Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 3 ottobre 2004
Dato il titolo credo inutile aggiungere che questo mio scritto, che consterà di due capitoli almeno, è rivolto alle signorine non sposate e che intendono assolutamente diventare signore
• Dato il titolo credo inutile aggiungere che questo mio scritto, che consterà di due capitoli almeno, è rivolto alle signorine non sposate e che intendono assolutamente diventare signore. Quanto alle lettrici già coniugate esse non possono ormai che rimproverare o benedire il Destino: i miei consigli sarebbero un po’ tardivi.
Anticamente la ragazza, in questo delicato campo, godeva di due inestimabili vantaggi: il primo di non essere costretta a spremersi il cervello per cercarsi un consorte tra le conoscenze di casa; il secondo che, se il marito si dimostrava, in seguito, inadeguato o pessimo, essa aveva almeno la possibilità di attribuirne la colpa ai propri genitori.
Purtroppo quei giorni beati sono trascorsi e se oggi una fanciulla vuol trovare marito, se lo deve cercare lei. Ai parenti non rimane che approvarlo (caso rarissimo) o disapprovarlo (caso normale, perché i parenti, lo si sa, sono al mondo unicamente per disapprovare quello che fanno i figli).
Ora è appunto nel periodo dell’affannosa ricerca dell’anima gemella, che la ragazza può commettere degli irreparabili errori. E, ancor più che nella ricerca, in quel breve periodo in cui sbocciano timidamente le reciproche simpatie. Trascuro il caso comunemente chiamato del ”colpo di fulmine” che, per spiegarmi, sarebbe quello in cui due esseri di sesso diverso, al solo vedersi, cadono tramortiti uno nelle braccia dell’altro, gridandosi reciprocamente: «Ti adoro e ti voglio». In questi rari casi mi risulta che i parenti chiamano telefonicamente una lettiga della Croce Verde.
Ma ritorniamo ai casi normali. Prima indagine importantissima. Il presunto futuro marito, è di carattere e temperamento a fondo serio o allegro? So già quello che mi risponderete: «Non deve essere, né troppo serio, perché allora sarebbe la barba, né troppo allegro perché l’uomo allegro essendo, per tradizione, aiutato costantemente dal Cielo, può farne di tutti i colori e farci quindi soffrire».
D’altra parte sarebbe, ne converrete, troppo bello trovare un marito che sia allegro solo quando lo desideri e lo ammetta la moglie, e serio quando essa lo esige. Quindi, torno a dirlo: bisogna decidersi prima. L’uomo serio lo è in ogni circostanza della vita. Con lui, in fatto di gelosia, la moglie può dormire tra due guanciali.
Però, (facciamo come Appelius): 1° Pretende, ed a ragione, che anche la consorte sia austerissima. 2° ostile ai rossi delle labbra, alle permanenti, ai cinema, ai costumi da bagno, alle gite in campagna, ai cugini che danno del tu. 3° Anche nelle affettuosità è posato e regolare come se fosse sempre in ufficio. Bacia come se ”evadesse una pratica.” 4° Ignora l’impulso e la espansività: detesta l’imprevisto.
L’allegro è l’opposto. Con lui non ci si annoia mai. Ammette quasi tutto; accetta iniziative anche pericolose; non fa i conti in tasca alla moglie. Adora anche lui le distrazioni e i divertimenti. Chiude un occhio sul tu e ne accetta l’interpretazione sportiva. Però, per le mogli a temperamento geloso, è un’ira di Dio. La moglie non solo non può dormire tra i famosi quattro guanciali, ma deve addirittura abituarsi a dormire senza. Non farà nulla di male (lui almeno lo giura anche sul nonno morto) ma è angoscioso!
La ragazza maritando deve quindi fare un esame di coscienza. Quale dei due è per lei il più sopportabile? (...).
• Incompatibilità di carattere.
