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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Imotti popolari sul clima sono innumerevoli e suggeriscono come far previsioni senza computer e satelliti, ma solo osservando la natura

• Imotti popolari sul clima sono innumerevoli e suggeriscono come far previsioni senza computer e satelliti, ma solo osservando la natura. Ma c’è qualcosa di vero, e, se sì, di quali proverbi possiamo fidarci? Lo abbiamo chiesto a Salvatore Furia, meteorologo in onda ogni mattina alle 7.20 su Radiouno Rai (nel giornale radio della Lombardia) con il suo ”Gazzettino Padano”: «La maggior parte dei proverbi sono detti nati dall’esperienza contadina e sono validi al massimo per una zona. In generale non me ne fiderei, ma ce ne sono alcuni che hanno un fondamento scientifico». Con l’aiuto di Furia analizziamo i più famosi.
• Rosso di sera, bel tempo si spera. Rosso di mattina, la pioggia si avvicina  forse il proverbio più popolare, ma è falso, almeno se si parla del tramonto. Un tramonto rosso è dovuto, infatti, a nubi alte e stratificate, che precedono un fronte caldo: quindi il rosso di sera annuncia peggioramento. Stesso discorso per l’alba. Se, invece, ci si riferisce al colore arancio del cielo dopo il tramonto, bisogna considerare che le particelle di pulviscolo, in una zona d’alta pressione, s’accumulano nei bassi strati con l’umidità: le componenti blu e verdi della luce vengono diffuse senza filtrare attraverso il pulviscolo (quindi non vengono viste dalla Terra), mentre quelle rosse filtrano, dando al cielo un aspetto rossastro.
• Cielo a pecorelle, acqua a catinelle In parte è vero: il cielo a pecorelle è dovuto a nubi chiamate «altocumuli» che solitamente, provenendo da ovest, precedono il passaggio di un fronte caldo e la possibilità di pioggia. Ma sono nubi molto alte, e come tali possono anche non portare nemmeno una goccia di pioggia.
• Stellato cielo, mattinata al gelo Vero e piuttosto ovvio. Se il cielo è sereno e limpido, si verifica l’irraggiamento notturno verso lo spazio, il terreno si raffredda e con esso lo strato d’aria soprastante.
• Luna bianca, tempo bello. Luna rossa, venticello Questa volta non ci siamo. Non c’è connessione fra l’arrossamento della Luna, che ha la stessa origine di quello del Sole (gli effetti dell’alta pressione sul pulviscolo atmosferico), e il vento. Anzi, con l’alta pressione, i venti sono deboli.
• Bianco di mattina, buon tempo s’incammina Vero. D’inverno, le propaggini dell’anticiclone siberiano, con aria fredda e secca, molto pura, assicurano albe e tramonti tendenti al bianco e non rossi.
• Tramontana la pioggia tien lontana Sostanzialmente è vero. Dopo il passaggio di un fronte freddo, i venti ruotano a nord-est, il cielo si fa sereno e limpido. D’estate, un vento di tramontana piuttosto teso ostacola il riscaldamento del suolo e la formazione delle cellule temporalesche, per questo in genere tiene alla larga gli acquazzoni.
• Arcobaleno la mattina, la pioggia si avvicina Molto probabile, anche se non sempre vero. Capita molto spesso, infatti, che le piogge avanzino da ovest verso est nel senso delle correnti atlantiche. Allora il Sole appena sorto illumina solo la parte iniziale del fronte perturbato e genera un arcobaleno verso ovest, da dove quindi avanzano nubi minacciose. Il fenomeno, quindi, in certi casi, può anticipare un rovescio temporalesco.
• Se il ragno fa il filato, il bel tempo è assicurato Incredibile ma... vero. Come molti animali, il ragno percepisce in anticipo le variazioni di pressione e umidità ed evita di faticare inutilmente per una tela che verrà poi distrutta dalla pioggia. è frequente vedere il ragno rintanarsi nel tronco di un albero poco prima di una pioggia o una grandinata, e poi uscire per rimettersi a filare la tela quando il tempo volge al bello.
• Se canta la rana, la pioggia non è lontana Vero anche questo: pure le rane, percependo le variazioni di pressione, cambiano il loro comportamento. In Inghilterra, fino all’Ottocento, chi non voleva acquistare un barometro costoso utilizzava un acquario con una rana che, all’arrivo della pioggia, gracidava a pelo d’acqua.
• Notissimo agli ascoltatori lombardi per il suo ”Gazzettino Padano”, in onda ogni mattina alle 7.20 sulla frequenza regionale della Lombardia di Radiouno Rai, Salvatore Furia è un’autorità nel Nord Italia per quanto riguarda l’osservazione e la salvaguardia della natura. Ottanta anni, emigrato dalla Sicilia nel Varesotto nel 1940, Furia ha fin da giovanissimo una grande passione per la natura (diventa la prima guardia ecologica della Lombardia) e una grande curiosità scientifica: si definisce un «umanista e naturalista per lo più autodidatta». Un autodidatta che è arrivato però, dal 1978 al 1984, a ricoprire la cattedra di Conservazione della Natura all’Università di Pavia. La sua attività è legata al Centro Geofisico Prealpino, fondato nel 1956 a Campo dei Fiori (Varese): un’associazione di volontariato dedicata allo studio e alla divulgazione che ospita 22 mila visitatori all’anno. Qui ha sede il centro per le previsioni: collegato a tutti i maggiori satelliti, permette di tenere sotto controllo le condizioni atmosferiche praticamente di tutto il Mediterraneo. C’è poi un osservatorio astronomico da cui osservare pianeti e comete di passaggio, ma anche stazioni di osservazione per i livelli dei laghi e dei principali corsi d’acqua della zona e un osservatorio sismico. Furia è stato tra i primi in Italia a progettare sistemi di monitoraggio di catastrofi ambientali. Ancora oggi, ogni giorno il coordinamento della Protezione Civile a Roma riceve un rapporto quotidiano. Ma la popolarità di Furia è legata a quei 30 secondi nei quali ogni mattina, intorno alle 7 e 15, dà ai suoi affezionati ascoltatori indicazioni sul tempo che farà. «Ho frasi in codice che i miei ascoltatori sanno interpretare: ”turbolenza oltre i colli”, che è un segnale che dice a chi va con l’aliante che è meglio starsene a casa. Oppure ”stop alla fienagione”, che informa che il tempo sta per peggiorare».