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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Vigorelli Pier Lombardo, detto Piero

• Vigorelli Pier Lombardo, detto Piero. Svizzero di Zug («lì ci sono più conti correnti bancari che abitanti»), classe 1944, Gemelli. Papà Giancarlo Vigorelli, 88 anni, scrittore, giornalista, critico letterario, presidente della Fondazione Alessandro Manzoni. Mamma Vittoria, 83 anni, ex insegnante, giornalista e segretaria di edizione per il grande schermo. Una sorella, Vivalda, si occupa anche lei di cinema. (Inquadratura su Piero Vigorelli)
• Bimbo buonissimo ma dispettoso («facevo dispetti e mi pentivo un attimo dopo»). Il piccolo Piero si divertiva con il pallone e non ricorda di avere mai ricevuto in regalo pistole o fucili. Felice quando aiutava la nonna Ersilia a schiacciare le castagne calde, che servivano a preparare uno strepitoso Mont Blanc. Affascinato da nonno Giovanni che gli ha costruito un trenino elettrico con le sue mani. A 5 anni trasferimento a Roma con tutta la famiglia. Dalle elementari al liceo classico all’Istituto San Gabriele. (Inquadratura su Piero Vigorelli)
• Un ragazzo del Piper. Il giovanotto Piero, tra un ballo e l’altro ai tempi della bionda Patty Pravo e della bruna Mita Medici, se l’è infatti spassata nel tempio degli adolescenti romani anni Sessanta. Sognava di dedicarsi alla carriera diplomatica. E intanto, di idee socialiste, si dedicava alla politica nel movimento ”Nuova resistenza”. Un’iscrizione alla facoltà di Scienze Politiche, giusto per studiare gli esami che lo interessavano. Ma la strada del giornalismo lo intrigava di più e, nel 1969, firma su ”L’Opinione” con lo pseudonimo di Giulio Vicario. (Inquadratura su Piero Vigorelli)
• Professionista dal 1972. Ventiseienne nella redazione romana di ”Tempo illustrato”. Fino al 1989 cronista parlamentare, poi corrispondente da Parigi per ”Il Messaggero”. A Detto tra noi - La cronaca in diretta su Raidue, precursore della Vita in diretta griffata Cucuzza. Sotto scorta per 4 anni dopo una serie di trasmissioni contro la mafia. Vicesegretario della Federazione nazionale della stampa, autore di libri, traduttore di saggi. Ora Vigorelli è titolare su Retequattro di Parlamento in e di Miracoli. «E non dimentico mai di essermi ritrovato disoccupato per ben due volte e proprio l’1 maggio. Nel ’74 per la chiusura del giornale e nel 1994 perché Minoli non mi ha rinnovato il contratto». (Inquadratura su Piero Vigorelli)
• Sposato dal 1975 con Chiara, artista della ceramica. Già consorte di una hostess, Lucia, per due anni. Papà della ventitreenne Ilaria, che sta seguendo le sue orme professionali, oltre a quelle di nonno Giancarlo e di nonna Vittoria. Vigorelli non sopporta le svampite («poi magari mi atterriscono le intelligenti»). Una curiosità? «Per anni ho avuto fidanzate con ”maggiolini Volkswagen” rossi o neri. L’auto la guidavano loro così io ho preso la patente solo a 28 anni». Piero è un romantico? «Razionale da squadra e compasso. I sentimenti non li espongo e vengo rimproverato spesso. Ad esempio, non ho mai camminato con una donna mano nella mano o tenendole un braccio sulla spalla. Li considero forme di stupido possesso e di sicuro non ho più l’età per cambiare atteggiamento». (Inquadratura su Piero Vigorelli)
• Odia il pepe, il peperoncino e soprattutto l’aglio («quando ero corrispondente a Parigi, dove come si sa abbonda nelle ricette, addirittura evitavo di prendere la metro per non sentirne neppure l’odore»). Piero Vigorelli è alto un metro e 78, pesa 90 chili. Adora la carne argentina («me la faccio spedire sottovuoto») e il pesce di mare («meglio se pescato da me»). Si considera un cuoco niente male, specializzato in risotti gialli e arrosti al latte. Ex giocatore di pallacanestro e di rugby. (Inquadratura su Piero Vigorelli)
• Si guarda allo specchio solo per farsi la barba. Nel guardaroba di Vigorelli circa duecento cravatte e abiti immancabilmente blu, grigi o marroni. Vive in una casa con giardino dove può sfoggiare un pollice verdissimo e il grande amore per gli animali. Ne sa qualcosa Zagor, cucciolo di canile, la micia Bluette, nera con il pancino bianco, e la cornacchia Nino, che in realtà è una femmina ed è arrivata dopo la dipartita della cornacchia Peppa. «Lei era caduta da un albero. Gli ho curato le zampe fasciandole con delle stecche e, guarita, Peppa è volata via». (Inquadratura su Piero Vigorelli)
• Una specie di grugnito è il maggior segno di apprezzamento di Vigorelli per i collaboratori che lo soddisfano. D’altronde appena conosce qualcuno avverte subito che riuscirà simpatico dopo tre o quattro volte dal primo incontro. «So di apparire molto chiuso di carattere. Anche nel lavoro. Eppure mi considero un ridanciano, un uomo pronto alla battuta e alla risata». (Inquadratura su Piero Vigorelli)
• Puntualità svizzera. Disponibile. Ironico e autoironico. Piero Vigorelli ammette di essere ”quello che spegne la luce in ufficio”, nel senso che è sempre l’ultimo ad uscire dalla redazione («purtroppo sacrificando il tempo da passare con la mia famglia»). Dorme al massimo cinque o sei ore a notte. Dai suoi viaggi in giro per il mondo come souvenir porta pupazzetti tipici. (Inquadratura su Piero Vigorelli)
• Il suo desiderio? Condurre Striscia la notizia. Se si arrabbia fa due urli e gli passa. Ottimista, insomma da bicchiere perennemente pieno fino all’orlo. Vigorelli confessa di non avere avuto un raffreddore da almeno trent’anni. I soldi? «Li spendo, però continuo a far parte della percentuale di italiani che non hanno una casa di proprietà». (Inquadratura su Piero Vigorelli)