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 2002  luglio 27 Sabato calendario

con Christopher Vaughan

• Gemelli. Secondo gli antichi greci, Hypnos, il dio del sonno, e Thanatos, il dio della morte, erano figli gemelli della Notte. Alcune statuette li rappresentano attaccati ciascuno a un seno della madre che li allatta.
• Navi. La notte del 24 marzo 1989 la nave cisterna Exxon Valdez s’incagliò in Alaska riversando milioni di galloni di petrolio nello Stretto Prince William. Il terzo ufficiale, a cui il comandante aveva affidato la nave, nelle precedenti quarantotto ore ne aveva dormito solo sei.
• Latenza di sonno. Per calcolare il livello di vigilanza diurna, gli studiosi misurano la ”latenza di sonno”, cioè il tempo necessario a un individuo per addormentarsi. Da 0 a 5 minuti: ”zona crepuscolare”, estremo bisogno di sonno, prestazioni fisiche e mentali scadenti; da 5 a 10: probabili cali di energia durante la giornata; da 10 a 15: sonno gestibile; da 15 a 20: stato ottimale di vigilanza.
• Depressione del lunedì. Esperimento condotto negli anni Sessanta da scienziati del Max Planck Institute, in Germania, per calcolare i ritmi circadiani (cioè i tempi dell’orologio interno umano): alcuni volontari trascorsero un mese in una stanza sotterranea protetta da luce, rumore e campi magnetici. Per evitare che la crescita della barba gli indicasse il trascorrere del tempo, si radevano a ore imprevedibili e inconsuete; spegnevano e accendevano la luce quando volevano, si alzavano quando ritenevano d’aver dormito abbastanza. Risultato: pur mantenendo un ciclo regolare di sonno e veglia, andavano a dormire e si svegliavano ogni giorno un po’ più tardi. Col tempo i loro giorni e le loro notti non coincidevano più con quelli del mondo esterno. Usciti dall’isolamento, si accorsero che fuori era passato più tempo di quanto ne fosse trascorso nel loro ambiente protetto. Conclusione: la nostra giornata biologica dura più di ventiquattr’ore (circa venticinque). Proprio da questa differenza dipende la ”depressione del lunedì mattina”: l’orologio biologico induce ad andare a letto tardi il fine settimana e a dormire più a lungo il sabato e la domenica mattina, chiedendo due ulteriori ore di sonno anche il lunedì, quando le esigenze di lavoro non permettono di assecondare il ciclo naturale.
• Feti. Durata del sonno del feto nell’utero: dalle sedici alle venti ore al giorno (ma essendo attivo anche quando dorme scalcia di continuo).
• Narcolessia. Disturbo del sonno provocato da una serie di disfunzioni dei meccanismi cerebrali: in qualsiasi momento, anche a metà di una frase o durante un rapporto sessuale, l’individuo s’addormenta di botto (a volte fino a dieci-venti minuti).
• Difese. Quando ci si addormenta aumenta il livello di Tnf (potente antitumorale) e di interleuchina-1, sostanza che fa alzare la temperatura e si attiva per proteggere il corpo da organismi estranei che sopravviverebbero con una normale temperatura.
• Cellule vecchie. Durante il sonno profondo l’ormone della crescita stimola la sintesi proteica, provoca la distruzione dei grassi per produrre energia necessaria alla riparazione dei tessuti e stimola la divisione cellulare per la sostituzione delle cellule vecchie. La concentrazione dell’ormone nel sonno profondo spiega anche il declino fisico degli anziani, in cui scompare la fase notturna che consente questo processo.
• Memoria breve. Quando ci addormentiamo il cervello chiude la porta di passaggio tra memoria a breve e a lungo termine. I ricordi di quanto accade nei cinque minuti prima di addormentarsi restano nella memoria a breve termine e si dissolvono.
• Sogno lucido. Sensazione di essere consapevole che si sta sognando, e di dirigere le proprie azioni nel corso del sogno. Secondo gli studi di Stephen LaBerge, fondatore del Lucidity Institute, un individuo su cinque ha sogni lucidi in modo naturale, il 60 per cento delle persone può imparare se addestrata. Sistema elaborato da LaBerge: fornisce agli studenti uno speciale visore che rileva i movimenti rapidi oculari nel corso del sonno e reagisce accendendo una lucina rossa abbastanza forte da essere percepita dai dormienti ma non così intensa da svegliarli. LaBerge allena i suoi studenti a riconoscere la luce rossa che segnala quando stanno sognando: diventati consapevoli, possono dirigere e manipolare i loro sogni a piacimento.
• Cartesio. Abituato a stare sveglio fino a tardi la notte e ad alzarsi a mattina inoltrata, riprendendo il lavoro nel letto, si ammalò e morì quando divenne precettore del re di Svezia, che lo costrinse ad alzarsi presto come lui.