corrado a L’inquilino del piano di sotto con Topo Gigio), è alto un metro e 72, pesa 70 chili. «Mangio pochissimo ma sono goloso di marmellate preparate in casa. E se per caso dovessi ingrassare mi basta qualche salto mortale». (Inquadratura su Memo Remigi)
• Con lo specchio Memo Remigi ha un buon rapporto («sarà perché appena sveglio mi ripeto in continuazione ”come sei carino, come sei simpatico” e poi il difficile è però convincere il prossimo?»). Fissato con i calzoni corti («ad esempio ne ho un tipo particolare che ho comprato in Kenia a cui sono molto affezionato»). Quando si mette ”in lungo” però è perfetto («d’altronde tutti mi dicono che sono nato con la cravatta e io non voglio deludere nessuno»). Ex collezionista di accendini cinesi («ho smesso di fumare e di metterli da parte»). (Inquadratura su Memo Remigi)
• Positivo nei confronti di se stesso. Memo ammette di considerare i soldi per quello che sono, cioé utili ma non da adorare («devo però confessare di non aver mai avuto momenti di difficoltà»). Da romantico con la R maiuscola e con la testa tra le nuvole, non si fa pregare per dire la sua su computer e tecnologia: «Li rifiuto, almeno finché posso». (Inquadratura su Memo Remigi)
• Giura di non saper raccontare bugie («come farei dal momento che, se la sparo grossa, divento subito rosso in faccia?»). Permaloso in quantità minime. Se qualcuno lo contraddice Memo si arrabbia («in realtà poi ci sto malissimo dentro»). Il buonumore è suo compagno fisso di vita 24 ore su 24 («che colpa ne ho se non sono capace di tenere il muso neanche un secondo?»). (Inquadratura su Memo Remigi)
• Un Peter Pan doc. «Memo - spiega la sua Lucia - non prende nulla seriamente, ci si può aspettare di tutto. Quando l’ho incontrato avevo tanti corteggiatori noiosi, con lui in 35 anni non mi sono mai annoiata. un artista, un esibizionista e un nonno specialissimo. Il suo maggior pregio? Riconosce sempre i suoi errori». (Inquadratura su Memo Remigi)