Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Sogna di tornare a lavorare come costumista teatrale
• Sogna di tornare a lavorare come costumista teatrale. Un pregio? La trasparenza. Il solare Diego ammette di sforzarsi di essere onesto. Difetti? La pignoleria, l’intransigenza, sprazzi di permalosaggine quando mettono in dubbio la sua buona fede. Se si arrabbia è capace di sfasciare tutto ciò che gli capita a tiro. Dice bugie che si diverte a definire ”salvavita”. (Inquadratura su Diego Dalla Palma)
• Odia la neve («ne ho fatto troppe scorpacciate da bambino con i piedi gelati»). Non ha le mani bucate («ho sincero rispetto dei soldi, che ho imparato a conoscere da grande, per poi sperperarli»). Ci tiene a ricordare le signore a cui vuole dire grazie per l’esito della sua vita professionale in tivvù: Diana De Feo, consorte di Emilio Fede, e Edda Stagno, moglie di Tito Stagno. (Inquadratura su Diego Dalla Palma)
• Fissato con il bianco e con il nero, i suoi vestiti («in realtà non ho tanti abiti, però ho moltissimi cuscini sul letto») sono candidi o scuri, spesso senza colletto in stile coreano. Inutile aggiungere che anche la casa di Dalla Palma è rigorosamente bianco-nera con qualche fiore rosso qui e là. Per la sua immagine ha scelto da anni capelli corti e giusto un accenno di barba. Le regole di Diego per la bellezza della pelle: saponi artigianali all’olio di oliva e tonnellate di creme idratanti nutrienti emollienti per il corpo. Il suo profumo all’ambra è creato su misura. (Inquadratura su Diego Dalla Palma)
• Si sentirebbe perso senza Giustina. Per Diego è una grande amica, una sorella e soprattutto la persona che vive con lui. Lo accudisce e gli prepara succulenti manicaretti («fosse per me, negato in cucina, morirei di fame»). Goloso di fichi e di cioccolata. Dalla Palma (altezza un metro e 82, peso 77 chili) allo specchio si trova affascinante («il merito va allo sguardo, ma mi piacerebbero spalle più larghe e polpacci più grossi»). Si tiene in forma alternando cyclette e ginnastica. (Inquadratura su Diego Dalla Palma)
• Parla della sua vita sentimentale senza neppure ”un filo di trucco”. Insomma un sorridente Diego Dalla Palma confessa di avere amato allo stesso modo donne e uomini. «Nelle donne cerco il mistero, negli uomini la fierezza il coraggio, lo spirito rivoluzionario e combattente. Mi considero davvero un curioso del sesso e sono rimasto sempre appagato. Non nascondo e non ho mai barato sulla mia bisessualità. Sono fermamente convinto che tenere coperti alcuni aspetti della nostra vita intima appaia, in fondo, come un segno di debolezza. Comunque ora sono single e in più con la consapevolezza di quanto io sia di animo troppo gitano per fermarmi definitivamente con qualcuno». Sicuramente Diego non è un romantico con la erre maiuscola, ma capace di piangere magari da solo davanti ad un tramonto. (Inquadratura su Diego Dalla Palma)
• Senza una lira ma fortunato negli incontri. Ad esempio la soprano Gilda Dalla Rizza dà a Diego preziosi consigli e una lettera di presentazione che però non gli serve granché. Nel 1968 finalmente un lavoro: Dalla Palma, ora ogni sabato al fianco di Rita Dalla Chiesa ne Il trucco c’è su Retequattro, è trovarobe alla tivvù svizzera. E segue con impegno corsi serali per specializzarsi sui segreti dell’immagine. Nel 1975 trucca una funzionaria Rai per una trasmissione a Venezia e comincia a circolare il nome di quel bel giovanotto tanto bravo con ciprie e matite. Da allora parecchie opportunità teatrali e radiotelevisive, scrive libri. In America l’hanno ribattezzato ”profeta del make up made in Italy”. (Inquadratura su Diego Dalla Palma)
• Guardava la vallata ascoltando da una radiolina a pile i motivi del Disco per l’estate. «Ero un ragazzino e il mio più grande desiderio era conoscere Ornella Vanoni». Sarebbe accaduto molti anni dopo, ma Diego doveva ancora superare le difficoltà di un’adolescenza particolare. A 14 anni sopporta l’emarginazione («i preti del collegio mi facevano pesare la povertà») all’istituto d’arte per la ceramica a Bassano del Grappa. Cambia scuola («altro collegio con altri problemi ancora più seri») e a Venezia prende il diploma di grafico pubblicitario. (Inquadratura su Diego Dalla Palma)
• Dormiva sul pagliericcio in una malga di montagna dove non c’era luce e neanche l’acqua corrente, che veniva sostituita da quella piovana. Meno male che la zia Teresa ogni tanto dava a Diego un pezzo di banana, frutto da ”ricchi”, e a Carnevale gli regalava 20 lire per comprarsi le maschere di cartone. «Insomma la prima parte della mia vita sembra una copia carbone dello splendido ”Albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi». E la favola, tra pinocchietti e trottole di legno è andata avanti. (Inquadratura su Diego Dalla Palma)
• Papà Giuseppe avrebbe desiderato farlo diventare pastore come lui. Mamma Agnese sognava per il suo unicogenito Diego un destino diverso. Lontano da pecore e mucche. Ma il piccolo Dalla Palma (nato a Enego in provincia di Vicenza il 24 novembre del 1950) pensava solo a nascondere la timidezza dietro atteggiamenti irruenti e a passare il tempo con giocattolini di legno fatti in casa. (Inquadratura su Diego Dalla Palma)
• Non si è montato la testa nonostante il successo. «Ci conosciamo ormai da diciotto anni - racconta la sua assistente Cristiana Guarnieri - e Diego non è cambiato di una virgola, nel bene e nel male. Ha sempre il solito temperamento forte, è cocciuto e continua ad andare dritto per la sua strada quando vuole ottenere qualcosa». (Inquadratura su Diego Dalla Palma)