Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Si chiama Tosca come la nonna paterna, che aveva un padre ”malato” di lirica
• Si chiama Tosca come la nonna paterna, che aveva un padre ”malato” di lirica. «Ai suoi undici figli - spiega Tosca D’Aquino, napoletana, classe 1966, Gemelli, signora del sabato di Raiuno con Torno sabato al fianco di Giorgio Panariello - ha dato nomi di opere tipo Tosca, Aida, Norma. Fortunatamente ha escluso Traviata. E un maschio l’ha voluto addirittura battezzare Rigoletto». (Inquadratura su Tosca D’Aquino)
• Papà Claudio D’Aquino, impiegato alla Sip, ha conosciuto in ufficio mamma Adele, che ha avuto un ruolo nell’ultimo film della figliola diretto da Salemme. Gustavo, unico fratello di Tosca, si occupa di cosmetici. «Ho splendidi ricordi della nonna materna Giuseppina. Una nonna d’assalto. Faceva la manager, era sempre ottimista ed allegra. Mi ripeteva in continuazione’solo alla morte non c’è rimedio”». Tosca, bimba buona e ubbidiente, ha frequentato le elementari dalle missionarie francescane. (Inquadratura su Tosca D’Aquino)
• A sei anni ha debuttato nel teatrino delle suore con un mini ruolo in ”Non ti pago” di Eduardo («e a fine spettacolo mi esibivo pure in un can can»). Tosca aveva deciso: da grande avrebbe fatto l’attrice. Adolescenza da complessata («tutte le mie amiche portavano la quarta di reggiseno»). Non ne voleva sapere di studiare e, a fatica, è riuscita a prendere il diploma commerciale. A 15 anni era già di casa nelle tivvù private napoletane. Roba da Blob lo spot di Canale 34 in cui pubblicizzava uno shampoo di marca ”Ritorno”. (Inquadratura su Tosca d’Aquino)
• In Canada a 18 anni con le sceneggiate napoletane. Nel 1985 è all’Accademia d’arte drammatica. Quando si diploma attrice mamma e papà D’Aquino si commuovono al punto di offrire una targa ex voto alla Madonna. Le preghiere funzionano e la spumeggiante Tosca si ritrova a Fantastico 1866 con Baudo. Poi, tra l’altro, film e commedie teatrali brillanti, da ”Chiari di luna” di Lello Arena alla ”Casa al mare” di Vincenzo Cerami. Intensa su Raidue in Donne di mafia e prossimamente ne L’uomo nel vento con Alessio Boni. Ora ”moglie” di Panariello nello show della Lotteria e a Natale protagonista femminile al cinema con ”Volesse il cielo” di Vincenzo Salemme. (Inquadratura su Tosca d’Aquino)
• Si è innamorata di Mauro Gabrielli, ingegnere, anche perché è un sosia di Dustin Hoffman. Si sono sposati nel 1994 e tre anni fa è nato Edoardo. «Ci siamo incontrati ad una festa e, a parte la somiglianza hollywoodiana, mi ha fatto subito morire dal ridere. Poi mi ha conquistata con un corteggiamento ottocentesco. Faceva confezionare incredibili bouquet di fiori o frutta ideati da lui e mi temprestava di lettere appassionate. E’ l’uomo che ci voleva. Un tipo fantasioso ma con i piedi per terra che sa tenermi, contenermi e darmi tranquillità nei momenti neri. Comunque negli ultimi tempi il mio Mauro è cambiato. Ora somiglia di più all’ Al Pacino di ”Serpico”». (Inquadratura su Tosca d’Aquino)
• Pesa 45 chili. E’ alta un metro e 67. Convinta di essere una cuoca provetta, perfetta dall’antipasto ai dolci. «Fino a 22 anni potevo mangiare montagne di cibo e non ingrassavo di un etto. Ora per la linea devo purtroppo rinunciare all’amata pastiera, ai tiramisù, alla bavarese e agli strudel che preparo con le mie mani per gli ospiti. I peccatucci di gola comunque li sconto con qualche corsetta in più nel parco». Non ha mai fumato. Astemia se il vino in tavola proprio non le piace. (Inquadratura su Tosca d’Aquino)
• Va dall’estetista solo per rilassarsi («e magari per il pedicure, non credo di avere già bisogno di aggiustamenti radicali»). Piccoli crucci di Tosca: ”il fiancotto” e le ”gambotte” («sopra sono piuttosto magrolina e sotto la vita sono invece la classica mediterranea»). Non le piacciono i profumi («uso appena qualche goccia di essenza muschiata alla mirra»). Confessa di non avere uno stile particolare. «Indosso volentieri qualsiasi cosa, dai tailleur modello signora ai jeans sgargianti. D’inverno però non rinuncio al cachemire». (Inquadratura su Tosca d’Aquino)
• Superstiziosa doc. Insomma guai ai gatti neri, al cappello sul letto, eccetera. Tosca non si fa mancare segretissimi riti propiziatori che esegue un attimo prima di andare in scena. Confessa di vivere una fase di cambiamenti caratteriali: «Ero ottimista a 360 gradi, ora vedo anche il lato negativo delle situazioni. Sono un po’ meno Alice nel paese delle meraviglie». (Inquadratura su Tosca d’Aquino)
• Frenetica. Romantica da baldacchino sul letto matrimoniale. Bugiardella («a volte la bugia è divertente e può fare meno male della verità»). Ha imparato a dire di no («anche se sono stanca tutti mi cercano e mi considerano una roccia»). Se qualcosa non va Tosca non si arrabbia, non si sfoga, tiene dentro il magone: «Sarà per questo che ho la colite?». (Inquadratura su Tosca d’Aquino)
• La piccola Tosca non faceva capricci perché l’accontentavano in tutto. «E solo perché - svela mamma Adele - risultava un angelo in confronto a quella peste del fratello. Io e mio marito siamo stati felici di seguirla a Roma nella sua carriera di attrice. Il più grande difetto di mia figlia? Non ha un briciolo di senso pratico». (Inquadratura su Tosca d’Aquino)