Vi ho intrattenuto l’ultima volta sullo spinoso dilemma in cui si trova ogni signorina sospirante il matrimonio: se scegliere cioè per marito un uomo austero, o allegro (...). Ma non è questo il solo difficile problema da affrontare dalla ragazza che tiene a sposarsi, e soprattutto, a non doversene pentire in seguito. Ve ne sono altri e primo fra tutti quello che riguarda la famosa incompatibilità di carattere. Questa storia dell’incompatibilità di carattere è vecchia almeno quanto l’istituzione del matrimonio. Ma il male è che non se ne sente mai parlare che a matrimonio avvenuto, anzi, in genere, dopo qualche anno di vita comune dei due sposi. Perché? Semplicemente perché nessuno dei due futuri ha l’avvertenza di studiare l’altro, prima di esserne innamorato, cioè quando ancora non è entrato in quella divina fase della vita in cui anche le persone più intelligenti diventano dei perfetti imbecilli. Ho sottolineato la frase perché essa rappresenta la condizione essenziale che dovrebbe permettere di evitare ogni futura e tragica incompatibilità.
Molti considerano che l’incompatibilità è solo grave quando sia grave il motivo della divergenza d’opinione che la determina. E in ciò hanno assolutamente torto. Un marito ed una moglie possono benissimo adorarsi fino alla morte anche se uno dei due va pazzo per i figli maschi e l’altro per le bambine; se uno adora gli sports e l’altro li detesta; persino se uno è cattolico e l’altro è protestante. Sono al contrario le piccole divergenze d’opinione che avvelenano l’esistenza delle coppie sposate.
Ora io mi rendo perfettamente conto quanto sia difficile per una ragazza sottoporre un giovanotto, dopo due giorni di simpatica conoscenza ad un interrogatorio di questo genere: «Amate i cani? Ascoltate in tutto vostra madre? Dormite con le finestre aperte o chiuse? Siete puntuale nelle vostre cose?». Tutte queste piccole cose (pericolosissime per l’avvenire) bisogna cercare di conoscerle prima naturalmente con abilità. La stessa Eva non ha chiesto brutalmente ad Adamo se gli piacevano le mele. Gli è girata un po’ intorno, gli ha tirato i baffi scherzosamente (allora erano di moda) poi, con molto garbo... Ma queste cose non tocca a me insegnarvele. Le conoscete meglio di me....
• Facciamo le cose per bene. Partecipazioni. Vengono spedite dalla famiglia della sposa una diecina di giorni prima del matrimonio. Ora comincia a farsi strada l’abitudine di scrivere sui cartoncini i nomi dei due sposi con la data e basta. Nelle famiglie che tengono ancora alla tradizione, però, sono i genitori o chi ne fa le veci che annunziano il matrimonio e questo vale per la sposa e per lo sposo. Solo nel caso in cui il matrimonio si celebri in strettissimo incognito, le partecipazioni vengono spedite a nozze fatte (...).
Vestiti. La quasi totalità delle ragazze sogna per il ”gran giorno” vestito e velo bianco, ma spesso si è costretti a rinunciare alla poesia del bianco, per non creare impegni alle persone che intervengono. Ora però è invalso l’uso dell’abito scuro, camicia bianca e cravatta grigia per lo sposo anche se la sposa è in bianco col velo lungo. Naturalmente questo esclude qualunque preoccupazione per gli invitati; basta un abito elegante con cappello (possibilmente non nero) per le signore e il vestito scuro per gli uomini. Il vestito lungo lo porteranno solo le damigelle d’onore se ci saranno. molto frequente però il caso in cui la sposa veste un abito chiaro elegante con cappello od acconciatura di velo o addirittura il tailleur che le servirà per il viaggio di nozze. Sistema questo consigliabile solo se gli inviti sono limitati strettamente ai membri della famiglia.
Funzione religiosa. Si deve svolgere con decoro esteriore (fiori bianchi e addobbo della chiesa composto con gusto) e raccoglimento. Confesso che spesso ho pensato che il chiacchierio e il comportamento in genere di alcuni invitati non può fare eccessivo piacere agli sposi i quali vivono in quel momento una delle ore più solenni e commoventi della loro vita. Attenti alla puntualità! Anche se è quasi abituale, è tutt’altro che obbligatorio arrivare con mezz’ora di ritardo. I cortei fatti di lunghe teorie di coppie ormai sono completamente tramontati.
La sposa andrà in chiesa accompagnata dal padre o da chi ne fa le veci e seguita da bambini o ragazze che fanno da corteo d’onore. Poi viene lo sposo con la madre; seguono la madre della sposa e il padre dello sposo; gli altri invitati entrano senza sfilare in corteo. Durante la cerimonia saranno a fianco degli sposi i due testimoni. Uscendo di chiesa invece il marito darà il braccio alla sposina; seguiranno i genitori o chi ne fa le veci. Naturalmente, specie se la sposa è in bianco, si va in chiesa in macchina. Nelle macchine prendono posto tutte le persone che faranno parte del corteo. Nell’ultima c’è la sposa col padre: soli.
