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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Praticamente uguale

• Praticamente uguale. Pino Insegno giura di non essere cambiato neanche un po’: «Va bè, da piccolo magari non avevo la barbetta. Ma di sicuro in faccia c’era lo stesso identico sorriso a mo’ di paresi che mi ritrovo pure adesso». Romano, 42 anni, Vergine ascendente Cancro («vorrei precisare ”cancro benigno”»). Papà Armando Insegno ha fatto il vetrinista, mamma Romana la casalinga. E’ fratello dell’attore-regista Claudio. (Inquadratura su Pino Insegno)
• Cugino d’arte di Maurizio Arena, uno dei mitici ”Poveri ma belli” nonché fusto del cinema italiano anni Cinquanta-Sessanta, che ha fatto innamorare addirittura una principessa Savoia. Il vivacissimo bambino Pino stava sempre al centro dell’attenzione. E spesso all’ospedale. «Perché ero molto irrequieto. Per incidentucci vari sono stato ricoverato almeno sedici volte e persino due volte nello stesso giorno». Con il pensiero fisso di fare l’attore («anche se ero convinto che attori si nascesse»). (Inquadratura su Pino Insegno)
• Un pigmalione di nome Corrado Pani. Lui è stato infatti il primo a mettere la pulce dello spettacolo nell’orecchio di Insegno, che a scuola ballava sui banchi, prendeva note e si faceva sospendere. Quella peste di Pino, orgoglioso di essere monteverdino (per la precisione del quartiere romano di Monteverdevecchio), dopo lo scientifico al ”John Fitzgerald Kennedy” si è comunque iscritto all’Isef per diventare professore di ginnastica. Ma già conosceva Francesca Draghetti, Tiziana Foschi e Robero Ciufoli, addirittura suo compagno di banco al liceo. (Inquadratura su Pino Insegno)
• Insieme da 32 anni. Prima come amici per la pelle, poi come soci fondatori de ”L’Allegra Brigata” che ha debuttato nel 1986 a teatro con spettacoli comico-demenziali. Pino Insegno, dopo il servizio militare nel corpo dei vigili del fuoco, cambia idea sull’insegnamento della ginnastica e smette di sbarcare il lunario nel ruolo di rappresentante di materassi. La ”Premiata Ditta” nasce in tivvù per il Pronto chi gioca? di Gianni Boncompagni condotto da Enrica Bonaccorti. Da allora una quantità industriale di apparizioni sul piccolo schermo. E sul palcoscenico. Specializzati nella parodia di soap (per tutte l’esilarante rivisitazione di Beautiful). Attualmente Insegno & C. sono su Canale 5 con Finché c’è Ditta c’è speranza. (Inquadratura su Pino Insegno)
• Gli occhi, i denti e le gambe. Sono questi gli elementi femminili che colpiscono di più Pino Insegno. Sposato da cinque anni con la deliziosa Roberta Lanfranchi (che non perde scherzosamente occasione per ribadire di averlo fatto penare parecchio prima di dirgli sì), da quattro anni è il felicissimo papà di Matteo. Non si fa pregare per ricordare di avere avuto un’intensa vita sentimentale pre-matrimoniale. Dice delle quattro donne più importanti della sua carriera amorosa: «Ho lasciato in tutte un buon ricordo». A proposito di armi seduttive non ha dubbi: «Conquisto facendole ridere». Confessa di essere un romanticone da manuale con le sue partner. Affettuoso e tenero al limite della nausea («in pratica zuccheroso fino al diabete, neanche stessi vivendo sul serio in un film sul genere di ”Cime tempestose” o de ”La vita è meravigliosa”»). (Inquadratura su Pino Insegno)
• Non toglietegli per nessun motivo la pizza. Per Pino Insegno è ormai una specie di droga. Napoletana, bianca o farcita di qualunque cosa la mangerebbe (e in effetti la mangia) a tutte le ore. Stessa dipendenza dalla Coca Cola e dalla cioccolata. Comunque, con i suoi 78 chili per un metro e 76 di altezza, non si fa particolari problemi di bilancia. Convinto di essere meglio ”dal vivo”, quando si guarda allo specchio pensa di trovarsi di fronte a ”una scultura senza fianchi”. (Inquadratura su Pino Insegno)
• In palestra ci va con l’ascensore («è colpa mia se ce l’ho sotto casa nel vero senso della parola?»). Il suo profumo è al muschio e il suo stile è supersportivo («possibilmente anche nello smoking»). Appassionato di camicie. Pino è ordinatissimo («odio chi si presenta in ritardo e con l’aggravante del biglietto da visita»). Da mani bucate se si tratta di colonne sonore (ne ha almeno seimila). Da sempre con l’etichetta del ”precisino” («so che dovrei essere più elastico e meno metodico»). Bugiardo («dico solo bugie bianche, quelle innocue che non fanno male») e sognatore («cerco di realizzare i sogni miei e di chi mi vuole bene»). (Inquadratura su Pino Insegno)
• Una casa tutta sui toni del giallo antico. Un lettone matrimoniale a due piazze e mezzo per ospitare comodamente anche il pargolo. Una scaramanzia doc che fa indossare a Pino gli stessi abiti e gli fa ripetere gli stessi gesti prima di una prima tivvù o teatrale. Un ottimismo che lo fa svegliare allegro. Idem al momento della buonanotte. Un sogno professionale? L’Oscar. (Inquadratura su Pino Insegno)
• Tiifoso laziale che più tifoso non si può. «Da bambino ho assistito alla lite tra un laziale e un romanista. Il laziale aveva ragione e da quel momento sono diventato bianco-celeste dalla testa ai piedi. In più la mia Roberta è nata nel 1974, proprio l*anno di uno scudetto laziale». Doppiatore, ad esempio di Brad Pitt e di Keanu Reeves. Ed è di Pino Insegno la voce di uno dei protagonisti de *Il signore degli anelli*. (Inquadratura su Pino Insegno)
• L’ha riempita di tenerezze e di pupazzi di Snoopy. Cristina Di Mei, architetto ed ex studentessa del ”Kennedy”, è stata la prima fidanzatina di Insegno. Una storia durata cinque anni. «E siamo rimasti amicissimi. Non riesco a trovargli neppure un difetto. E’ perbene e molto attaccato alla sua famiglia. Ma forse un po’ troppo ansioso». (Inquadratura su Pino Insegno)