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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Quarta di sei figli e tartassata dai fratelli Marco, Vittorio, Andrea e Carlo

• Quarta di sei figli e tartassata dai fratelli Marco, Vittorio, Andrea e Carlo. «Infatti - racconta Valeria Benatti, conduttrice di Gente sull’orlo di una crisi di nervi su La7 - il mio gioco preferito era la ”casetta di legno” costruita dal papà architetto. Mi barricavo là quando loro facevano gli indiani che volevano scotennarmi». La Benatti è nata a Boscochiesanuova (Verona) il primo luglio 1961. (Inquadratura su Valeria Benatti)
• Infanzia animata, affollata di amichetti e cugini, per la piccola Valeria. Piuttosto timida, ma non certo al punto di rinunciare a correre su una moto elettrica a dieci anni («per imitare i miei scatenati fratelli, per sentirmi un po’ alla loro altezza e con la convinzione che fosse molto meglio nascere maschio»). Idee chiare anche sul suo futuro professionale: Valeria si vedeva scrittrice o giornalista. «Già da bambina volevo comunicare, insomma farmi sentire in qualsiasi modo». Intanto durante il liceo si è esibita da dee-jay in un radio privata. (Inquadratura su Valeria Benatti)
• Studi universitari di pedagogia interrotti per sopraggiunti incarichi nella redazione di un settimanale veronese. Segue esperienza tivvù a Telearena, poi a Canale 5 e a Rai 3, dalla sede di Venezia. Un impegno alla volta? Mai, non è il genere di Valeria Benatti, specialista delle imprese simultanee («ad esempio all’epoca mi occupavo anche di volontariato per Telefono Amico e lavoravo nel consultorio femminista II Melograno»). Nel 1993 molla il giornalismo per la pubblicità, prima in una concessionaria e poi in un’agenzia. (Inquadratura su Valeria Benatti)
• Di nuovo in Rai dal 1999 («stavolta come ”direttora” del laboratorio Serra Creativa»). Ora la Benatti si divide tra Milano e Roma, più precisamente tra le produzioni tivvù Magnolia di Giorgio Gori e la conduzione su La7 di Gente sull’orlo di una crisi nervi. Ma non le basta, e oltre ai due figli (che ha voluto mettere al mondo in casa, lontano ”dalla catena di montaggio ospedaliera”) è direttore creativo della società web Inferentia. Sull’argomento ”nervi e dintorni” Valeria dice la sua: «Per quanto mi riguarda mi sono fatta aiutare più volte dall’analisi. In questo periodo vado da uno psicologo, o meglio da un saggio, una volta alla settimana». (Inquadratura su Valeria Benatti)
• Si definisce ”singolissima”. «Nel senso che vivo e dormo da sola da cinque anni. Ma non vuol dire voto di castità». Due mariti: il primo a 19 anni («un errore di gioventù»), il secondo l’ha conosciuto nel 1986 al Club Tenco. Lui, il critico musicale Riccardo Bertoncelli di cui parla Francesco Guccini in ”Avvelenata”, è il papà di Pietro, 12 anni, e di Tommaso, di 10. «Con Riccardo sono stata io a fare il primo passo dopo l’incontro. Gli ho telefonato il giorno dopo e siamo andati a vivere insieme quasi subito. Rifarei tutto, rimane la grande passione della mia vita però ho capito di non essere assolutamente portata per la convivenza». (Inquadratura su Valeria Benatti)
• Chef per amore. Valeria Benatti, pur di accontentare e fare felice l’ex marito dal palato esigente, ha perfino frequentato corsi di alta cucina («io preparavo ricette sopraffine e lui sceglieva gli splendidi vini da abbinare ai piatti»). Golosa di cioccolata e di pastasciutta, è alta un metro e 70, pesa 56 chili. Sceglie profumi fruttati all’arancio, ha un debole per i massaggi ayurvedici («mi voglio bene e me li regalo») che ha apprezzato durante un lungo soggiorno in India. (Inquadratura su Valeria Benatti)
• Cambia stile degli abiti come cambia d’umore. Cioè spesso e volentieri. Scrive nel suo sito Internet: «Mi piace vestirmi da bel maschietto, con tanto di giacca e cravatta, ma anche da bel donnino, come direbbe Luciana Littizzetto». E cita la ”Litti” anche per definirla un mito per il suo libro ”Sola come un gambo di sedano” (altri scrittori preferiti: Pennac, Duras e Kundera). Abita a Milano in una casa arredata sui toni del rosso e del bordeaux, con il giardino, con i figli e con la gatta Micia, che ha avuto tre cuccioli. (Inquadratura su Valeria Benatti)
• Affettuosa, passionale, molto materna. Ma anche incostante («mi stufo di tutto, delle situazioni, dei luoghi, delle persone») e inquieta («ho cambiato una decina di lavori, altrettante case e continuo ad amare i traslochi»). Valeria Benatti non è tipo da fare progetti a lungo terrmine («e neppure a breve, ogni momento devo essere libera di scegliere»). (Inquadratura su Valeria Benatti)
• I soldi? A sentir lei li dilapida: «Forse non è proprio così, ma non sono una formica. Non ho il senso del futuro e quindi non accumulo». Abbastanza vendicativa («sono una che si offende e che se la lega al dito»). Suona il piano («ho la mania della musica sin da bimba, da quando mi sentivo male in macchina e mamma diceva di cantare a squarciagola»). (Inquadratura su Valeria Benatti)
• Vulcanica. Instancabile. Generosissima. Sincera fino alle estreme conseguenze. «Valeria è una donna piena di interessi, molto impegnativa - spiega Serena Betti, amica della Benatti da almeno trent’anni - che si ama o si odia. Tant’è che gli uomini o cadono perdutamente innamorati di lei oppure la detestano». (Inquadratura su Valeria Benatti)