Rinfresco. Anche qui gli usi sono svariatissimi. Prevale però l’abitudine di offrire un rinfresco che può essere servito in un ristorante o in casa della sposa. Nel primo caso si faranno preparare piccoli tavoli per quattro persone e un tavolo un po’ più grande dove prenderanno posto gli sposi, i genitori e qualche personalità ecclesiastica o civile nel caso che vi si trovasse. Se invece il rinfresco è servito a casa si può preparare qualche tavolo su cui disporre tazze, bicchieri, vassoi; ma gl’invitati non sederanno a tavola. Generalmente si serve: cioccolato con biscotti, Vermouth con tartine, liquori con la torta degli sposi, gelato (ma questo è facoltativo), Champagne.
Dopo di che la sposa servendosi di un cucchiaio o distribuendo sacchetti di tulle già preparati su un vassoio, aiutata dallo sposo, distribuisce i confetti a tutti gli intervenuti.
Regali. di uso comune ormai che i parenti e gli intimi chiedano cosa può essere di gradimento alla nuova coppia che si trova a dover affrontare il peso non lieve dell’arredamento di una casa. anche buona cosa riunirsi in tre o quattro in modo da poter fare con le forze riunite un regalo più serio. In ogni modo non è gentile aspettare l’ultimo minuto (...).
Bomboniere. Sono carissime di questi tempi e quindi bisogna cercare di limitarne il numero. doveroso darle ai testimoni e a chi ha fatto un regalo. Per gli altri basta un semplice sacchetto di tulle o di organdis. I confetti si mettono sempre in numero dispari (mah! Si dice che porti fortuna...) e si distribuiscono dopo il matrimonio.
• Fidanzamento.
Uno dei giorni che più si ricordano nella vita: quello in cui ci sentiamo perfettamente felici, artefici noi stesse del nostro avvenire. Tutto è bello, gentile, pieno di promesse. (...) L’uomo che ci ama ha deciso di parlare con i nostri genitori e ora vuole che gli amici sappiano che è nato un nuovo amore, che si va formando un nuovo nido.
Non parliamo di fidanzamenti di convenienza, di ragionamento, di necessità, che niente hanno a che vedere con la perfetta gioia di due cuori che si intendono, che si compatiranno e si assisteranno a vicenda nel cammino dei giorni e degli anni.
La lieta cerimonia è sempre decisa dai genitori o da chi ne fa le veci.
Fissato il giorno, bisogna pensare a fare qualche invito, dal quale si escludono le persone non legate da vincoli familiari, o di affetto o di grande amicizia. Molti usano mandare biglietti d’invito, ma è meglio dire a voce agli amici l’ora nella quale sono aspettati. (...) Ai parenti lontani invece si scrive un bigliettino affettuoso. Se invece si tiene a dare alla cara cerimonia un tono elegante di mondanità, allora... le cose sono diverse. Si mandano biglietti di invito almeno otto giorni prima, specificando l’ora esatta, se vi sarà pranzo, ricevimento, in modo che chi interviene sappia come regolarsi. Le amiche intime della fidanzata potranno in questa occasione, offrire un dono gradito ma non importante. Il fidanzato manda alla sua diletta un cesto di fiori bianchi, possibilmente rose. Escluderà fiori di lusso e pretesa come le orchidee.
Poco prima della riunione amichevole, il giovanotto offre l’anello di fidanzamento alla signorina, quando si troverà per un attimo solo con lei. Le porgerà l’astuccio che essa aprirà dimostrando (speriamo vivamente che ogni fidanzata dimostri quello che realmente sente) una vivissima gioia. il fidanzato che, presa la cara manina, infila l’anello all’anulare della mano sinistra. La signorina ricompensa l’uomo del cuore ornando l’occhiello della sua giacca dello stesso fiore che porterà lei all’abito, presi tutti e due dalla corbeille inviata dal fidanzato. Ora, molto spesso, è la fidanzata stessa che sceglie l’anello dall’orefice, recandovisi col futuro marito. Lo sceglie sempre ignorandone il prezzo, ma la cerimonia della presentazione rimane quella. L’anello di fidanzamento si sostituisce - a tempo debito - con quello nuziale, passandolo ad altro dito. Al pranzo di fidanzamento, il posto d’onore spetta ai fidanzati, che avranno di fronte i genitori di lei; accanto alla ragazza starà il padre del giovanotto, accanto a questo la sua mamma o la parente che ne fa le veci. Le signore indosseranno abiti chiari, eleganti. Ammesso il blu. Gli uomini se il pranzo non è seguito da un ballo, interverranno in abito da giorno, ma scuro. Nel caso contrario, in smoking. Se c’è il ballo, il primo giro deve essere fatto dai fidanzati che, dopo, possono anche non ballare più.
