Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Un’infanzia con le forbici in mano
• Un’infanzia con le forbici in mano. Al piccolo fantasiosissimo Piero Chiambretti, nato ad Aosta il 30 maggio del 1956, piaceva molto ritagliare quello che capitava. Ed era un bel risparmio anche per mamma Felicita, che l’ha avuto a diciotto anni e l’ha tirato su da sola. Insomma se Piero voleva un’automobile gli bastava ritagliarla da un giornale, idem se desiderava un trenino elettrico o qualsiasi altro gioco. (Inquadratura su Piero Chiambretti)
• Indisciplinato. «Scambiavo la scuola per un teatro. Gli insegnanti e i compagni erano il mio pubblico. Avevo l’ossessione di strappare risate». All’epoca il suo motto era ”l’importante è partecipare” e Piero ha partecipato alla vita di parecchie scuole torinesi: dalle elementari alle medie ne ha dovute cambiare una trentina. E quando lo sbattevano fuori lui si ripresentava in classe accompagnato non da mamma Felicita ma da Luisa, una ragazza che gli dava ripetizioni e che indossava strepitose minigonne (Inquadratura su Piero Chiambretti).
• Il vivacissimo Piero, che non sopportava la scuola ma adorava il programma 3131, si era anche inventato una radio privata. Andava ai giardinetti con un registratore pieno di canzoni saccheggiate qui e là e, a mo’ di dee jay, le dedicava a squarciagola magari al gelataio o agli amichetti. Insomma già idee chiare su un futuro nel mondo dello spettacolo. Un po’ meno sul fronte scolastico tant’è che, grazie agli istitituti ”quattro anni in uno”, alla fine ha preso ben tre diplomi: al liceo linguistico, come cartellonista pubblicitario e come odontoiatra (Inquadratura su Piero Chiambretti).
• Senza una lira a Bologna per frequentare il Dams («dormivo su una Dyane»). Per guadagnare qualcosa Piero ha lavorato ai mercati generali («ma ero alto come le cassette che dovevo spostare») e alla discoteca ”Ritual” di Torino («era buio e pensavo fosse vuota, in realtà era zeppa di ragazzi di colore»). Nel 1984 vince un concorso Rai per volti nuovi («e si sono ricordati di me qualche anno dopo»). Dalla tivvù dei ragazzi di Big allo strepitoso ”Divano in piazza” nel Va’ pensiero di Andrea Barbato. Popolarità consolidata con Il Portalettere. Il conduttore di Chiambretti c’è su Raidue, che ha confessato di odiare i copioni e le interviste, ha condotto anche il Festival di Sanremo con Mike Bongiorno e Valeria Marini (Inquadratura su Piero Chiambretti).
• Le fa ridere. Piero prende le donne per simpatia. Giura di avere in atto solo ”frequentazioni” («forse non sono ancora abbastanza serio per fidanzamenti ufficiali»). Per lui non esiste l’ideale femminile («e se l’incontrassi la scanserei subito, sai che noia avere a che fare con la perfezione»). Ha sofferto per amore al punto di scriverci il film ”Ogni lasciato è perso”. Comunque a Chiambretti piacciono donne che sappiano metterlo in discussione. Il suo spauracchio in amore è la routine. Ammette di avere sempre voluto al suo fianco ragazze intelligenti e autonome («invece mi sono spesso ritrovato vicino a signorine esattamente contrarie ai miei desideri»). Si considera post-romantico. La sua specialità non sono fiori o regali ma le situazioni ribaltate («ad esempio, posso invitare a cena a casa mia una ragazza e farle poi cucinare tutto fino al dessert») (Inquadratura su Piero Chiambretti).
• Monotono a tavola. Il menù quasi fisso di Piero è il seguente: spaghetti o rigatoni al pomodoro e basilico, scaloppine al limone, insalata mista. Piatti da linea assicurata. E invece no perché li mangia in orari sbagliati. Ad esempio Chiambretti è capace di ingoiare scaloppine alle quattro del mattino. Comunque continua a pesare 60 chili (per un metro e 68 di altezza) e, quando non suda per motivi di lavoro davanti alle telecamere, si tiene in forma spassandosela egregiamente a tennis (Inquadratura su Piero Chiambretti).
• Non si piace, non si rivede volentieri in tivvù, ha un rapporto curioso con le sue fotografie, si guarda poco e male allo specchio. «In realtà sono capace di prendermi in giro e mi accontento sinceramente di quello che sono, di quello che ho. E* troppo facile disperarsi perché sospettiamo di non essere un incrocio tra Brad Pitt, Einstein e Chopin». Piero ama i profumi amari, tipo i coloniali inglesi, e i maglioni blu o crema. «Fino a qualche anno fa mi vestiivo da 012, poi per necessità ho cominciato a farmi fare gli abiti su misura. Almeno evito di ritrovarmi in gola il cavallo dei pantaloni» (Inquadratura su Piero Chiambretti).
• Camera da letto completa di baldacchino, a righe beige e bordeaux, nell’appartamento torinese di Chiambretti, in un palazzo d’epoca di stile veneziano. Il Piero arredatore ha avuto l’abilità di mischiare mobili vecchi da mercato dell’usato a pezzi di antiquariato, accostare gingilli cinesi a oggetti decò. Nessuna parete bianca. Colleziona orologi, dischi e libri antichi (Inquadratura su Piero Chiambretti).
• Autocritico («mi contesto e mi sgrido in continuazione»). Del suo carattere apprezza l’intraprendenza e l’entusiasmo. Farebbe a meno di quel modo di chiudersi a riccio nel privato. Titolare a Torino dei ristoranti ”Birilli” e ”Fratelli La Cozza”. La gioia più grande di Piero? Aver saputo rendere felice la mamma, ora poetessa e musicista, nella seconda parte della sua vita (Inquadratura su Piero Chiambretti).
• Dovrebbe imparare a essere più diplomatico e a non urlare le sue idee politiche. Lo consiglia a Chiambretti il suo amico e socio in affari (nei ristoranti) Charlie. «I difetti di Piero - continua - sono due. E’ tirchio, o meglio ha parecchi problemi con il denaro contante, e poi è convinto che, nel suo piacere alle donne, non c’entri la notorietà» (Inquadratura su Piero Chiambretti).