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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

La tipica fantasia romagnola nella scelta dei nomi

• La tipica fantasia romagnola nella scelta dei nomi. Ad esempio suo nonno si chiamava Curio, poi ci sono le zie Celestide e Attilia. Invece lui è semplicemente Fabio, di cognome De Luigi, una delle colonne comiche di Mai dire domenica su Italia 1. «Anche mio padre battezzato Giovanni - racconta l’attore riminese, classe 1967 - l’ha scampata bella. Idem per mamma Armida, per mio fratello Danilo e per mia sorella Fernanda». (Inquadratura su Fabio De Luigi)
• Ipnotizzato dagli alberi e dai tetti: «Mi attiravano, appena potevo mi ci arrampicavo di nascosto. Il mio mito era Batman». Oltre alla passione del volo a De Luigi piaceva costruire capanne oppure frecce («le lanciavo nel vuoto, non avrei mai fatto male neppure ad una mosca e stavo persino attento a non calpestare le formiche»). Passatempi da maschietto per Fabio, che confessa di aver ricevuto da due bambine l’invito a giocare con loro al dottore («purtroppo all’epoca ero molto imbranato per accettare»). (Inquadratura su Fabio De Luigi)
• All’asilo raccontava barzellette («il mio cavallo di battaglia era quella della ”margheritina”»). Da grande avrebbe voluto diventare Archimede Pitagorico o grafico pubblicitario. Visto il fallimento dell’ideazione e successiva realizzazione casareccia di un aereo, ha frequentato il liceo artistico e poi l’Accademia di Belle arti a Bologna. Già boy scout insieme al conterraneo Daniele Luttazzi. Servizio militare nell’aeronautica. E sempre con la voglia di far ridere. Nel 1990 alla ”Zanzara d’oro”. Nel 1992 a ”Cabaret amore mio”, altro concorso per nuovi comici. (Inquadratura su Fabio De Luigi)
• Un esilarante Demo Morselli che saltella accanto al conduttore pasticcione Forrest. Il cantante ”incompreso” Olmo e il direttore di doppiaggio che strapazza la collega. E, tra gli altri personaggi tutti da ridere, eccolo nei panni di ”Medio Man”, uno degli eroi del Grande Fratello 2. L’eclettico Fabio De Luigi, star di Mai dire domenica, continua a definirsi parodista e non imitatore. Nel 2002 festeggia i suoi primi dieci anni di tivvù. Nel 1992 ha infatti debuttato in Acqua calda con Faletti-Frassica. Nel 1998 il fortunato incontro con la Gialappa’s band che non l’ha più mollato. Fabio ricorda anche di essere autore teatrale e attore del grande schermo da ”Matrimoni” a ”Il partigiano Johnny”. (Inquadratura su Fabio De Luigi)
• Fidanzato con Ielena da tre anni. Di lei dice soltanto che è una laureata in giornalismo. Per chi non l’avesse capito Fabio ci tiene a precisare che ha un estremo pudore dei sentimenti. Ex timido. «Da giovanissimo non capivo un fico secco delle ragazze. Alle feste per l’imbarazzo ero capace di cambiare diciotto volte colore del viso. Ho avuto poche storie, che comunque sono durate parecchio». Inoltre De Luigi aggiunge che quando si innamora diventa noioso. « Perdo addirittura la capacità di essere me stesso e soprattutto non riesco più a vedere il lato umoristico delle situazioni. Figurarsi che, colmo dell’autocensura, mi confondo con le frasi tipiche degli innamorati. Mi dimentico che esiste l’ironia e finisco per combinare infiniti casini». Tipo ideale di donna? Nessuno. Però Fabio confessa di non saper rinunciare ad un fondoschiena da primo premio. (Inquadratura su Fabio De Luigi)
• Cucinare lo rilassa. La sua specialità sono i maccheroncini con le ”canocchie” e qualsiasi altro primo piatto. Fabio De Luigi è alto un metro e 83, pesa circa 72 chili e giura di non sapere cosa sia la golosità. Snobba i dolci (a parte la nutella) ma non rinuncia a qualche bicchiere di quello buono. La sua dieta è il baseball. «Per anni mi sono tenuto in forma grazie a questo sport. Fino al 1996 ho giocato addirittura in serie A, nel Rimini, che è la squadra più scudettata d’Italia». (Inquadratura su Fabio De Luigi)
• Del suo aspetto fisico non cambierebbe una virgola. Si piace così com’è dalla testa ai piedi («malgrado il naso piuttosto storto, però ho degli occhi incredibilmente simpatici»). Esce spesso di casa dimenticando di pettinarsi ed ha uno stile sportiveggiante. Nell’armadio di Fabio neanche una cravatta e, per sua ammissione, ”un guardaroba tanto fissato con il blu da fare schifo”. Vive a Sant’Arcangelo di Romagna in un appartamento talmente piccolo, almeno così giura De Luigi, che basta allungare una mano per apparecchiare la tavola, accendere la tivvù, rispondere al telefono, preparare il caffé e aprire il frigorifero. (Inquadratura su Fabio De Luigi)
• Sogno professionale di Fabio De Luigi? Continuare a fare quello che lo diverte. Da sempre è molto attratto dal cinema, ma ancora non ha capito quanto il cinema sia attratto da lui. Si considera accomodante («insomma so riconoscere gli errori e chiedere scusa quando ce n’è bisogno»). Non riesce a stare in collera con nessuno («è più forte di me, voglio essere perennemente in pace con il mondo intero»). (Inquadratura su Fabio De Luigi)
• Adora ridere (i suoi idoli sono Peter Sellers, Antonio Albanese e il ”vicino di casa” Luttazzi) ma questo non gli impedisce di dichiararsi pessimista cronico («se ti aspetti il peggio non resti mai deluso»). Ammette che i soldi gli servono come terapia («faccio acquisti per distrarmi da qualche preoccupazione»). Affascinato dalla tecnologia. «Magari mi compro un portatile che sarebbe utile alla Nasa. Alla fine lo uso solo come macchina da scrivereª (Inquadratura su Fabio De Luigi)
• Praticamente impossibile trovare un difetto a Fabio. Parola del suo amico musicista Andrea Guerra. «Lo conosco da sempre - spiega - anzi credo di essere persino suo cugino. Mi è molto simpatico perché non è facile trovare un comico che faccia ridere pure a telecamere spente. Si rattrista solo quando segue le partite dell’Inter». (Inquadratura su Fabio De Luigi)