Il giorno dopo o qualche giorno dopo, la fidanzata ricambia il dono offrendo all’amato un anello, un paio di gemelli, un orologio, qualcosa insomma che non superi il valore dell’anello ricevuto, il che sarebbe di cattivo gusto. Il ricambio del dono al fidanzato non è obbligatorio. Generalmente, entro gli otto giorni i genitori del fidanzato ricambiano il tè, il ricevimento o il pranzo, ed è spesso in quel giorno che la ragazza offre il suo dono allo sposo. Porterà alla futura suocera un mazzo di fiori, non necessariamente bianchi. Per la cerimonia del fidanzamento, la signorina indosserà un abitino chiaro, elegante e semplice. Curerà la sua persona, in modo da essere la più graziosa, ricordando che in quel giorno essa rappresenta per lo sposo quanto di più caro e di più bello può esserci al mondo. Durante il periodo di fidanzamento, le usanze moderne permettono ai fidanzati di uscire soli: molte mamme non la pensano così, ma comunque, andare a far due passi, recarsi a fare qualche visita, non è cosa tanto terribile da vietarla. Ad ogni modo i due innamorati debbono sempre dire dove intendono andare e non abusare del permesso per sta fuori addirittura mezze giornate!
Dal giorno del fidanzamento, la ragazza non va più in società né accetta di recarsi a un tè o a teatro senza dirlo al promesso sposo, il quale, dal canto suo, eviterà per quanto possibile di farsi vedere con altre donne. La signorina deve mantenere di fronte alla gente, e massimo davanti a se stessa, una linea di condotta irreprensibile (...). Evitare, da fidanzati, ogni discussione. Anche se la ragione è tutta da una parte sola (ciò che raramente succede). La discussione incomincia con l’accalorare, infuoca, divampa. E dopo conduce sempre, dico sempre, a un pentimento. (...) Meglio non prendere l’abitudine di rimbeccare ogni frase sia pure non gradita, che possa essere sfuggita a Lui. Tocca alla donna mettere fra lei e il futuro marito la base del massimo rispetto: e questo deve farlo fin dal primo giorno, altrimenti guai! Chi dice ”sciocco!” autorizza a lasciarsi dire ”stupida!” e di lì si incomincia per arrivare fino alla volgarità. E l’amore soffre. una cosa tanto bella e tanto fragile che basta un dubbio, una cattiva parola, un gesto, un nulla per offuscarne la gioia.
• Alcune mamme si credono completamente dispensate dall’istruire le figliole circa le relazioni matrimoniali; altre inculcano in loro la falsa e nociva impressione che esse siano solo una croce, un dovere pesante. Errore gravissimo, imperdonabile. Dovrebbero invece aiutarle a comprendere questo lato fondamentale del matrimonio come un mezzo fisico attraverso il quale il marito e la moglie esprimono il loro reciproco affetto. Già occorreranno delle settimane, forse dei mesi, perché gli sposi raggiungano, in questo campo, un sereno equilibrio. La fanciulla spaventata, incerta o malinformata è la meno preparata a raggiungerlo. La madre, che ha fatto un’esperienza talvolta difficile in materia, dovrebbe sentire profondamente la responsabilità di evitarla alla propria creatura.
• L’amore solo non basta. Il matrimonio non è un fine, è un inizio. Ed è proprio all’inizio che il ritmo deve essere regolato nella giusta misura. Gli esseri umani sono così complessi che bisogna amare veramente qualcuno per sopportarlo. Vi sono dei casi in cui l’amore solo non basta. Occorre, nella vita in comune, molta buona volontà, pazienza, indulgenza, tolleranza reciproca e come per tutte le opere d’arte, molta cura nei dettagli. In ogni vita coniugale vi sono dei momenti critici: l’adattamento e la rieducazione.
