Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 24 novembre 2001
ìIl generale invernoî
• «Un piano che ha successo è audace, un piano che fallisce è avventato» (Karl von Clasewitz).
• La mattina del 25 giugno 1812 l’esercito francese, 423mila uomini con 1.150 cannoni, varcò il fiume Niemen e invase la Russia. Nel settembre del 1812, un prigioniero russo disse a Napoleone: «Sire, fra meno di un mese il nostro gelo vi farà cadere le unghia dalle falangi». Il 24 ottobre, dopo la battaglia di Maloyaroslavets, i francesi erano rimasti in 108 mila, con 569 cannoni. I soldati, affamati e febbricitanti, testa e piedi avvolti in tele di sacco, annotarono nei loro diari: «E’ un freddo tale che i corvi cadono gelati dal cielo. Abbiamo le narici tappate, i pezzi di ghiaccio in bocca, il vento ci acceca...».
• «I russi dovrebbero essere considerati una calamità» (Napoleone).
• Il 5 dicembre del 1941, in Russia, la fanteria tedesca venne sorpresa da un repentino abbassamento di temperatura (quaranta gradi sotto zero, con la luna piena, all’una di notte). Gli uomini, già indeboliti dalla fame (due giorni prima avevano ricevuto una pagnotta da spartire in cinque e trenta grammi di grasso ciascuno) indossavano abiti del tutto inadeguati: uniformi grigio scuro, mantelli, stretti stivali chiodati che lasciavano congelare i piedi, guanti di lana (le dita erano talmente rigide da non poter premere il grilletto). I sovietici, invece, portavano morbidi cappotti bianchi foderati di pelo, guanti di pelliccia, stivali di feltro piuttosto larghi, in modo da poterli riempire di carta o paglia.
• Nel settembre del 9 d.C. i guerrieri cherusci di Arminio tesero un’imboscata alle legioni di Publio Quintilio Varo nella foresta di Teutoburgo. I romani furono annientati anche per via di una violenta tempesta che immobilizzò nel fango uomini, carri e cavalli.
• Nell’agosto del 1282, i mongoli riunirono quattromila navi e partirono alla conquista del Giappone. Quando arrivarono vicino all’isola di Takashina, prese a soffiare un forte vento che d’un tratto si mutò in tifone trasformando il mare in un ”calderone d’acqua ribollente” e distruggendo gran parte della flotta. Fu allora che i giapponesi inventarono la parola ”kamikaze”, cioè ”vento divino”.
• Nel gennaio del 1795, quando la Francia aggredì le Province Unite, Guglielmo V d’Orange fece appello alle navi da guerra olandesi. Ma una barriera di ghiaccio sbarrò alla flotta il passaggio verso lo Zuider Zee (il mare interno dell’Olanda), intrappolandola. Il 23 gennaio le navi da guerra furono catturate in alto mare da un reparto di cavalleria (vicenda unica negli annali di guerra).
• Nel 1915 e nel 1916 gli italiani puntarono sulla conquista del Tirolo e concentrarono buona parte dei loro sforzi sul Col di Lana, tra la Marmolada e il Passo di Falzarego. Ma trovarono di fronte a sé, oltre alla resistenza degli tirolesi (si misero a combattere anche ventiquattromila contadini, privi di qualsiasi addestramento militare), frane di ghiaccio, slavine e tempeste di neve. Ancora oggi, il ghiacciaio della Marmolada restituisce corpi ben conservati, con indosso uniformi della Prima guerra mondiale.
• Lo sbarco in Normandia ebbe successo anche grazie al tenente colonnello James Stagg, meteorologo della Royal Air Force. Il 4 giugno 1944, alle 21.30 in punto, dopo giorni e giorni di pioggia, Stagg piombò tra i generali riuniti davanti a una grande carta geografica dell’Europa appesa alla parete: "Signori, ci sono nuovi e inaspettati sviluppi". Di lì a poche ore, sulla zona scelta per l’invasione, era prevista una schiarita che sarebbe durata fino al 6 giugno. Poi, però, il tempo sarebbe peggiorato. Nonostante i dubbi del comandante dell’aviazione, il generale Dwight Eisenhower si fidò del meteorologo e mandò a combattere tre milioni di uomini.
• Durante la guerra del Vietnam gli americani si servirono di tre aerei da carico per «generare vampate di ioduro e di piombo, allo scopo di inseminare nuvole e causare intense piogge sul sentiero di Ho Chi Minh». In altri casi sparsero sale dal cielo per evitare la formazione della nebbia.
• Il 27 luglio 1794 (9 termidoro dell’anno II, secondo il calendario rivoluzionario), un gruppo di congiurati destituì Robespierre. Lui chiamò in suo aiuto la folla di giacobini, e sarebbe forse tornato al potere se una tempesta di pioggia e grandine non li avesse dispersi in pochi minuti.