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 1999  luglio 12 Lunedì calendario

Domenica 4 luglio 20 piloti della Compagnia aerea Meridiana si sono dati ammalati poco prima della partenza dei loro aerei

• Domenica 4 luglio 20 piloti della Compagnia aerea Meridiana si sono dati ammalati poco prima della partenza dei loro aerei. Paola Gnolu, architetto, doveva prendere il volo Olbia-Roma delle 20,50. «Allora, nel corso della serata il volo è stato annunciato e spostato più volte, secondo questo schema: 20,50; 21,30; 22; 22,30; 22,50: per partire poi alle 23,15. Mentre salivo a bordo, alle undici passate, il volo delle 17,45 per Roma non era ancora partito».
• In Italia gli aerei partono spesso in ritardo. Cause: aumento del traffico (quest’anno il 30% in più). Con la guerra in Kosovo sono cresciute le zone riservate ai corridoi militari.
• La Meridiana ha comprato una pagina su vari quotidiani dell’otto luglio per scusarsi con i 12 mila passeggeri che il 4 luglio avevano deciso di volare su un aereo della compagnia.
• Alessandro Sesta, 38 anni, pilota della ”Meridiana” con 13 anni di anzianità. «Siamo stressati, i turni di lavoro sono massacranti, saltiamo i riposi, le ferie; ognuno di noi deve recuperare almeno 20 giorni del ’98 e chissà se quest’anno riusciremo ad andare al mare con la famiglia». La sua busta paga quanto pesa? «Dieci milioni al mese, ma a carico mio sono le spese di vitto quando sono in transito. Cioè almeno sette o otto pasti in un mese. Ma ci sono colleghi, assunti dopo il ’97, l’anno della presunta crisi aziendale, che mettono insieme 3.700.000: non mi sembrano davvero molti soldi». Cosa accadrà? «Siamo tesi come le corde di una chitarra e l’abbiamo denunciato in una lettera anche a Civilavia: la sicurezza del volo dipende soprattutto dalla tranquillità del pilota, e noi non siamo tranquilli».
• Baldovino Bazzocchi, pilota Meridiana. «I giorni di riposo sono otto al mese. A volte uno è tanto stanco che non ha voglia di far niente. Al mare non sono ancora andato anche se è vicino. Ho una vecchia barca, lo scorso anno l’ho usata 10 volte, quest’estate ho preferito lasciarla a terra. D’altronde: 20 giorni al mese fuori casa. Non è lontano dal vero quel detto sui piloti: torni, i figli non ti conoscono e il cane ti abbaia».
• Luciana Crispo, moglie di un pilota Meridiana. «Ma noi, noi mogli, non vogliamo i soldi, vogliamo i nostri mariti, vogliamo chiudere nell’armadio per qualche giorno le valigie onnipresenti; vogliamo poterci mettere a tavola tutti insieme senza dover mettere e togliere pentole sul fuoco in perenne attesa, vogliamo avere dei dopo cena senza che loro si addormentino distrutti alla 9 di sera».
• Le ferrovie italiane sono il servizio più improduttivo d’Europa. Tiziano Treu, ministro dei trasporti: «Vogliamo lasciare le cose come stanno? Pagare 15 mila miliardi all’anno per mantenere il servizio più improduttivo d’Europa? O tentare di guarire le ferrovie anche se la medicina è amara? [...] C’è bisogno di investire, e vogliamo farlo, ma anche di tagliare i costi. Non è vero però che intendiamo mandare via 30 mila dipendenti». Forse 22 mila? «Ipotizziamo tagli al costo del lavoro intorno ai 2 mila miliardi. Si possono ottenere in tanti modi: a un estremo rinunciando a 22 mila dipendenti, all’altro riducendo i salari del 25%. In mezzo ci sono tante misure diverse».
• Ezio Gallori, ex leader dei macchinisti Cobas. «Il momento è storico, se vincono i ferrovieri, le Fs resteranno ancorate al sociale; se vincono il governo e l’impresa si andrà al mercato, che ha le sue regole». E non sono ”sociale” anche i passeggeri appiedati? «Tutti strillano per gli scioperi, ma in passato se ne facevano molti di più. Nel 1964 sotto le bandiere della Cgil, io ne ho fatti 18 in un anno. Oggi questi selvaggi dei Cobas non arrivano a 4 o 5». Però sempre a luglio. «Non certo per odio al passeggero. Ad agosto non si può, a Natale non si può. Prima si facevano i cosiddetti ”brevi scioperi”, anche di 5 o 10 minuti, adesso sono vietati perché comunque viene ritirata l’intera giornata lavorativa. come se nel mondo ci fosse solo la guerra atomica, la guerriglia dove la mettiamo».
• Su 10 ore di sciopero annunciate, 6 vengono revocate. Danni per l’effetto annuncio: un sindacato proclama lo sciopero e lo revoca qualche ora prima, ma i viaggiatori hanno già rinunciato a usare quel giorno i treni (o gli aerei) che così restano vuoti. Settore aereo: ore di sciopero proclamate nel 1998 1.422, ore di sciopero fatte 510. Nel settore ferroviario sono state proclamate 5.881 ore di sciopero, 2.586 sono state realmente effettuate. Il sindacato ferroviario Fisast-Cisas, ha annunciato 249 ore di sciopero e non ne ha fatta nemmeno una. La Licta ne ha annunciate 228 e ne ha fatte 8.
• Lunedì 5 luglio 18 capistazione della Sepsa (società che gestisce la ferrovia locale tra Napoli e i comuni del Vesuvio) si sono messi tutti insieme in malattia. Uno dei ferrovieri in mutua. Lei è un malato immaginario? «Si aspetta che le risponda di sì? Mica sono pazzo». Dica la verità. «Ogni tanto i dolori reumatici mi danno il tormento...». Ed è guarito dopo un giorno? «Proprio così». [...] Perché l’avete fatto? «Per esasperazione. Proprio così: i rapporti con l’azienda sono avvelenati al punto che il nostro gesto è assolutamente comprensibile» [...]. Quanto guadagna un capostazione della Sepsa? «Un milione e ottocentomila con 12 anni di anzianità. Se ottenessimo il livello superiore l’aumento lordo sarebbe di duecentomila lire».