L’adattamento. durante i primi mesi della vita comune che si pongono tutti i problemi, che si scavano alle volte le prime divisioni. Molte felicità sono sfumate più per colpa di uno spazzolino da denti che per i begli occhi di una splendente ragazza.
La rieducazione. Più difficile ancora dell’adattamento è la rieducazione. Perché ”rieducazione”? direte voi. Ormai il carattere è formato e lo sarà per tutta la vita coniugale. Tutto giusto se gli sposi non saranno obbligati a lunghe separazioni. In questi momenti di vita guerriera ed eroica bisogna pensare anche a questa eventualità naturale. Nulla è più nocivo alla vita coniugale di una lunga assenza... Nella ”rieducazione” non si è più aiutati - come nell’’adattamento” - dal ”grande amore” e dalla curiosità dell’inizio. L’amore dopo, è più calmo, riflessivo. Si fanno inconsciamente le somme di sacrifici piccoli e grandi. Anzi, non si hanno più le stesse ragioni urgenti di prima per farli.
Quando la ragazza si sposa. Se si tratta di una ”ragazza di famiglia” essa lascia una vita di famiglia monotona, ed è felice della sua nuova situazione di donna sposata e si trova quindi nello stato euforico durante il quale si accetta tutto e un periodo elastico durante il quale ci si adatta facilmente alle abitudini maschili.
Oppure essa appartiene alla categoria delle ragazze che hanno una certa indipendenza – sociale, economica – ed allora sarà stanca di solitudine, avrà bisogno di affetto e sarà – pure lei – pronta ad adattarsi per la felicità di entrambi.
Quando l’uomo si sposa. stanco dell’esistenza piatta e senza gioia del celibe. vicino alla misantropia. disposto a fare delle ampie concessioni alle sue antiche abitudini. E quando la donna l’abitua a preferire la sua compagnia egli le sacrificherà volentieri le sue scappate con gli amici, i pranzi d’affari, il caffè...
E una volta avvenuto l’adattamento questi due esseri, fortemente uniti a tanti gusti comuni, avranno la giusta impressione di non poter fare a meno l’uno dell’altro: il miglior coefficiente per una felicità duratura.
E se viene la separazione (in caso di guerra ndr)... la donna sarà preparata.
Ormai essa è donna. La solitudine non pesa che allorquando è senza speranza. Ora, lei sa che ha un marito che pensa a lei, che le scrive e ch’essa riabbraccerà un giorno.
Per l’uomo sarà più grave. Coi suoi compagni di reggimento egli ha ritrovato l’atmosfera di collegio che conosceva così bene da celibe. L’uomo è più infantile della donna. Quando la donna non è presente egli gioca, si diverte, fanciullescamente. La donna lo impressiona sempre un po’ e frena i suoi slanci di ragazzaccio.
Il pericolo dà maggior intensità al loro amore. Essi sognano, s’idealizzano. Il loro amore diviene... presbite. Questo è il più grave pericolo per il... dopo.
Quando si ritroveranno nella vita coniugale, i mille meschini incidenti della vita giornaliera non corrisponderanno più al sogno.
Allora dovrà svolgersi il delicato processo di ”rieducazione” affidato alla tenerezza della moglie e all’affetto del marito.
• Una scelta ponderata.
Un marito è quella tale persona che bisogna scegliere con molta ponderazione dato che, una volta scelto non lo si può più cambiare: bello o brutto ve lo dovrete sorbire qual è tutta la vita.
Se siete giovani sceglietevi un giovane marito: diventerete saggi insieme. Comunanza di errori, tirocinio fatto a due, aiuta ad amarsi di più e a compatirsi molto.
Non abbiate la mania del superuomo.
Non sceglietevi mai un marito bruno, se avete un debole per i biondi. Né un marito biondo, se vi piacciono i bruni.
Non dimenticate di portare nel matrimonio una buona dose d’amore. ”L’amore verrà poi! Vedrai!”, ecco una base molto instabile per una felicità coniugale.
Tenete vostro marito, finché è possibile, in dolce schiavitù, ma al suo primo sbadiglio dategli subito la libera uscita.
