Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Perplessità in casa La Ginestra quando Michele ha deciso di fare l’attore
• Perplessità in casa La Ginestra quando Michele ha deciso di fare l’attore. Con papà Aldo, professore di chimica all’università, e con mamma Anna, ricercatrice del Cnr, c’era poco da scherzare. «In realtà - spiega Michele La Ginestra, romano, 37 anni il 7 novembre - mio padre era un tipo allegro, divertente ma con il pallino del titolo di studio. Così per farlo contento mi sono dovuto laureare». (Inquadratura su Michele La Ginestra)
• Precisino, brillante, battuta pronta, il piccolo Michele si scatenava a pallone con il fratello Riccardo (oltre a lui le sorelle Cristina e Fabiana) tra le mura domestiche («ci allenavamo a pallacanestro e, a suon di palleggi sulla testa, la signora del piano di sotto sarà rimasta alta un metro e 50»). Da sufficienza a scuola mentre la passione del futuro conduttore restava la recitazione. «In parrocchia i preti non mi consideravano un grande attore, mi facevano stare in silenzio. A Natale ero uno dei pastori, a Pasqua un centurione romano». (Inquadratura su Michele La Ginestra)
• Militare in artiglieria con ricordi spiacevoli di nonnismo. Dopo la naja la laurea in Legge ed il lavoro nelle assicurazioni. Nel frattempo prime esperienze in un teatrino romano con il monologo ”E se io fossi Zorro”. Il professor Aldo La Ginestra si commuove e appende nel suo studio la recensione dell’Unità su quel figliolo che stava realizzando un sogno. Poi Michele, anche autore di testi e protagonista di spot, si divide a metà: di giorno in tribunale con la toga, di sera sul palcoscenico. E con un occhio interessato alla tivvù. (Inquadratura su Michele La Ginestra)
• Pigmalione fu Pingitore, patron del Bagaglino. «Mi ha detto che avrei anche potuto fare il conduttore». Previsione azzeccata visto che Michele Guardì l’ha voluto come padrone di casa nei Fatti vostri, edizione 2001/2002. «Con Michele, oltre al nome di battesimo, abbiamo parecchie cose in comune. Tutti e due avvocati con la passione per lo spettacolo, ci siamo sposati nello stesso giorno, cioé il 13 settembre, e anche lui ha un figlio che si chiama Alessandro». Nel curriculum di La Ginestra, direttore artistico del Teatro 7, la vittoria a Beato tra le donne nel 1994, cinema, teatro con testi scritti da lui ed il successo al Sistina in ”Rugantino”. (Inquadratura su Michele La Ginestra)
• Sposato da sei anni con l’avvocatessa Elisabetta. Classico il corteggiamento di Michele, praticamente da serenate sotto le finestre («le cantavo ”Ciumachella de Trastevere” e così via»). Il tipo di donna di Rugantino? «Sportiva e di buon appetito. Non sopporto chi a tavola dice sempre no, evviva chi magari ti fa mangiare il pollo con le mani. Fisicamente ho simpatia per le donne con le spalle larghe». A maggio del 1998 è nato Alessandro. Luca invece è arrivato tre mesi fa. «Ho avuto un ottimo esempio dai miei genitori e quindi penso di essere un bravo papà. Sì, insomma sono quello che tutte le sere racconta le favole per farli addomentare». (Inquadratura su Michele La Ginestra)
• Aspira sin dall’adolescenza al metro e 80 di altezza («mannaggia, sono riuscito ad arrivare solo al metro e 79»). Michele La Ginestra pesa 76 chili e si considera piuttosto bravo in cucina. Pare che abbia estasiato la sua partner Sabrina Ferilli preparandole delle strepitose melanzane alla parmigiana. Lui comunque non sa resistere a ciotole colme di pinoli, di olive, di carciofini e di finocchi crudi. Per un bel bicchiere di vino doc e cioccolata farebbe serissimi patti con il diavolo. (Inquadratura su Michele La Ginestra)
• Confessa: «Non ho pettorali da paura ma, in compenso, mi ritrovo splendide gambe, un sorriso e pure uno sguardo niente male. Peccato per il mio vezzo di stare sempre con le spalle un po’ curve». Michele ammette di vestire come un ragazzo di vent’anni («adoro i maglioni con la zip»). Fosse per lui vivrebbe su due ruote («in città sta diventando un obbligo»). Alle pareti del suo appartamento romano pochi quadri ed un numero incredibile di locandine teatrali. Dice dei soldi: «Mi bastano quelli che ho». (Inquadratura su Michele La Ginestra)
• A Messa tutte le domeniche. Michele La Ginestra si professa uomo di fede e lo dimostra praticamente con l’Associazione Mozambico che, legata al Centro culturale Teatro 7, devolve gli incassi in beneficenza. Si definisce ottimista, fortunato e ”gajardo”. Non smentisce l’abbonamento ai ritardi («non rinuncio mai al quarto d’ora accademico»). (Inquadratura su Michele La Ginestra)
• Preciso proprio come quando era un bimbo. Ordinato, meticoloso («ho l’abitudine di controllare tutto ciò che mi riguarda e non, ho centomila occhi ovunque»). Il maggior difetto di Michele La Ginestra? «Forse sono un po’ rompiscatole, ma sempre con il sorriso sulle labbra». Il suo pregio più grande? «Senza dubbio il sincero rispetto per il prossimo». (Inquadratura su Michele La Ginestra)
• Si conoscono da trent’anni. Hanno recitato insieme in parrocchia. «Ma a me - spiega ridendo l’architetto Adriano Bennicelli, amico del cuore di La Ginestra - davano il ruolo di Gesù. Michele, un passato da playboy pentito, è stato un mago. Nel 1980 ha detto che nel 2000 avrebbe interpretato Rugantino». (Inquadratura su Michele La Ginestra)