Non abbiate la pretesa che sia vostro marito quello che segue voi nei capricci e nei desideri varii. La moglie deve seguire il marito, in tutto! E cercate anche di capire vostro marito. Ricordate che tutto il giorno è lui che lavora per voi. Per questo bisogna saper rinunciare sorridendo al desiderio covato durante tutta una giornata, al programma divertente, al pranzo sospirato se la sera lo vedete stanco. Se invece fosse lui ad avere voglia d’uscire proprio la sera che voi siete tanto stanca, ditevi, che, la stanchezza è questione d’opinione, mettete un po’ di rosso sulle guancie e andate con lui a spasso a convincervi che vi divertite molto.
Non dite troppo: ho male qui! Lì mi fa male! Un uomo sposa una donna, non un ospedale...
I panni sporchi della vostra vita amorosa lavateli sempre in casa. Non sfogatevi mai con vostra madre sulle sevizie che vi fa lui.
Vestitevi come vuole lui. Siate molto eleganti: più in casa che fuori, siate curate.
Perdonate al marito facilmente tutti i torti più o meno gravi. Non fategli una scena di gelosia al giorno e soprattutto, se la volete proprio far, la scena, che non sia a tavola.
Non abbiate occhi da lince o da detective, anzi, chiudere gli occhi talvolta quando ce n’è bisogno è da saggi. Politica da struzzo?! Può anche darsi! Ma occhio non vede! Cuore non fa male!
• Pronti per le nozze?
Si dovrebbe essere ben sicuri prima di annunciare un fidanzamento o fissare la data di un matrimonio. Rispondete a bruciapelo a queste domande, con un sì o con un no.
1 I vostri genitori e quelli di lui approvano questo matrimonio?
2 Avete mai dubitato che egli possa essere un buon marito?
3 Desiderate entrambi dei bambini?
4 Quando sarete sposati, dovrete vivere con suoceri e cognati?
5 Avete gli stessi principi religiosi?
6 Ci sono stati due o più casi di separazione nella vostra famiglia o nella sua?
7 I vostri e i suoi amici favoriscono questo matrimonio?
8 C’è qualche cosa che vorreste cambiare in lui?
9 La differenza di età, tra voi due, è inferiore a tre anni?
10 Dovrete lavorare dopo che vi sarete sposate?
11 Siete d’accordo sulla cerimonia dello sposalizio?
12 Avete qualche difficoltà a trattare con i parenti di lui, e lui con i vostri?
13 l’amore la ragione principale per cui accettate di sposarlo?
14 Lui ha qualche specifica abitudine che vi dispiace?
15 Siete entrambi in buona salute?
16 Avete avuto dei bisticci negli ultimi due mesi?
17 Siete ”ora” una brava cuoca e padroncina di casa?
18 Vi è difficile confidare l’uno nell’altro?
19 A parte la preparazione tecnica, è simile la vostra educazione?
20 Si sta ancora preparando, lui, per la sua professione?
Alle domande dispari si dovrebbe rispondere sì, a quelle pari no.
La maggior parte delle coppie felici hanno 17 e più risposte esatte.
Una media di 14 o meno vi potrebbe servire da avvertimento. Ricordate però che anche una sola riposta errata potrebbe avere la sua importanza.
• Il capo famiglia.
Il marito è capo della famiglia; la moglie segue la condizione civile di lui, ne assume il cognome ed è obbligata ad accompagnarlo dovunque egli crede opportuno fissare la sua residenza.
• Le incognite del matrimonio.
Ogni donna, sposandosi, si avvia per una strada piena di incognite: anche se il fidanzamento è stato lungo ed ha preparato meglio la giovane sposa alla vita coniugale che è sempre un mondo nuovo che si schiude e che lascia inevitabilmente adito a innumerevoli sorprese. Spetta alla sposa amare il marito e la sua casa più di ogni altra cosa al mondo, alimentare la fiamma dei sacri lari, avere cura che i bambini siano sempre freschi, sani e puliti, saper ordinare comandare consigliare quando vi siano domestici; essere utile per essere felice, mantenersi sana, gaia, ingegnosa, perché il matrimonio non è né deve essere la fine dell’amore, ma un costante personificarsi nell’essere amato, un dovere sacro, il più umano e divino di tutti gli amori. Per essere una donnina modello e far sì che il marito abbia a dire ogni lode di lei, molte sono le arti e alcune fra le più difficili che la giovane sposa deve conoscere.
• Siete una moglie ideale?
Per una ragazza innamorata è certamente facile diventare da un giorno all’altro una piccola mogliettina. Difficile è essere oggi una brava massaia. E come difficile! Specialmente oggi: non passa giorno che non si presentino nuovi compiti, e ad ogni momento si può dire che si affaccino nuovi problemi da risolvere. E forse anche a voi, signora, che pur siete una massaia provetta, importerà di sapere se siete all’altezza del compito odierno, se siete pari alle esigenze che la nostra epoca pone alla moglie ideale.
Abbiamo compilato una serie di domande: a voi il compito di rispondere onestamente. Se foste in grado di rispondere con un bel sì a tutte queste domande, potremmo congratularci con vostro marito. Se invece poteste rispondere affermativamente a meno della metà delle domande, cercate di riflettere quali possano essere i difetti della vostra amministrazione domestica e procurate di adattarvi meglio alle esigenze del momento.
Questionario
1 Date la preferenza alle stoviglie di pirofila per evitare inutili travasi e lavature?
2 Utilizzando i viveri che riuscite ad avere senza difficoltà, siete capaci di tentare piatti nuovi e saporiti?
3 Pensando sempre all’inverno che verrà vi date attorno per conservare uova e verdure, per preparare marmellate e seccare funghi?
4 Avete in cucina una lavagnetta per segnarci via via ciò che manca in casa e ricordarvene il giorno dopo quando andrete a fare la spesa?
5 Mentre cucinate, sapete approfittare di ogni intervallo per sciacquare subito pentolini o stoviglie che non vi occorrono più?
6 Rimettete cucchiai, mestoli, coltelli, subito dopo l’uso al loro posto?
7 Se dopo i pasti non avete il tempo di rigovernare subito, sciacquate almeno i piatti perché non vi rimangano attaccati i resti delle vivande e pulite le posate perché non si ossidino?
8 Alla sera preparate in cucina tutto ciò che vi occorrerà al mattino per la prima colazione?
9 Raccogliete certi rifiuti in sacchetti di carta per prenderli con voi quando scendete, e buttarli nella spazzatura?
10 Portate ogni tanto i giornali al droghiere o al mercato che certo ve ne sarà grato?
11 Se vi si strappa un bottone, lo ricucite subito o aspettate di ”avere un po’ di tempo”?
12 Dopo aver cucito raccattate subito da terra gli spilli o i pezzi di filo e i ritagli di stoffa caduti?
13 Quando fate la grande pulizia, procedete con ordine, raccogliendo cioè tutto quanto dovete portar fuori dalla stanza, in modo da fare un viaggio solo?
14 Siete capaci di alzarvi un po’ più presto quando si tratta di fare un lavoro straordinario (per es. riporre nella naftalina gli abiti invernali, o pulire i vetri delle finestre)?
15 Tenete il libro delle spese per il controllo del vostro bilancio domestico?
16 Sapete fare economie per i nuovi acquisti che si rendono necessari?
17 Avete notato gli orari dei mezzi di trasporto vicini a casa vostra, dei quali vi servite giornalmente?
18 D’estate pensate già come farete ad ammodernare il vostro guardaroba d’inverno?
19 Se vi capita di mangiare al ristorante, ponete istintivamente i piatti uno sopra l’altro in modo che il cameriere possa sparecchiare più rapidamente?
20 Sapete distribuire il vostro tempo in maniera che, nonostante i doveri di casa vostra, possiate di quando in quando andare in società o frequentare il teatro, i concerti, il cinema?
21 Trovate il tempo per avere cura dei vostri capelli?
22 Badate a non trascurare le vostre unghie?
23 Risparmiate un po’ di tempo per la ginnastica o per qualche sport o almeno per fare sufficiente moto all’aria aperta?
24 Ad onta del molto lavoro riuscite a dare un’occhiata al giornale per seguire gli avvenimenti nel mondo?
25 Vi preoccupate di non perdere il contatto con le persone amiche e, quando occorre, di tener vive le amicizie mediante la corrispondenza?
26 Sapete trovare il tempo di leggere un buon libro?
27 Ponete le pentole una sopra l’altra per risparmiare un po’ di gas?
28 Tenete sempre pronto un secchio per le bucce di patate?